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Autore Discussione: Mario LODI, l’Italia ricomincia dai bambini  (Letto 2655 volte)
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« inserito:: Marzo 04, 2014, 07:09:54 pm »

Articolo tratto dall'edizione in edicola il giorno 03/03/2014.

Mario Lodi, l’Italia ricomincia dai bambini
Morto a 92 anni. Pedagogista e scrittore, i suoi libri per ragazzi sono diventati classici.
Aveva creato la Scuola della Creatività



Nel 1970 uscì un libro, Il Paese sbagliato, che dava corpo a un sentimento diffuso ed ebbe un’eco enorme. Mario Lodi vi raccontava le sue esperienze di maestro elementare che nel ’48 si ritrovò «mandato allo sbaraglio in una scuola ancora verticistica e autoritaria, con nel cuore e nella mente i valori della libertà, della democrazia e della partecipazione che dovevano essere alla base della nuova società da costruire». Ricevette, disse, diecimila lettere, e rispose a tutti. Non era un libro «sessantottino», non mirava a distruggere ma semmai a riformare. «Fu considerato - sono ancora sue parole - un libro rivoluzionario perché il messaggio che conteneva era quello di non parlare di libertà, ma di viverla nella normalità della scuola giorno per giorno, in un rapporto nuovo tra maestri e scolari».

Il maestro di Piadena è morto ieri, a 92 anni, straordinaria figura di pedagogo, organizzatore culturale e scrittore, autore di decine di libri per ragazzi - uno per tutti, nel ’61, il mai dimenticato Cipì, storia di un passero osservato collettivamente dal davanzale - e precursore, prima di don Milani e della Lettera a un professoressa, di un’idea non autoritaria della scuola. Diplomato maestro nel ’40, incarcerato per antifascismo durante la guerra, fece del suo paese in provincia di Cremona una sorta di laboratorio, un centro d’irradiazione. Scuola e Costituzione sono stati per lui (che scriverà anche una versione per bambini della Carta) un binomio indissolubile.

A monte c’erano le esperienze francesi di Célestin Freinet e della sua pedagogia popolare; come obiettivo la necessità che gli scolari procedano per tentativi nella costruzione della loro personalità; come orizzonte l’importanza delle attività motorie ed espressive. Nel ’63 pubblica una sorta di diario di queste prime esperienze, C’è speranza se questo accade al Vho, l’istituto di Piadena dove insegnò a partire dal ’56, diventato negli anni un classico (pubblicato da Einaudi, come gran parte dei suoi scritti maggiori). Crea la «Scuola della creatività» dove bambini, ragazzi e adulti sperimentano insieme. Con la borsa del «Premio Lego» destinato a personalità che abbiano dato un contributo eccezionale al miglioramento della qualità di vita dei bambini, fonda nell’89 nella cascina Drizzona, sempre a Piadena, la «Casa delle Arti e del Gioco». 

Lì vivrà e lavorerà, in un laboratorio di «sperimentazione dei linguaggi» affiancato da un centro studi sulla cultura del bambino e una pinacoteca dell’età evolutiva. Bambini e contesto sociale, educazione e linguaggi, spontaneità e autonomia, ma anche poesia: con questi capisaldi Mario Lodi esercita un magistero e un’influenza culturale importantissimi, non solo in Italia. Si affaccia al cinema (Partire dal bambino, quattro episodi per la Rai con la regia di De Seta, nel ’78), lancia il Giornale dei bambini. È molto critico nei confronti della televisione, che vede «proliferare in modo selvaggio e senza un codice etico» a partire dagli anni 90; le dedica un romanzo, La tv a capotavola (Mondadori) ma anche la campagna «Una firma per cambiare la tv», che raccoglie oltre 500 mila adesioni.

Il suo lavoro non finisce con lui, perché intorno alla Casa delle arti e alla figlia Cosetta si sono radunati nel tempo insegnanti e formatori. Il lascito non è consolatorio. In uno degli ultimi interventi ricordò gli anni del dopoguerra: «Come allora, anche oggi c’è bisogno di ricostruire moralmente una società, recuperando i valori abbandonati».
Mario Baudino

Da - http://lastampa.it/2014/03/03/cultura/mario-lodi-litalia-ricomincia-dai-bambini-SnPfn5q9ha2smCqwZbcadP/premium.html
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