Alla festa dell'unita'
«Mi candido per restituirvi il Pd»
Il sindaco di Firenze fa il pieno al Parco Nord Su Berlusconi: «Niente spazio per i giochetti»
BOLOGNA - «Io non mi sono candidato per prendere il partito ma per restituirvelo». Lo ha detto alla Festa dell'Unità di Bologna Matteo Renzi, ponendo il sigillo alla sua candidatura alla segreteria del Partito Democratico. «Renzi candidato? Il problema non è quello che fa il singolo, ma se tutti insieme questa volta proviamo a cambiare veramente il paese», ha scandito l'ex Rottamatore, sottolineando che «sono vent'anni che i problemi sono sempre gli stessi: cambiano le facce, ma i problemi sono sempre quelli».
LE DIVISIONI - La politica «deve ridare un minimo di speranza e per fare questo c'è bisogno che il Pd non faccia polemica interna», ha aggiunto il sindaco di Firenze. «Adesso siamo renziani, cuperliani, pitteliani, poi ci sono i sempreverdi dalemiani, veltroniani, bersaniani: ma per fare cosa? Noi - ha spiegato Renzi - dobbiamo essere uniti sennò il congresso diventa il congresso dei 7 nani: io sarei Brontolo». Poi rivolto ai militanti pd ha detto: «Io non mi sono candidato per prendere il partito ma per restituirvelo».
SU BERLUSCONI - Tanti applausi quando l'ex Rottamatore è andato a parare sull'articolo 3 della Costituzione toccando il tasto dell'uguaglianza davanti alla Legge. Per tutti, Silvio Berlusconi compreso. «Quando le sentenze passano in giudicato - chiarisce - non ci devono essere giochetti: la vicenda Berlusconi è conclusa - taglia corto -: non c'è spazio per i giochetti che sarebbero rispediti al mittente».
LA RESSA - La sala dibattiti della Festa dell'Unità era stracolma fin dal pomeriggio. Esauriti subito i posti a sedere (un migliaio). Piene anche le zone davanti ai due maxischermi laterali. «Sono qui perché Renzi c'è, Renzi c'è», è la risposta, che tanto ricorda le telecronache sportive di MotoGp, di Claudio Lorenzi, 18 anni, camicia bianca e mocassino blu. Claudio è arrivato alle 17 per accaparrarsi un posto vicino al palco: «Ho votato una volta, la prima – dice – non ho potuto dare il mio voto a lui ma non vedo l'ora di farlo Adesso!, come il suo slogan».
I GIOVANI - La gente aspetta il sindaco di Firenze come si aspetta una rockstar a un concerto: qualcuno è già arrivato dal primo pomeriggio, c'è chi occupa le sedie con borse e giacche, chi mangia e chi nell'attesa controlla nuove notizie in rete. Cecilia Caselli, ha 19 anni, arriva da Modena e da qualche mese si è iscritta al Pd: «L'ho fatto solo perché spero che Renzi si candidi ufficialmente – spiega – altrimenti non l'avrei mai deciso, ha saputo accettare la sconfitta (delle primarie, ndr) e da lì rinascere». «È un Obama nostrano – aggiunge l'amica Alessandra Simili – siamo qui per il suo one man show».
LA PLATEA - Il popolo del Pd però è fatto anche di canuti militanti: «Sì, non sono più giovanissima – ammette la signora Laura Carati – ma sono stufa di questa politica vecchia e fatta di vecchi come me, alle elezioni ho votato Pd, ma non credevo in Bersani e infatti...». A prendere la direzione del rottamatore anche la quarantenne Simona Belloi: «Ho votato Bersani alle elezioni politiche ma tornassi indietro non lo rifarei – dice – perché? È la storia che parla!». Tra i tanti incontriamo anche chi, come Monica Aquili ha cambiato addirittura partito: «Vengo dal mondo cattolico – racconta – lo ammetto, votavo centrodestra e alle ultime elezioni, per protesta, ho votato Grillo». E aggiunge: «Faccio anche parte dell'associazione bolognese. Finalmente sento di aver trovato la mia strada, qualcuno che possa davvero cambiare le cose e non solo a parole ma a fatti, e non domani ma adesso».
Noemi Bicchiarelli
02 settembre 2013© RIPRODUZIONE RISERVATA
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