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Autore Discussione: LETTERA DI ENZO CORONA a Poggioreale vi racconto la vita in carcere  (Letto 2059 volte)
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« inserito:: Agosto 04, 2013, 08:37:11 am »

LA LETTERA DI ENZO CORONA

Io, ex detenuto a Poggioreale vi racconto la vita in carcere

I disagi della vita in cella, la violenza, le difficoltà nei colloqui con i famigliari


Egregio direttore,
cari lettori di questo prestigioso quotidiano, sono un giovane ex detenuto del carcere di Poggioreale stanco di tante parole al vento e desideroso di farvi conoscere la realtà delle condizioni carcerarie. Qualche giorno fa, a seguito del reportage di Marco Piscitelli pubblicato su Il Mattino, il ministro della Giustizia ha dichiarato che era al corrente della pessima situazione carceraria ma di non aspettarsi una realtà tanto degradata. L'ha seguita a ruota il presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini. Stavolta altro carcere. Ma mai nei reparti più drammatici. Ebbene, vorrei dire al ministro Cancellieri e al presidente Boldrini che hanno visitato solo alcune delle pochissime celle messe bene, alcune nuove, forse perché sapevano del vostro arrivo.

VI RACCONTO - Ora vi racconto io come è un carcere italiano: bagni inadeguati, vecchi, con piastrelle a terra quasi sempre spaccate, pieni di umidità e ruggine ovunque; si cucina nel bagno, sì, proprio accanto alla tazza del water; le celle sono piccole e stanno tutti ammassati uno sull'altro. È di questi giorni la notizia che la figlia dell'imprenditori Ligresti ha lamentato che in carcere si può fare la doccia solo una volta al giorno. Sappia che i detenuti "normali" la doccia la fanno 2 volte a settimana. L'acqua è sempre fredda, sia d'estate che d'inverno. Se stai male, occorrono 10 giorni per una visita medica e spesso non riceviamo cure adeguate. I detenuti di Poggioreale chiamano il famoso Buscopan "la pillola di Padre Pio" perché quella pillola ti danno e con quella ti devono passare tutti i dolori.

VIOLENZA - Poi c'è il capito "violenza". Abbiamo appreso la notizia di un altro ragazzo di 22 anni Manuel Eliantonio, massacrato di botte nel carcere di Marassi. Dobbiamo dire "morto in circostanze sospette". Non se ne parla e non si prendono seri provvedimenti su questa tragedia. Eppure le denunce ci sono state: dal programma le Iene al Corriere della Sera che con una serie di videoinchieste dal nome "Le nostre prigioni" di Antonio Crispino ha mostrato non solo la realtà carceraria ma ha addirittura riportato la testimonianza di un secondino che ha partecipato ai raid punitivi ai danni di alcuni detenuti. "Per futili motivi" dice nell'intervista l'ex poliziotto penitenziario. E così è, ve lo posso testimoniare. Si prendono botte per aver alzato la testa, per aver risposto male a una guardia, per non essersi alzati in tempo, etc. I detenuti vogliono e devono pagare i loro sbagli ma chiedono di farlo con umiltà e dignitosamente, da esseri umani e non come bestie.

COLLOQUI - Anche i colloqui sono diventati una tragedia. Figli, mogli e madri non hanno colpa e non è giusto che per poter parlare con i loro cari un'ora a settimana devono stare in fila fuori al carcere dalle 2 o 3 della notte. Anche su questo tema ci sono alcuni video girati dai Radicali che testimoniano bene in che condizioni si fanno i pacchi, le file e i colloqui. Se per un adulto è sopportabile, tutto questo è ingiusto soprattutto per i bambini. Abbiamo anche noi dei figli che non devono pagare le nostre colpe. Cresceranno e ricorderanno questi traumi. Subiranno la violenza di avere un genitore in carcere e in più l'umiliazione di averlo visto ridotto come un cane. Le richieste di amnistia e indulto che arrivano da più parti ormai, le condividiamo. Non perché vogliamo far uscire delinquenti ma, credetemi, chi vive così è come se pagasse due volte la sua pena.

CAMBIARE VITA - E poi, questo ve lo dico con il cuore, ci sono tante persone che vogliono cambiare vita davvero. Invece sono costretti a pregare di passare indenni agli occhi dei camorristi, di non essere assoldati dalla camorra, di non essere adocchiati dai boss. Perché oggi il carcere non ha niente di "rieducativo" ma è solo un'università del male. Date a queste persona una nuova possibilità. Io sono uno questi. Voglio pagare la mia pena ma uscire migliore e non peggiore, ritornare alla società e non odiare la società. grazie per avermi ascoltato.

28 luglio 2013 (modifica il 3 agosto 2013)
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Enzo Corona

da - http://www.corriere.it/cronache/13_luglio_28/detenuto-poggioreale-lettera-sulle-carceri_735836e4-f760-11e2-a852-8fa32bcbd2fe.shtml
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