LA-U dell'OLIVO
Novembre 24, 2024, 11:36:28 pm *
Benvenuto! Accedi o registrati.

Accesso con nome utente, password e durata della sessione
Notizie:
 
   Home   Guida Ricerca Agenda Accedi Registrati  
Pagine: [1]
  Stampa  
Autore Discussione: Luciana Matarese. Aborto, M5s per la modifica della 194: Il 70% del personale...  (Letto 2223 volte)
Admin
Utente non iscritto
« inserito:: Luglio 22, 2013, 07:19:34 pm »

 Aborto, M5s per la modifica della 194: "Il 70% del personale sanitario deve essere di non obiettori"

Luciana Matarese, L'Huffington Post  |  Pubblicato: 19/07/2013 18:29 CEST  |  Aggiornato: 21/07/2013 15:46 CEST


Il presupposto è che "il nostro è uno Stato laico; religioni e credo, pur legittimi, non possono ostacolare l'applicazione della legge". Su questa base, trentuno senatori del Movimento Cinque Stelle hanno firmato un disegno di legge, che l'HuffPost pubblica in esclusiva, con l'obiettivo di modificare la legge sull'aborto. Un solo articolo che interviene sull'aspetto rivelatosi nel tempo il più rilevante per l'applicazione della famigerata 194 del 1978: l'obiezione di coscienza. Per i senatori grillini la norma va cambiata in modo tale che nelle strutture pubbliche sia garantito che almeno il 70 per cento del personale in servizio nelle unità ginecologiche sia non obiettore di coscienza.

Proposta tutt'altro che campata per aria, dal momento che, come confermano ricerche e studi e la relazione sullo stato di attuazione della legge presentata al Parlamento dal Ministro della Salute il 9 ottobre 2012, nel nostro Paese si registra un record di obiettori tra ginecologi, anestesisti e personale non medico. Di qui, anche per scongiurare il rischio che l'obiezione di coscienza mini alla base l'applicazione della legge, la proposta dei Cinque Stelle, presentata su iniziativa dei senatori toscani Maurizio Romani e Alessandra Bencini, medico omeopata il primo, alle spalle una lunga esperienza nei reparti di ginecologia, infermiera di sala operatoria la seconda.

"I dati sulle percentuali di medici obiettori sono allarmanti e hanno contribuito all'incremento degli aborti clandestini. Secondo i dati forniti dal Ministero della sanità nel 2008 gli aborti illegali stimati (solo per le donne italiane, ndr) sono 20.000 - si legge nella relazione introduttiva al disegno di legge - Parallelamente si assiste ad una crescita considerevole degli aborti spontanei, stimati dall'Istat in circa 73.000 casi l'anno rispetto ai circa 50.000 degli anni '80. Un incremento che nelle minorenni raggiunge addirittura il 70 per cento. È possibile che questa crescita sia dovuta anche al ritorno del cosiddetto "aborto clandestino mascherato", come avveniva prima dell'approvazione della 194/78". Insomma, "ferma restando la salvaguardia della legittima scelta di obiezione, una percentuale così elevata di medici obiettori si traduce di fatto nella cosiddetta "obiezione di struttura". Una situazione che porta il Paese indietro nel tempo di decenni", con le donne, che scelgono (di certo, non senza sofferenza) di abortire, che muoiono di setticemia o "sono costrette a migrare da una regione ad un'altra nella ricerca di ospedali pubblici che garantiscano ancora l'interruzione volontaria di gravidanza".

"Medici e infermieri obiettori di coscienza possono tranquillamente non prestare servizio nelle unità ginecologiche oppure scegliere di lavorare in strutture private - spiega Bencini all'HuffPost - Per garantire il diritto delle donne, tutelato nei tempi e nei modi previsti dalla 194/78, di abortire, la legge va cambiata e la gran parte - per noi il 70 per cento - del personale in servizio nelle unità ginecologiche degli ospedali pubblici deve essere costituito da non obiettori. Anche i turni vanno regolati su questo parametro, altrimenti è tutto inutile". Aspettative sugli esiti della proposta di legge? "Per ora si discute più sulle emergenze del Governo e poco su quelle evidenziate da disegni di legge come questo - sospira Bencini - la nostra proposta non è stata ancora assegnata alla Commissione Sanità. Ci auguriamo che venga presa in considerazione, consapevoli che viviamo in uno Stato laico, ma pure del peso che ha la Chiesa nel nostro Paese".

Ecco, in esclusiva, il testo del ddl:

    XVII LEGISLATURA DISEGNO DI LEGGE Di iniziativa dei senatori Romani Maurizio, Bencini, Simeoni, Taverna, Fucksia, Airola, Santangelo, Cioffi, Buccarella, De Pietro, Casaletto, Orellana, Bignami, Mussini, Gambaro, Molinari, Gaetti, Cappelletti, Moronese, Mangili, Campanella, Giarrusso, Mastrangeli, Bertorotta, Vacciano, Serra, Bulgarelli, Battista, Bocchino, Catalfo, Morra


    Modifica all'articolo 9 della legge 22 maggio 1978, n. 194 , recante Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza

    Onorevoli senatori!

    Il presente provvedimento è volto ad attuare alcune modifiche al'articolo 9 della la legge 22 maggio 1978, n. 194, recante "Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza". Tale legge è applicata in modo parziale e territorialmente disomogeneo.
    La relazione sullo stato di attuazione della legge n. 194 del 1978, presentata al Parlamento dal Ministro della salute il 9 ottobre 2012, riporta i dati definitivi sull'obiezione di coscienza esercitata da ginecologi, anestesisti e personale non medico nel 2010.

    Nel 2010 si evince una stabilizzazione generale del fenomeno dell' obiezione di coscienza tra i ginecologi e gli anestesisti, dopo un notevole aumento negli ultimi anni. Infatti, a livello nazionale, per i ginecologi si è passati dal 58,7% del 2005, al 69,2% del 2006, al 70,5% del 2007, al 71,5% del 2008, al 70,7% nel 2009 e al 69,3% nel 2010; per gli anestesisti, negli stessi anni, dal 45,7% al 50,8%. Per il personale non medico si è osservato un ulteriore incremento, con valori che sono passati dal 38,6% nel 2005 al 44,7% nel 2010.

    Percentuali superiori all'80% tra i ginecologi si osservano principalmente al sud: 85,2% in Basilicata, 83,9% in Campania, 85,7% in Molise, 80,6% in Sicilia, come pure a Bolzano con l‟81%. Anche per gli anestesisti i valori più elevati si osservano al sud (con un massimo di più di 75% in Molise e in Campania e 78,1% in Sicilia) e i più bassi in Toscana (27,7%) e in Valle d'Aosta (26,3%). Per il personale non medico i valori sono più bassi, con un massimo di 86,9% in Sicilia e 79,4% in Calabria.
    L'aumento degli obiettori di coscienza, le lunghe liste d'attesa negli ospedali pubblici, sta mettendo a rischio il diritto delle donne di interrompere la gravidanza nei tempi e nei modi stabiliti dalla legge n. 194 del 1978.
    La mancata applicazione della legge n. 194 ha ripercussioni terribili, prima di tutto sulla salute delle donne, e purtroppo favorisce la piaga degli aborti clandestini. I dati sulle percentuali di medici obiettori sono allarmanti e hanno contribuito, infatti, all'incremento degli aborti clandestini. Secondo i dati forniti dal Ministero della sanità nel 2008 gli aborti illegali stimati sono ventimila. Per stessa ammissione del Ministero, questi dati rappresenterebbero valori sottostimati in quanto riferiti solo al tasso di abortività delle donne italiane. Se si considera infatti che il tasso di abortività delle donne immigrate è quasi pari a 3 volte quello delle donne italiane è ragionevole credere che il dato fornito dal Ministero non rappresenti nemmeno la metà degli aborti illegali praticati nel nostro Paese. Parallelamente si assiste ad una crescita considerevole degli aborti spontanei, stimati dall'Istat in circa settantatremila casi l'anno rispetto ai circa cinquantamila degli anni '80. Un incremento che nelle minorenni raggiunge addirittura il 70 per cento. È possibile che questa crescita sia dovuta anche al ritorno del cosiddetto "aborto clandestino mascherato", esattamente come avveniva prima dell'approvazione della legge n. 194 del 1978 quando le donne, dopo aver tentato da sole di interrompere la gravidanza, si recavano in ospedale dove i medici non potevano far altro che completare la procedura di interruzione registrando gli aborti come "spontanei"
    Al diritto dei medici e degli operatori sanitari di esercitare l'obiezione di coscienza non corrisponde un'adeguata organizzazione delle strutture che devono garantire il servizio di interruzione della gravidanza. Ferma restando la salvaguardia della legittima scelta di obiezione, una percentuale così elevata di medici obiettori si traduce di fatto nella cosiddetta "obiezione di struttura. Una situazione che porta il Paese indietro nel tempo di decenni, dove le donne hanno ricominciato a morire di setticemia o sono costrette a migrare da una regione ad un'altra nella ricerca di ospedali pubblici che garantiscano ancora l'interruzione volontaria di gravidanza.
    Nel presente disegno di legge l'obiezione di coscienza viene quindi confermata, ma viene individuato un meccanismo di garanzia per l'applicazione delle previsioni della legge, con la previsione di avere almeno il 70 per cento del personale in servizio non obiettore di coscienza.

    Articolo 1

    (Modifiche alla legge 22 maggio 1978, n. 194 , recante Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza.)

    1. Al quarto comma dell'articolo 9 della legge 22 maggio 1978, n. 194, dopo il primo periodo inserire il seguente:

    "A tal fine, nelle strutture di cui al primo periodo deve essere garantito che almeno il 70 per cento del personale in servizio di cui al comma 1 sia non obiettore di coscienza".


da - http://www.huffingtonpost.it/2013/07/19/aborto-m5s-modifica-194_n_3623780.html?utm_hp_ref=italy
Registrato
Pagine: [1]
  Stampa  
 
Vai a:  

Powered by MySQL Powered by PHP Powered by SMF 1.1.21 | SMF © 2015, Simple Machines XHTML 1.0 valido! CSS valido!