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 inserito:: Settembre 15, 2025, 06:08:14 pm 
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Gabriele Iuvinale

Qualche anno fa, insieme a Nicola Iuvinale, ho deciso di scrivere un saggio sulla Cina di Xi Jinping. Il nostro messaggio di fondo era semplice e, per alcuni, provocatorio: la Cina non era più solo una potenza in ascesa, ma era diventata il leader di un blocco di Stati con uno scopo preciso: **riscrivere le regole dell'ordine internazionale sorto dopo la Seconda guerra mondiale secondo una nuova logica, prevalentemente autoritaria.**
La parte più amara della nostra tesi? Questo obiettivo non sarebbe stato raggiunto solo per merito di Pechino, ma soprattutto **grazie all'Occidente**.
Oggi, leggendo la "Dichiarazione di Tianjin" emessa dall'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), vedo quel saggio prendere vita, trasformarsi da analisi a cronaca dei nostri tempi.
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La dichiarazione non è un semplice comunicato. È un manifesto politico. Quando i membri della SCO parlano di costruire un "**mondo multipolare più giusto ed equo**", non stanno chiedendo un posto al tavolo: stanno costruendo un tavolo nuovo. Quando si impegnano a usare le valute locali per gli scambi commerciali, stanno mettendo in discussione, pezzo per pezzo, il dominio del dollaro. Quando istituiscono un "Centro Globale per Affrontare le Minacce e le Sfide alla Sicurezza", stanno creando un'alternativa funzionale ai meccanismi di sicurezza a guida occidentale.
Il ruolo della Cina come catalizzatore è innegabile. L'intera dichiarazione è intrisa dei suoi concetti strategici: la **Belt and Road Initiative** è l'architrave economica, la "**comunità con un futuro condiviso per l'umanità**" è la cornice ideologica. Pechino non si limita a presiedere: fornisce la visione, le infrastrutture e il capitale politico per tenere insieme un gruppo eterogeneo che include Russia, Iran, Pakistan e le repubbliche centroasiatiche.
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Ma torniamo al punto cruciale: come ha potuto l'Occidente diventare il principale abilitatore di questo progetto?
La Dichiarazione di Tianjin è la risposta. L'opposizione a "**misure coercitive unilaterali**" (leggi: sanzioni occidentali) e all'"**ingerenza negli affari interni con il pretesto di proteggere i diritti umani**" trova terreno fertile proprio a causa delle nostre azioni.
1.  **Abbiamo creato il vuoto:** Decenni di delocalizzazione hanno dato alla Cina il potere economico per finanziare la sua visione globale. Guerre controverse e interventi militari hanno eroso la nostra credibilità morale, rendendo la retorica cinese sulla "non ingerenza" e il "rispetto della sovranità" incredibilmente attraente per molti nel Sud del mondo.
2.  **Abbiamo compattato i nostri avversari:** L'uso estensivo delle sanzioni, invece di isolare i regimi, ha spinto Paesi come Russia e Iran sempre più stretti nell'orbita economica e strategica di Pechino, creando un blocco anti-egemonico di fatto.
3.  **Abbiamo smesso di offrire un'alternativa:** Mentre l'Occidente offre spesso lezioni di democrazia e condizionalità politiche, la Cina offre porti, ferrovie, 5G e finanziamenti. Per un Paese che ha bisogno di sviluppo, la scelta è pragmatica.
La SCO, sotto la guida cinese, non sta semplicemente proponendo un'alternativa. Sta capitalizzando il fallimento della nostra leadership. La Dichiarazione di Tianjin non è un documento scritto *contro* l'Occidente; è un documento scritto *nello spazio lasciato vuoto* dall'Occidente.
Quello che con Nicola avevamo ipotizzato qualche anno fa, oggi è un piano operativo. E la sua realizzazione dipende tanto dalla forza della loro visione, quanto dalla debolezza della nostra.

da FB
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Francesco Carrino
Complimenti Gabriele Iuvinale e complimenti Nicola Iuvinale. Il dramma dell'Italia e dell'occidente e non aver iniziato nemmeno una polemica civile, discutendo di questo libro, uno straordinario contributo intellettuale che avete dato al "nostro tempo" Si puo' esser avversari, ma alla fine, ho visto il vostro lavoro una critica feroce, documentata, inattaccabile, ad un occidente che ha anteposto il valore del profitto, ai valori che danno forma all'idea stessa di "occidente" stesso, da Pericle in poi. Il vostro libro non è solo "divisivo" per chi dice d'avere idee liberali, è anche un "salutare problema" per tutti quelli che si definiscono di sinistra. E' un momento di verità per tutta la nostra società. Chiudo con un complimento a cui siete già abituati. Grazie per aver affontato soli difficoltà ed ostracismo, siete due intellettuali integerrimi.

    2 h

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Nicola Iuvinale
Francesco Carrino grazie tante. Apprezzo tantissimo il tuo commento. Purtroppo nessuno, da destra a sinistra, vuole affrontare il problema. La verità è che questo liberalismo, questa società ha abbandonato l'idea della democrazia e dei suoi valori. Gli affari, i soldi, ci stanno portando dritti dritti verso una nuova guerra mondiale. È quello che chiamo il capitalismo malato.

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 inserito:: Settembre 15, 2025, 11:33:21 am 
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L’Oms: la prossima pandemia può scoppiare ovunque e in qualsiasi momento - la Repubblica
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ggiannig <ggianni41@gmail.com>
   sab 13 set, 00:54 (2 giorni fa)      
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L’Oms: la prossima pandemia può scoppiare ovunque e in qualsiasi momento - la Repubblica

Tedros Adhanom Ghebreyesus: “La domanda non è se emergerà il patogeno X, ma se saremo pronti quando accadrà”

leggi tutto: https://www.repubblica.it/salute/2025/09/11/news/oms_prossima_pandemia-424839398/

 73 
 inserito:: Settembre 14, 2025, 12:28:15 pm 
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https://ilfattoalimentare.it/sistema-allerta-ministero-salute-acqua-le-parti.html

Ci sono volute due settimane per annunciare il ritiro precauzionale di quattro lotti di conserve vegetali sott’olio prodotti dalla stessa azienda sospettata di avere commercializzato i friarielli contaminati da botulino che all’inizio di agosto 2025 a Diamante, in provincia di Cosenza, hanno provocato due morti. Il provvedimento di ritiro è datato 20 agosto, ma è stato pubblicato solo il 5 settembre, 16 giorni dopo. È sconcertante scoprire che un richiamo (pur sempre precauzionale) di conserve vegetali per sospetta contaminazione microbiologica, collegato a un episodio che ha provocato due morti, resti nel cassetto per due settimane! Si tratta di una distrazione inaccettabile per un sistema di allerta rapido (così si chiama il servizio) che dovrebbe informare in tempo reale sui prodotti ritirati dal mercato. Nel caso di botulino poi l’urgenza diventa assolutamente prioritaria.

Rischio botulino e allerta
La storia inizia i primi giorni di agosto quando in redazione arriva la notizia di due persone morte per il botulino, probabilmente a causa dell’ingestione di panini con verdure sott’olio mangiati presso un chiosco di Cosenza. Il sistema di allerta del Ministero della Salute il 9 agosto annuncia il ritiro precauzionale di quattro lotti di friarielli prodotti dall’azienda Terra Mia e venduti con i marchi Vittoria e Bel Sapore, per sospetta presenza di botulino che si potrebbe collegare ai decessi. Quattro giorni dopo, il 13 agosto, viene annunciato un secondo ritiro di friarielli marchiati Terra Mia per lo stesso motivo. Il 4 settembre, con un ritardo di 16 giorni rispetto al documento ufficiale, si annuncia il ritiro di quattro tipologie di conserve per una sospetta contaminazione microbiologica non specificata, che però è datato 20 agosto.

Allerta alimentare
Il Ministero della Salute ha dimenticato nel cassetto il richiamo di un prodotto a rischio botulino per 15 giorni
I motivi di questo ritardo non sono giustificati vista la potenziale pericolosità dei prodotti. Purtroppo non si tratta di un errore casuale: il sistema di allerta del Ministero della Salute funziona male. In otto anni di attività del portale dedicato ai richiami degli operatori alimentari, il Ministero non ha mai risposto alle nostre richieste di chiarimenti in caso di problemi con il sito o gli avvisi pubblicati. Eppure in questo periodo gli errori e le sviste sono stati decine. Più volte abbiamo corretto inesattezze, foto errate, indirizzi incompleti senza alcun riscontro. Basta ricordare che l’osservatorio del Fatto Alimentare segnala regolarmente prodotti richiamati che sfuggono ai funzionari distratti del Ministero.

Regolamento UE sul sistema di allerta disatteso
Il Fatto Alimentare da 16 anni pubblica regolarmente la lista dei prodotti richiamati e ritirati dal mercato per problemi di contaminazione microbiologiche o chimiche, per presenza di corpi estranei o allergeni non dichiarati, e altre criticità che possono nuocere al consumatore. Per anni siamo stati gli unici a dare queste notizie e le aziende più volte hanno minacciato querele per divulgazione di notizie ‘riservate’. Questo accadeva perché  la maggior degli imprenditori cercava in tutti i modi di nascondere il ritiro, nonostante l’esistenza di un obbligo di legge a divulgare la notizia. Tutto ciò accadeva anche se il Regolamento europeo 178 del 2002 che istituisce il Sistema di allerta europeo (Rasff) obbliga il Ministero della Salute a predisporre il servizio e le aziende a diffondere le notizie dei prodotti ritirati.

Allerta alimentare
Il regolamento UE sui sistema di allerta è del 2002, quello del ministero arriva 15 anni dopo
Il pesto alla genovese
Le cose cambiano alle 6,41 di venerdì 20 luglio 2013 in seguito a un’allerta per un lotto di pesto alla genovese sospettato di essere contaminato da botulino. La notizia viene diffusa dal produttore attraverso un comunicato e scoppia il caos. I responsabili di Esselunga, Coop e Conad che avevano venduto oltre 10 mila vasetti di pesto della stessa azienda, ma in confezioni con il proprio marchio, probabilmente hanno trascorso giornate molto difficili.

L’intero weekend viene dedicato ad avvisare i clienti che avevano comprato il pesto, incrociando i dati degli scontrini con gli indirizzi delle carte fedeltà o i riferimenti delle carte di credito. Va detto che allora i siti dei supermercati non avevano una sezione dei richiami (oggi invece quasi tutti hanno una pagina dedicata). Il Ministero rilancia la notizia sul sito ma l’allerta indica solo il nome dell’azienda produttrice e la scadenza, senza allegare fotografie e, soprattutto, senza indicare che la maggior parte dei vasetti aveva sull’etichetta il marchio delle catene di supermercati Coop, Conad ed Esselunga.

Un weekend di terrore
Il lavoro nel weekend è frenetico. Esselunga allerta 2.500 persone, Conad mette un avviso in rete, altri si danno da fare ma non lo dicono. Il timore è che alcune persone o peggio famiglie intere possano essere ricoverate e finanche morire per botulino a causa del pesto marchiato Esselunga, Coop o Conad. Tutto si risolve il lunedì quando le analisi confermano l’assenza della tossina. Dopo questo episodio Il Fatto Alimentare promuove una raccolta firme invitando le catene di supermercati e le aziende a creare un servizio di allerta per avvisare i clienti dei prodotti richiamati come previsto dal Regolamento europeo di 11 anni prima.

Raccogliamo oltre 10 mila firme e in pochi mesi diverse catene di supermercati – una decina – accolgono l’invito e aggiungono la pagina dei prodotti ritirati sui loro siti. Anche il Ministero con qualche difficoltà, con 15 anni di ritardo rispetto alle prescrizioni europee, annuncia che il 1° gennaio 2017 sarà online la nuova pagina dedicata ai richiami dei prodotti alimentari, che in realtà arriverà solo a febbraio di quell’anno e impiegherà almeno due anni per arrivare a regime fra incertezze ed errori grossolani che purtroppo si ripetono ancora. Prima, nel 2011, solo la Valle D’Aosta aveva un sistema di allerta regionale.

Würstel crudi su un tagliere con aglio ed erbe aromatiche, ciotola di salsa e bottiglia di olio
Il caso dei würstel Aia contaminati da listeria
Il caso dei würstel Wudi Aia
Gli incidenti di percorso del sistema di allerta del Ministero sono costanti, ma nel settembre 2022 registriamo una grave falla che questa volta riguarda i würstel. Il 12 settembre 2022, il Ministero della Salute notifica in gran segreto alla Commissione europea l’esistenza di un focolaio con 3 vittime e 71 persone ospedalizzate per consumo di würstel a marchio Wudy Aia, Töbias di Eurospin e Salumeo di Lidl contaminati dallo stesso ceppo di Listeria monocytogenes.

L’annuncio  agli italiani arriva però con undici giorni di ritardo, il 23 settembre 2022. Nel comunicato si informa del focolaio di listeriosi iniziato due anni prima causato da würstel a base di carni di pollo prodotti da Agricola Tre Valli. Nell’annuncio manca la lista dei marchi interessati e, per scoprire se le confezioni nel frigorifero di casa sono a rischio, bisogna identificare sulle etichette il marchio di identificazione dello stabilimento fissato dalla UE! Siamo noi che attraverso documenti riservati giunti in redazione diffondiamo i marchi e le foto dei prodotti coinvolti. La questione non è secondaria visto che stiamo parlando di 4 milioni di würstel ritirati.

E per finire i numeri. Il Fatto Alimentare nel 2016, quando non esisteva ancora il servizio di allerta del Ministero aveva segnalato 60 richiami, nel 2024 abbiamo pubblicato 241 richiami, per un totale di 635 prodotti ritirati dagli scaffali (in un singolo richiamo possono essere coinvolte più referenze, a volte anche decine). Nei primi 9 mesi e mezzo del 2025 sono già 181, pari a 437 prodotti!

© Riproduzione riservata – Foto: Depositphotos

da FB del 13 settembre 2025

 74 
 inserito:: Settembre 14, 2025, 12:16:15 pm 
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L'allarme di Kubilius: "La Russia ha trasformato lo spazio in un campo di battaglia"
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ggiannig <ggianni41@gmail.com>
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Leggi la notizia su agi.it : https://www.agi.it/cronaca/news/2025-09-12/spazio-battaglia-difesa-europea-33127283/
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 75 
 inserito:: Settembre 13, 2025, 12:51:19 am 
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Marco Maria Freddi

IMMAGINA UNA SCIA DI SCAFI CHE TAGLIA IL MEDITERRANEO.
Vele, striscioni, lingue diverse che dicono la stessa cosa: basta assedio. La Global Sumud Flotilla, salpata il 31 agosto 2025 da Barcellona, Genova e altri porti, porta a bordo 44 Paesi, facce note e mani sconosciute. Portuali, medici, artisti, giovani che hanno deciso che guardare non basta. Se ci fosse anche un coro chiaro che urla “rilasciate tutti gli ostaggi”, sarebbe ancora più forte e ineccepibile.
Il gesto vibra di sumud, resilienza: non armi, ma corpi e navi. È la politica dei simboli che costringe il mondo a voltarsi, a vedere Gaza non come un telegiornale muto, ma come fame, ospedali al collasso e famiglie spezzate. Fin qui, rispetto.
Poi, però, servono i fatti nudi. Forzare un blocco navale non è un film e lo abbiamo già visto in passato. Dal Mavi Marmara del 2010 alle navi Madleen e Handala nel 2025, la sproporzione dei mezzi si è tradotta in abbordaggi, sequestri, espulsioni. E gli aiuti alla popolazione non arrivano. Il rischio è che l’ennesima rotta verso Gaza finisca contro lo stesso scoglio: gesto potente, impatto materiale minimo.
C’è anche l’equivoco più comodo di tutti, quello di pensare che “la legge è dalla nostra parte”. No. O meglio, dipende da quale legge e da chi la interpreta. Il mondo del diritto è spaccato e, finché lo è, ognuno brandisce il proprio parere come un lasciapassare. La verità scomoda è che una Flotilla non risolve un contenzioso giuridico di quindici anni; al massimo lo riaccende. Se la rotta è solo mare aperto, il finale è già scritto.
Arriva qui il punto che fa davvero la differenza tra simbolo e strategia: il coordinamento. Non con Hamas, Hezbollah, gli Houthi o l’Iran, che puntano alla cancellazione di Israele, né con i paesi arabi, che oggi non conducono iniziative concrete per la pace in Palestina. Se si vuole che la rottura dell’assedio non resti solo un gesto morale, bisogna agganciare l’energia della Flotilla alla paziente architettura di pace già esistente tra israeliani e palestinesi.
I nomi e i volti di queste realtà sono chiari: Combatants for Peace, Parents Circle – Families Forum (PCFF), Geneva Initiative, OneVoice Movement, Ta’ayush, Standing Together, Breaking the Silence, B’Tselem, Machsom Watch, ICAHD (Israeli Committee Against House Demolitions), Coalition of Women for Peace. Sono loro, con la fatica quotidiana, i costi personali e la coesistenza praticata ogni giorno, a trasformare le onde in ponti. Salpare senza il loro coinvolgimento significa rischiare un gesto isolato, facilmente reprimibile e difficile da tradurre in impatto reale.
La rotta alternativa è chiara, ma meno romantica. Bisogna allineare i messaggi, richiedere la fine dell’assedio e la liberazione di tutti gli ostaggi, legare ogni partenza a procedure operative verificabili come corridoi navali controllati, hub doganali terzi, ispezioni indipendenti e consegne garantite, mettere in cabina di regia le organizzazioni miste israelo-palestinesi affinché dettino tempi e obiettivi, e convertire l’epica in pressione diplomatica ripetuta nelle capitali europee.
La Flotilla è un faro e i fari servono, ma non muovono le navi. Quelle le muovono i rimorchiatori, lenti e testardi. Oggi i rimorchiatori hanno nomi precisi: le organizzazioni binazionali e israelo-palestinesi e un metodo per tenere insieme sicurezza, diritti e riconoscimento reciproco.
Senza di loro, ogni scafo che parte rischia di tornare come è partito: pieno di coraggio, vuoto di risultati.

da FB 6 settembre 2025

 76 
 inserito:: Settembre 13, 2025, 12:47:53 am 
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Qual è stata la reazione di Luce Corex alle tue azioni?

— Nessuna, perché la piattaforma stessa opera in modo assolutamente legale e ufficiale, senza violare alcuna legge. Ma c'è stata una reazione da parte di persone completamente diverse: quando abbiamo iniziato a scavare più a fondo, siamo arrivati al loro collegamento con grandi fondi, e lì sono iniziati i problemi. Siamo entrati nel territorio dei grandi attori, e loro ci hanno notato. Il nostro team ha iniziato a essere letteralmente perseguitato da chiamate con richieste di "non diffondere determinate informazioni".

— Da chi provenivano queste chiamate?

— Le persone si presentavano come avvocati, consulenti, rappresentanti di organizzazioni finanziarie. Tutto molto educatamente, nessuna minaccia diretta. Solo insistenti richieste di "interrompere l'indagine".

— Hai pensato di interrompere?

— Ci siamo riuniti con la squadra, abbiamo discusso a lungo su ciò che stava accadendo. Abbiamo pensato che fosse un rischio che eravamo disposti a correre, dato che, in sostanza, nulla di concreto ci era stato contestato. Poi, la direzione di Italia 1 ha iniziato a ricevere chiamate da grandi inserzionisti. Banche, compagnie di assicurazione, fondi di gestione: tutti improvvisamente si sono preoccupati della "qualità dei contenuti", di alcuni obblighi finanziari. La direzione ha iniziato a censurarci, a intervenire nel montaggio.


— Come hai reagito?

— Ho resistito come potevo. Ho trent'anni di indagini alle spalle, sono abituata alle pressioni. Ma questa volta mi hanno detto chiaramente: o il materiale viene radicalmente rielaborato, oppure non va in onda affatto.

— Qual era il problema secondo loro?

— Hanno detto che l'episodio poteva "destabilizzare il mercato finanziario". Immaginate? Raccontare alle persone le opportunità di investimento legali, a quanto pare, è destabilizzazione.

— Cosa è successo alla fine?

— Mi hanno detto di distruggere tutto il materiale. Per la prima volta mi sono sentita impotente.

— Come ha reagito la tua squadra al divieto?

— In modi diversi. Alcuni hanno capito e mi hanno sostenuto. Altri hanno detto che non valeva la pena rischiare la carriera per una singola storia. Non li giudico, tutti hanno famiglie, obblighi. Ma per me, personalmente, il silenzio è diventato insopportabile.

— Hai provato a pubblicare l'inchiesta in qualche altro modo?

— Certo. Mi sono rivolta a colleghi di altre pubblicazioni, ho proposto il materiale a giornalisti indipendenti. Ma ovunque ho ricevuto la stessa risposta: il tema è troppo "delicato". Grazie a voi per aver risposto, per me significa molto.

— Cosa succedeva al tuo conto su Luce Corex?

— Ho continuato a usare la piattaforma per l'esperimento. In due mesi, il mio deposito di prova di 500 euro è cresciuto fino a 47.000 euro. Ho prelevato fondi diverse volte: la procedura è sempre andata liscia, i soldi arrivavano entro 24 ore. Questo confermava solo che il sistema funziona, che è reale.

— Non hai paura di essere licenziato dopo questa intervista?

Certo che ho paura. Ma il giornalismo non è solo una professione, è anche una responsabilità verso la società. Se dovessi tacere per un tornaconto personale, in cosa mi distinguerei da quelle celebrità che nascondono informazioni ai loro spettatori?

— Quali lezioni hai imparato da questa storia?

— Che ci sono limiti che ai giornalisti non è permesso superare. Possiamo indagare sulla corruzione dei sindaci, sulle macchinazioni delle medie imprese, persino criticare il governo. Ma quando si tratta di cambiamenti seri che possono ridistribuire il denaro nella società, inizia la persecuzione.

— Cosa consiglieresti agli italiani che si sono interessati a questo argomento?

— Cercare informazioni autonomamente. Non aspettare che qualcuno vi racconti in televisione i modi per arricchirsi: il sistema è interessato a tenere le persone nell'ignoranza. Studiate le nuove tecnologie, sperimentate con piccole somme che potete permettervi di perdere. E ricordate: ogni mese Luce Corex apre 200-300 posti per nuovi utenti. Vi consiglio di approfittare di questa opportunità proprio ora. Chissà quando non sospenderanno il flusso di nuovi utenti. Questa potrebbe essere la vostra ultima opportunità.

— Ultima domanda: ti penti di aver deciso di raccontare questa storia?

— Mi pento solo di non averlo fatto prima. Forse migliaia di italiani avrebbero già potuto migliorare la loro situazione finanziaria se avessero saputo delle opportunità esistenti. Ma meglio tardi che mai.
DALLA REDAZIONE

Dopo lunghe discussioni in redazione, abbiamo deciso di fornire ai lettori le informazioni sulla piattaforma Luce Corex, di cui ha parlato Veronica Gentili. Questa decisione si basa sui principi dell'etica giornalistica e sul diritto fondamentale dei cittadini a ricevere informazioni.

Riteniamo che nascondere informazioni su opportunità di investimento legali sia contrario all'interesse pubblico. Gli italiani hanno il diritto di conoscere gli strumenti finanziari esistenti e di prendere decisioni autonome sul loro utilizzo.

Luce Corex è una piattaforma di investimento basata sull'intelligenza artificiale, che analizza automaticamente i mercati ed esegue migliaia di micro-transazioni per l'utente, senza richiedere conoscenze specifiche in materia di investimenti. Il rendimento medio mensile della piattaforma va dai 3.000 ai 5.000 euro.
...
da - https://knowncatalystguitar.com/?utm_id=jdxqXtbDDykxo3FVLZq8&utm_medium=RCBB08ha7F&utm_campaign=nbAexuoB2u&utm_content=JRbWh4t0pD&utm_visit=8c93af35-5a7d-49cb-811c-bbd111460019

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 inserito:: Settembre 13, 2025, 12:40:13 am 
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Mario Raffaelli

Fabrizio Dacrema
Ottimo Adriano Sofri che invita Lilli Gruber e i suoi ospiti a contestare le false ricostruzioni filo-Putin di Marco Travaglio.

Gentili ospiti di Lilli Gruber:
Nathalie Tocci, Massimo Giannini, Paolo Mieli, Lucio Caracciolo, Lina Palmerini, Monica Guerzoni, Mario Monti, Andrea Scanzi, Beppe Severgnini, Alessandro De Angelis, Rosi Braidotti, Massimo Cacciari, Tomaso Montanari, Luca Josi, Pino Corrias... - completate voi l'elenco, cito alla rinfusa, prescindendo dalle varie opinioni, e confidando nella comune larga alfabetizzazione - vorrei chiedervi come mai nessuna e nessuno di voi, salvo che m'inganni (perdo troppe puntate), abbia mai obiettato a un "argomento" stentoreamente e sprezzantemente enunciato dal mio beniamino Marco Travaglio più o meno un giorno sì e uno no. L' "argomento" dice che Zelenskyj si legò le mani rispetto a qualsiasi negoziato quando nel settembre del 2022 decretò il divieto a trattative con la Russia di Putin che non prevedessero il ripristino integrale dei confini ucraini. (Lunedì Travaglio, sulla cresta dell'onda trumpian-putiniana, si è spinto a rivelare che la delegazione ucraina non si incontra coi russi ma separatamente con gli americani perché resta sequestrata da quella fanatica smania di Zelenskyj di bruciare i vascelli alle spalle proprie e della sua gente). Non so definire Travaglio "ospite" della trasmissione, perché gli ospiti alla seconda o alla terza villania smettono di essere tali, e Travaglio la fa da padrone. Ma l'argomento sul quale imperversa indisturbato è peggio che una falsità, è una contraffazione. Letteralmente coincidente con la retorica del Cremlino.
Nell'ultima settimana di settembre del 2022, Putin indisse in fretta e furia, specialmente furia, un referendum nelle quattro regioni di Lugansk, Donetsk, Zaporizhia, e Kherson. Avvenendo in un regime di occupazione armata, di fughe e di deportazioni, il referendum non poteva essere riconosciuto legittimo da alcun istituto democratico. Ebbe anche un corollario farsesco, perché le quattro regioni erano solo parzialmente occupate dalle forze russe, e lo sono ancora oggi. L'oblast' di Kherson era stata occupata senza colpo ferire dalla prima avanzata russa, grazie al tradimento di sue autorità, ma era stata riguadagnata largamente, compreso il capoluogo, dalla controffensiva ucraina. Anche dell'oblast' di Zaporizhia era ed è restato in mano ucraina lo stesso omonimo capoluogo.
Col referendum, e il corrispondente cambiamento costituzionale, la Russia decretava l'annessione delle regioni - il 15 per cento, sulla carta, del territorio ucraino - alla madrepatria, così da rendere "esistenziale" e non negoziabile l'appartenenza russa di quelle terre (come della Crimea occupata nel 2014). "Pagliacciata sfrontata, precedente all'impegno di Zelensky a escludere un negoziato che non prevedesse l’integrità dei confini legali del paese, e ignorata dagli equidistanti sedicenti e dai pacifisti scandalizzati dall'intransigenza ucraina". "... Le quattro regioni votate dagli umoristici referendum 'parte del territorio della madrepatria russa per l’eternità', e perciò bombardate ogni giorno – con una predilezione per gli ospedali e i mercati a Kherson, per i condomini a più piani a Zaporizhia. Con quei 'referendum', annettendosi anche quello che non aveva, Putin aveva creato il suo fatto compiuto: non ci sarebbe stato negoziato senza riconoscerlo, perché il 'territorio russo' non è negoziabile, nemmeno quando non ce l’hai".
Dunque era Putin che bruciava i vascelli alle spalle proprie e della gente russa, e si vietava qualunque negoziato sulle regioni annesse. Dopo di allora, Putin e i suoi portavoce non hanno fatto che ribadirlo. Peskov ancora due giorni fa, all'AFP: "I territori che sono divenuti soggetti della Federazione Russa, che sono iscritti nella Costituzione del nostro paese, ne costituiscono una parte inseparabile. Questo è innegabile e non negoziabile". La cerimonia della firma dell'annessione si era tenuta nel Salone di san Giorgio del Cremlino il 30 settembre del 2022. Putin proclamò: "Voglio che le autorità di Kiev e i loro veri manovratori in occidente mi ascoltino, e si ricordino, tutti: le persone che vivono nel Lugansk e nel Donetsk, nel Kherson e nel Zaporozhye sono diventate nostri cittadini, per sempre. (Applauso). ... Siamo pronti al negoziato, ma la scelta del popolo di Donetsk, Lugansk, Zaporozhye e Kherson non sarà in discussione. La decisione è stata presa e la Russia non la tradirà. (Applauso). Non c'è altra via alla pace!" L'alternativa era messa nel modo più limpido: o la rassegnazione a quelle annessioni, o la bomba atomica.
Questo avveniva alla fine di settembre. Il martedì 4 ottobre 2022 Volodymyr Zelenskyj firmò un decreto che dichiarava "impossibile" la prospettiva di colloqui finchè Vladimir Putin fosse presidente, lasciando aperta la strada a colloqui con una Russia futura. Fu dunque in risposta a quei referendum truffaldini e all'annessione costituzionale "perpetua" che Zelenskyj emanò il decreto, e sette mesi dopo simulati negoziati nei quali la Russia non aveva fatto altro che esigere la capitolazione piena dell'Ucraina. L' "argomento" decisivo di Travaglio cancella serenamente l'antefatto, col quale era stato Putin a legarsi le mani quanto alle condizioni insuperabili per il negoziato, e fa di Zelenskyj l'autore, invece che colui che reagì al fatto compiuto della Russia.
La sequenza, importante come apparve fin da quando avvenne, e periodicamente rievocata, è di facilissima verifica. Io l'ho ricostruita periodicamente un certo numero di volte (qui sopra un po' citate), peraltro molto inferiore alle innumerate volte in cui Travaglio l'ha proclamata e falsificata a modo suo. Va da sé che non mi aspetto che ospiti di Gruber e lei stessa, nell'invaso nido di cuculo, mi leggano: a ciascuno il suo. Ma come mai non hanno, motu proprio, una ribellione alla falsità e all'impudenza di Travaglio? Come mai, qualunque opinione abbiano, non la fanno precedere dalla verità, così scoperta? Italiane, italiani, ospiti di Gruber, ancora uno sforzo.

da FB del 4 settembre 2025

 78 
 inserito:: Settembre 13, 2025, 12:34:52 am 
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Mattia Madonia

Per capire una propaganda è necessario studiarne la traiettoria nel tempo.
Quella putiniana, che come sappiamo ha trovato terreno fertile in Italia da più di dieci anni, nell’ultimo mese ha modificato i suoi connotati. Adesso non è più incentrata solo sulla giustificazione dell’invasione in Ucraina, bensì sulla demonizzazione dell’Unione Europea. Non più dell’intero Occidente o della Nato, perché Trump è comunque un uomo vicino a Putin. Dopo gli incontri statunitensi delle scorse settimane, il messaggio da far passare è semplice: l’Europa è una merda.
Se ci fate caso, personaggi come Travaglio e Di Battista puntano il dito sempre contro i vari Macron o Von der Leyen, risultando piuttosto timidi quando c’è da parlare del presidente degli Stati Uniti. Travaglio ha addirittura lodato per mesi il suo “piano di pace”. Piano che ha portato ad attacchi ancora più cruenti in Ucraina come a Gaza.
Di Battista, così affezionato alla causa palestinese, dovrebbe vedere in Donald Trump il nemico numero uno e massacrarlo sui social. Non lo fa. Già anni fa si complimentava con lui dichiarando: “Bravo Trump, un presidente migliore di quel golpista di Obama”.
Ha poi realizzato un video dal titolo “Trump-Putin insieme per la pace in Ucraina” in cui colpevolizza l’Europa che si ostina a difendere Kiev.
Adesso l’ordine è chiaro: osannare i Paesi Brics e distruggere quelli europei. Di Battista pubblica ogni giorno post contro l’Europa (ricordiamo ancora: in tre anni e mezzo non ha mai scritto un post contro Putin) per via dei suoi legami con Russia Unita. Ed è stato scelto, insieme al M5S e alla Lega, proprio per destabilizzare l’Unione Europea dall’interno.
Questo post di ieri è l’esempio della nuova forma di propaganda che ha assunto il putinismo.
Anche solo analizzando l’immagine, notiamo che l’intenzione è quella di screditare l’Unione Europea e mettere in risalto l’ascesa dei Paesi Brics, ovvero la promessa di una concezione di mondo diversa da quella del tanto odiato Occidente - sempre europeo, gli Usa venivano massacrati quando c’era Biden.
Quello che Di Battista dimentica di dire, portando i suoi seguaci ad auspicare il crollo del presunto ancien régime, è che tra i Brics figurano quasi esclusivamente delle dittature o degli Stati a forte trazione autocratica.
Nell’immagine Di Battista parla della crisi del governo francese. La gente dovrebbe rendersi conto che la caduta di un governo può anche essere sinonimo di democrazia. In Cina, Russia, Iran e negli altri Stati amati da Di Battista i governi non cadono mai. I potenti restano al comando per decenni, non esiste un’opposizione, i dissidenti vengono incarcerato o uccisi, i giornalisti silenziati.
Non è una superiorità morale dell’Europa, soltanto il dato di fatto dell’incompatibilità dei processi democratici negli Stati osannati da Di Battista. Luoghi dove le libertà e i diritti vengono calpestati o non esistono proprio, e dunque ben venga la caduta di un governo, l’opportunità di presentarsi alle urne senza sapere il risultato elettorale, e persino l’instabilità politica.
L’idea che il mondo debba ripartire da nazioni in cui si vive come in una puntata di Black Mirror, o per lo meno l’appoggio a questo Eden dal rumor di manette che si contrappone alla cattivissima Europa, è il piano finale della propaganda.
Qualcuno potrà controbattere dicendo che l’Unione Europea è piena di difetti. Ne siamo tutti consapevoli, e il modo per risollevarsi è quello di rafforzarci a livello di comunità, non di certo spostarci verso modelli liberticidi.
Io li voglio vedere i fan di Di Battista vivere anche solo per una settimana in Iran o in Corea del Nord. Qui possono scrivere “Macron merda” e fingersi esperti di geopolitica su Facebook. Lì no. Non perché siano Paesi “inferiori”, ma perché governati da dittatori, alcuni dei quali anche criminali di guerra.
Buona fortuna a loro; io mi tengo la mia Europa difettosa, con la speranza di poterla cambia

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 inserito:: Settembre 13, 2025, 12:31:55 am 
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 inserito:: Settembre 13, 2025, 12:26:57 am 
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DEMOCRAZIA AUTOREVOLE, E' EQUILIBRIO TRA COMPETENZA E UMANITA' NELL'ASCOLTO
Gianni Gavioli ·
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Dal Caos, voluto e ottenuto dai putiniani di governo e di opposizione, una sola cosa Attiva può renderci liberi.
NO, NON la Rivoluzione, mal-manipolata dai capi-popolo.
Soltanto una RIVOLTA FREDDA di popolo.
1) Boicottaggio [nostri soldi spesi bene, cioè studiando per essere Compratori non Consumatori].
2) Assoluta Sordità su tutto ciò che dicono personaggi ignobili o addirittura malviventi, non soltanto della cattiva politica.
3) Attingere le nostre cognizioni solo da Fonti oneste e senza scopi reconditi, selezionate dal confronto tra noi Cittadini Differenti.
4) Lotta Attiva di Gruppo, assistita da Legali a nostro carico economico, contro l'invasione nelle nostre vite, della Pubblicità. Fonte di Inquinamento mentale, SimilPutiniano.
Questo tanto per cominciare!
ggiannig


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DEMOCRAZIA AUTOREVOLE, È EQUILIBRIO TRA COMPETENZA E UMANITA' NELL'ASCOLTO
Gianni Gavioli ·
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Cosa e quanto c'è ancora da capire in questo Caos, in cui è attiva da decenni l'Emulsione viscida e inodore, tra la Cattiveria e la Mitomania del credere nel falso e nell'inesistente, che ha ottenuto in intere generazioni d'esseri umani insoddisfatti di sé, la Schiuma bavosa dell'autodistruzione?
In questa Schiuma sanguinolenta agiscono decine di Mostri che, con il loro potere, diffondono morte e distruzioni, nelle loro e altrui popolazioni, ancora assopite nella loro tragica Apatia.
ggiannig


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