LA-U dell'OLIVO
Aprile 29, 2024, 01:24:33 pm *
Benvenuto! Accedi o registrati.

Accesso con nome utente, password e durata della sessione
Notizie:
 
  Home Guida Ricerca Agenda Accedi Registrati  
  Visualizza messaggi
Pagine: 1 ... 407 408 [409] 410 411 ... 529
6121  Forum Pubblico / SCRIPTORIUM 2017 - (SUI IURIS). / TRAMP ha le chiavi per aprire le porte della giustizia sociale nel mondo? inserito:: Novembre 11, 2016, 05:51:18 pm
Arlecchino Batocio
Pubblicato da Shared via AddThis · 5 min ·

Stiamo dando intere nazioni e qualche impero nella piena disponibilità di persone-votanti che esprimono consensi con criterio gastrico.
Sicuri che vada bene così?

Il capitalismo egoista e miope deve modificare il proprio agire, pena esodi, violenze e guerre.
Siamo sicuri che Inghilterra fuori dall'Europa e Tramp Presidente, siano le chiavi giuste per aprire le porte della giustizia sociale nel mondo?

ciaooo


da FB del 11/11/2016 ore 17,25
6122  Forum Pubblico / SCRIPTORIUM 2017 - (SUI IURIS). / Alea iacta est... inserito:: Novembre 10, 2016, 04:59:08 pm
Sembra un Canovaccio da Commedia dell'Arte, ma se accadesse ci cambierebbe la vita.

Chissà ... se non lo fanno i "cattivi" chi altri?


ciaooo
6123  Forum Pubblico / SCRIPTORIUM 2017 - (SUI IURIS). / TRUMP, Giulio Cesare al Rubicone, oppure alle Idi di Marzo. inserito:: Novembre 10, 2016, 09:46:55 am
Donald Trump come Giulio Cesare, passa il fiume Rubicone.
“Alea iacta est (il dado è tratto)”.


Nella rappresentazione teatrale cui stiamo assistendo (con l’avvenuta elezione teatrale non lo è più) si può verificare un “attraversamento” storico, dal come eravamo a come potremmo diventare. Grazie a Donald.
Tutto dipende da Trump e dai suoi comportamenti “immediatamente” futuri.

Quello che abbiamo visto, sentito, letto, è il Trump reale o la sua “maschera di scena” che lo ha fatto eleggere?

Magnifica posizione la sua di oggi, può trasformare la sua Campagna elettorale da "letame, a fiori" (in senso metaforico) sulla scenario internazionale e soprattutto (se non farà guerre, come invece Cesare fece dopo il Rubicone) può inaugurare un periodo di relazioni internazionali nuove, concrete, pacifiche e risolutive della fame nel mondo.

Da Presidente ha la possibilità di farlo e il modo originale e inconsueto con cui ha trattato temi che la gente ha compreso, può arrivare a trasformare la denuncia "sboccata" in risultati positivi non soltanto per chi lo ha votato. Non soltanto per gli Americani.

Alcune frasi positive le ha già pronunciate nel primo discorso da Presidente, adesso da subito, messo nel cassetto il “Canovaccio elettorale”, deve stendere le bozze del nuovo Canovaccio quello da protagonista del cambiamento, positivo del Mondo.  

Canovaccio Trump che se diventasse la sua positiva Biografia lo farebbe passare alla storia come un Giulio Cesare dell'era moderna.
Dato i tempi, i problemi e i rischi, oggi molto complessi e diversi, se ne fosse capace non sarebbe un riconoscimento eccessivo.

ciaooo
 
6124  Forum Pubblico / AUTRICI e OPINIONISTE. / Roberta Miraglia. «Che farà Trump con la Nato?» chiedono i governi europei. inserito:: Novembre 09, 2016, 05:39:52 pm
«Che farà Trump con la Nato?» chiedono i governi europei.
Stoltenberg: è a tutela anche degli Usa

    –di Roberta Miraglia 9 novembre 2016

Cosa succederà adesso alla Nato? Il primo governo a uscire allo scoperto sulla delicata questione è stato quello tedesco. Lo ha fatto il ministro della Difesa, Ursula von der Leyen di prima mattina: «È stato un grande shock» ha esordito. «Anche noi europei sappiamo ovviamente, come partner della Nato, che Donald Trump da presidente chiederà “che fate voi per l’Alleanza”?» ha commentato l’esponente del governo di Berlino. «Ma anche noi chiediamo “come vi ponete nei confronti dell’Alleanza?”».

Nel giro di qualche ora anche il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha parlato dal quartier generale di Bruxelles. «La Nato è importante per la sicurezza collettiva in Europa ma lo è anche per gli Stati Uniti tanto che l’unica volta che è stato invocato l’articolo 5 per la difesa collettiva è stato dopo l’attacco all’America dell’11 settembre per l’intervento in Afghanistan». Un impegno in tal senso è «assoluto e garantito» ha aggiunto Stoltenberg, congratulandosi con Trump per la vittoria.

-----
    La politica estera 22 luglio 2016

Trump: difenderò i paesi Nato solo se i loro contributi all’Alleanza sono in regola

Nella lunga campagna elettorale il miliardario ha più volte detto che da presidente avrebbe chiesto conto ai paesi europei del livello di spesa per la difesa sostenuto all’interno dell’Alleanza Atlantica. Trump ha parlato in modo critico dell’obbligo della Nato di andare in difesa di un proprio membro che subisca un’aggressione (l’articolo 5 del trattato); nel nuovo clima di alta tensione tra Occidente e Russia, dopo l’invasione della Crimea, l’Alleanza ha rafforzato la presenza militare in alcuni paesi baltici mentre Mosca ha posizionato armi nell’enclave russa di Kaliningrad, incuneata nell’Unione europea.

All’interno dell’Alleanza sono soltanto una manciata i paesi che investono più del 2% del Pil in spese per la difesa: Stati Uniti, Gran Bretagna, Grecia, Polonia ed Estonia. La media dell’Europa più Turchia è pari all’1,43% del Prodotto interno lordo mentre quella dell’America del Nord è alzata dagli Stati Uniti che destinano in difesa il 3,62% del proprio Pil. Trump durante la campagna elettorale ha detto che la Nato è un’alleanza «scorretta economicamente per noi statunitensi perché aiuta di più gli altri membri e noi paghiamo una quota sproporzionata». La maggior parte dei Paesi invece paga molto poco ha sottolineato il futuro presidente degli Stati Uniti.
Usa 2016 e l'Asia / La nuova Casa Bianca e Pechino, unico freno alla Corea del Nord

Anche in Asia c’è preoccupazione per un possibile disimpegno Usa in nome degli «interessi americani» che Trump intende mettere davanti a tutto, come ha confermato nel discorso della vittoria a New York. Il partito di governo in Corea del Sud teme che Washington non mantenga i gravosi impegni nell’area per garantire uno “scudo” nei confronti della Corea del Nord. Appena noti i risultati delle elezioni, a Seul si è riunito il consiglio di sicurezza nazionale per discutere dell’impatto del voto. Più volte Trump ha parlato di un minore impegno americano nella penisola che faccia pesare i costi della difesa soprattutto sui paesi asiatici. Il ministro degli Esteri sudcoreano Yun Byung-se si è detto comunque convinto che Washington continuerà la realizzazione del sistema di difesa antimissile di fronte ai continui test nordcoreani che arrivano a minacciare anche il territorio statunitense.

© Riproduzione riservata

Da - http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-11-09/che-fara-trump-la-nato-chiedono-governi-europei-stoltenberg-e-tutela-anche-usa-101048.shtml?uuid=ADr6vBsB
6125  Forum Pubblico / ESTERO fino al 18 agosto 2022. / Ciclone Trump, è il nuovo presidente Usa. Camera e Senato ai repubblicani inserito:: Novembre 09, 2016, 05:38:30 pm

Ciclone Trump, è il nuovo presidente Usa.
Camera e Senato ai repubblicani

Di Marco Valsania 9 novembre 2016

NEW YORK - Donald Trump è il quarantacinquesimo Presidente degli Stati Uniti.
L'imprenditore miliardario ha vinto una delle battaglie elettorali più difficili e controverse che gli Stati Uniti abbiano mai conosciuto. Hillary Clinton, la candidata democratica sulla cui vittoria tutti i sondaggi scommettevano, ha chiamato il vincitore e ammesso la sua sconfitta nel cuore della notte americana.

«Ho appena ricevuto una telefonata da Hillary Clinton, vorrei farle le mie congratulazioni, ha combattuto con tutta se stessa. Ha lavorato sodo e le dobbiamo una grande gratitudine». Queste le prime parole del neo-presidente eletto. Seguite da un appello all'unità, a ricomporre divisioni e ferite, più rassicuranti per gli americani dei toni accesi della campagna elettorale. «Prometto che sarò il presidente di tutti gli americani», ha aggiunto dall’Hotel Hilton di New York, quartier generale dei Repubblicani.

Mentre i primi commenti preoccupati comunicano ad arrivare dalle cancellerie europee, in primis dalla Germania, Trump ha anche cercato di rassicurare gli alleati dicendo: «Con il mondo cercheremo alleanze, non conflitti. Gli Stati Uniti andranno d’accordo con tutti coloro che vorranno andare d’accordo con noi». E ha ribadito: «Mi metterò subito al lavoro per il popolo americano. Voglio dire alla comunità internazionale che se metteremo gli interessi dell’America dinanzi ci comporteremo in maniera giusta con le altre nazioni».

I future sull’indice di Borsa Dow Jones hanno perso oltre il 3% e sulle piazze valutarie il peso messicano ha ceduto l’8% sul dollaro. L’indice Nikkei di Tokyo è sprofondato di oltre il 5 per cento. Le quotazioni dell’oro, bene rifugio per eccellenza, si sono impennate di oltre il 2 per cento. Con il passare delle ore, però, il crollo temuto non si è materializzato. Anzi, le Borse europee hanno proceduto in calo di 1-2 punti percentuali prima di girare in positivo dopo l’apertura di Wall Street, partita piatta per poi puntare al rialzo e salvo ripiegare in rosso dopo poco più di un’ora. Comunque una reazione molto più contenuta rispetto allo shock post referendum su Brexit del 23 giugno.

Trump eletto presidente
Il successo di Trump - con almeno 289 grandi elettori rispetto ai 270 necessari - ha superato ogni attesa e l’enorme incertezza generata dalla sua vittoria ha scosso i mercati. Trump, in un clima di divisione e pessimismo nel Paese fotografato dagli exit poll, ha dimostrato una forza nettamente maggiore delle previsioni in numerosi Stati chiave e indecisi a cominciare dalla Florida, che ha vinto di un punto percentuale, incrinando le certezze della vigilia della Clinton. Anche in Virginia ha sfidato a lungo ad armi pari la rivale, che dava per sicuro lo Stato.

Trump è passato in netto vantaggio nella notte in North Carolina, un altro Stato incerto, in Wisconsin, Stato che i repubblicani non vincevano da tempo, ed è partito di scatto in Michigan, che avrebbe dovuto al contrario favorire Clinton. Ha poi vinto in Ohio e anche in Pennsylvania. Questi exploit si sono aggiunti ai successi accumulati nel Sud e negli stati centrali del Paese. Clinton ha invece dovuto accontentarsi delle roccaforti del Nordest, da New York al Massachusetts, e del suo Stato nativo, l’Illinois.

La battaglia per il controllo del Congresso ha a sua volta visto il partito repubblicano mantenere la maggioranza sia alla Camera che al Senato. Per il Senato tre seggi in Indiana, Florida e North Carolina che i democratici avevano sperato di conquistare sono stati difesi dai conservatori. Una vittoria ha invece arriso il Illinois a Tammy Duckworth, veterana dell’Irak che ha sconfitto il senatore repubblicano uscente Mark Kirk. I democratici avevano però bisogno di strappare quattro seggi per avere la maggioranza.

Gli americani alle urne: 140 milioni hanno scelto tra Clinton e Trump
Trump ha potuto contare sul voto bianco, soprattutto maschile, meno istruito e più anziano. Si è aggiudicato in particolare i bianchi senza laurea con un vantaggio di due a uno. Clinton è stata invece appoggiata dai bianchi con laurea, le donne soprattutto non sposate, le minoranze etniche afroamericane e ispaniche, queste ultime andate al voto in numeri record, e gli elettori più giovani. Clinton aveva votato fin dalla mattinata a Chappaqua, la cittadina dei sobborghi newyorchesi dove risiede. E, mostrando fiducia, aveva professato “umiltà” al cospetto delle urne e “speranza di vincere”. Trump, dopo aver imbucato tra le strette di mano la sua scheda presso la Scuola Pubblica N. 59 di Manhattan, aveva parlato al canale televisivo Fox per promettere sorprese: «Mi affermerò in molti Stati». E aveva denunciato come «sbagliati di proposito» i sondaggi che, giunti al D-Day elettorale, davano la rivale in vantaggio di percentuali tra 3 i 6 punti su scala nazionale.

Lunghe code ai seggi, da una costa all’altra del Paese, hanno dato conto di una partecipazione molto elevata per calare il sipario su una delle più combattute battaglie presidenziali della storia, segnata da toni aggressivi, scandali e colpi bassi. Un sipario calato senza incidenti, ma su una scelta tra candidati agli antipodi: tra Hillary Clinton, la democratica che ambiva a diventare la prima donna Commander in chief degli Stati Uniti, e Donald Trump, costruttore diventato politico e grande outsider per eccellenza. Segno di passioni e tensioni, alla vigilia avevano già votato con procedure anticipate in oltre 43 milioni, un record assoluto pari a un terzo dei forse 140 milioni di americani attesi alle urne.


    L’Analisi
La rabbia della middle class alla Casa Bianca

La lunga notte del voto Usa
I due candidati avevano terminato la loro corsa con un vero e proprio sprint per fare appello ai loro elettori. Avevano attraversato gli Stati Uniti dal New Hampshire alla Pensylvania, dal Michigan al North Carolina e al Minnesota. Clinton, la mattina del voto, era reduce da un rally aggiunto in extremis a Raleigh in North Carolina, dopo un evento organizzato in prima serata a Philadelphia con la partecipazione di Bruce Springsteen e di Barack e Michelle Obama. Il messaggio: ottimismo per il futuro, per raccogliere l’eredità della coalizione multiculturale di Obama. Trump, sul podio fino alla notte fonda di lunedì a Grand Rapids in Michigan nel cuore della Rust Belt dopo una tappa in New Hampshire, si era invece ancora una volta fatto paladino dei lavoratori bianchi delusi, di ceti popolari in difficoltà economica e stanchi della politica tradizionale, oltre che dei repubblicani. «Non avremo più una simile occasione, un simile movimento popolare». Alla fine gli americani hanno ascoltato il suo appello.

© Riproduzione riservata

Da - http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-11-09/trump-testa-cronaca-una-notte-col-fiato-sospeso--050308.shtml?uuid=ADy020rB
6126  Forum Pubblico / ESTERO fino al 18 agosto 2022. / Donald TRUMP inserito:: Novembre 09, 2016, 05:18:41 pm
Donald Trump
Donald Trump è nato il 14 giugno del 1946 a New York ed è un imprenditore statunitense, è stato eletto 45° presidente degli Stati Uniti.
Nelle elezioni dell'8 novembre il repubblicano ha battuto la rivale democratica Hillary Clinton.

Nel discorso pronunciato dopo la vittoria Trump ha affermato "Sarò il presidente di tutti gli americani. I dimenticati di questo Paese, da oggi non lo saranno più. Per repubblicani e democratici è arrivato il tempo dell'unione. Ora dobbiamo collaborare e riunire la nostra grande nazione".

E' figlio di Fred Trump, facoltoso investitore immobiliare newyorkese dal quale ha ereditato tra l'altro la passione e l'intuito per il mondo degli affari immobiliari.

Trump ha iniziato la sua carriera professionale interessandosi al settore immobiliare, per poi spostare la sua attenzione al mondo delle telecomunicazioni e dell'energia, il suo successo negli affari lo ha visto collocarsi, secondo la rivista Forbes, al 314° posto tra gli uomini più ricchi del mondo con un patrimonio stimato, secondo il Washington Post, di 9 miliardi di dollari al 2015.

Nei primi anni del 2000 è diventato particolarmente noto al grande pubblico televisivo americano ed internazionale anche grazie al successo del suo reality show televisivo The Apprentice, trasmesso in versione italiana sui canali televisivi Cielo e Sky Uno.

Le voci di una sua candidatura alle presidenziali erano già cominciate a circolare dal 2000 ma poi la nomination del partito repubblicano è caduta su altri candidati ai quali Trump ha offerto il suo appoggio, sia nelle elezioni del 2000 che in quelle del 2008 e del 2012.

Il 16 giugno del 2015 ha annunciato ufficialmente la sua candidatura alle primarie repubblicane delle presidenziali del 2016, accusando l'amministrazione Bush e quella Obama di essere responsabili, con la loro politica interna ed internazionale, sia del declino della classe media americana che della perdita di leadership degli Stati Uniti d'America a livello mondiale verificatasi negli ultimi anni.

Trump si è dichiarato contrario a qualsiasi provvedimento che innalzi la pressione tributaria e determini un controllo della vendita delle armi, mentre in ambito sopranazionale si è espresso contro gli aiuti internazionali ed a favore di una politica di forti dazi d'importazione contro il mercato cinese.

Donald Trump è stato sposato tre volte:
— con Ivana Marie Zelickovà Trump, che lo ha reso padre di tre figli, (Donald John (1977), Ivanka Marie (1981) ed Eric Frederic (1984);
— con Marla Maples, dalla quale ha avuto una figlia (Tiffany (1993);
— con Melania Knauss , sua attuale consorte e madre del suo ultimo figlio (Barron William (2006).

Ultimo aggiornamento 09 novembre 2016

Da - http://argomenti.ilsole24ore.com/donald-trump.html#_
6127  Forum Pubblico / ESTERO fino al 18 agosto 2022. / Cecilia Attanasio Ghezzi. Così con Trump la Cina sogna di espandersi inserito:: Novembre 09, 2016, 05:16:35 pm
Così con Trump la Cina sogna di espandersi
L’America potrebbe diminuire il supporto finanziario e militare agli alleati nell’area


Pubblicato il 09/11/2016
Ultima modifica il 09/11/2016 alle ore 09:46

Cecilia Attanasio Ghezzi
Pechino

Le prime a registrare la vittoria epocale di Donald Trump sono state le borse asiatiche. Hong Kong è andata giù di 800 punti non appena il candidato alla Casa Bianca ha vinto lo stato storicamente chiave dell’Ohio. Ha poi chiuso al -3 per cento. Risultati simili in tutta l’Asia: il Nikkei registra un – 5,3 per cento, Shanghai un - 0,4, Singapore -1,9 e Mumbay -6. Non se l’aspettava nessuno, ma i neitezen cinesi avevano già trasformato Donald Trump in un meme con un video ambiguamente ironico. Sulle note de «L’Oriente è rosso», la canzone che inneggia a Mao, avevano già sovrapposto le due egotiche e vittoriose figure. 

«Le elezioni statunitensi si avvicinano», recita il nuovo testo. E continua: «Su New York sorge Donald Trump. Lotta per la felicità degli elettori, è lui il grande saggio americano». Oggi l’outsider repubblicano è stato incoronato 45esimo presidente degli Stati Uniti. Secondo Xinhua la sua elezione dimostra che «la maggioranza degli americani si sta ribellando a alle élite politiche e finanziare statunitensi», mentre gli altri media di stato continuano a battere sullo stesso punto: «la democrazia è malata».

C’è da dire che nonostante Trump abbia accusato la Cina di rubare il lavoro agli americani, svalutare la propria moneta per concorrere commercialmente e di attacchi informatici sponsorizzati dallo stato, i cinesi invece di prendersela ne hanno amato le potenzialità. Non solo perché la Clinton la conoscono bene e in questi anni non ha fatto altro che criticare la Repubblica popolare dipingendola come un monolitico stato totalitario dove non si fa altro che ignorare i diritti umani senza mai dare conto della complessità di governare 1,4 miliardi di persone. E neanche si può ridurre alla stima che i cinesi sono felici di consegnare all’uomo forte soprattutto quando, con un passato di uomo d’affari, li affascina il suo mito di self made man.

Secondo diversi analisti, è la leadership e la classe più colta ed educata ad apprezzare l’avvento di Trump alla guida della prima economia. Certo ha promesso nuove forme di protezionismo contro la Cina ma, cosa che più interessa loro, ha ventilato l’ipotesi di fare un passo indietro nel pivot to Asia (abbandonando il ruolo degli Usa negli equilibri dell’Asia-Pacifico) in assenza di un supporto finanziario e militare degli alleati. Un’ipotesi che permetterebbe alla Cina di espandersi senza tante polemiche nel Mar cinese meridionale. Da bravo uomo d’affari, potrebbe dunque negoziare con la Cina e lasciarla più libera di operare in quello che la seconda economia mondiale ritiene «il proprio cortile». O almeno questo è quello che spera la leadership cinese.

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati.

Da - http://www.lastampa.it/2016/11/09/esteri/speciali/presidenziali-usa-2016/cos-con-trump-la-cina-sogna-di-espandersi-uJwt28a9THF5eR7kk4F57L/pagina.html
6128  Forum Pubblico / ESTERO fino al 18 agosto 2022. / Corea del Sud, convocato il Consiglio di sicurezza. Trump è stato visto con ... inserito:: Novembre 09, 2016, 09:38:40 am

    ORE 7:26 9 Novembre 2016

Corea del Sud, convocato il Consiglio di sicurezza

L’Ufficio presidenziale sudcoreano ha convocato nel pomeriggio una seduta del Consiglio sulla sicurezza nazionale per discutere “il potenziale impatto delle elezioni presidenziali” Usa: lo riferisce l'agenzia Yonhap, in merito alla stretta attenzione sul voto Usa per gli effetti che ci sarebbero potuti essere in Asia a seconda del candidato vincente.

Donald Trump è stato visto da Seul con sospetto per l'approccio “non convenzionale” dichiarato verso la Corea del Nord, a differenza della continuità offerta da Hillary Clinton.

Da – ilsole24ore.com
6129  Forum Pubblico / I GIUSTI MAESTRI / Il testamento di UMBERTO VERONESI. inserito:: Novembre 09, 2016, 09:37:36 am
09 novembre 2016

Il testamento di Veronesi per i medici: "Siate dubbiosi e trasgressivi"
Il professore ha voluto dare a Repubblica l'ultimo messaggio per i giovani colleghi: "Mi ha guidato solo il pensiero"

Di UMBERTO VERONESI


Il testamento di Veronesi per i medici: "Siate dubbiosi e trasgressivi"

Ci sono parole che ho portato con me lungo tutti i giorni della mia vita. Alcune di queste mi hanno guidato e sono state l'insegnamento al quale ho attinto. "Nella letteratura universale troviamo molti predicatori, molti dispensatori di lezioni, molti censori che dispensano morale agli altri con sufficienza, con ironia, con cinismo, con durezza, ma è estremamente raro vedere un uomo mentre si sta esercitando a vivere e pensare". Questa frase del filosofo francese Pierre Hadot mi ha illuminato sul mio testamento intellettuale.

Non ho lezioni di vita o di morale né verità da tramandare, ma solo l'esperienza di un uomo che ha molto vissuto e molto pensato. Ho scritto in uno dei miei ultimi libri che sono giunto alla conclusione che il mestiere dell'uomo è pensare. Pensare autonomamente, coscientemente per costruire un sistema libero di interpretazione del mondo. Certo la nostra libertà di pensiero è limitata da scelte che non abbiamo potuto fare in prima persona: i genitori e il paese in cui nasciamo prima di tutto. Tuttavia dobbiamo ampliare la nostra autonomia adottando il dubbio come metodo.

Ai miei giovani medici ho sempre fatto una raccomandazione. Siate dubbiosi e siate trasgressivi, se trasgredire significa andare oltre limite del dogma o la rigidità della regola. Guardate all'esperienza della mia lunga vita: senza dubbio e senza trasgressione non avrei visto (e contribuito a provocare) i progressi nella lotta al cancro, l'evoluzione del ruolo delle donne, l'affermazione della libertà di amare, avere figli e vivere la propria sessualità, il tramonto del razzismo, la nascita del senso di sostenibilità ambientale e il rispetto per l'armonia del pianeta e per tutti gli esseri viventi. È vero anche che non ho visto, come da giovane ho sperato, la sconfitta del cancro e neppure la fine della violenza delle guerre e della fame nel mondo. E questo mi rammarica profondamente.

In tanti vorranno sapere se in questo mio riflettere, e studiare, e impegnarmi incessantemente per tante cause ho trovato il senso della vita. Sì, ho una risposta: la vita forse non ha alcun senso. Ma proprio per questo passiamo la vita a cercarne uno. L'importante non è sapere, ma cercare. Sconfiggere l'ignoranza sia il vostro impegno primario, perché l'ignoranza non ci dà alcun diritto. Continuate a cercare fino alla fine, con la consapevolezza che non potete fare a meno del bene e della vita.

© Riproduzione riservata 09 novembre 2016
6130  Forum Pubblico / MONDO DEL LAVORO, CAPITALISMO, SOCIALISMO, LIBERISMO. / Enrico MARRO - Cartelle Equitalia, le regole per rottamarle e non pagare gli ... inserito:: Novembre 08, 2016, 11:20:28 pm
Cartelle Equitalia, le regole per rottamarle e non pagare gli interessi
Disponibile on line sul sito di Equitalia il modulo per aderire alla procedura agevolata.
C'è tempo fino al 23 gennaio 2017

Di Enrico Marro

Al via la rottamazione delle cartelle esattoriali. Equitalia ha rilasciato il modulo col quale i contribuenti potranno aderire alla procedura di «definizione agevolata» delle cartelle prevista dal decreto legge che accompagna la manovra. Procedura che consentirà di non pagare più le sanzioni e gli interessi, con un risparmio che può arrivare fino al 50% del dovuto. Il modulo (4 cartelle di cui vanno riempite solo le prime due e mezzo) è scaricabile dal oggi sul portale www.gruppoequitalia.it. Il modulo (la cui sigla è DA1) sarà, da lunedì, disponibile anche presso tutti gli sportelli del gruppo Equitalia e i contribuenti avranno tempo fino al 23 gennaio 2017 per aderire alla rottamazione. Il documento dovrà essere consegnato presso gli sportelli Equitalia oppure inviato, insieme alla copia di un documento di identità, all’indirizzo di posta elettronica (email o pec) riportato sul modulo (ce n’è uno per ogni Regione). Come prevede il decreto legge 193/2016, con la definizione agevolata, si può scegliere di pagare in un’unica soluzione o a rate (fino a un massimo di quattro), l’ultima delle quali dovrà essere saldata entro il 15 marzo 2018. Equitalia invierà, come previsto dallo stesso decreto, entro il 24 aprile del 2017, una comunicazione ai contribuenti che hanno aderito alla definizione agevolata in cui sarà indicata la somma dovuta insieme ai relativi bollettini con le date di scadenza dei pagamenti. Nel modulo il contribuente può scegliere di pagare tramite domiciliazione bancaria. Anche chi ha un piano di rateizzazione già in corso può aderire, ma deve pagare integralmente le rate in scadenza fino al 31 dicembre 2016.

Equitalia, 100 miliardi di cartelle rottamabili Ecco chi potrà pagare le tasse senza interessi

La mappa delle cartelle «rottamabili»
Rinunciare al contenzioso
Gli interessati alla rottamazione dovranno compilare le caselle con le proprie generalità, il codice fiscale e l’elenco dei carichi pendenti di cui chiede la rottamazione. Possono rientrare nella «definizione agevolata» le cartelle, gli avvisi di accertamento esecutivo dell’Agenzia delle Entrate, delle Dogane e dei Monopoli e gli avvisi di addebito dell’Inps affidati al gruppo Equitalia dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2015. Nello stesso modulo il contribuente indicherà se intende pagare in un’unica soluzione oppure in due, tre o quattro rate. In caso di pagamento rateizzato sono dovuti gli interessi di legge, pari al 4,5% annuo. Se anche una sola delle rate non verrà pagata o sarà pagata in ritardo, si decadrà dalla procedura agevolata. La rottamazione, infine, sarà possibile solo se le cartelle non sono oggetto di giudizi pendenti o, in caso contrario, se si rinuncia al contenzioso. Nonostante il modulo sia disponibile, visto che c’è tempo fino al 23 gennaio per aderire, forse conviene aspettare, perché nel corso dell’esame parlamentare del provvedimento potrebbero esserci importanti modifiche. In commissione, alla Camera, sono stati infatti presentati ben 1.043 emendamenti da parte di tutti i gruppi. Le richieste più frequenti riguardano l’ampliamento della possibilità di rateizzare il pagamento, la cancellazione dell’aggio dovuto a Equitalia, l’estensione della rottamazione anche alle cartelle del 2016 e ai 2.500 comuni che si avvalgono di società diverse da Equitalia per la riscossione. Il governo è disponibile a valutare correzioni, purché non pregiudichino il gettito previsto (2 miliardi nel 2017).

© RIPRODUZIONE RISERVATA
4 novembre 2016 (modifica il 5 novembre 2016 | 08:47)

Da - http://www.corriere.it/economia/16_novembre_04/cartelle-regole-rottamarle-53f556d8-a2c0-11e6-9bbc-76e0a0d7325e.shtml
6131  Forum Pubblico / Gli ITALIANI e la SOCIETA' INFESTATA da SFASCISTI, PREDONI e MAFIE. / MATTEO RENZI Proviamoci”, Matteo Renzi chiude la Leopolda 2016 inserito:: Novembre 08, 2016, 11:16:37 pm
“Non dipende più da me, ma da noi.
Proviamoci”, Matteo Renzi chiude la Leopolda 2016   
La cronaca della giornata conclusiva della settima edizione della Leopolda

INVIATO A FIRENZE – Si conclude la tre giorni della Leopolda e si conclude come sempre con il discorso che tutti attendevano, quello di Matteo Renzi. L’aveva detto, voleva levarsi dei sassolini dalle scarpe e qualcuno, in effetti, se l’è tolto. Non ha affondato il colpo, ma ha voluto prendere le distanze da quei leader del No, compresi quelli del suo partito. Una compagine molto eterogenea che va da D’Alema a Salvini e che se “messi nella stessa sala per trovare un’idea comune non escono più”. I convitati di pietra di questa Leopolda sono stati D’Alema e Bersani, il primo spesso nominato, e anche fischiato, il secondo invisibile. Di Bersani non si è parlato direttamente alla stazione fiorentina, il suo nome non si è ascoltato, ma i messaggi rivolti a lui sono stati molti.

A prevalere è stato comunque il messaggio del cambiamento, l’idea che il referendum del 4 dicembre è uno snodo cruciale per scegliere tra una generazione che vuole guardare al futuro e una che “vuole solo tornare in pista”. Con due passaggi chiave: la Leopolda non finisce qui, comunque vada il referendum, anzi Renzi ha già annunciato le date del prossimo anno; i sondaggi contano poco e, come successe alle Europee del 2014, possono essere capovolti.

LIVEBLOG

“Cosa dobbiamo fare lo sanno perfettamente gli italiani: cambiare per affrontare le sfide globali. Adesso non dipende più da me, ma da noi”.

“Dalla Leopolda io vi dico proviamoci, non lasciamo il futuro nelle mani di chi vuole frenare. Quando ci dicono voi siete l’Italia proviamolo un moto d’orgoglio”.

“Quando abbiamo incontrato Barack Obama e sua moglie c’è una cosa che mi ha colpito del suo pensiero: ‘L’Europa è a un bivio e voi siete importanti perché siete l’Italia’, il presidente Obama nell’ultima sua cena di stato che ha deciso di fare con il nostro Paese, non con me, ci ha voluto dire voi siete l’Italia”

“Abbiamo 28 giorni potenzialmente meravigliosi: a voi la scelta se essere spettatori, leoni da tastiera che poi non riescono a guardarti negli occhi, ogni riferimento a Marco Travaglio è puramente casuale, o protagonisti. Se pensare che fare politica sia fare zapping, fatelo, io non voglio cambiare canale, voglio cambiare il Paese”.

“Nel 2014 i sondaggi dicevano Renzi e Grillo alla pari, ci si domandava che succederà al Governo visto l’imminente sorpasso. Tutti sappiamo com’è finita, noi il 40 loro al 20 e il sorpasso è rimasto solo un magnifico film”.

“Oggi per la prima volta c’è l’occasione di abbattere i privilegi della casta, se non vince il Sì non c’è il ritenta, non ci sarà una nuova occasione”

“Una parte del nostro partito, quelli che 18 anni fa hanno decretato la fine dell’Ulivo perché non erano loro al comando, gli stessi che oggi vogliono decretare la fine del Pd perché hanno perso un Congresso. Bernie Sanders ora sta facendo campagna per Hillary, questo andrebbe spiegato ai sostenitori della ditta quando comandano loro”

“Gli 80 euro sono la prima manovra di ridistribuzione del reddito e di sinistra mai fatta, ed è in vigore da due anni e mezzo. Questa idea è nata 6 anni fa alla Leopolda”.

“Chi era che diceva ‘Con la cultura non si mangia’? Uno dei leader del No, per noi con la cultura si cresce, si crea lavoro. Per noi la cultura sono i 3 milioni di visitatori a Pompei, le tante persone in coda per vedere la Reggia di Caserta”

“E’ un’Italia che guarda all’Europa o un’Italia che guarda a una classe politica che ha già fallito e che fallirà ancora”.

“Tra due giorni avremo un nuovo presidente degli Stati Uniti, io mi auguro che sia una donna”.

“Quelli del No se li chiudi in una stanza per partorire una idea comune non escono più. Cosa hanno in comune quelli che sostengono l’uscita dall’Euro e quelli che sostengono l’austerity”.

“C’è gente che ha votato 6 volte Sì, tra Aula e commissione, e ora è il capo del No nel suo partito, mi riferisco a Renato Schifani. Poi c’è lo statista della lega, non mi riferisco a quello che si mette le magliette della polizia per sembrare dalla loro parte anche se con il suo partito ha bloccato gli stipendi delle forze dell’ordine per 7 anni, mi riferisco a l’altro statista che dopo aver fatto la legge elettorale ha detto ‘E’ una porcata'”

“Massimo D’Alema dice che lui l’avrebbe fatta meglio, perché non l’hai fatta te allora? Ne hai avuto l’occasione. Silvio Berlusconi ha detto che questa riforma rischia di creare un uomo solo al comando, lui che aveva fatto una riforma che il Presidente del Consiglio poteva sciogliere le Camere, noi che non abbiamo aumentato i poteri del premier. Noi saremo quelli della dittatura, non l’ha detto Grillo che ha detto che non l’ha studiata, se l’è fatta spiegare da Di Maio che non l’ha capita”.

“I leader del No, non vogliono difendere la Costituzione ma la loro posizione, perché sanno che il 4 dicembre è l’ultima occasione per tornare in pista”.

“Quando si dice di voler difendere la Costituzione e s’incappuccia e si scaglia un cartello stradale contro le forze dell’ordine non si difende, ma s’insulta la Costituzione. Se volevate venire alla Leopolda basta mandare una mail, basta iscriversi, non c’è bisogno di lanciare sassi. Il prossimo anno sarà dal 20 al 22 ottobre segnatevi le date per tempo. Se da piazza San Marco si gira per via Cavour non si vuole venire alla Leopolda, non serve Tuttocittà per capirlo, si vuole sfasciare la città e noi questo non lo permettiamo”.

“Noi abbiamo un’unica possibilità, ed è quello di recuperare la cosa più bella della politica, andare in contro alla gente e spiegargli questa riforma, chiedergli se vogliono scegliere il futuro o il passato, l’innovazione o la conservazione”.

“Se non fai le cose non sei in grado d’incidere sul futuro delle persone. Siamo ad un punto cruciale che è un derby tra la rabbia e la proposta, tra la nostalgia e il domani”.

“Noi stiamo restituendo all’Italia ciò che merita, ma per farlo abbiamo dovuto sostituire un gruppo dirigente che ci aveva governato fino ad allora”.

“Noi alla Leopolda abbiamo sempre parlato di futuro, ma non ci siamo accorti che parte di quel futuro l’abbiamo già realizzato. Se oggi molti quarantenni amministrano le città, non solo nel nostro partito, è perché qui abbiamo detto che non ci rassegnavamo a rispettare la fila. Certo non è l’età a garantire la buona politica, alcuni giovani sindaci sanno dire solo No”.

“Noi siamo quel governo che dice ai sindaci di ricominciare a fare progettazione per l’edilizia scolastica, tornate a progettare scuole perché le spese non saranno conteggiate nel patto di stabilità che piaccia o non piaccia ai burocrati di Bruxelles, perché i nostri figli valgono più dei bilanci”.

“Quello che serve dopo questo terremoto è l’idea che le prossime generazioni potranno vivere in case più sicure, andare a scuola ed essere al sicuro, è questo il senso della buona politica, guardare al futuro. Magari non porterà voti, non ne vedremo i risultati, ma è la cosa giusta da fare. Quando va giù la chiesa di San Benedetto a Norcia è normale che va ricostruita”.

“Qualche vignettista si dovrebbe rendere conto che con quella vignetta non offende noi, ma tutti quelli che non hanno più niente”.

“Il pensiero non solo della Leopolda ma di tutti gli italiani deve andare a tutti coloro che sono stati coinvolti nel terremoto del centro Italia. Va bene dire che siamo al loro fianco, va bene dire che lo stato c’è, noi che crediamo nell’Italia non dobbiamo solo ricostruire, ma dobbiamo costruire una diversa filosofia dell’Italia”.

“Sono molto felice per questa Leopolda, è stata sorprendente non solo per il Richetti cerimoniere, ma soprattutto perché nonostante sia una manifestazione organizzata da un partito di governo è riuscita ad entusiasmare”

Ritorna la corrente e Matteo Renzi inizia il suo intervento.

 

Finiscono gli interventi, sale sul palco Matteo Renzi, ma nel momento in cui il premier deve prendere la parola un blackout fa calare la Leopolda nell’oscurità.

E’ il momento di Giulio Del Balzo, che si sofferma sull’importanza di un futuro collegato all’Unione europea per i giovani, quindi sul palco Claudia Conte, architetto e prossima mamma, e Veronique Orofino, mamma da 48 giorni. Entrambe raccontano l’esigenza del rinnovamento per i propri figli, anche grazie alla riforma costituzionale.

Sul palco Massimo Recalcati: “Il Sì non altera, non profana i principi della nostra Costituzione. Non li altera perché resta fedele a quei principi, perché solo innovandola si resta fedele ai suoi principi. Vedo nella sinistra del No 3 sintomi: 1) La paura del cambiamento: Matteo Renzi per loro è il nemico assoluto, perché rappresenta il cambiamento, per loro l’immobilismo è la condizione migliore. 2) Il fascino masochista per il No: Per loro la sinistra è di lotta, ma Berlinguer ci ha insegnato che senza il governo la sinistra è solo distruzione, mentre la sinistra dovrebbe essere costruzione. 3) Il paternalismo: dicono sono ragazzi, non sanno scrivere, è la sindrome del padre che continua a dare lezione ai figli e non li ascolta, quei padri che non vogliono che i figli progrediscano. Matteo Renzi ha avuto il merito di riportare nell’alveo democratico molti giovani, che da anni finiscono nelle mani dei populisti”.

E’ il turno di Lorenzo Musotto, volontario per il Sì a Milano: “Ho 22 anni e mi sono avvicinato alla politica da un anno con il progetto del Pd Milano di ‘Bella ciao Milano’, le magliette gialle. Poi con la campagna che ha portato Beppe Sala a Palazzo Marini. Io vengo da un quartiere periferico dove la politica non interessa molto ai giovani e molti mi chiedono ‘Ma cosa pensi di cambiare? ’ per me fare politica, buona politica è l’unico modo per cambiare le cose, e il Sì al Referendum è un passaggio fondamentale per determinare il mio futuro”.

Sale sul palco il premio Strega 2011 Edoardo Nesi: “Nella sfida del 4 dicembre da una parte c’è il progresso, dall’altra la conservazione. Non c’è niente di male ad essere conservatori, ogni tanto sono anch’io conservatore quando credo nella scienza piuttosto che alle scie chimiche. E’ molto facile dire che si vuole il cambiamento e mantenere la conservazione, vestirsi da innovatori ed essere conservatori, dire di non essere contro il cambiamento, ma contro questo cambiamento”.

Sul palco della Leopolda il presidente della regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini: “Io vengo da una terra che ha saputo diventare uno dei luoghi con la qualità della vita migliore d’Europa partendo da una situazione in cui si era una delle terre con una qualità della vita peggiore. L’abbiamo fatto con il coraggio, il riformismo e la visione del futuro. Ecco chi è in dubbio oggi dovrebbe guardare alla storia della mia terra. Noi per primi abbiamo diminuito le indennità dei consiglieri regionali, non siamo degli eroi abbiamo fatto in anticipo quello che c’è scritto nella riforma costituzionale fatta da questo governo. Dobbiamo votare Sì per il futuro del nostro Paese e dei nostri figli”.

E’ il momento di Oscar Farinetti: “So che vinceremo perché abbiamo voglia di vincere e la voglia di vincere ci farà vincere non per noi, ma per il Paese. Quando si fa una scelta la si fa in funzione di quello che succederà dopo: se vince il No prenderanno piede gli estremisti. Se vinceranno i Sì prevarranno i più moderati e noi potremo dialogare anche con persone che la pensano in maniera differente da noi senza dover urlare”.

Sale sul palco Silvia Del Riccio, futura mamma di Alice che legge una lettera “scritta” dalla nascitura.

Sale sul palco per parlare di futuro un papà, il sindaco di Prato Matteo Biffoni: “Nel 2010 ero qui con molta speranza e molte idee, nel corso di questi anni molti di noi hanno avuto ruoli pubblici e quelle idee sono diventate realtà. Questa riforma porterà un pezzo di futuro che chiedevamo fin dal 2010. L’Italia che ci piace è quella che porta in fondo le proprie idee con coerenza, un’Italia che ha coraggio, la stessa che salva migliaia di migranti, la stessa che ricostruirà i paesi colpiti dal terremoto, la stessa che il 4 dicembre ci consegnerà il futuro sperato”.

Alla Leopolda arriva anche il Brunelleschi della serie tv sui Medici, Alessandro Preziosi: “Interpretando Brunelleschi ho capito quanto scetticismo ha dovuto affrontare. Quando si fa qualcosa di geniale, qualcosa fuori dalla comprensione, qualcosa d’innovativo si va sempre incontro allo scetticismo, è il destino degli innovatori. L’arte riesce a rendere possibile quello che sembra impossibile, la politica dovrebbe fare lo stesso, per fare questo bisogna comprendere le ragioni dell’altro. Auguro al presidente Renzi e ai suoi ministri di comprendere sempre le ragioni degli altri per rafforzare le proprie”.

Sale sul palco Patrizia Asproni, ex presidente Fondazione Torino Musei: “Spesso sento definire la cultura come oro o come petrolio. Ma la cultura è come l’acqua della mente, è quella sostanza senza la quale non c’è la vita. E come l’acqua deve esser di tutti, sostenibile e accessibile a tutti. Io dico Sì a questa riforma e per dire Sì al futuro e alla cultura.”

E’ il momento del lavoro con il segretario della Fim Cisl, Marco Bentivogli: “Non sono del Pd, ma sono qui per dirvi che non c’è solo un sindacato ideologico, non c’è solo un sindacato che non vuole guardare al futuro, c’è anche un sindacato che vuole il cambiamento. Noi vogliamo arginare il saccheggio populista del movimento operaio, quella storia è troppo importante per cederla ai populisti. Si può fare a meno di una parte di sindacato, quella parte che ha confuso i diritti con l’abuso dei diritti, che ha confuso il diritto di sciopero con l’abuso al diritto di sciopero. Il sindacato deve fare il sindacato, non politica. Deve rappresentare i lavoratori, non gli interessi personali di futuri leader politici”. L’intervento di Bentivogli è stato molte volte interrotto dagli applausi del platea che ha dimostrato di apprezzare molto le sue parole.

Sale sul palco Veronica Catania, storica frequentatrice della Leopolda e mamma di Clio: “Ho scelto di votare Sì perché voglio un sistema sanitario equo, giusto e unico, per le mie figlie quella che porto in grembo e quella già nata”.

Il sindaco di Bari: “Se votiamo No il giorno dopo non troveremo qualcuno che farà meglio la riforma, non avremo una riforma per anni, per questo voterò Sì, per il futuro dei miei figli”.

Dopo Andrea Occhipinti è nuovamente il turno di un sindaco, il presidente dell’Anci Antonio Decaro: “I sindaci non chiedono ai cittadini chi hanno votato, i sindaci risolvono i problemi dei cittadini. Io da presidente dei sindaci non ho chiesto la provenienza politica dei sindaci di Camerino o Visso che mi chiedevano di aiutarli a ricostruire, oppure la provenienza politica del sindaco di Porto Sant’Elpidio che ora fa il doppio sindaco per i suoi cittadini e per gli sfollati che ha accolto nella sua città. Quando parliamo di accoglienza e integrazione dovremmo ispirarci al sindaco di Riace. Io i sindaci li rispetto tutti, quelli che voteranno Sì e quelli che voteranno No. Io voterò Sì per un Paese migliore, più veloce e più giusto”.

Si parla di cinema con Andrea Occhipinti: “Quando è stata approvata la legge sul cinema ero a Los Angeles e ho iniziato a raccontare agli americani questa legge e loro erano entusiasti, mi dicevano ‘L’Italia si sta muovendo, finalmente avete fatto qualcosa per l’industria cinematografica’. Ripeto ero a Los Angeles, la capitale mondiale del cinema, un’industria in attivo che produce utili e impiega numerose persone”.

Giorgio Gori: “La politica è discutere, decidere, fare. Se discuti decidi e non fai c’è un problema. L’Italia non si può permettere di impiegare 563 giorni per approvare un provvedimento. Quanto ci è costata l’anarchia delle politiche energetiche, quanto è costata la frammentazione delle politiche turistiche, è ora di avere una politica unica per tutte le regioni su alcuni temi chiave. Il 4 dicembre facciamo fare un salto nel futuro a questo Paese, facciamo vincere il Sì”.

Matteo Richetti apre la terza e ultima giornata della Leopolda e ricorda che ieri era l’anniversario della morte di Giorgio La Pira, che è stato sindaco di Firenze e chiama sul palco Giorgio Gori che farà il primo intervento della giornata.

Da - http://www.unita.tv/focus/e-adesso-il-futuro-la-terza-giornata-della-leopolda-7-diretta
6132  Forum Pubblico / AUTRICI e OPINIONISTE. / Alessia Tripodi Renzi firma il patto per Firenze: basta con chi è contro tutto.. inserito:: Novembre 08, 2016, 11:15:22 pm
A palazzo vecchio
Renzi firma il patto per Firenze: basta con chi è contro tutto e blocca l'Italia

 Di Alessia Tripodi 5 novembre 2016

La firma dei patti con le città è «passo straordinario anche per la nuova battaglia che dobbiamo fare in Europa. È cruciale che spendiamo bene i soldi non in rotatorie e cestini ma in progetti strategici». Lo ha detto il premier, Matteo Renzi, alla cerimonia per la firma del patto di Firenze a Palazzo Vecchio, un'intesa sul modello delle tante già firmate nei mesi scorsi con regioni e città, dalla Sicilia al Molise. «Basta con chi è contro tutto e blocca l'Italia» ha aggiunto poi Renzi commentando la decisione della sindaca di Roma, Virginia Raggi, di proseguire i lavori della Metro C solo fino al Colosseo. E ha annunciato di essere «pronto a firmare il patto per Torino con il sindaco Appendino».
L'intesa siglata con il sindaco del capoluogo fiorentino, Dario Nardella, prevede investimenti per 2,2 miliardi per la mobilità, le periferie, lo sport, i beni culturali. Alla cerimonia hanno partecipato anche i sottosegretari alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti e Luca Lotti.

Ue: intesa con Monti non brillante, ora spendiamo soldi
I patti che il governo sta firmando con le città, ha sottolineato Renzi, promuovono «un cambio di passo in Europa: noi diamo 20 miliardi, grazie alla brillante trattativa del governo tecnico di Mario Monti, e ne riceviamo 12, ma in passato quei 12 miliardi non li spendevamo bene. Ci sono aziende polacche andate avanti grazie ai soldi non spesi dei fondi italiani». Ma ora «ci siamo dati un metodo di lavoro - ha detto il premier - per dire che già i nostri predecessori hanno fatto un accordo non brillante, almeno quei soldi spendiamoli bene».

Renzi: non si può fermare metro per i ladri. Raggi: città avrà metro C, ma basta sprechi
«Abbiamo visto com'è andata con le Olimpiadi o l'Expo ora leggo che vogliono fermare la metro a Roma mentre tutti investono nei sistemi di attraverso delle città metropolitane» ha detto Renzi commentando l'annuncio del MS5 e di Raggi di non ricapitalizzare la società Roma Metr0politane e di proseguire i lavori della Metro C fino ai Fori Colosseo (fino a dove finora si è potuto finanziare) e non, come previsto dal progetto iniziale, anche sul tragitto più lungo, Da Pantano a Prati. «Noi stessi abbiamo messo dei soldi, a Pistoia la Hitachi sta facendo 300 treni pendolari» ha aggiunto Renzi, spiegando che «non si può continuare con l'atteggiamento per cui quelli che sono contro tutto bloccano l'Italia».

Pronta la replica di Raggi: «Il nostro obiettivo è che la metro C arrivi ai Fori Imperiali nel più breve tempo, possibilmente prima del 2021 - ha scritto la sindaca di Roma in un posto sul blog di Beppe Grillo - e valuteremo se e come proseguire anche per la tratta successiva. Lavoriamo per i cittadini. E vigileremo contro ritardi e sprechi».

Partiti dal Sud, ancora tanta strada da fare
Cona la firma dei patti «siamo partiti dai patti al Sud - ha spiegato Renzi - perché siamo partiti da un problema: ad agosto 2015 Saviano fece un articolo molto duro sul Mezzogiorno partendo dai dati dello Svimez. L'anno scorso i dati sono migliorati ma c'è ancora tantissima strada da fare. Da allora si è avviato un percorso in cui ci siamo presi degli impegni reciproci: elenco di cose da fare, tempi certi, metodo di controllo».
Il premier ha poi fatto notare che «anche i sindaci e i presidenti di Regione che mi detestano alla fine hanno firmato i patti perchè hanno riconosciuto che il metodo di lavoro era giusto» e ha assicurato che «Firenze non sta ricevendo un trattamento di favore, anzi vorrei esprimere la gratitudine personale al signor sindaco per aver accettato di spostare il G7 a Taormina, visto che mi ero impegnato».

Il patto per Firenze
L'intesa per la città, ha spiegato il sindaco Nardella, si articola in due diverse parti, cui vanno sommati alcuni progetti fuori dal patto e prevede progetti per la mobilità, le periferie, lo sport, i beni culturali.
«Siamo contenti di far parte di questa agenda che porta il governo a stringere impegni concreti con tutte le grandi città italiane. Complessivamente i progetti previsti arrivano a toccare 2 miliardi e 200 mila euro. Il patto prevede 680 mila euro» ha detto il sindaco Nardella illustrando i contenuti del patto. «Si tratta di progetti che riguardano innanzitutto la mobilità, i trasporti, i beni culturali ma anche la riqualificazione delle periferie ma il piano periferie è fuori dal patto e quindi si aggiungono soldi» ha spiegato Nardella. «Ci sono poi circa 40 milioni di euro per lo sport - ha continuato - e ci sono interventi attesi da tantissimo tempo come la Fortezza da Basso, la strada 429 nell'Empolese». «Il patto non è solo l'elenco dei desideri- ha concluso il sindaco di Firenze - ma anche un documento istituzionale che conferma l'impegno sull'aeroporto sugli impianti legati allo smaltimento dei rifiuti e sui grandi assi di viabilità metropolitana. Ci sono tutti i grandi capitoli dello sviluppo della città».

© Riproduzione riservata

Da - http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-11-05/renzi-firma-patto-firenze-basta-chi-e-contro-tutto-e-blocca-italia-103856.shtml?uuid=ADxkXypB
6133  Forum Pubblico / Gli ITALIANI e la SOCIETA' INFESTATA da SFASCISTI, PREDONI e MAFIE. / Gerardo Pelosi Terremoto, Pinotti: soldati al lavoro sono eredi della meglio... inserito:: Novembre 08, 2016, 11:13:41 pm
Intervista
Terremoto, Pinotti: soldati al lavoro sono eredi della meglio gioventù

    Di Gerardo Pelosi 5 novembre 2016

In Italia stanno lavorando per i terremotati, eredi di quegli “angeli del fango” dell'alluvione di Firenze del '66. Con “Strade sicure” combattono il rischio terrorismo ma anche la criminalità comune.

In Iraq non partecipano ai raid aerei ma hanno finora addestrato circa 14mila militari che stanno liberando Mosul dall’Isis per poi passare a Raqqa, la “centrale del terrore” degli attentati in Europa. In Libia hanno creato un ospedale con 50 posti letto e, con la missione Sophia, stanno formando la nuova Guardia costiera antiscafisti. E con la Nato, ad Est, difendono l’Europa dalle tentazioni egemoniche di Mosca. Sono militari sempre più integrati nella società civile quelli che il ministro della Difesa Roberta Pinotti presenta nel giorno della Festa delle Forze armate.

Ministro Pinotti, l’Italia - hanno detto ieri a Firenze il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il premier Matteo Renzi - ha dentro di sé tutte le risorse necessarie per uscire dalle difficoltà: 50 anni fa con l’alluvione oggi per il terremoto. Possiamo dire che i militari che lavorano insieme alla Protezione civile a Norcia e Amatrice sono gli eredi di quella “meglio gioventù”, gli Angeli del fango del 66?

A Firenze avevamo una meglio gioventù molto mista fatta di militari di leva ma anche volontari e giovani che da tutta Italia per la prima volta provarono un’esperienza di volontariato civico quasi commovente per la drammaticità di quei giorni. La stessa “meglio gioventù” l’ho rivista nel terremoto di Amatrice quando sono andata per ringraziare i militari e ho trovato tanti giovani che fanno volontariato. È anche questo il senso dello spot realizzato per la Festa delle Forze armate “Noi con voi”. Le forze armate stanno dentro la società anche se hanno una loro peculiarità di cui sono molto orgogliosa: dalle missioni internazionali per le quali abbiamo attestati di gratitudine all’attività interna in funzione antiterrorismo con “Strade sicure” che per esempio, per il Giubileo, ha comportato una riduzione del 30% dei reati a Roma.

Quanti sono i militari impiegati nelle regioni del centro Italia interessate dal terremoto e come sta funzionando il coordinamento con la Protezione civile?

Sono 1300 più 500 che fanno parte del dispositivo “Strade sicure” che saranno impiegati nelle funzioni di sicurezza antisciacallaggio. Con il capo della Protezione civile Curcio abbiamo messo a punto delle modalità di relazione con cui si attua un coordinamento con tutti gli altri organi dello Stato.

Quali settori delle Forze armate sono stati attivati per il terremoto?
Soprattutto il genio militare che riattiva viabilità e costruisce ponti e predisporrà le piattaforme per costruire le casette di legno. In situazioni come queste in cui le persone non vogliono spostarsi dalle loro abitazioni abbiamo attivato anche molte cucine da campo. Ad Amatrice e anche vicino a Norcia abbiamo poi messo in funzione una stazione portatile di controllo del traffico aereo per gestire i voli militari e non.

Fuori dall’Italia la presenza maggiore di militari italiani si concentra oggi in Iraq. Sono addestrati da nostri militari le forze irachene che stanno riconquistando Mosul.

È così. Sono circa 1400 i nostri militari in Iraq. La missione più numerosa non perché ce l’hanno chiesto gli alleati ma per una nostra scelta precisa. La decisione di dare il massimo contributo necessario è stata presa già nel 2014 perché abbiamo considerato l’Isis il principale pericolo per l’Umanità. Nell’ultima riunione ristretta a Parigi tra i Paesi occidentali l’Italia risulta come il Paese che contribuisce maggiormente ai risultati concreti della missione. Anche con gli AMX e i Praedator facciamo un preziosissimo lavoro per l’individuazione degli obiettivi. Tutti ci riconoscono un ruolo guida soprattutto nell’addestramento con risultati eccellenti stando a quanto dicono i generali iracheni e curdi. In due anni abbiamo addestrato i soldati dell’esercito iracheno e i peshmerga curdi, le forze speciali irachene con addestratori dei nostri corpi d’elite e con i Carabinieri più di 5mila forze di polizia. In totale abbiamo “formato” circa 14mila uomini.

Quali sono le ultime notizie da Mosul? Ci sono previsioni sulla possibilità di liberare anche il centro della città?

Tutti i segnali sono positivi. Si temeva una resistenza maggiore mentre l’avanzata è stata più rapida del previsto. Eviterei di fare previsione sui tempi soprattutto perché si tratta di una città dove ci sono molti civili e dove l’Isis cercherà di utilizzare i civili come scudi umani. Ma è importante che si sia registrato un accordo tra esercito iracheno e peshmerga curdi, mentre la coalizione ha gestito le frizioni con la Turchia e le milizie sciite facendo guidare il processo al presidente Hayder al-Abadi che si è mostrato all’altezza della situazione. La riconquista di Mosul sarà un colpo duro per il Califfato che è stato proclamato proprio in una moschea di quella città ma il passo successivo sarà la presa di Raqqa, luogo dal quale sembra siano state programmate e dirette le principali azioni terroristiche in Europa. Con la presa di queste due città potremo dire che il Califfato, ossia un terrorismo che si fa Stato, verrà meno. Ma non verrà meno il terrorismo fondamentalista per cui occorrerà tenere la guardia alta.

Un’area a forte instabilità resta la Libia dalle cui coste partono centinaia di migliaia di migranti.

Per contrastare gli scafisti occorre la collaborazione di tutti i libici. Nel frattempo stiamo addestrando con la missione europea a guida italiana Eunavfor Med-Sophia la nuova Guardia costiera libica. Su richiesta del governo Serraj abbiamo attivato un ospedale da campo a Misurata che è in funzione con 50 posti letto. A Misurata abbiamo 300 uomini: sono 65 tra medici e infermieri, 135 militari addetti alla logistica e 100 della Folgore come Force protection. Abbiamo fornito più di 850 consulenze e curato un centinaio di feriti. Pochi giorni fa il ministro della Sanità libico ha fatto una visita durante la quale si è complimentato e ci ha ringraziati.

Se il Mediterraneo resta un’area a forte instabilità anche la frontiera Est dell’Europa preoccupa la Nato per le ambizioni egemoniche della federazione russa. Sono preoccupazioni condivisibili?

Abbiamo sempre sostenuto una posizione ferma della comunità internazionale nei confronti della Russia. Come Nato abbiamo rassicurato i Paesi baltici e la Polonia che vivono con disagio la politica russa. Al vertice Nato del luglio scorso l’Italia ha dato la disponibilità a fornire il proprio contributo schierando una compagnia (150 uomini). Ma questo non ci impedirà comunque di sostenere e lavorare per il dialogo con il Governo russo specie su diversi scenari di crisi, in particolare nella lotta a Daesh.

© Riproduzione riservata

Da - http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-11-05/terremoto-pinotti-soldati-lavoro-sono-eredi-meglio-gioventu-102346.shtml?uuid=ADkkMypB
6134  Forum Pubblico / GIORNALISMO INVESTICATIVO d'INCHIESTA. OPINIONISTI. / EUGENIO SCALFARI. - Renzi scongiuri il rischio di un Trump italiano inserito:: Novembre 08, 2016, 11:12:32 pm
Renzi scongiuri il rischio di un Trump italiano

Di EUGENIO SCALFARI
06 novembre 2016

OGNI Paese ha i suoi guai, ma quello di Donald Trump è un guaio mortale, soprattutto per l’Occidente. Mentre scrivo i sondaggi sono oscillanti, siamo appena a due giorni dalle elezioni americane e i due candidati sono testa a testa, alcuni sondaggisti danno come vincente Hillary ma con un distacco di pochissimi punti da Trump. Tutto può quindi accadere perché gli indecisi sono molti e possono cambiare opinione fino alle ultime ore che li dividono dalle urne. Una delle carte vincenti per Hillary è l’impegno che Barack Obama ha messo da tempo e in particolare per la Clinton. Se Hillary ce la farà, la sua politica sociale, economica, internazionale sarà una sorta di prosecuzione di quella del suo predecessore. Certo non ha lo smalto di Obama ma sarà pur sempre la prima donna alla Casa Bianca e questa è una non trascurabile novità.

L’America di Trump sarà non tanto conservatrice; di Amministrazioni conservatrici ce ne sono state alcune di grande rispetto, ma quella di Mister Donald è quasi una rivoluzione: è xenofoba, antidemocratica, militarista, alleata di tutte le autocrazie esistenti nel mondo, alleata di Putin, vista con simpatia dalla Cina, dalla Turchia e da tutti quei movimenti populistici che da questa alleanza escono rafforzati e più che mai contro l’Europa e contro la moneta unica. Insomma una situazione catastrofica nelle mani di un personaggio politicamente impreparato e razzista.

In Italia, secondo le rilevazioni d'una agenzia specializzata in questo tipo di ricerche, il 21 per cento, cioè un quinto dei nostri elettori, si è dichiarato in favore di Trump e non è certo una cifra da poco. Berlusconi è contro, ma Salvini no e questo dovrebbe costituire un'incompatibilità all'alleanza elettorale tra quei due partiti. Altri simpatizzanti per Trump ci sono in Egitto, negli Emirati del Golfo e in Turchia. Trump è insomma una mina vagante che l'America rischia di regalare al mondo intero oltre che a se stessa.

***

Il secondo tema è invece positivo: la Corte di giustizia di Londra ha dichiarato illegittimo il referendum che ha approvato l'uscita della Gran Bretagna dall'Europa, il cosiddetto Brexit, senza il voto del Parlamento, Camera dei lord compresa. Tutt'al più si tratterebbe di un referendum consultivo secondo la Corte, ma privo di poteri decisionali. Perciò, dice con apposita sentenza la Corte, occorre che il Parlamento sia immediatamente convocato per un voto decisionale a meno che sia proposto un appello alla Corte di Giustizia Suprema, il cui giudizio sarebbe risolutivo. Nel frattempo la sterlina è balzata in alto dell'1,7 per cento nei confronti del dollaro e un vento di ottimismo si è immediatamente diffuso nel Parlamento europeo e in tutte le istituzioni dell'Ue. Ma sarà favorevole se appellata, la Corte Suprema inglese?

In attesa fioriscono altre possibili soluzioni a favore di chi è contro il Brexit. Per esempio c'è chi teorizza che una discussione del referendum sia soggetta al beneplacito della regina Elisabetta, senza il quale il referendum sarebbe invalido. La Corona, in una materia che incide sulla politica estera e su quella della Difesa, ha l'appannaggio che in un caso del genere potrebbe perfino sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni. La Corona cioè avrebbe un proprio potere autonomo rispetto ad un referendum che incide sulla sovranità della Monarchia.

Nel mondo finanziario europeo questa decisione sta producendo effetti positivi tra gli investitori; l'eventuale rientro del Regno Unito nell'Ue, sarebbe un evento con un'influenza positiva politica ed economica. Si spera comunque che la decisione finale avvenga con la massima possibile velocità. E se lo augurano soprattutto la Germania e l'Italia per ragioni diverse ma convergenti.

***

Ed ora siamo all'Italia e a Matteo Renzi. Anche lui e quindi noi tutti, contrari o favorevoli o oggettivamente neutrali, deve affrontare una serie di difficoltà la prima delle quali è il terremoto. Non è soltanto un'emergenza e non riguarda soltanto una parte dell'Italia centrale che ne è stata colpita in questi ultimi due mesi. Il terremoto riguarda l'Italia intera, dalla Sicilia fino all'Emilia e al Friuli ed ha un nome: ricostruzione antisismica ovunque.

Affrontare l'emergenza è una necessità immediata sapendo però che serve la ricostruzione antisismica che deve accompagnarla e proseguire ad emergenza temporaneamente passata. Si tratta di stanziare decine e decine di miliardi e di promuovere una politica economica keynesiana alla quale anche l'Europa deve contribuire sia con proprie risorse destinate alle aree depresse e colpite da un sisma che si ripeterà di continuo e sia consentendo all'Italia quella politica keynesiana che è inevitabilmente fondata sul debito.

C'è un aspetto positivo in quella politica: la creazione di posti di lavoro direttamente da parte dello Stato e di enti pubblici ma anche da parte di imprese private con appalti sorvegliati che impediscano eventuali reati di corruzione come spesso è avvenuto.

Ed ora una seconda difficoltà che è invece tutta politica e riguarda il No e il Sì al referendum del 4 dicembre prossimo. Non ha certo il peso delle elezioni americane né del Brexit, ma in qualche modo riguarda la sopravvivenza politica di Renzi se il No avrà la maggioranza oppure il suo rafforzamento e quello del suo governo se vincerà il Sì con ripercussioni non trascurabili sulla stessa Europa.

Il comitato dei Cinque che lo stesso Renzi ha nominato affinché studi un progetto di cambiamento della legge elettorale vigente ha terminato i suoi lavori e stilato una proposta che Renzi ha fatto propria. Il progetto del comitato, a quanto sappiamo, propone l'abolizione del ballottaggio, l'abolizione delle preferenze, il voto popolare in collegi sufficientemente ampi con alleanze e quindi apparentamenti omologhi in tutto il Paese.

Si tratta d'una proposta perfetta, elaborata dai Cinque rappresentativi del vertice del Pd e in particolare da Gianni Cuperlo, rappresentativo dei dissidenti che vogliono tuttavia lavorare lealmente al rafforzamento d'un partito di centrosinistra moderno e democratico, senza alcun rischio di autoritarismo.

Ci auguriamo che Renzi annunci questo progetto pubblicamente anche in Parlamento avvertendo che dovrà essere a suo tempo approvato formalmente dalla direzione del Pd. Insomma un annuncio decisamente personale, ma in realtà essenziale per chi dirige partito e governo e punta a un Pd compatto salvo qualche eventuale e personale eccezione.

***

Il vero e terribile avversario di Renzi e della sua politica in Italia e in Europa è il Movimento 5 Stelle. Con la legge elettorale attuale i grillini (che non amano sentirsi chiamati così) avrebbero la quasi certezza di vincere al ballottaggio ed anche di essere decisivi per la vittoria del No referendario. Il Movimento 5 Stelle non ha certo la forza esplosiva di un Donald Trump, soprattutto perché l'Italia non è l'America. Ma un grillino alla guida dell'Italia possiamo immaginare come si comporterebbe nel nostro Paese, in Europa e in tutti i Paesi extraeuropei, cioè nel mondo intero?

A due mesi dalle elezioni a sindaca di Roma abbiamo visto che cosa ha fatto la Raggi: nulla, non ha fatto nulla salvo aver disdetto le olimpiadi ed avere anche sospeso la costruzione di un settore essenziale della metropolitana. Forse quelle sospensioni avevano qualche giustificazione ma la vera ragione è che se avesse accettato le olimpiadi la Raggi non era in grado di iniziare da subito le opere preliminari e di programmare poi gli impianti necessari ai vari sport olimpici.

Questo è accaduto alla sindaca di Roma con il sostegno di tutti i cinquestellati. Rispetto a questo esempio su scala nazionale e internazionale è immaginabile quale sarebbe la fine dell'Italia.

In queste condizioni e in queste prospettive Renzi ha non solo la facoltà ma l'obbligo
di fare proprie le conclusioni del comitato da lui nominato. Non ci sono alternative. Non si può correre il rischio di causare la trasformazione d'un teatro dell'Opera in un teatro di burattini con un burattinaio ventriloquo che li muove con i fili e gli presta la voce.
 
© Riproduzione riservata 06 novembre 2016

Da - http://www.repubblica.it/politica/2016/11/06/news/renzi_scongiuri_il_rischio_di_un_trump_italiano-151422020/?ref=HRER2-1
6135  Forum Pubblico / GIORNALISMO INVESTICATIVO d'INCHIESTA. OPINIONISTI. / Dario DI VICO - Questa Italia inserito:: Novembre 08, 2016, 11:11:20 pm
Questa Italia

Case, auto e cibo: così il ceto medio si sta salvando con l’economia condivisa
L’affitto degli appartamenti con le piattaforme Internet integra il reddito e fa nascere piccole imprese L’utilizzo Si calcola che il 17% degli italiani usi una piattaforma digitale di condivisione (Airbnb, BlaBlaCar, Gnammo e il car sharing) e il successo è crescente La funzione La sharing economy favorisce il ceto medio che ha bisogno di integrare il proprio reddito e coltivare la possibilità di diventare piccolo imprenditore

Di Dario Di Vico

Iniziativa di Airbnb durante il Salone del mobile: privati accolgono visitatori nelle proprie case. Nella foto Claudia Emilitri con ospiti francesi in via Meda 3. Airbnb è il sito di condivisione case con più utenti al mondo

Il primo sciopero dei rider, i fattorini torinesi della piattaforma di consegne a domicilio Foodora, ha già avuto l’effetto di rilanciare sulla Rete la discussione sugli effetti della sharing economy sul mercato del lavoro italiano, discussione finora vissuta quasi esclusivamente sul conflitto tra Uber e i tassisti. Si calcola che il 17% degli italiani usi una piattaforma digitale di condivisione (Airbnb, BlaBlaCar, Gnammo e il car sharing) e il successo è crescente avendo la sharing economy saputo coniugare l’elemento razionale (l’utilizzo ottimale delle risorse) con quello valoriale (la gratificazione di concorrere a qualcosa di socialmente utile). E abbia di conseguenza coinvolto oltre al popolo del politicamente corretto anche una frazione crescente del ceto medio non riflessivo. Per di più è riuscita a mettere d’accordo culture politiche assai diverse tra loro, si trovano tifosi della sharing tra i liberali ortodossi come tra i sostenitori della teoria dei beni comuni. Spiega però Ivana Pais, sociologa dell’Università Cattolica di Milano: «Attenzione a non fare confusione. Il caso di Foodora non rientra nella sharing, è una prestazione a chiamata e quindi più tradizionale. A fare il prezzo non è chi presta il servizio ma l’azienda-madre e può accadere che si parta con compensi alti per i fattorini e prezzi bassi per i clienti e poi una volta conquistato lo spazio di mercato si cambino le regole per aumentare il profitto».

La verità è che la sharing economy favorisce il ceto medio che ha bisogno di integrare il proprio reddito e coltivare la possibilità di diventare piccolo imprenditore, quanto al lavoro dipendente invece crea quelli che ci siamo abituati a chiamare lavoretti - negli Usa la chiamano gigeconomy - che dovrebbero essere retribuiti con equità e non con meccanismi da economia sommersa.
Spiega Marta Mainieri, fondatrice di Collaboriamo e organizzatrice della due giorni di Sharitaly in programma a Milano per metà novembre: «La sharing si confà alla perfezione al ceto medio: per avere un ruolo attivo bisogna possedere un bene e se si tratta della casa è più facile metterlo a reddito. Non averla equivale a rimanere senza il biglietto d’ingresso». Questo spiega come la piattaforma che ha più successo in Italia - e va in soccorso del ceto medio - è Airbnb, che affitta le abitazioni e oggi coinvolge almeno 100 mila host (nel gergo sono le persone che mettono a disposizione la loro prima o seconda casa). A proposito di beni posseduti gli inglesi noleggiano persino i gioielli o il posto macchina e la piattaforma Skillshare ha provato a mettere sul mercato della condivisione le competenze intellettuali (skill).

Il caso Airbnb
Avendo le proteste dei tassisti bloccato Uber, Airbnb resta il vero caso di studio monitorato con attenzione anche dalle associazioni degli albergatori che non mancano di avanzare dubbi sulla reale trasparenza della piattaforma. I dati nazionali ci dicono che i 100 mila host di cui abbiamo parlato hanno percepito in media nel 2015 un bonus di 2.300 euro ciascuno. Ancora poco, ma si tratta di una media perché il grosso delle transazioni si ha in quattro città (Venezia, Firenze, Roma e Milano) che richiamano turisti per l’intero anno e in questi casi l’integrazione di reddito è molto superiore. In riva all’Arno siamo sui 6.300 euro annuali e nella Capitale sui 5.500. Si calcola che in media un host dia vita a tre annunci di affitto di spazi diversi, di conseguenza è facile che in futuro si crei una polarizzazione: da una parte chi del noleggio-casa ha fatto un’attività costante e chi invece si è fermato all’integrazione saltuaria di reddito. Per ora i dati sulle fasce di ricchezza degli host sono equilibrati: il 27% gode già di un reddito annuo superiore ai 33 mila euro ma il 24% ha meno di 13.600 euro. «Il reddito generato grazie alla nostra piattaforma aiuta gli host italiani a far quadrare i conti e a rimanere nelle case che amano. Il reddito di molti di loro è inferiore al reddito medio in Italia» dicono ad Airbnb. E il caso più citato è quello di Milano dove c’è la maggiore estensione del numero di host e nella settimana del Salone del Mobile risulta si affittino anche case molto lontane dal centro.


Un reddito extra per il ceto medio
Così mentre le élites rimpiangono la vecchia cetomedizzazione del Paese (che prima disprezzavano) la sharing economy in qualche modo la ricrea. Qualche host si è trasformato addirittura in un piccolo giocatore di Borsa che aumenta il prezzo dell’affitto in corrispondenza del mutamento della domanda, vedi sempre il caso milanese di Expo e delle settimane della moda. Altri sono diventati dei piccoli albergatori, capaci di studiare i movimenti della concorrenza, curare il marketing e la soddisfazione del cliente, investire sul look della casa: tutto con l’obiettivo di riempire per un maggior numero di giorni possibili l’anno. Teniamo presente che la differenza di guadagno tra affittare l’abitazione a un inquilino fisso come da tradizione e invece puntare sulla rotazione via sharing può essere del 100% a favore di quest’ultima anche con un’occupazione dell’appartamento di 20 giorni su 30 al mese. Il fenomeno non è solo italiano e il «Financial Times» ha dedicato qualche mese fa un lungo articolo all’extra-reddito immobiliare del ceto medio inglese. E comunque per avere un’idea delle iniziative sorte attorno alle piattaforme di affitto (non c’è solo Airbnb che è la più nota) a Firenze si è formata Ospitalità Alternativa un’associazione di piccoli gestori, ma soprattutto sono nate attività legate all’indotto del noleggio di abitazioni. Servizi di pulizia, servizi di consigli di arredamento, portierato. A Milano è spuntato un gruppo Facebook curato da Carlotta Bianchini che serve a scambiarsi le informazioni su aspetti fiscali, pratiche burocratiche, rapporti con le autorità amministrative e di polizia. «Vogliamo evitare che si allarghi la piaga degli abusivi che già esistono e con prezzi bassissimi in realtà eludono Fisco e controlli» dice Bianchini. C’è anche un’altra variante, di tipo generazionale: i genitori che danno in gestione le loro seconde case ai figli perché si responsabilizzino, inizino un’attività o comunque facciano apprendistato organizzativo. Le idee di business non mancano e sta nascendo anche un filone di turismo sanitario con collegata offerta di servizi complementari capace di fornire infermieri h24.

Il rischio «professionalizzazione»

Sarebbe un errore però ricondurre tutta la sharing ad unum vuoi perché si tratta di esperienze recenti e in rapida trasformazione (e quindi difficili da normare con un legge passepartout) vuoi anche perché i modelli di business delle piattaforme sono assai diversi tra loro e risentono delle caratteristiche del settore dove operano e anche delle differenze di carattere culturale tra americani ed europei. «La grande divaricazione che nel mondo della sharing si è creata è tra lavoro professionalizzato e prestazione occasionale e le piattaforme si caratterizzano anche per la scelta a monte che hanno fatto» spiega la sociologa Pais. Ad esempio BlaBlaCar, la piattaforma francese che organizza i viaggi in condivisione e ha riportato all’onore delle cronache il vecchio autostop, sta ripulendo gli elenchi dei suoi autisti per evitare che qualcuno di loro, insistendo su una determinata tratta, si costruisca un business. Al contrario di Airbnb e di come avrebbe agito Uber. La piattaforma Gnammo, che consente di organizzare cene in casa propria facendo pagare gli ospiti, ha messo addirittura un limite ai ricavi di 5 mila euro annui, assai basso, proprio per evitare la professionalizzazione spinta. «Sono esperienze sicuramente più vicine alla narrazione iniziale della sharing - sostiene Mainieri -. Qui diventa centrale non tanto l’incremento di reddito o la professionalizzazione ma il risparmio e il confronto culturale. Viaggiando insieme in auto si mischiano comunità diverse e in una fase storica in cui la diffidenza dell’altro cresce il fatto che si accetti di stare ore in macchina con dei perfetti sconosciuti è un segno di grande apertura mentale». Resta, infine, il tema della tutela sindacale per chi lavora nelle piattaforme a chiamata come Foodora. «Lo sviluppo della sharing pone anche al sindacato una serie di domande nuove - risponde Massimo Bonini, giovane segretario generale della Cgil di Milano -. Se hai la seconda casa e la metti su Airbnb è integrazione del reddito, l’autista di Uber invece fa un vero lavoro. Per il resto bisogna capire bene quale sia il rapporto di lavoro tra l’azienda di consegna del cibo e i fattorini. La sharing non c’entra, bisogna più semplicemente accertare se sono rispettate le leggi e se esiste un contratto di qualsiasi natura esso sia».

(2 - continua)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
10 ottobre 2016 (modifica il 10 ottobre 2016 | 10:22)

Da -  http://www.corriere.it/economia/16_ottobre_10/case-auto-cibo-cosi-ceto-medio-si-sta-salvando-l-economia-condivisa-e54116d6-8eb6-11e6-85bd-f14ac05199eb.shtml
Pagine: 1 ... 407 408 [409] 410 411 ... 529
Powered by MySQL Powered by PHP Powered by SMF 1.1.21 | SMF © 2015, Simple Machines XHTML 1.0 valido! CSS valido!