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5911  Forum Pubblico / "ggiannig" la FUTURA EDITORIA, il BLOG. I SEMI, I FIORI e L'ULIVASTRO di Arlecchino. / Arlecchino. Da FB ... Sicuri che il "godimento" che corre dalla cervicale... inserito:: Dicembre 17, 2016, 03:04:16 pm


Sicuri che il "godimento" che corre dalla cervicale verso il basso della colonna, sia così essenziale e totalizzante, nella vita di noi essere umani? Il non goderne o goderne poco quanto e come influisce nel benessere di ognuno? Lo chiedo, con doveroso garbo, principalmente alle Signore Donne e tra di loro, a quelle che hanno consapevolezza di come vissero il "godimento" le donne del passato, vittime dell'ignoranza e dell'egoismo del debolissimo sesso forte. Quella mancanza non ha impedito tutto il Bene che le donne hanno saputo e potuto portare nel mondo... oltre all'essere mamme. ciaooo

Da FB del 16/12/2016
5912  Forum Pubblico / Gli ITALIANI e la SOCIETA' INFESTATA da SFASCISTI, PREDONI e MAFIE. / PAOLO GALLORI. Alessandra Moretti assente per malattia in Consiglio regionale. inserito:: Dicembre 17, 2016, 03:01:53 pm
Alessandra Moretti assente per malattia in Consiglio regionale. Scovata in India con Instagram
La capogruppo del Pd nell'assemblea regionale trova "surreale" tanto interesse per la sua salute e per la sua vita privata. "Ero malata ma sono partita per un impegno programmato da tempo". I quattro giorni di festeggiamenti a Jaipur per il matrimonio di un imprenditore dell'oreficeria di base nella sua Vicenza

Di PAOLO GALLORI
15 dicembre 2016

Uno scatto dai mille accecanti colori, come le caleidoscopiche copertine dei dischi psichedelici di fine anni Sessanta fiorite in musica dopo il pellegrinaggio beatlesiano alla corte del Maharishi. Un gruppo di donne sedute, col capo coperto e in abiti tradizionali, sullo sfondo di un tempio. In primo piano, accosciata, Alessandra Moretti, capogruppo democratico del Pd in Consiglio regionale del Veneto. Lei, Alessandra, veste all'occidentale, sul capo non il velo, solo occhiali da sole tra i capelli. Ma è sulla sua fronte che spicca il vermiglio contorno del "terzo occhio". Che forse la aiuterà a scrutare dentro se stessa e a spaziare nella sua coscienza superiore. Ma di certo non l'ha aiutata a pre-vedere la polemica, per lei "surreale", in cui si è infilata proprio a causa di quella foto.

Alessandra Moretti l'ha caricata sul suo profilo Instagram. Attirando si di sè il "grande occhio" dei nostri tempi, lo sguardo digitale dei social, che tutto vede e tutto sa. Così, è stata facilmente scovata e segnalata, per il disappunto dei colleghi di partito della Moretti in Consiglio regionale. A cui nei giorni scorsi, in chat, Alessandra Moretti aveva recapitato un messaggio per comunicare la sua assenza nella seduta assembleare dedicata alla discussione della legge di stabilità. Motivazione: malattia. Per questo, i consiglieri dem ci sono rimasti male nello scoprire che la loro capogruppo era invece in India. E anche parecchio male, a giudicare dai commenti trapelati, dove c'è chi ha subito ricordato un altro viaggio della Moretti a Miami e chi invece la percentuale di assenze in Consiglio della capogruppo (25, pari al 27,78%, a fronte di 65 presenze), inferiore solo a quella totalizzata dal presidente Zaia.

Cosa faceva in India, Alessandra Moretti? Con il padre, era a Jaipur, non alla ricerca del suo guru ma invitata al matrimonio di Jorge Sharma, imprenditore dell'oreficeria con base a Vicenza. Quattro giorni di festeggiamenti. Raggiunta da Radio Capital, Alessandra Moretti ricostruisce così la sequenza degli avvenimenti: "Ho avuto la febbre prima di partire, l'8 dicembre. Ma sono partita perché il viaggio era programmato da tempo. In India mi sono riammalata, come succede a tutti quando si viene qui. E adesso sto rientrando. Ma di cosa mi devo giustificare?". Be', osserva l'intervistatrice, forse una cosa è dire di stare male (mancando così a un impegno professionale, ndr) e restarsene a casa, altra è dire di star male ma essere in India. Moretti a questo punto taglia corto: "Io le ho ricostruito tutta la vicenda. Non sono in un'aula di tribunale e, francamente, mi sembra surreale tutto questo interesse, per il mio stato di salute e per la mia vita privata".

Una storia per molti aspetti simile a quella di Martin Castrogiovanni, pilone della nazionale di rugby, che lo scorso aprile disse ai dirigenti francesi del suo club, il Racing 92, di doversi recare in Argentina per stare vicino a un parente molto malato. E invece fu beccato via social al mega-party della squadra di calcio del Paris Saint Germain a Las Vegas. A inguaiarlo erano stati i tifosi del calciatore Zlatan Ibrahimovic, che ancora su Instagram avevano fatto circolare una foto che ritraeva il rugbista non accanto al letto di un sofferente ma a bordo piscina, attorniato da corpi che esplodevano di salute. Castrogiovanni fu sospeso e successivamente licenziato. Per i francesi, almeno nel rugby, funziona così...

© Riproduzione riservata
15 dicembre 2016

Da - http://www.repubblica.it/politica/2016/12/15/news/alessandra_moretti_assente_per_malattia_in_consiglio_regionale_ma_scovata_in_india_con_instagram-154158058/?ref=fbpr
5913  Forum Pubblico / "ggiannig" la FUTURA EDITORIA, il BLOG. I SEMI, I FIORI e L'ULIVASTRO di Arlecchino. / Arlecchino. Da FB ... Un solo giorno di colloqui, meglio così per Gentiloni. inserito:: Dicembre 17, 2016, 02:58:18 pm

Arlecchino Batocio su FB
11 minuti fa · 15/12/2016

Un solo giorno di colloqui, meglio così per Gentiloni.
Torna dopo essersi fatto vedere e dato una prima impressione di se, nel nuovo ruolo.
Subito dopo dovrà, Innanzitutto non dare peso al fatto di avere alle spalle un paese in preda ad oppositori urlanti, ma senza valore. Che quindi nel mondo contano come il due di picche.
Come secondo impegno deve riuscire, da subito, nell'allontanarsi dall'amico Renzi e stabilire una sua autonoma dimensione, da presentare all'Elettore Italiano meglio dotato, rispetto alla media oggi verificabile. Cresceranno di numero dopo aver capito la "cassata" che hanno fatto dando retta ai suddetti urlanti.
Tutto questo deve fare governando l'Italia senza aspettare "l'aria che tira". ciaooo

5914  Forum Pubblico / Gli ITALIANI e la SOCIETA' INFESTATA da SFASCISTI, PREDONI e MAFIE. / Francesco RUTELLI: “Leadership effimera senza le nuove generazioni” inserito:: Dicembre 17, 2016, 02:48:40 pm
Rutelli: “Leadership effimera senza le nuove generazioni”
Francesco Rutelli è stato sindaco di Roma e vicepremier con Prodi

Pubblicato il 15/12/2016
Ultima modifica il 15/12/2016 alle ore 14:14

Scrive Hannah Arendt che il senso della Politica è la libertà, e il suo scopo è nella parola latina agere, ovvero avviare; dunque, scatenare un processo. Il suo contenuto è nel pluralismo umano, con la costante presenza degli altri. Quando ciò viene meno, i tempi sono bui: quando un’intera giovane generazione «salta il turno» della propria presenza attiva nella vita pubblica, i danni possono essere profondi, e duraturi.

Per questo il cambiamento delle leadership politiche sarà effimero, se non sarà frutto di condivisione tra generazioni. La politica non sarà più necessariamente una professione a vita; né potrà essere dominata da brevi avventure dilettantistiche. Le classi dirigenti politiche saranno sempre più parte della società reale, e dovranno essere capaci di suonare sull’intera tastiera delle materie economiche, amministrativo-gestionali, istituzionali. E’ impossibile rendere facile ciò che è complesso: il male dei populismi è nell’illudere il popolo che esistano soluzioni semplici a problemi difficili. Alimentare l’ignoranza può essere elettoralmente pagante ma, nel rapporto con la cittadinanza, la politica è comunque sfidata – spesso, col passo di soli 140 caratteri – a cercare di rendere comprensibile il difficile.  

Linee di frattura profonde si manifestano nelle nostre democrazie, che possono mettere in discussione l’essenza stessa della democrazia nel XXI secolo. La globalizzazione ha prodotto vasti benefici, ma le sue dinamiche appaiono soverchiare gli strumenti dei decisori nazionali eletti. Paradossalmente, i grandi benefici della Società Aperta non sempre contribuiscono ad allargare la partecipazione democratica. La crescita costante dell’automazione e l’Intelligenza artificiale cambierà inoltre offerta di lavoro, le sue forme e le sue retribuzioni: spariranno milioni di impieghi tradizionali, e saranno richieste nuove competenze. Quello che viene chiamato spesso «populismo» si tradurrà in molti Paesi nell’inedito potere di protesta dei ceti esclusi dai dividendi della globalizzazione.  

Assisteremo a frequenti ricambi della classe politica, e a un indebolimento della terzietà delle istituzioni come «casa di tutti». Solo i Partiti, come parti politiche, potranno organizzare un motivato impegno nello spazio pubblico: ma i Partiti esistono se sono Parti in causa; muoiono, se inconsistenti nel pensiero. Senza esercitare il Potere delle Idee, il partito politico soccombe all’antiPolitica.

E l’integrazione europea rischia di essere travolta. Solo un’Europa unita e democratica può progredire; un’Europa divisa è condannata a regredire. Ma l’Europa non potrà convincere nessuno della sua utilità se la sua economia sarà stagnante e le sue istituzioni vissute come un armamentario lontano e inefficiente rispetto alla vita concreta delle persone.  

Tre sono le sfide più complicate oggi per la politica democratica. Governare con il consenso e con sufficiente stabilità; governare l’economia senza soccombere alle scorrerie finanziarie; costruire partecipazione civile e classi dirigenti, plurali e capaci. Compito di una politica democratica e umanista è fornire ragioni di ottimismo sull’avvenire: il vero rischio della stagione dei populismi è che a essa faccia seguito una stagione di autoritarismi.  

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Da - http://www.lastampa.it/2016/12/15/italia/politica/rutelli-leadership-effimera-senza-le-nuove-generazioni-i6qLFMWxFnuq16bW2gStzL/pagina.html
5915  Forum Pubblico / AUTORI. Altre firme. / Gianni Barbacetto Giuseppe Sala indagato, i fatti erano noti. Perché candidarlo inserito:: Dicembre 17, 2016, 02:46:50 pm
Politica
Giuseppe Sala indagato, i fatti erano noti. Perché candidarlo sindaco?

Di Gianni Barbacetto | 16 dicembre 2016

Dunque Giuseppe Sala è indagato. Per il più grosso degli appalti Expo, quello della “piastra” su cui è stata costruita tutta l’esposizione (base d’asta: 272 milioni di euro). Le accuse sono note da anni, erano già state formulate durante un’inchiesta della Procura di Milano del 2014. Per riuscire a ogni costo a finire in tempo i lavori, Sala non ha annullato la gara, vinta nel 2012 dalla Mantovani in modo anomalo, con un ribasso del 42 per cento, offrendo una cifra che “non era idonea neppure a coprire i costi”, annotavano i pm nella loro richiesta d’archiviazione, segnalando anche “numerose anomalie e irregolarità amministrative”, sia nella “scelta del contraente”, sia “nella fase esecutiva”.

Per non far saltare la gara, Sala avrebbe anche falsificato una data, retrodatandola. E poi avrebbe “aggiustato” con la Mantovani le cose: avevano vinto il 3 agosto 2012 offrendo soli 165,1 milioni. Il commissario si accorda concedendo alla Mantovani prezzi più alti per nuovi lavori aggiuntivi, in modo da compensare il mega-ribasso iniziale. Per esempio, i 6mila alberi di Expo, comprati in un vivaio a 266 euro l’uno, sono stati pagati da Sala alla Mantovani 716 euro l’uno. Con un contratto affidato nel luglio 2013, senza gara, all’impresa per un importo di 4,3 milioni; la Mantovani nel novembre successivo stipula un contratto di subfornitura con un’impresa vivaistica per 1,6 milioni.

L’inchiesta della Procura di Milano rileva tutte queste anomalie, ma è azzoppata dallo scontro tra il procuratore Edmondo Bruti Liberati e l’aggiunto Alfredo Robledo. Bruti Liberati aveva avocato ogni inchiesta sull’esposizione universale, costituendo una “Area omogenea Expo” di cui aveva assunto personalmente il coordinamento, esautorando Robledo. Quella struttura organizzativa era poi stata dichiarata non legittima.

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, a cose fatte, ringrazierà Bruti per la sua “sensibilità istituzionale”. Ma quando nel 2016 la Procura chiude l’indagine e chiede l’archiviazione, prima il gip Andrea Ghinetti non l’accetta, poi la Procura generale avoca l’inchiesta e chiede altri sei mesi per indagare, iscrivendo anche Sala tra gli indagati.

Fatti minori, si difende Sala, compiuti “in buona fede” per finire i lavori in tempo per aprire Expo. Se anche fosse così, resta da spiegare perché il commissario Expo che aveva forzato le norme e aggirato le regole sia poi stato candidato sindaco: mettendo a rischio Milano e la sua amministrazione e provocando l’attuale crisi istituzionale.

Da - http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/16/giuseppe-sala-indagato-i-fatti-erano-noti-perche-candidarlo-sindaco/3264451/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=newsletter-2016-12-16
5916  Forum Pubblico / MONDO DEL LAVORO, CAPITALISMO, SOCIALISMO, LIBERISMO. / FRANCESCO SPINI. Ma Bolloré è pronto alla guerra di logoramento coinvolgendo... inserito:: Dicembre 17, 2016, 02:45:23 pm
Vincent pensa alla tregua di Natale e cerca un abboccamento con Silvio
Ma Bolloré è pronto alla guerra di logoramento coinvolgendo la telefonia

Pubblicato il 16/12/2016
Francesco Spini
Milano

Chiamatela, se volete, la tregua di Natale. I cannoni francesi in Borsa hanno smesso di rombare. Il titolo Mediaset dopo la pazza corsa dei primi tre giorni della settimana ha chiuso per la prima volta in calo, dell’1,55%. Vincent Bolloré, giunto con la sua Vivendi al 20% del Biscione, resta convinto - dopo il comprensibile choc iniziale - di aver comunque destato l’attenzione di Silvio Berlusconi con cui, genio della tv e attento al futuro della sua creatura, ritiene di poter raggiungere ancora un accordo. Un nuovo patto sotto il segno di quella stessa visione strategica che già in aprile li aveva accomunati salvo poi finire a carte quarantotto sui conti, contestati, di Premium, la pay tv diventata col tempo la zavorra di Cologno Monzese. 

Tra borsa e tribunale, la partita tra Mediaset e Vivendi è appena iniziata

Per favorire un riavvicinamento, Bolloré ieri ha cominciato col mandare segnali distensivi. Parola d’ordine: abbassare i toni. «Certamente non è stato sollecitato, ma non è un atto ostile», ha dichiarato così all’Ansa una forte interna di Vivendi. «Vogliamo estendere e rafforzare la nostra posizione in Europa del Sud che per noi è strategica», hanno proseguito da Parigi. Nel quartier generale di Mediaset quanto in quello della holding hanno subodorato qualcosa di più, al punto che si aspettano - forse già oggi o nei prossimi giorni - una specie di invito ufficiale a sedersi attorno a un tavolo. Bolloré cerca la pace, ora che con la sua quota - presa in modo brutale, certo, ma spendendo 700 milioni - ha allineato i propri interessi con quelli dei Berlusconi. Ma, pur con tutta la buona volontà, non attenderà in eterno. La tregua durerà fino a Natale. Passate le Feste, se i segnali saranno ancora tutti e solo ostili (e ieri i manager di Fininvest hanno esaminato a lungo con i legali le richieste da inoltrare alla Procura di Milano e alla Consob, tra cui il congelamento delle azioni rastrellate da Vivendi), riprenderà a fare la guerra. L’Opa non sembra un’opzione: il gruppo potrebbe arrivare al 29,9%. Quella a cui Parigi si prepara è una guerra di logoramento: battagliare in ogni assemblea, presentare a tutti gli azionisti (fondi inclusi) il proprio piano alternativo, chiedere - anche prima del 2018 - di poter avere rappresentanti in cda. Vivendi poi controlla Telecom, grande cliente pubblicitaria di Mediaset, e che finora, tra Premium e Sky, ha favorito la prima. Sarebbe ancora così?

Neppure Mediaset e Fininvest resterebbero a guardare. La holding dei Berlusconi non potrà più comprare azioni (se non un 1,27% a partire da aprile) per un anno. Qualcuno scommette che voglia restituire il dispetto a Vivendi, comprando quote della sua Telecom. La cosa non trova riscontri, ma il titolo (nonostante il presidente Giuseppe Recchi giuri che il gruppo sia «totalmente estraneo alla vicenda») ha guadagnato il 3,66%. Al loro fianco, poi, hanno i colossi Unicredit e Intesa Sanpaolo. E Carlo Messina, ad di quest’ultima, appare determinato nel supportare Mediaset in nome dell’italianità da preservare. Non una guerra, sarebbe uno scontro tra titani.

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Da - http://www.lastampa.it/2016/12/16/economia/vincent-pensa-alla-tregua-di-natale-e-cerca-un-abboccamento-con-silvio-Y5skdlMMMg9KdqtpavgGoJ/pagina.html
5917  Forum Pubblico / MONDO DEL LAVORO, CAPITALISMO, SOCIALISMO, LIBERISMO. / Vito LOPS. Via alla grande rotazione sui mercati. Cosa cambia per bond, azioni, inserito:: Dicembre 17, 2016, 02:44:04 pm
Via alla grande rotazione sui mercati.
Cosa cambia per bond, azioni, oro e valute

Di Vito Lops 15 dicembre 2016

La Federal Reserve ha alzato i tassi di interesse di 25 punti base portando il costo del denaro all’ingrosso negli Usa nel nuovo range compreso tra 0,5% e 0,75%. Questa notizia era ampiamente attesa e non ha “sconvolto” più di tanto gli investitori. Ciò che non era atteso era il programma che la banca centrale ha per il 2017: alzare i tassi altre tre volte, anziché due come atteso dai mercati. Tecnicamente quindi si tratta di una sorpresa che, non a caso, si è subito riverberata sulle quotazioni finanziarie dei vari asset.

Il rendimento dei Treasury a 10 anni è balzato dal 2,5% al 2,6%. È salito anche quello del Bund tedesco (da 0,32% a 0,37%) ma meno rispetto al tasso del “cugino” americano. Di conseguenza lo spread Usa-Germania (in questo momento certamente più interessante rispetto allo spread Italia-Germania) si è impennato sul territorio inesplorato di 221 punti base.

Seguendo il rialzo dei tassi il dollaro si è rafforzato su scala globale. Il dollar index - che ne confronta l’andamento con le altre sei più importanti valute globali - è balzato ai massimi da 13 anni. Il cambio euro/dollaro è sceso ampiamente sotto quota 1,05, come non accadeva dal 2015. Il rafforzamento del dollaro, unitamente alla ritrovata propensione al rischio degli investitori (accelerata come spesso accade dall’esigenza di fare cassa e quindi performance a fine anno) sta indebolendo l’oro che anche oggi cede quasi il 2% (negli ultimi due mesi ha perso quasi il 20% neutralizzando buona parte del guadagno che aveva messo a segno da inizio anno).

L’indebolimento dell’euro sta dando nuova linfa alle Borse europee che sono reduci da settimane spumeggiante. In 10 giorni Piazza Affari ha guadagnato il 16%. Wall Street resta su valori prossimi ai record storici. La Borsa statunitense - essendo gli Usa un’area più sicura della più prospetticamente turbolenta Eurozona - si è rivelata con un +8% da inizio anno finora la valvola di sfogo dell’abbondante liquidità che deriva dalle politiche espansionistiche tenute negli ultimi anni dalle banche centrale e dalla rotazioni tecniche di asset finanziari.

    Lo scenario 15 dicembre 2016
I tre motivi per cui la «stretta» Fed non allarma i mercati

In questo momento gli investitori stanno vendendo le obbligazioni - perché i tassi stanno salendo e di conseguenza i prezzi, che si muovono in maniera inversa, “devono” scendere - e comprando azioni. Un fenomeno noto come la “grande rotazione”. Dai bond all’equity.

La domanda è, a questo punto, fino a quanto potrà durare questo trend che, come ogni tendenza, ha un inizio e una fine. Soprattutto considerato che Wall Street viaggia con un rapporto prezzo/utili (secondo i calcoli dell’economista e premio Nobel Robert Shiller) oltre 28 volte. Un multiplo da bolla.

Secondo molti esperti c’è una soglia tecnica. Quando i Treasury Usa saranno venduti a tal punto da far sì che il nuovo rendimento (a parità di cedola) si impenni dal 2,6% al 3%, sarà il segnale che potrà partire la “rotazione reverse”. Ovvero gli investitori che oggi stanno vendendo bond e comprando azioni, potranno iniziare a fare l’opposto: vendere azioni (che rischiano l’effetto bolla) e ricomprare obbligazioni Usa a tassi di partenza molto più interessanti. Quale sarebbe appunto il 3%.

Qualora l’investitore europeo volesse replicare questa strategia è bene che sappia che è probabile che se il Treasury arriva al 3% probabilmente contestualmente il dollaro si sarà ancor più avvicinato alla parità con l’euro. A quel punto il rischio cambio (ovvero un eventuale recupero dell’euro sul dollaro) potrebbe mettere in difficoltà quel 3% di partenza che sarebbe, nell’ipotesi, garantito dai titoli di Stato Usa.

Il mercato è, come sempre, paragonabile a una fisarmonica. Le classi di investimento si muovono sempre con una certa logica che ne riflette armonie (o trend) del momento. Tenendo fede al vecchio adagio “nessuno ti regala mai niente”.

twitter.com/vitolops
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Da - http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2016-12-15/via-grande-rotazione-mercati-cosa-cambia-bond-azioni-oro-e-valute-123526.shtml?uuid=ADZ0RXEC
5918  Forum Pubblico / GIORNALISMO INVESTICATIVO d'INCHIESTA. OPINIONISTI. / FABIO MARTINI. Per la prima volta nella mia vita mi sono veramente vergognato... inserito:: Dicembre 17, 2016, 02:42:22 pm
Pubblicato il 15/12/2016 - Ultima modifica il 15/12/2016 alle ore 07:23

FABIO MARTINI

Per la prima volta nella mia vita mi sono veramente vergognato di essere italiano. Il giorno della formazione del nuovo governo, del giuramento e della votazione alle Camere, tutte le tv hanno presentato uno spettacolo «unificato» di uno squallore unico. Squallido per la ripetizione continua di critiche personali, sempre le stesse, senza una sola parola costruttiva. 

Io ho vissuto momenti di rigore oggi inaccettabile: sarà anche stato eccessivo, ma sarebbe bene ricordare che una battuta su De Gasperi e una innocua vignetta dove si vedeva Einaudi che passava in rassegna una fila di bottiglie di vino Nebbiolo delle sue tenute in Piemonte hanno fatto condannare Guareschi a un anno di galera. De Gasperi ed Einaudi, faccio notare, erano uomini di Stato che rispettavano le istituzioni. Quando un «onorevole» dopo la votazione alla Camera ha definito il governo «una banda di delinquenti» avrei voluto vedere i suoi colleghi dell’altra parte gridare il loro disappunto, la presidente della Camera farlo espellere, il capo del governo dire, subito, che lo avrebbe denunciato. Non è successo nulla, tutto è proseguito serenamente, io ho spento la televisione e mi è scappato un «Vaffa…» per tutti.

Bella lettera, compresa l’imprecazione finale che può apparire greve ma rende l’idea. Ci sono tanti italiani che coltivano idee politiche le più diverse, ma vorrebbero che i loro rappresentanti le portassero avanti con nettezza ma dignità, senza bisogno di ripetere che gli avversari sono criminali. E invece lo spettacolo andato in scena in queste ore nei due rami del Parlamento dimostra una certa inadeguatezza dei diversi schieramenti: si può accusare il governo di essere inadeguato, ma non c’è nulla di delinquenziale nel chiedere la fiducia al Parlamento e ottenerla. E d’altra parte chi si sente ingiustamente investito da accuse assurde, se ne sta al coperto, per evitare di essere investito da una raffica supplementare di insulti via web. È la stagione dei codardi, quelli che si nascondono sulla Rete e chi urla in Parlamento, ma per un’inversione dei toni non è mai troppo tardi.
 
Fabio Martini, inviato per la politica italiana, già redattore del «Messaggero», autore di saggi per le riviste del «Mulino» sul carattere consociativo e «tifoso» dei giornalisti, co-autore di «Roma nascosta», «L’opposizione al governo Berlusconi» (Laterza), «Veltroni, il piccolo principe» (Sperling). 
 
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Da - http://www.lastampa.it/2016/12/15/cultura/opinioni/secondo-me/insulti-sul-web-e-urla-in-parlamento-basta-con-questa-stagione-di-codardi-HmVkS59K6jeLni2J7XY4HK/pagina.html
5919  Forum Pubblico / "ggiannig" la FUTURA EDITORIA, il BLOG. I SEMI, I FIORI e L'ULIVASTRO di Arlecchino. / Arlecchino. Da FB Di Rabbia e di Vento ... inserito:: Dicembre 17, 2016, 02:40:01 pm
Arlecchino In FB

Di Rabbia e di Vento anche questo post (come il libro Sellerio dello stesso autore) che non ci serve, se non per l'ennesima conferma che una parte del nostro paese (la Sinistra-sinistra) è piena di rabbia e di vento. Ma da eterni incazzati nel loro paradiso crozziano di eterna ... opposizione, non hanno proposte percorribili per arrivare a far beneficiare il paese dei loro contributi di Sinistra-soltanto-incazzata. ciaooo
Caro Michele, il nostro ‘no no no’ è costruttivo, il tuo ‘sì sì sì’ è una resa alla destra
di Alessandro Robecchi Caro Michele, ho letto con attenzione il tuo aperto – direi conquistato, posso?…
temi.repubblica.it
5920  Forum Pubblico / "ggiannig" la FUTURA EDITORIA, il BLOG. I SEMI, I FIORI e L'ULIVASTRO di Arlecchino. / Arlecchino. Da FB DEL 17/12 inserito:: Dicembre 17, 2016, 02:38:01 pm
Arlecchino su FB del 17/12/2016
Buono, dolcezza, stima, riconoscenza, con molti altri valori, sono punti fermi ben saldi nel sentire delle persone (anche quelle che sbagliano nel votare). Siamo con i piedi ancora nel pantano, in più c'è chi alza polveroni inquinanti e pericolosi, in questo quadro che, oggi, descrive un ambiente "nebbioso", non dobbiamo deprimerci. La forza dei Semplici è il non farsi condizionare da nessuno ... liberi è bello. Ma per essere liberi, dobbiamo essere informati e consapevoli. Ciaooo



Quando fare politica significa una costante ricerca di nemici da abbattere non si può essere onesti. La vera onestà è battersi per il benessere comune, non per quello di una parte. Per questo bastano i Sindacati. Un partito (spero tornino rigenerati) deve puntare al futuro migliore per tutta la Comunità non per tutti i comunismi. Ciaooo

Da FB del 17/12
5921  Forum Pubblico / Gli ITALIANI e la SOCIETA' INFESTATA da SFASCISTI, PREDONI e MAFIE. / Matteo Orfini - La differenza tra noi e loro inserito:: Dicembre 17, 2016, 02:33:58 pm
Matteo Orfini   @orfini -  16 dicembre 2016
La differenza tra noi e loro

Per loro onestà e trasparenza sono slogan da gridare, per noi sono comportamenti da praticare
Hanno ragione i grillini, loro sono diversi.

Quando è capitato a noi abbiamo commissariato il partito, lavorato mesi a bonificare e ripulire. Abbiamo cacciato persone e reciso legami. Abbiamo risposto dalla sera stessa a tutte le domande in ogni sede: tv, giornali, aule parlamentari, commissione antimafia. Senza scappare. Senza nascondere la sabbia sotto al tappeto. Ma anzi chiamando le cose con il loro nome e lavorando per cambiare e rigenerare. A queste scelte abbiamo pagato un prezzo altissimo. Ma era la cosa giusta da fare. Loro oggi scappano, si nascondono.

Scappano dall’aula Giulio Cesare dove non vogliono parlare di quello che è successo. E cacciano chi come i nostri consiglieri li richiama alla serietà.

Scappa dalle domande il sindaco che legge un patetico comunicato in cui finge di non conoscere l’uomo a cui ha legato il suo destino in questi mesi.

Scappa Grillo, che ancora una volta copre l’indifendibile.  

Scappa Di Maio, che del m5s sarebbe il responsabile enti locali, colui che ha garantito per la Raggi e ha silenziato chi nel m5s chiedeva conto del ruolo di Marra.  

Scappa Di Battista che di quei rapporti con la peggiore destra romana non si è mai scandalizzato, perché da quella storia viene anche lui.

È vero, loro sono diversi. Per loro onestà e trasparenza sono slogan da gridare. Per noi sono comportamenti da praticare.
È questa la differenza.

Da - http://www.unita.tv/opinioni/la-differenza-tra-noi-e-loro/
5922  Forum Pubblico / GIORNALISMO INVESTICATIVO d'INCHIESTA. OPINIONISTI. / Gianni RIOTTA - Usa e Europa puntano sull’online con palinsesti personalizzati inserito:: Dicembre 17, 2016, 02:02:02 pm
Bolloré gioca sui ritardi dell’Italia per creare una piattaforma che faccia concorrenza a Hollywood
Usa e Europa puntano sull’online con palinsesti personalizzati

Pubblicato il 16/12/2016
Ultima modifica il 16/12/2016 alle ore 07:32
Gianni Riotta

La sfida in Borsa tra Mediaset di Silvio Berlusconi e Vivendi di Vincent Bolloré è vissuta in Italia, secondo la tradizione del nostro capitalismo, come scontro di personalità, l’astuto magnate francese con un tesoro di 2,4 miliardi di dollari pronti per investimenti, e il veterano italiano che, tra azioni e politica, difende da una generazione il suo l’impero. Sullo sfondo - Presepe in Borsa - le statuine familiari, Intesa, Unicredit, Telecom (di cui Bolloré controlla circa il 24%), Enel, Generali, Mediobanca e il governo. Con il premier Gentiloni e il ministro Calenda schierati a difesa delle risorse strategiche italiane, reti e contenuti, malgrado inalberino il brand dell’antico rivale politico, e perfino i magistrati, Nemesi di Berlusconi, chiamati a tutelarne le aziende nazionali.

Se appena lasciate però i nostri confini, la disputa acquisisce un altro interesse strategico, e così la vanno seguendo i mercati globali. Bolloré, racconta chi lo conosce bene, è fiero delle origini bretoni, «terra di pirati», vive di tattica non di strategia, lesto a mutare parere e a far fruttare dagli errori montagne di cash. Aveva scommesso su Premium Mediaset, quando vede che l’affare non c’è, si sfila, scommettendo sulle lungaggini della giustizia civile italiana. Con il premier Renzi dialoga su Telecom, tra due caratteri forti l’intesa non è cristallina sui nomi da mettere al comando. Caduto Renzi, Bolloré fiuta –da buon bretone- gli umori cangianti del vento, debolezza della politica, titolo Mediaset poco valutato, possibili, o futuri, dissapori tra gli eredi Berlusconi con il fondatore impegnato su troppi fronti alla vigilia degli 80 anni e Fedele Confalonieri instancabile, ma solitario. Scala dunque in Borsa, contando su un pozzo di danaro e attendendo che «Les Italiens» si logorino tra loro, «al minimo tratteremo su Premium forti di un terzo di Mediaset».

È possibile che, a breve, Mercato&Politica riescano a respingere l’offensiva bretone sul Biscione, e leggeremo commenti burbanzosi sull’«italianità», come in altre, non felici, vicende. Alla lunga però la questione rimanda ai cronici ritardi di casa nostra. Come nota sul Financial Times l’economista Mariana Mazzucato, la Germania ha investito negli ultimi 20 anni il 2,49% del Pil in ricerca e sviluppo, noi l’1,1. Il ritardo colpisce anche il settore dei media, delle reti di comunicazione, l’industria dei contenuti, con Rai, 2,4 miliardi di euro, Sky, 2,7, e Mediaset, 2,2, a dividersi il mercato ma in affanno sull’innovazione (eccezioni Ray Replay, canali tematici, tra le fiction Gomorra). È in corso un serrato dibattito se, davvero, il futuro dei media stia nel consolidare reti e contenuti, per creare poli capaci di contrastare lo strapotere di Netflix o Amazon, e se, davvero, l’Europa abbia la forza per creare un proprio dominio di rete e contenuti o, mentre Bruxelles emana «grida» manzoniane per azzoppare Google e Facebook, debba rassegnarsi, anche in questo campo, al declino.
Parecchi studiosi restano scettici sui benefici della convergenza Reti-Contenuti, ma il mercato ci crede con entusiasmo. La tecnologia della distribuzione è mutata, il pubblico under 35 non guarda più reti generaliste a orari fissi, come nonni e genitori, ma segue online quando può, via computer, tablet, smartphone, i propri show e programmi di notizie prediletti. Pochi giorni fa la 21st Century Fox del magnate australiano-americano Rupert Murdoch ha preso pieno controllo della pay tv inglese Sky, 11,7 miliardi di sterline (13,9 miliardi di euro) per una pay tv inglese, italiana e tedesca, accanto a giornali e radio, dopo la fusione proposta tra AT&T, ancora la rete più grande d’America, con Time Warner, che controlla Hbo, Cnn e Time Warner, progetto da 85,3 miliardi di euro. Intanto, in Francia, Altice, fondo multinazionale dell’imprenditore franco-israeliano Patrick Drahi, ha lanciato una campagna parallela per acquisire contenuti televisivi su 8 nuovi canali di intrattenimento per gli utenti della rete Sfr, accanto all’attuale palinsesto di notizie e sport.

La mossa di Drahi contrasta il piano di Bolloré: una Netflix europea, radicata nell’Europa latina, Francia, Italia, Spagna a fronteggiare gli anglosassoni. Vivendi, che cominciò sotto Napoleone III come compagnia di acquedotti nel 1853, è per Bolloré la risposta europea a Disney, Apple, Amazon, Google, Time Warner, AT&T e Murdoch. A chi gli ha chiesto in questi giorni «Ma non siete troppo piccoli?» ha risposto sicuro «Abbiamo tutto quel che ci serve per creare sinergie e non ci fermeremo, il cash è lì. Su Mediaset andiamo avanti, almeno fino al 30%: poi se ne parla con chi c’è».

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Da - http://www.lastampa.it/2016/12/16/economia/bollor-gioca-sui-ritardi-dellitalia-per-creare-una-piattaforma-che-faccia-concorrenza-a-hollywood-orNyjuyJr5RKuMFq6hIdcK/pagina.html
5923  Forum Pubblico / GIORNALISMO INVESTICATIVO d'INCHIESTA. OPINIONISTI. / MASSIMO GIANNINI Lo straniero alle porte e l'inutile linea del Piave inserito:: Dicembre 17, 2016, 01:58:51 pm
Lo straniero alle porte e l'inutile linea del Piave
Di MASSIMO GIANNINI
16 dicembre 2016

Lo straniero è alle porte, e noi non abbiamo niente da metterci. Un invasore minaccia di portarsi via un altro campione nazionale, e il Paese trabocca di orgoglio ferito e stupito. Certo, stavolta la posta in gioco è alta. In tutti i sensi: economico, politico, simbolico. Vincent Bolloré osa l'assalto al cielo, portando un attacco ostile al cuore del potere berlusconiano. Il blitzkrieg, forse non per caso, avviene in un momento di relativa fragilità del Paese. La resistibile armata renziana si è ritirata a Pontassieve, dopo la disfatta referendaria.

La timida pattuglia di Gentiloni muove i primi passi in una terra incognita. E così, come sempre e più di sempre, rispuntano i patrioti del giorno dopo. Riemergono gli alfieri dell'italianità perduta. "Non passi lo straniero". Ma il grido di battaglia risuona stanco. Soprattutto inutile, nell'era dei mercati liberi, apolidi e irresponsabili. Ciononostante, come cantava De André, le regine del tua culpa affollano i parrucchieri. È vero che Mediaset non è un'azienda qualsiasi. "Qui è in gioco l'Azienda Italia", dice il presidente del Consiglio, lasciando intendere che Palazzo Chigi potrebbe ingaggiare un'aspra resistenza contro i francesi. Il premier si sbaglia. Per due buone ragioni.

La prima ragione è storico-politica: se quella fosse davvero la posta in palio, il suo monito sarebbe tardivo. L'Azienda Italia ce la siamo già giocata da un pezzo. La nostra Caporetto si consuma da anni, nell'incoscienza del pubblico e nell'insipienza del privato. Governi senza idee, abituati alle partite di scambio e ai negoziati corporativi, incapaci di concepire politiche industriali e di far crescere settori strategici. Capitalisti senza capitali, affezionati alla rendita e ai comodi servizi in concessione, incapaci di investire nell'innovazione di prodotto e di processo. Se ne sono andati così, nei decenni, i pezzi migliori.

Se parliamo solo di Francia, è emigrata oltralpe la proprietà di Edison e Carrefour, Parmalat e Galbani, Bnl e Cariparma, per non parlare di Bulgari e Fendi, Pomellato e Loro Piana. Alla Borsa di Milano le partecipazioni degli investitori francesi pesano per 34,5 miliardi, il 7% del listino. Sono cadute una alla volta (compresa l'ultima, Pioneer, che Unicredit ha ceduto tre giorni fa ad Amundi, per 3,5 miliardi). Accompagnate da un rammarico parolaio che elude i veri problemi, mai risolti. La pessima gestione delle imprese e delle banche (che le rende fortunatamente contendibili) e l'atavica carenza di un solido Sistema-Paese (che le rende giustamente indifendibili).

La seconda ragione è tecnico-giuridica. Di strumenti per difenderci non ce ne sono. E quelli che ci sono, nelle condizioni date, non è forse neanche giusto utilizzarli. La discesa in campo dell'Agcom non pare l'arma fine di mondo. Semmai un'arma di distrazione di massa. La scalata di Vivendi a Mediaset sarebbe preclusa dal fatto che le due partecipazioni di Bolloré (Telecom e Mediaset) già ora supererebbero i limiti di concentrazione previsti dal combinato disposto del "mercato prevalente delle telecomunicazioni" (40%) e del cosiddetto Sic, "Sistema integrato delle comunicazioni" (10%).

Parliamo di tutto e di niente. La legge Gasparri introdusse il "Sic" proprio per ampliare all'infinito (e all'indefinito) la natura del business tv-tlc, per consentire allo stesso Berlusconi, allora premier, di tenersi ben stretto il suo impero mediatico. Una legge colabrodo, dunque. Fu scientemente e serenamente aggirata allora, quando in ballo c'erano gli interessi del Cavaliere. E potrebbe esserlo allo stesso modo oggi, quando in gioco ci sono quelli di un suo avversario. Si vedrà nei prossimi giorni.

Ma quello che si vede già oggi è che il "cadornismo" non ci salverà. È troppo tardi. Quando avremmo dovuto resistere non lo abbiamo fatto. Nell'ultimo anno proprio le manovre occulte o palesi di Bolloré hanno rivelato in modo plastico le debolezze italiane. Due re sono nudi, di fronte all'offensiva transalpina. È nudo Berlusconi. Il vecchio sovrano, stanco e malato, ha lasciato che i figli sbagliassero tutto lo sbagliabile su Mediaset. Chiudendo con un bagno di sangue la vendita di Endemol. Evitando l'accordo con Murdoch, nel timore di finire divorati dallo Squalo. Cercando di condividere con il falso amico bretone il rosso di Mediaset Premium. Ora che Bolloré ha gettato la maschera, il paradosso è che proprio il Cavaliere, il thatcheriano alle vongole, chiede l'aiuto dello Stato. E si gioca la richiesta di protezione al tavolo della crisi di governo, perpetuando una volta di più l'immane e irrisolto conflitto di interessi che non lo ha mai abbandonato. Quanto può essere utile il "soccorso azzurro" a un Gentiloni che al Senato ha una maggioranza di un pugno di voti? Quanto può servire il sostegno forzista, a un Pd che in Parlamento deve trovare un alleato per riscrivere la legge elettorale?

Ma è nudo anche Renzi. Il "Royal Baby", sconfitto ma non domo, che in estate ha fatto cacciare l'amministratore delegato di Mps ma in inverno non ha battuto ciglio di fronte a Bolloré nell'altra, decisiva scalata a Telecom (quella sì, "inappropriata", per usare la formula di Calenda). Avrebbe potuto, perché la "golden power", introdotta per legge nel 2012, permette allo Stato di intervenire (anche nei casi in cui non sia azionista) su acquisti in corso di aziende che possiedono asset di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni. Su Vivendi (francese e dunque comunitaria) lo Stato non potrebbe vietare in assoluto l'acquisto di partecipazioni. Ma avrebbe potuto stabilire condizioni prescrittive sui medesimi acquisti, e in ogni caso impugnare delibere degli organi societari. Avrebbe potuto esercitare una "moral suasion", anche politica, perché nel caso Telecom la partita riguarda le infrastrutture di rete (e non solo i "contenuti tv", come nel caso di Mediaset). Renzi avrebbe potuto. Ma non l'ha fatto. Magari è stato anche meglio così, visti i disastri infiniti compiuti dai sedicenti "poteri forti" intorno alla telefonia italiana, dalla privatizzazione della Stet in poi. Ma il risultato è che anche Telecom è andata, nel borbottio sterile e colpevole dell'establishment.

Siamo terra di conquista, e la colpa è solo nostra. Cadranno altri bastioni. L'assedio francese, che parte da Telecom e incrocia Mediaset, potrebbe arrivare fino a Mediobanca, e per questa via (con lo sbarco di SocGen) alle
Generali. La "magnifica preda", come la chiamava Enrico Cuccia. La guerra è globale, e noi la combattiamo a mani nude. Anche per questo, oggi, non avrebbe alcun senso "morire per Arcore". Sarebbe un'inutile linea del Piave.

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16 dicembre 2016

Da - http://www.repubblica.it/economia/2016/12/16/news/lo_straniero_alle_porte_e_l_inutile_linea_del_piave-154228962/?ref=HRER2-1
5924  Forum Pubblico / Gli ITALIANI e la SOCIETA' INFESTATA da SFASCISTI, PREDONI e MAFIE. / La Moretti chiede scusa su Fb: «Ma non ero in malattia» (sic) inserito:: Dicembre 17, 2016, 01:57:44 pm
Dopo la bufera la Moretti chiede scusa su Fb: «Ma non ero in malattia»
 
VICENZA - Dopo la bufera per il viaggio in India mentre il consiglio regionale esaminava la legge di bilancio, arrivano le scuse e le spiegazioni di Alessandra Moretti, capogruppo Pd in Regione. «Avevo programmato il viaggio in India diversi mesi fa, assieme a mio padre. Siamo stati invitati al matrimonio di una persona a noi molto cara e abbiamo accettato con piacere l'invito, anche perché l'agenda del Consiglio Regionale del Veneto, al momento dell'invito stesso, era libera. Ho fatto, evidentemente, la scelta sbagliata. Chiedo scusa per aver deluso le persone che mi hanno dato fiducia e che ho mancato di rappresentare in questi quattro giorni».

Così scrive su Fb Alessandra Moretti, in merito alla querelle che si è aperta, e rimbalzata sui media, sulla sua assenza dai lavori in consiglio regionale veneto impegnato nella discussione della legge di stabilità per un viaggio in India. «Chiedo scusa - prosegue nel messaggio postato nella tarda serata di ieri - al Partito Democratico, che nulla c'entra con questa spiacevole vicenda personale, e ai suoi iscritti. Chiedo scusa, infine, ai colleghi del Consiglio Regionale del Veneto, perché è solo con il costante lavoro di tutti che si possono raggiungere gli obiettivi prefissati. Solo una piccola precisazione: non mi sono messa in malattia, come sostiene qualche malalingua. Non sono stata presente in aula e pertanto non ho percepito alcun gettone di presenza, come previsto dal regolamento del Consiglio Regionale per i consiglieri assenti».   

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Da - http://www.ilgazzettino.it/vicenza_bassano/vicenza/alessandra_moretti_consigliere_veneto_viaggio_india_assenza_malattia-2144614.html
5925  Forum Pubblico / GIORNALISMO INVESTICATIVO d'INCHIESTA. OPINIONISTI. / MASSIMO CACCIARI contro "Lady like": «Moretti che c... dice? Berlusconismo puro» inserito:: Dicembre 17, 2016, 01:56:25 pm
Cacciari contro "Lady like": «Moretti che c... dice? Berlusconismo puro»
Di Redazione Online

VENEZIA - Cacciari demolisce "Lady like" e la politica "piaciona" propugnata con forza da Alessandra Moretti, candidata in pectore con il Pd alle prossime Regionali del Veneto, che in un'intervista ha rivendicato il proprio appuntamento settimanale con l'estetista come segno di rispetto nei confronti dell'elettorato oltre che di cura verso se stessa.

«Che c... dice? Un'intervista orribile, ha detto una sciocchezza: la Moretti dimostra di non conoscere la storia di questo Paese - ha replicato l'ex sindaco di Venezia ai microfoni de "La Zanzara" su Radio24 - Ho conosciuto tra le appassionate di politica alcune delle donne più belle, come la Rossanda e la Castellina. E poi una volta l'aspetto fisico era del tutto indifferente».

Cacciari rivela che voterà a Venezia e attribuirà la propria preferenza all'ex vicesindaco di Vicenza: «Non vorrà mica che voti Zaia» ha replicato al conduttore de "La Zanzara" Giuseppe Cruciani. «La Moretti ha detto una sciocchezza, ma si può perdonare, sono giovani: se sarà il candidato del centrosinistra la voterò».

Anche se più di qualche riserva sulla novella "Lady like" il filosofo veneziano non lo nasconde: «Sono un po' imbarazzato - osserva -. L'esibizione di queste cose scontate, come il fatto di tener cura del proprio aspetto esteriore, è la scoperta dell'acqua calda. E Il modo in cui si dicono queste cose è berlusconismo puro, così come questo insistere sulla cura del corpo e sul voler apparire a tutti i costi: è quello che ha portato Berlusconi a dipingersi i capelli sul cranio».

Colpa del degrado dei costumi, comunque, più che dell'eurodeputata vicentina. «E' la politica che è allo sbraco - ammette Cacciari - Alle spalle c'è un ventennio sciagurato, si è perso il senso del gusto E' un crollo etico-estetico-culturale, la Moretti ne è il sintomo, è tra le giovani rampanti che ha fatto comunque esperienze amministrative. Sicuramente di tutte le "renzine" è la più attrezzata».

Giovedì 20 Novembre 2014, 15:20

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