LA-U dell'OLIVO
Aprile 20, 2024, 01:56:03 am *
Benvenuto! Accedi o registrati.

Accesso con nome utente, password e durata della sessione
Notizie:
 
  Home Guida Ricerca Agenda Accedi Registrati  
  Visualizza messaggi
Pagine: 1 2 3 [4] 5 6 ... 529
46  Forum Pubblico / SOCIALESIMO. STUDIO PREPARATORIO ALLA DEMOCRAZIA, OCCIDENTALE, EUROPEA e MEDITERRANEA. / Nessuna, la differenza c'è tra i regimi "autoritari" e "totalitari". inserito:: Gennaio 30, 2024, 06:59:11 pm
Maurizio Morabito
Ha studiato Relazioni Internazionali presso Birkbeck, University of London (Ha conseguito la laurea nel 2002)4 anni

Correlato
Qual è la differenza tra nazismo e fascismo?

Il Fascismo si basava sulla idea che la mente delle persone, le loro idee, i desideri, la morale, etc dovessero essere asserviti al bene della Società, con una mutua intesa fra gli strati sociali per risolvere il problema della lotta di classe. Una specie di “volemose bene” dove però chi non sia d'accordo è automaticamente classificato come “cattivo” e da isolare (cioè mandare lontano, al confino).

Il Nazismo espandeva questa idea dalla mente al corpo: ognj atto individuale diventava proprietà dello Stato, che poteva quindi disporre del cittadino a suo piacimento. Le classi sociali erano serve dello Stato che ne impediva ogni lotta e conflitto. Malati, strani, curiosi, pensatori independenti diventavano oggetti da eliminare, per il bene della società e quindi del mondo: da cui uccisioni di massa poi diventate sterminio. Come se le persone fossero cavie da laboratorio completamente alla mercè dello studioso/scienziato/tecnocrate di turno.
6.711 visualizzazioni
...

da https://it.quora.com/Qual-%C3%A8-la-differenza-tra-autorevole-e-autoritario

---------------------------



Giuseppe Cappelluti
Collaboratore di Eurasia (2013 - oggi)2 anni

Repubblicano: dipende da cosa si intende. Letteralmente “repubblicano” significa “sostenitore di un sistema politico repubblicano” in contrapposizione a “monarchico”.
In Italia i repubblicani erano delle sorte di liberali sociali, progressisti sul piano sociale e moderati su quello economico.
In Irlanda del Nord, però, repubblicano è chi sostiene l’unificazione delle due Irlande usando anche la forza (ed in questo caso parliamo solitamente di un progressista o di una persona di sinistra), mentre negli USA repubblicano è un membro del Partito Repubblicano di centrodestra-destra.

Fascista: chi si riconosce nell’ideologia fascista.

Autoritario: chi vuole governare col pugno di ferro (o comunque senza dover tener conto di poteri in grado di limitare il suo potere decisionale), o in alternativa sostiene una tale forma di governo.
A dispetto di quanto si possa credere, “autoritario” non vuol dire necessariamente “di destra”: varie ideologie di sinistra, come il comunismo e il progressismo postmoderno, sono intrinsecamente autoritarie.
Ciò che conta, se vogliamo, è lo spirito.

Conservatore: chi sostiene un ordine sociale di tipo tradizionale, basato su valori come la patria e la famiglia (in contrapposizione al progressista che invece di tale ordine ha una visione negativa).

https://it.quora.com/Qual-%C3%A8-la-differenza-tra-autorevole-e-autoritario
-------------------------------------------------

Foto profilo per Alberto Rebellato
Alberto Rebellato
·
Segui
Appassionato di storia3 anni

Nessuna, la differenza c'è tra i regimi "autoritari" e "totalitari".

Un regime autoritario è un tipo di governo dove il potere è detenuto nelle mani di un solo organo (che può essere una persona o un partito), non è ammessa l'opposizione politica e la partecipazione del popolo è estremamente limitata e sottoposta a rigidi controlli.

Si distingue da un regime totalitario nel fatto che si "limita" a governare la nazione e non prova a controllare anche l'andamento della società, mentre i regimi totalitari pretendono di controllare anche la mentalità e lo stile di vita della popolazione.

Una dittatura può essere un regime autoritario (come le dittature romane) oppure un regime totalitario (le dittature fasciste e comuniste).
3.313 visualizzazioni
Visualizza 3 voti positivi

da - https://it.quora.com/Che-differenza-c%C3%A8-tra-regime-autoritario-e-dittatura
----------------------------------------------

Paolo Lo Re
Laurea magistrale in Fisica, Università "Federico II" (Ha conseguito la laurea nel 1980)

Che differenza c'è tra democrazia illiberale e dittatura?

Nel quotidiano di chi vive nel Paese, poco.

Ma per la politica estera e gli scambi commerciali cambia moltissimo.

Cambiano le apparenze, che contano parecchio.
Chi, fra gli Stati, "sarebbe costretto" per motivi di immagine ad ostentare distacco da una dittatura può invece fingere di non vedere la falsità della democrazia e pretendere di aver a che fare "solo con Paesi liberi e democratici".

da - https://it.quora.com/Che-differenza-c%C3%A8-tra-regime-autoritario-e-dittatura

----------------------------------------


Romano Toppan
·
Segui
Ex DOCENTE UNIVERSITARIO IN CONGEDO (1978–2016)1 anno
Correlato
Qual è la differenza tra fascismo, dittatura e totalitarismo?

E' una differenzia sottile e solo nominalistica: fascismo è una espressione linguistica o denominazione italiana, che deriva dal concetto dei "fasci", termine che deriva dagli antichi romani: i consoli e le autorità supreme dello stato erano accompagnati dai "littori", militi che portavano sulle spalle un fascio di bastoni di legno legati con strisce di cuoio, normalmente intorno a una scure, a rappresentare il potere di vita e di morte sui condannati romani e simboleggiavano il potere supremo. Nella sua forma di governance, il fascismo è una della infinite forme di dittatura totalitaria, nelle quali il comando supremo è di una persona sola, circondata da un gruppo di "oligarchi" che formano la squadra di comando assoluto. In sostanza, quindi, non viè nessuna differenza sostanziale: il sovrano assoluto (tipo il re sole e tutti i monarchi dell'ancien régime), il dittatore, il duce il Führer). E' proprio contro questo modello che nasce la democrazia greca, primissimo esempio del "potere dei molti", come lo chiamava Lisia, grande oratore come Demostene, contrapponendolo al "potere dei pochi" (o di uno solo), contro i "tiranni". Per onestà intellettuale e morale, occorre dire che:a) il potere dei pochi o addirittura di uno solo occupa il 90% della storia umana; b) il potere dei molti (nelle varie forme di democrazia pioù o meno perfetta) ha caratterizzato una parte infima della storia umana; c) contorsioni oligarchiche più o meno latenti sono tangibili, oggi, anche in Italia e in quasi tutti i paesi che si definiscono democratici (a parole), mentre la verità nuda e cruda è che tutti gli stati "democratici" sono distesi una gamma più o meno marcata di oligarchia: o perché comandano i ricchi e i potenti, che pagano quelli che governano per i loro interessi (se non li attaccano sui loro giornali e tv), o perché esistono forme occulte di potere di burattinai legati di vincoli inconfessabili (per esempio i legami tra massoneria, mafia e servizi segreti sono presenti ovunque, senza nessuna eccezione). Teniamoci stretti quel barlume di democrazia che ancora abbiamo, senza cedere al fascino dell'uomo forte, dell'uomo solo al comando: ricordando che il termine fascinum a Roma significava l'organo maschile, e veniva esposto in simboli sull'uscio di casa contro il malocchio. I dittatori, di solito, rubano a manbassa e con loro il loro cerchio magico. Quindi sono il malocchio per definizione.
169 visualizzazioniRisposta richiesta da Campagnuccio Matteo

da - https://it.quora.com/Che-differenza-c%C3%A8-tra-regime-autoritario-e-dittatura

----------------------------------------------------


Giovanni Dal Mas

Ex impiegato Notarile presso Studio Notarile (2020–2022)6 anni
Correlato
Il comunismo può esistere solo sotto regimi dittatoriali?

Per prima cosa dico subito che sono d’accordo con Gabriele Giordano e anche io dico che il comunismo propriamente detto è esistito (forse) solo nelle teste di Marx ed Engels.

Facciamo un rapidissima riflessione e chiediamoci cosa siano stati realmente i più famosi regimi comunisti della storia (senza alcuna valutazione etica, limitiamoci alla politica).

L’URSS nasce come soggetto a vocazione globale volto a superare il vecchio Impero Zarista. Solo che alla fine ne è la continuazione tanto da preservarne i sistemi di potere interni. La Corte si trasforma nei Soviet, Lo Zar e il consiglio ristretto diventano il PCUS e la Ohrana diventa la Ceka (poi GPU, quindi NKVD e alla fine KGB). L’Urss, in tutto questo, persegue con Stalin (fautore della ben più realistica corrente del “comunismo in un solo paese) le stesse ambizioni geopolitiche del defunto Impero (accesso ai mari caldi, controllo dell’Europa Orientale, del Caucaso e dell’Asia Centrale).

La Cina fece grosso modo lo stesso. Di fatto sostituendo il Celeste Impero con qualcosa di molto simile. Stesse logiche di potere e medesime vocazioni imperiali.

Mi fermo qui e concludo con un’ultima osservazione.

Non è dato sapere se un sistema comunista possa esistere senza dittatura. Di certo però ad oggi possiamo dire che molti dittatori hanno trovato comoda l’ideologia comunista (di facciata) per nascondere i loro veri intenti e le loro vere ambizioni.

da - https://it.quora.com/Che-differenza-c%C3%A8-tra-regime-autoritario-e-dittatura

----------------------------------------------------------------
47  Forum Pubblico / ARLECCHINO EURISTICO, Nickname che "INVITA ALLA PARTECIPAZIONE", Attraverso gli Scritti. / Ci stiamo impegnando per combattere la diffusione di informazioni false su ... inserito:: Gennaio 30, 2024, 06:52:14 pm
In che modo Facebook affronta il problema delle informazioni false attraverso i fact-checker indipendenti?

Ci stiamo impegnando per combattere la diffusione di informazioni false su Facebook. In determinati Paesi, collaboriamo anche con fact-checker indipendenti certificati dall'International Fact-Checking Network, un'organizzazione apartitica, per individuare e controllare le informazioni false. I fact-checker verificano i fatti e valutano l'accuratezza delle informazioni.

Riduzione della divulgazione di informazioni false
•   Visualizzazione delle notizie false più in basso nel feed: se una foto, un video, un testo o un link vengono valutati come falsi da un fact-checker, vengono visualizzati più in basso nel feed. In questo modo, si riduce notevolmente il numero di persone che vedono il contenuto.
•   Provvedimenti contro i trasgressori recidivi: le Pagine e i siti web che condividono ripetutamente informazioni false sono soggetti a riduzione della diffusione e non possono più fare pubblicità.
•   Uso della tecnologia per trovare copie di informazione false: ogni informazione potrebbe avere migliaia di copie su Facebook che differiscono tra loro per piccoli dettagli (ad esempio, una foto potrebbe avere un taglio diverso). Usiamo l'apprendimento automatico per individuare le copie in modo che i fact-checker possano concentrarsi su informazioni nuove.
•   Riduzione delle affermazioni ripetutamente sottoposte a fact-checking: ci avvaliamo della tecnologia e di un team addetto al controllo per rilevare quando un post contiene determinate affermazioni ampiamente diffuse che molteplici fact-checker hanno indicato come false. Tra queste sono comprese le affermazioni false sul COVID-19.
Ulteriori informazioni in caso di informazioni false
•   Maggiore contesto sulle informazioni false: quando i fact-checker scrivono articoli con maggiori informazioni, vedrai un avviso su cui cliccare per scoprirne il motivo.
•   Far sapere alle persone che hanno condiviso informazioni false: riceverai una notifica se provi a condividere un post che include un'informazione falsa o se ne hai condivisa una in passato. Anche gli amministratori della Pagina saranno informati se condividono post che contengono informazioni false.
•   Opzioni di valutazione per i fact-checker: scopri di più sulle opzioni di valutazione per i fact-checker indipendenti e le linee guida e gli esempi relativi a quali contenuti rientrano in ogni opzione di valutazione.
Altri metodi a tua disposizione per individuare le informazioni false e fornire il relativo feedback
•   Scopri come individuare le informazioni false. Sapere a cosa prestare attenzione può esserti utile per prendere decisioni più consapevoli su cosa leggere, considerare attendibile e condividere.
•   Fornisci un feedback sui post che pensi siano falsi. Facci sapere se ritieni che un post contenga informazioni false. Questo è uno degli strumenti che usiamo quando cerchiamo di identificare le informazioni false.
•   Invio di un ricorso contro la valutazione di un fact-checker sul tuo contenuto: fai sapere ai fact-checker se hai corretto i contenuti che hanno valutato o se ritieni che li hanno valutati erroneamente.
Articoli correlati
Perché ti potrebbe essere impedito di usare le funzioni su Facebook
Risoluzione dei problemi relativi a qualcosa che non funziona su Facebook
Segnalare che qualcosa non funziona su Facebook
Comprensione e accesso ai report sulle transazioni su Facebook
Protezione delle tue informazioni
•   Informazioni
•   Privacy
•   Condizioni e normative
•   Scegli tu!
•   Opportunità di lavoro
•   Cookie
•   Crea inserzione
•   Crea Pagina
________________________________________
 



48  Forum Pubblico / SIAMO DIFFERENTI e DIVERSI, UGUALI nei DIRITTI e DOVERI, ma DIVISI in CATEGORIE SOCIALI. / Non c’è, nella letteratura italiana, un poeta che, come Sandro Penna, abbia... inserito:: Gennaio 30, 2024, 06:45:55 pm
Post della sezione Notizie
Enrico Cerquiglini

Ripropongo un vecchio mio testo per ricordare Sandro Penna a 47 anni dalla morte.
Non c’è, nella letteratura italiana, un poeta che, come Sandro Penna, abbia delimitato in modo preciso e assoluto il proprio mondo poetico. Nulla, o quasi, dell’agire umano rientra negli interessi del suo universo. L’agire umano, qualunque ne sia il campo, non desta in Penna alcun interesse. Il mondo reale, con la congerie di problemi, di complicazioni, non trova spazio, se non come mondo “altro” da escludere o escludente. Da qui muove in duplice direzione. Il mondo degli uomini, o, per meglio dire, degli adulti, dei loro commerci e affanni non sollecita alcuna curiosità. Rarissime sono le “apparizioni” di adulti e tutte più o meno casuali o svolgenti la funzione prosaica di rompere l’incanto del costrutto erotico e ricondurre la vita, deprivata di ogni valenza vitale, nel viale a-poetico della realtà. Quando invece questo mondo è escludente, il Penna poeta avverte questo suo essere fuori posto (La sera la vergogna ai colmi vini / mi prese: alla taverna cosa stavo io a fare?) [da Croce e delizia]*, questa negazione del riconoscimento di sé come soggetto umano. La sua disappartenenza diventa concreta, si manifesta in disagio da cui non si esce se non con una repentina e reiterata fuga.
Solo in questo caso il buio lo garantisce, lo preserva dal pensiero di un sé confuso e diffuso in gruppi di apparentemente simili.
Non c’è quindi possibilità di empatia tra concezioni diverse del vivere. Non c’è, né è voluta/cercata alcuna inclusione; non viene rivendicata alcuna “emancipazione”, riconoscimento o tolleranza: i due universi si muovono parallelamente senza porre possibilità di incontro, di conciliazione. Penna, qui sì primitivo, si arresta davanti alla linea di demarcazione del suo mondo: la casa (Poi lo rubò una casa) [da Poesie], famiglia più o meno sui generis (…Conobbi la normale / famiglia: padre madre indi un fratello / una mite sorella senza ciglia…) [da Appunti] che risucchia i suoi fanciulli è la fine del sogno vitale (Ferma la casa aspetta) [da Poesie], della poesia; il profilarsi all’orizzonte di una figura femminile (fidanzata, semplice ragazza, madre apprensiva) (Tu mi lasci. Tu dici “la natura…”. / Cosa sanno le donne della tua bellezza?) [da Appunti], distrugge irreparabilmente la magia estetica ed estatica, così come le voci di richiamo, di chiamata individuale, corrompono e incrinano sfigurando ogni possibile perfezione (…E poi dall’officina un grido / lungo veniva a rapirmi la mano) [da Poesie].
Tutto il reale tende quindi a destrutturare, a minare la precarietà di una costruzione vitale che si dà, aprioristicamente, per bella.
Sembra che nei versi di Penna risuoni come monito ciò che il Passeggere leopardiano ribadiva con bonaria provocazione al Venditore di almanacchi: “E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?”.
A questa bellezza, derivante da non si sa cosa, Penna aderisce testardamente, ostinatamente, fino a instillare il senso del dubbio nel lettore. La vita è bella, ma la vita di Penna prescinde dalla realtà: è vita solitaria, O mia vita felice cui confido / ogni mia dolce pazzia solitaria [da Croce e delizia], vita che non include altri da sé.
La vita, quando diventa costruzione storica, si trasforma in realtà e non è più oggetto poetico ma qualcosa da guardare con distacco e con rispetto: “ma – afferma Garboli – era il rispetto di uno scienziato, il quale osservi, incuriosito, un gioco di fanciulli”; come un gioco inclemente che non risparmia un divenire e un senso diffuso di caducità: Sempre fanciulli nelle mie poesie! / Ma io non so parlare d’altre cose. / Le altre cose son tutte noiose. / Io non posso cantarvi Opere Pie [da Croce e delizia]. La vita penniana è invece pura luce, erotismo assoluto, in cui ogni divenire svanisce (il tempo è solo limitato agli aspetti del giorno: alba, mattina, meriggio, sera, notte), è ripetizione ossessiva e ossessionante di un tema che diventa giustificazione esistenziale.

L’atto sessuale, privato della connotazione riproduttiva, l’orgasmo, diventa comunione col divino, condizione di una dimensione sovrumana, esperienza di assoluto e, come tale, viene ricercato, prodotto e riprodotto in modo continuo, sia nella vita, sia nella pagina. L’orgasmo è il fine, è il momento della riconciliazione col tutto, di un’armonia che si ricompone in una dimensione “altra” ma la sua brevità tende automaticamente a rimandarne il senso, a ritardarne la comprensione della complessità. In questa dimensione Penna si muove con una precisione da orafo, esaminando ogni aspetto che provoca in lui eccitazione, cercando di prolungarlo, di ritardare il momento topico che, inevitabilmente, una volta passato, rigetta nelle braccia della realtà, nelle sue noie e norme. Ogni orgasmo, foss’anche autoprocurato, per essere compreso nella sua essenza, deve essere deresponsabilizzato. Il rapporto omosessuale sembra prestarsi alla perfezione a questo tipo di “indagine”. È sesso puro, sterile, senza implicazioni riproduttive che rigetterebbero nella realtà ricusata, è sesso non finalizzato alla continuità della specie, quindi ideale e non “compromettente”. La vita, quindi, in Penna, ignora la realtà, anzi le si contrappone. Quando c’è la vita non ci sono le forme della realtà: non esiste società, non esiste dovere, non esiste il comandamento morale di essere bene nel mondo [da Croce e delizia], non esiste futuro. L’eccitazione e l’orgasmo sono ricongiunzioni. Se di ricongiunzione numinosa trattasi è di un numinoso che si manifesta al di là e contro la realtà; un numinoso riconoscimento della vanità del tutto, del non senso che sottende la realtà. E in questo esercizio conoscitivo di sé e del senso (o non senso) gli sono compagni i fanciulli, coloro che ancora non sono entrati nella realtà, che conservano e manifestano aspetti vitali, ignari ancora del degrado in cui li proietterà “l’apparir del vero”. Proprio in questo sbarramento dell’età dei fanciulli (…Vedrò quanto è bella / la vita negli occhi di chi ha / quindici anni fanciullo, come te) [da Croce e delizia] risiede la libertà di un amore che è affrancamento da un amore continuativo e in qualche modo istituzionale e responsabilizzante. L’amore non conosce vita di coppia. È il fanciullo, il transeunte, che suscita desiderio: non il bambino, non l’adulto. L’unica variante ammessa nell’universo erotico penniano è il marinaio, l’emblema del viaggiatore, di colui che è sempre in procinto di partire, che allude sempre ad un altrove. È il vagabondo dell’eros, l’archetipo del solitario, di colui che si basta, che non necessita di un ulteriore riconoscimento sociale. Il marinaio è, più che amorale, pre-morale, come Penna. Si chiedeva una canzonetta di Dalla e De Gregori di qualche anno fa come facciano “i marinai a baciarsi fra di loro e rimanere veri uomini però?”. Questo forse è il fascino della divisa azzurra e bianca a cui Penna riconduce il suo esordio poetico e onorico.
Nel suo girovagare, nelle sue “uscite” tra vie e luoghi di un neorealismo erotizzato (e solo per questo incluso) e estetizzato, Penna sembra muoversi come un primitivo che ricerca tracce feromoniche di una possibile preda. Gli odori, la visione di escrementi, di minzioni esaltano la sua ospressiofilia e la sua coprofilia a un livello primordiale, risvegliando il suo desiderio nel riconoscimento di propri simili con strumenti pre-umani, riconoscendo in se stesso l’homo erectus, sciolto da ogni legame societario.
Nei versi si avvicendano l’operaio col suo onesto / odore di animale [da Croce e delizia]; il ragazzo che odora di mammima [da Stranezze]; i garzoni odorosi di menta [da Croce e delizia], un angelo che fra le odorose e sudice divise amava andare [da Poesie]; il dolce e rozzo amico […] odoroso di stalla [da Poesie] e visioni rese talvolta con autocensure e/o eufemismi: odore come merda secca [da Croce e delizia]; oppure: ho trovato una cosa gentile [da Poesie] che conduce al paradiso. Il paradiso / altissimo e confuso, che ci porta a bere la cicuta… [da Poesie]; e altrove: Restò nel caldo di quell’ora un caldo / odore, alcune mosche, – e io con loro [da Poesie]. In terza persona, ne La rinuncia: Nudo piegato sulle gambe usciva / dal suo corpo la cosa giornaliera [da Stranezze]. Si incontrano poi gli effluvi dei freschi orinatoi, il sentore dei pisciatoi o la visione dello zampillo fumante nella nebbia. Sgradevoli sono invece gli odori che riportano all’universo femminile: Mi persuade alla fuga un odore / triste di serva nel giorno festivo [da Croce e delizia].
Nelle “uscite” si risveglia l’atavico istinto del cacciatore primitivo che usa tutti i sensi per avvicinarsi alla preda (o predatore?).
Entro nell’ombra ove si muove incerta / una figura d’uomo [da Croce e delizia]; altrove, A soffi sale sulla via un afrore / caldo da una palestra sotterranea [da Poesie]; e ancora: Come un lupo impazzito odoravo / la calda ombra fra le case [da Poesie inedite]; e nel seguire le tracce: Come è bello seguirti / o giovane che ondeggi /calmo nella città notturna [da Una strana gioia di vivere]; e a preda raggiunta: Bacio nelle tue ascelle, umidi, fieri / gli odori di un’estate che si guasta [da Poesie].
In questo stadio ancestrale si realizza il piacere, ma quando questi vanisce resta la semplice e sincera confessione alla luna: Felicità o dolore, o forse solo / l’ombra di un cane o di un fanciullo ancora / che restare non vogliono animali [da Stranezze].
Il pensiero poetico di Penna non è avulso dal Novecento, anzi, ne incarna pienamente il carattere edonistico ed ha, in questo suo atemporale posizionamento, afferrato l’eterno presente in cui siamo generazionalmente caduti ed ha scientemente fiutato nell’aria quanto il principio di piacere, scisso da ogni legame con la realtà, fosse incombente sull’uomo contemporaneo, fino a diventare esclusivo e, potenzialmente, autodistruttivo.

* Le opere riportate tra parentesi sono raggruppate nel volume Sandro Penna, Poesie, Garzanti, Milano, 1989 (prefazione di Cesare Garbali).

DA Fb del 22 gennaio 2024.
49  Forum Pubblico / SOCIALESIMO. STUDIO PREPARATORIO ALLA DEMOCRAZIA, OCCIDENTALE, EUROPEA e MEDITERRANEA. / Gustavo Zagrebelsky Identità e responsabilità: il significato costituzionale... inserito:: Gennaio 30, 2024, 06:42:15 pm
La Costituzione è ciò che ci tiene insieme come con-cittadini. Il fondamento della nostra Costituzione ha un nome preciso: si chiama Resistenza antifascista. Ma la storia della Repubblica italiana sarà anche la storia della disapplicazione della Costituzione e del logoramento costante e accanito del suo fondamento antifascista. La difesa della Costituzione è dunque una lotta quanto mai attuale e a questo tema è dedicato il volume di MicroMega che apre l’anno, con contributi che analizzano in che modo i vari aspetti della Costituzione siano stati negli anni calpestati. Si va dal tema della sovranità popolare al ruolo del parlamento, dalla centralità che la nostra Costituzione assegna al lavoro alla libertà di informazione, passando per il diritto alla salute, quello a una scuola pubblica e laica, il principio di progressività fiscale e tanti altri temi. Con contributi di: Paolo Flores d’Arcais, Paolo Berizzi, Gustavo Zagrebelsky, Roberto Scarpinato, Pierfranco Pellizzetti, Marilisa D’Amico, Telmo Pievani, Norma Rangeri, Silvio Garattini, Marina Boscaino, Matteo Losana, Ines Ciolli, Luca Tescaroli, Gaetano Azzariti, Mario Barbati.

Arricchiscono il volume sette lettere inedite di Norberto Bobbio. Il grande filosofo e giurista scomparso esattamente vent’anni fa ha intrattenuto con il direttore di MicroMega un lungo carteggio in cui rifletteva sui travagli della sinistra negli anni successivi alla svolta della Bolognina.

IL SOMMARIO DEL NUMERO
La linea generale
Paolo Flores D’Arcais – La filigrana della Costituzione: ora e sempre Resistenza
La Costituzione ha tratto origine dal fatto storico della Resistenza antifascista, in armi e vittoriosa: lì risiede la sua fondazione, nonché la trama dell’intero testo. Ma fin dall’inizio, la “costituzione materiale” si è contrapposta alla Carta: l’apparato dello Stato, ai suoi vari livelli istituzionali, è rimasto sostanzialmente lo stesso del Ventennio fascista. La storia della Repubblica italiana è dunque anche la storia della disapplicazione della Costituzione.

Paolo Berizzi – Il DNA antifascista della Costituzione
La nostra Costituzione nasce dall’antifascismo come lotta e come valore. In tutti questi anni, la persistenza di gruppi neofascisti nel tessuto sociale e politico italiano è stata sottovalutata, tanto che oggi questi movimenti, oltre a vivere nella dimensione sociale, si sono potuti integrare nel Palazzo influenzando la politica a livello sia locale sia nazionale. Siamo di fronte al pericolo di una nuova torsione fascista e dobbiamo stare tutti in allarme.

Gustavo Zagrebelsky – Identità e responsabilità: il significato costituzionale dell’essere italiani
Se si guarda all’identità italiana con la lente della Costituzione, allora non si potrà che porre l’accento sulla responsabilità civica e sui valori fondamentali di Repubblica, democrazia e lavoro. Contro la visione mediocre dell’italianità ridotta a stereotipi che non sono più buoni neanche per il marketing. Essere italiani significa innanzitutto essere antifascisti e partecipare attivamente, e in chiave solidaristica, alla vita del Paese.


Roberto Scarpinato – La Costituzione e i suoi nemici
La Costituzione disegnava un’Italia ideale, proiettata nel futuro, diversa da quella che usciva ammaccata dal fascismo e soprattutto diversa da quella che avevano in mente i grandi potentati, che fin dal primo momento non hanno smesso di sabotarla attraverso una costante strategia della tensione, fatta di stragi e depistaggi. Da Portella della Ginestra fino ad arrivare ai tentativi meno cruenti, ma non meno infidi, di smontarla dall’interno del Palazzo, con la scusa della governabilità. Anche oggi, come allora, è un tempo di resistenza, per difendere le acquisizioni dell’antifascismo e un’idea di società opposta a quella delle élite.

Iceberg 1: princìpi fondamentali
Pierfranco Pellizzetti – Fondata sul lavoro
Il presidio di democrazia fondamentale rappresentato dal lavoro, l’abbrivio della nostra Costituzione, dipende innanzitutto dalla sua dimensione conflittuale e di classe: contrastare, mettendosi al centro dei processi produttivi, la tendenza padronale a passare dall’egemonia al dominio; la sua intrinseca avidità, che tende alla mercificazione sistematica e all’accumulazione per esproprio, e che persegue il fine, per la via finanziaria e per quella tecnologica, di poter fare a meno dei lavoratori. E se vengono a mancare i lavoratori, viene a mancare la democrazia.

Marilisa D’Amico – Donne e uomini dall’Assemblea costituente alle sfide di oggi
Le madri costituenti ebbero un ruolo fondamentale nel far sì che la Carta costituzionale non riflettesse i pregiudizi patriarcali della classe politica del tempo (molti dei quali ancora vigenti). La parità di genere era esplicitamente nei loro orizzonti, anche se la strada per ottenerla pienamente nel nostro Paese è ancora molto lunga e passa anche da come saranno affrontate le sfide dell’innovazione.

Telmo Pievani – Nemici della scienza, nemici della democrazia
La difesa dell’ambiente come dovere costituzionale, innanzitutto verso le future generazioni, è una delle novità introdotte da poco nella nostra Carta, che parla della necessità di un intervento urgente, coraggioso, in direzione ecologica. Le classi dirigenti e il dibattito pubblico sono molto al di qua di questo orizzonte lungimirante, e a farne le spese è la qualità della democrazia. Che si nutre anche del confronto delle idee nel campo scientifico, purché sia un confronto impostato secondo il metodo della scienza, non quello della demagogia ignorante e chiacchierona dei talk show.

Iceberg 2: diritti e doveri dei cittadini
Norma Rangeri – Libertà e pluralità dell’informazione
La Costituzione italiana si distaccava profondamente dal Ventennio fascista quando con l’articolo 21 proclamava il diritto di libera manifestazione del pensiero. Ma i poteri politici ed economici e le concentrazioni degli stessi nelle mani di oligopoli o monopoli di fatto hanno reso sempre molto difficile garantire una concreta pratica di questo diritto, specialmente per quanto riguarda il giornalismo. Con conseguenze dirette e drammatiche per la salute della società democratica.

Silvio Grattini – Per una Sanità pubblica secondo Costituzione
Le disuguaglianze sociali, ma anche di genere e generazionali, sono sempre esistite nella sanità italiana, che è ben lungi dal realizzare il diritto fondamentale alla salute per tutti sancito dalla nostra Carta fondamentale. Le opportunità per migliorare sono tante, ma occorre con urgenza che la salute sia sottratta alle logiche del profitto e ricondotta a quelle dell’interesse pubblico della società democratica.

Marina Boscaino – Scuola, un sogno democratico sempre più a rischio
Dalla visione di Piero Calamandrei alla realtà di oggi, in questi decenni di vita democratica la scuola è passata da momenti altissimi di progettazione pedagogica innovativa e innervata di spirito civico (e costituzionale), fino alla svendita totale ai diktat del capitale che ci vuole tutti sorvegliati consumatori e disciplinati lavoratori. Un pervertimento che troverà pieno compimento con l’autonomia differenziata, e che dobbiamo fermare a tutti i costi.

Matteo Losana – Riforma fiscale: la solidarietà svilita
Secondo la Costituzione italiana il principio tributario non rappresenta un mero rapporto fra il singolo individuo contribuente e lo Stato, bensì costruisce un legame di comunità, è il rapporto di ogni cittadino con tutti gli altri in cui ciascuno, in ottica solidaristica, concorre al “pieno sviluppo della persona umana”. Una visione distante anni luce da quella, svilente e antisociale, del “pizzo di Stato”.

Iceberg 3: ordinamento della Repubblica
Ines Ciolli – Il presidente del consiglio: “primus inter pares”
La Carta costituzionale non rifiuta la leadership esercitata dalla figura del presidente del Consiglio, ma la riconduce a una raffinata capacità di rapporto fra elementi in seno al governo, fra il governo e la sua maggioranza parlamentare, e infine fra i partiti e la società civile. Al centro c’è la politica come movimento dal basso verso l’alto, capacità di tessitura fra i rappresentanti e di costante relazione con i rappresentati ai quali si chiede partecipazione attiva, non un passivo atto di identificazione o fede verso un capo carismatico. [Per un errore nell’edizione cartacea della rivista nel titolo compare la parola “primum” anziché “primus”. Ce ne scusiamo con l’autrice e con i lettori]

Luca Tescaroli – Indipendenza dei magistrati sotto attacco
La separazione dei poteri e l’indipendenza di quello giudiziario da quello politico, attraverso un delicato equilibrio di assegnazione delle funzioni, è un caposaldo dell’ordinamento costituzionale democratico italiano. I tentativi di intervenire su tale indipendenza sono costanti, e negli ultimi anni si sono moltiplicati. Vanno in questo senso anche le diverse proposte di riforma sulla separazione delle carriere fra magistrati e giudici.



Gaetano Azzariti –  Il regionalismo da realizzare e quello da impedire
La Costituzione italiana prevede forme di regionalismo, che sono però ben diverse da quelle che vorrebbe impiantare il disegno di legge sull’autonomia differenziata. Il regionalismo auspicato dalla nostra Carta è di stampo solidale: mette al centro, cioè, non la suddivisione delle funzioni, bensì l’inviolabilità e l’universalità dei diritti. È da questo che discende la distribuzione dei poteri, non viceversa come vorrebbero, invece, i fautori della “secessione dei ricchi”.

Mario Barbati – Governo Meloni: un anno di diritti negati
Lo smantellamento della democrazia sostanziale in Italia è l’effetto di un percorso lungo e trasversale; su ogni diritto garantito dalla Costituzione, il governo Meloni sta proseguendo un’opera di negazione già avviata dai governi di centro-destra, centro-sinistra o tecnici precedenti. Ma il primo anno di Fratelli d’Italia alla presidenza del Consiglio ha peggiorato la situazione, fino ad arrivare alla mostruosa idea del premierato che rischia di distruggere definitivamente la democrazia parlamentare in Italia.

fuorisacco
Sette lettere inedite di Norberto Bobbio
Il grande filosofo e giurista scomparso esattamente vent’anni fa ha intrattenuto con il direttore di MicroMega un lungo carteggio in cui rifletteva sui travagli della sinistra negli anni successivi alla svolta della Bolognina.

© 2024 MicroMega
Micromega Edizioni impresa sociale SRL
Viale Bruno Buozzi 32, 00197 Roma
Unsubscribe
Get the appStart writing

DA - MicroMega <micromega@substack.com>
50  Forum Pubblico / "OLIVO POLICONICO". IDEE DAL TERRITORIO A CONFRONTO. / Lavorare nei territori con piattaforme locali, attive tra la Gente e collegate.. inserito:: Gennaio 30, 2024, 06:34:31 pm
Gianni Gavioli
ntordpesoSah5at7um5i1aa030 t34a5mif9m04au21n744f50477i4u122c  ·

Contenuto condiviso con: Tutti

Quando saranno Partiti ben assestati in una Intesa di governo, il PD e i Partiti di Centro e di Sinistra, non dovranno portarsi appresso il retaggio delle correnti partitocratiche.

Noi "pochi" di OLIVO POLICONICO accetteremo e concederemo la fattiva cooperazione tra le loro linee diverse di pensiero e di progetto, anche differenti, ma dall’esterno e appunto, soltanto, come contributo fattivo al percorso deciso e diretto dal Vertice dei suddetti partiti e loro Segreterie, preferibilmente votate a maggioranza dagli eletti alle Primarie.

Lavorare nei territori con piattaforme locali, attive tra la Gente e collegate tra loro dovrà tendere a perfezionare il rapporto con una Base informata e consapevole.

Di cui il Centro e la Sinistra dovranno tenere conto!!

ggiannig - ggianni41@gmail.com

51  Forum Pubblico / SIAMO DIFFERENTI e DIVERSI, UGUALI nei DIRITTI e DOVERI, ma DIVISI in CATEGORIE SOCIALI. / Se le Culture non sono in evoluzione compatibile con la nuova Realtà, delle ... inserito:: Gennaio 30, 2024, 06:32:35 pm
Gianni Gavioli ha aggiornato la descrizione.
Amministratore
Esperto del gruppo in Virtual Reality
  · noStodpesri70il85207a020ug0ih1i5172698h 8m377135itmm7a8mc13l  ·

LE diverse CULTURE, il Civismo tra le Genti, la Salute delle Persone e dell'Ambiente, la Giustizia Sociale e Altro ancora in divenire, sono TEMATICHE che non devono essere Estranee e Sconosciute, al Mondo del LAVORO e delle Produzioni di Beni.
Se le Culture non sono in evoluzione compatibile con la nuova Realtà, delle Società che Cambiano, lo scontento sociale delle Masse influirà negativamente e porrà grossi rischi di scontri anche nel Mondo del Lavoro e delle Produzioni industriali e di Servizi.
La Conoscenza, da parte del personale operativo nelle fabbriche, di Valori Culturali e Sociali Condivisi saranno un percorso indispensabile di Pace sociale e di Progresso nei rapporti industriali, che Aziende sane e ben guidate non potranno più sottovalutare, per miopi, false, convenienze.
La valutazione del Personale, nella economia aziendale, dovrà tenere conto e apprezzare oltre alle caratteristiche professionali, anche quelle individuali di persone sempre più protagoniste nelle fabbriche e nella società.

Gianni Gavioli - ciaooo

52  Forum Pubblico / LA CULTURA, I GIOVANI, La SOCIETA', L'AMBIENTE, LA COMUNICAZIONE ETICA, IL MONDO del LAVORO. / Se le Culture non sono in evoluzione compatibile con la nuova Realtà, delle ... inserito:: Gennaio 29, 2024, 11:13:41 pm
Gianni Gavioli ha aggiornato la descrizione.
Amministratore
Esperto del gruppo in Virtual Reality·noStodpesri70il85207a020ug0ih1i5172698h 8m377135itmm7a8mc13l  ·

LE diverse CULTURE, il Civismo tra le Genti, la Salute delle Persone e dell'Ambiente, la Giustizia Sociale e Altro ancora in divenire, sono TEMATICHE che non devono essere Estranee e Sconosciute, al Mondo del LAVORO e delle Produzioni di Beni.

Se le Culture non sono in evoluzione compatibile con la nuova Realtà, delle Società che Cambiano, lo scontento sociale delle Masse influirà negativamente e porrà grossi rischi di scontri anche nel Mondo del Lavoro e delle Produzioni industriali e di Servizi.

La Conoscenza, da parte del personale operativo nelle fabbriche, di Valori Culturali e Sociali Condivisi saranno un percorso indispensabile di Pace sociale e di Progresso nei rapporti industriali, che Aziende sane e ben guidate non potranno più sottovalutare, per miopi, false, convenienze.

La valutazione del Personale, nella economia aziendale, dovrà tenere conto e apprezzare oltre alle caratteristiche professionali, anche quelle individuali di persone sempre più protagoniste nelle fabbriche e nella società.

Gianni Gavioli - ciaooo

53  Forum Pubblico / SOCIALESIMO. STUDIO PREPARATORIO ALLA DEMOCRAZIA, OCCIDENTALE, EUROPEA e MEDITERRANEA. / SOCIALESIMO, un percorso internazionale verso un Socialismo Liberale, che NON... inserito:: Gennaio 26, 2024, 11:55:39 pm
Tutto da studiare!
Ma non da solo.
Gianni Gavioli
Italia - 2 gennaio 2024.

--
L'Italia in Europa e le sue Realtà. -
Società, Politica, Studio, Umanismo, Ambiente.
Socialesimo, Studio per una Societas di Stati in Regime Democratico Occidentale e Mediterraneo.   
---
Democrazia.
Priorità: Realizzare finalmente una Democrazia Parlamentare Completa, in Italia, basata sulla Costituzione Repubblicana rivisitata e realizzata.

Socialismo : Progetto di revisione socio-politica, in ottica futuribile, che ponga il Cittadino Individuo-Persona, al centro della società socialista.
Che ammetta il "diritto di resistenza", nelle situazioni di ingiustizia, ma rifiuti quello della rivoluzione violenta e della "guerra giusta".

SOCIALESIMO, un percorso internazionale verso un Socialismo Liberale, che NON calpesta i valori del passato, ma ne riconosce i moltissimi errori, fatti commettere da ideologie cannibaliste assurde e da capi popolo spesso più assassini che leader politici.
 
Studio sulla fattibilità di una società, più che nazionale, come insieme di organizzazioni di Stati Nazionali, accomunati in una Confederazione da formare, con uno spessore definitivo di tempi, regole e comandamenti, per mettere ordine, con pragmatismo strategico e operativo, nel pensiero sociale e concreto di Centro e di Sinistra, Progressista e Riformista.

Recuperando i valori sino ad ora inutilizzati e correggendo gli errori commessi ancora oggi.
Su questi, invece, progettare per il futuro senza ritardi daltonici, provocati quotidianamente dalla politica, dagli anni venti del 1900 sino ad oggi.

Da tempo mi sono convinto che, pur non rinnegando le passate convinzioni, del resto revisionate nel tempo, noi tutti si debba realmente cambiare modo di pensare, sia in Democrazia, sia nel Socialismo.

In un altro mio gruppo in Fb e ne LAU propongo considerazioni in cui spiego il mio pensiero “Domanista” che è un invito a riflettere, sulla realtà che portiamo con noi dal nostro “Ieri”, sulla realtà che stiamo vivendo nel nostro
“Oggi” e soprattutto come il nostro cambiamento lo si debba organizzare, per progettare e affrontare la realtà del
“Domani”, dei nostri Giovani.

Come vogliamo siano e quali in concreto saranno le Realtà future delle nostre Famiglie, delle nostre Comunità, in Italia, In Europa e nel Mondo?
Il Domanismo é il suo studio di fattibilità.
ggiannig

Ps: la mia iniziativa e le ragioni che hanno motivato il chiamare Il DOMANISMO un Gruppo Tematico in Fb e una sezione della mia LAU, non hanno nulla a che vedere con il "Domani", quotidiano lanciato successivamente sul mercato dell'informazione.
Piacevole, vista anche la differenza di potenziale economico e progettuale, che si siano ispirati a noi??
ggiannig
54  Forum Pubblico / SOCIALESIMO. STUDIO PREPARATORIO ALLA DEMOCRAZIA, OCCIDENTALE, EUROPEA e MEDITERRANEA. / Tutti ricordiamo Tutto, di quanto é accaduto nel dopo guerra, che poteva ... inserito:: Gennaio 26, 2024, 11:52:24 pm
Gianni Gavioli
Autore

NOI tutti abbiamo necessità di un Punto di Riferimento Etico e Morale di Alto Livello.
Conosciamo il Caos che ci circonda e Immaginiamo tutto il peggio che può accadere senza preavviso.

Tutti ricordiamo Tutto, di quanto é accaduto nel dopo guerra, che poteva essere e in parte lo fu, meraviglioso.
Ma ci hanno fatto dimenticare un nostro valore, anche storico, fondamentale per una comunità tra Belli ma Diversi, come siamo noi.

Dopo il RISORGIMENTO, a cominciare dagli anni 20 del 1900, ci hanno derubato dell'ITALIA, poverissima, mai miserabile, ma più Bella.
Dobbiamo ricostruire quel punto di riferimento, la Italia, riscoprirla come BELLEZZA non più soltanto nostra PATRIA, soprattutto MATRIA nostra e dei nuovi abitanti del nostro Paese.
Allora saremo Italiani!
55  Forum Pubblico / LAU - Libera Associazione Umanitaria. DA ULIVO A OLIVO. (da RIFONDARE). / Socialesimo, Studio per una Societas di Stati in Regime Democratico Occidentale inserito:: Gennaio 26, 2024, 11:45:07 pm
Tutto da studiare!
Ma non da solo.
Gianni Gavioli
Italia - 2 gennaio 2024.

--
L'Italia in Europa e le sue Realtà. -
Società, Politica, Studio, Umanismo, Ambiente.

Socialesimo, Studio per una Societas di Stati in Regime Democratico Occidentale e Mediterraneo.   

---
Democrazia.
Priorità: Realizzare finalmente una Democrazia Parlamentare Completa, in Italia, basata sulla Costituzione Repubblicana rivisitata e realizzata.

Socialismo : Progetto di revisione socio-politica, in ottica futuribile, che ponga il Cittadino Individuo-Persona, al centro della società socialista.
Che ammetta il "diritto di resistenza", nelle situazioni di ingiustizia, ma rifiuti quello della rivoluzione violenta e della "guerra giusta".

SOCIALESIMO, un percorso internazionale verso un Socialismo Liberale, che NON calpesta i valori del passato, ma ne riconosce i moltissimi errori, fatti commettere da ideologie cannibaliste assurde e da capi popolo spesso più assassini che leader politici.
 
Studio sulla fattibilità di una società, più che nazionale, come insieme di organizzazioni di Stati Nazionali, accomunati in una Confederazione da formare, con uno spessore definitivo di tempi, regole e comandamenti, per mettere ordine, con pragmatismo strategico e operativo, nel pensiero sociale e concreto di Centro e di Sinistra, Progressista e Riformista.

Recuperando i valori sino ad ora inutilizzati e correggendo gli errori commessi ancora oggi.
Su questi, invece, progettare per il futuro senza ritardi daltonici, provocati quotidianamente dalla politica, dagli anni venti del 1900 sino ad oggi.

Da tempo mi sono convinto che, pur non rinnegando le passate convinzioni, del resto revisionate nel tempo, noi tutti si debba realmente cambiare modo di pensare, sia in Democrazia, sia nel Socialismo.

In un altro mio gruppo in Fb e ne LAU propongo considerazioni in cui spiego il mio pensiero “Domanista” che è un invito a riflettere, sulla realtà che portiamo con noi dal nostro “Ieri”, sulla realtà che stiamo vivendo nel nostro
“Oggi” e soprattutto come il nostro cambiamento lo si debba organizzare, per progettare e affrontare la realtà del
“Domani”, dei nostri Giovani.

Come vogliamo siano e quali in concreto saranno le Realtà future delle nostre Famiglie, delle nostre Comunità, in Italia, In Europa e nel Mondo?
Il Domanismo é il suo studio di fattibilità.
ggiannig

Ps: la mia iniziativa e le ragioni che hanno motivato il chiamare Il DOMANISMO un Gruppo Tematico in Fb e una sezione della mia LAU, non hanno nulla a che vedere con il "Domani", quotidiano lanciato successivamente sul mercato dell'informazione.
Piacevole, vista anche la differenza di potenziale economico e progettuale, che si siano ispirati a noi??
ggiannig
56  Forum Pubblico / NOI VECCHI, MAESTRI DI SERENITA'! / Noi Vecchi, abbiamo amato la famiglia, i figli, gli amici di gioventù. inserito:: Gennaio 26, 2024, 11:41:11 pm

Noi Vecchi, abbiamo amato la famiglia, i figli, gli amici di gioventù.

Ma forse, se non siamo amati, non se n’è accorto nessuno.

Ma forse, non per colpa loro.
ciaooo
57  Forum Pubblico / "OLIVO POLICONICO". IDEE DAL TERRITORIO A CONFRONTO. / La memoria della Shoah, che perdura da ben 62 anni, è assoggettata, come altri.. inserito:: Gennaio 26, 2024, 11:37:26 pm
Elena Zargani Magoia
notodspSre1ulg3tf291ii3g08h5045glm60uual3 m8ah13t3h85a1hm0c2  ·

Un articolo di Aldo del 2007 sulla memoria della Shoah, ancora straordinariamente attuale. Chi abbia voglia, e possa prendersi il tempo di leggerlo, è un antidoto alle semplificazioni di ieri e di oggi.

Apodissi. Per una geometria della Memoria.

La memoria della Shoah, che perdura da ben 62 anni, è assoggettata, come altri fatti umani, anche alla legge della domanda e dell’offerta e pertanto, nelle sue alterne vicende nel tempo, è paragonabile a modelli di mercato, quelli cioè nei quali domanda e offerta di un prodotto si influenzano reciprocamente.
L’offerta attuale del “prodotto Memoria”, se così si può definirlo, è composta da: studi storici, romanzi, convegni, memorie autobiografiche, film, sceneggiati televisivi, documentari, articoli di giornale, monumenti, targhe, viaggi ad Auschwitz, celebrazioni, “il giorno della memoria” del 27 gennaio (proclamato dall’ONU e celebrato nella maggior parte dei Paesi europei)… Le espressioni negazioniste , in modo solo apparentemente paradossale, fanno anch’esse parte dell’offerta, costituendone la componente parassita e truffaldina, perseguìta pertanto dalla legge penale di numerosi Paesi, ma non in tutta l’Europa e, in particolare, non in Italia, che giustamente non persegue i reati d’opinione. Il negazionismo è sempre stato presente a contrastare la memoria della Shoah, e in tal modo testimonia, suo malgrado, la grande forza e persistenza della domanda.
Si moltiplicano poi negli ultimi tempi almeno in Italia numerosi tentativi di occulto sabotaggio - le Giornate del Ricordo per esempio, come quella dedicata alle Foibe - con funzioni parassitarie, se non volutamente corrosive, nei confronti della Giornata della Memoria. Queste celebrazioni aggiuntive tendono a banalizzare il 27 gennaio al quale si viene ad affiancare una pletora di date che finisce per rendere tutto stucchevole e privo di significato.
Tuttavia, l’offerta della “Memoria della Shoah” e la corrispondente domanda non sono ridotte alla sola giornata di celebrazione del 27 gennaio, di recente istituzione, che corre anzi il rischio di divenire anch’essa meramente celebrativa e ripetitiva.
L’offerta, che, ovviamente, non è destinata al popolo ebraico, tuttavia lo coinvolge profondamente e direttamente, se non altro perché è e comprensibilmente chiamato a rispondere con efficacia e correttezza ai quesiti del pubblico non ebraico .
Lo sterminio degli ebrei ha acquistato memoria permanente, come vedremo, per forza propria, anche perché è stato giustamente visto dalle moltitudini come l’atroce atto terminale di un seguito di persecuzioni e diffamazioni in Europa delle quali gli ebrei erano stati vittime nei secoli esclusivamente per la loro condizione esistenziale nella società della quale pur facevano strettamente parte. Prima della Shoah, gli ebrei divennero il simbolo del male assoluto: basti, in proposito, ricordare l’accusa di deicidio connessa alla teologia cristiana e l’intensificarsi dell’antisemitismo cattolico dopo la fine del potere temporale nel 1870. E proprio per questi diffusi e radicati pregiudizi il crimine poté essere perpetrato dal nazismo e dai suoi complici senza incontrare consistenti resistenze. Al delirio superstizioso di antichissime origini come il deicidio si coniugarono le dottrine razziste del XIX secolo che negavano l’identità umana delle razze inferiori o degenerate.
I motivi storici, psicologici, culturali che hanno condotto allo sterminio hiltleriano della prima metà del XX secolo, sono comunque estremamente complessi e la loro trattazione, per la quale rimando a quella che è una delle più vaste bibliografie della Storia, andrebbe ben oltre i compiti che mi prefiggo in queste brevi pagine che riguardano invece solo alcune mie riflessioni sulla Memoria della Shoah dopo il 1945.
Tuttavia mi sembra rilevante ricordare qui che la condizione ebraica precedente alla Shoah fu definita con l’espressione “alterità immanente”. Gli ebrei sarebbero dunque “l’altro”, estraneo e odiato, del quale è indispensabile, ma al contempo intollerabile, la presenza. Purtroppo l’alterità immanente ebraica si dissolse in Europa solo dopo la perpetrazione dello sterminio, le cui dimensioni, una volta rivelate tutte d'un tratto, produssero prima lo stupore collettivo, poi una presa di coscienza vastissima, per cui può essere suggerito il termine assai approssimativo di “rimorso” .
Le cause di questo rivolgimento, vasto ma non totale, non sono state ancora del tutto descritte: è possibile, per esempio, che uno dei fattori che hanno innescato al suo nascere la Memoria della Shoah sia stato il colpevole silenzio delle alte gerarchie ecclesiastiche cattoliche e delle altre confessioni cristiane nel corso dello sterminio e, in contrasto con ciò, ricondotta all’immensa documentazione prodotta dai processi del dopoguerra.
Questa resipiscenza tuttavia non è comune a tutti i Paesi europei, e nell’Est è addirittura assente l’impegno del basso clero nel salvare vite umane, compresa la mia… Un’altra delle cause può essere per l’effetto combinato del feroce antisemitismo popolare e dell’occultamento operato dai comunisti. Ma c’è dell’altro, come vedremo subito.
Un poeta amico del popolo ebraico, il grande Gioachino Belli, scrisse in merito all’uccisione di Cristo, cioè Dio - necessaria, secondo il Cristianesimo, per la salvezza dell’umanità - dei versi apparentemente buffi, ma illuminanti: “Subbito che lui venne pe morì/ quarchiduno l’aveva da ammazzà”. L’alterità immanente è dunque già presente nel mito cristiano del deicidio, necessario e al contempo demonizzante per il popolo accusato di averlo commesso.
Fino al 1792, la reclusione nei ghetti europei del popolo ebraico, pur esponendolo a ogni sorta di persecuzione, lo preservò dallo sterminio. Nel 1792, con l’emancipazione degli ebrei, la Rivoluzione francese ha involontariamente dato l’avvio a un processo distruttivo, liberando, senza soluzione di continuità, le potenzialità letali insite nell’alterità immanente. La Shoah, che è lo stadio finale di questo processo, è divenuta così una sorta di automutilazione dell’Europa, perché l’eliminazione fisica dell’altro ha lacerato in modo irreparabile la sua indispensabile presenza.
È dunque in questa realtà di automutilazione dell’Europa che va ricercata la duratura e angosciosa domanda di Memoria.
Il cerchio qui si chiude e la risposta alla memoria della Shoah si trasforma in lotta contro l’antisemitismo
Questa catastrofe si va configurando oggi nelle vicende dello Stato di Israele che è stato fondato, non come conseguenza della Shoah, come molti pensano, ma in correlazione alla “alterità immanente” proprio per la speranza di abrogare questa condizione esistenziale nella nuova realtà storica che si andava delineando nell’Europa delle Nazioni. Il movimento Sionista infatti, fin dal 1897 aveva l’obiettivo primario, con la creazione di uno Stato, di far divenire il popolo ebraico uguale alle altre nuove Nazioni europee, permettendone la sopravvivenza già allora minacciata.
David Grossman ha definito la realizzazione dello Stato di Israele un miracolo. Il Sionismo è riuscito a creare una nazionalità israeliana, non solo ebraica, che si è realizzata sotto i nostri occhi in pochi decenni.
Ma, nonostante la nascita del cittadino israeliano, il Sionismo ha fallito fino a oggi, come l’emancipazione del 1792, l’assimilazione borghese dell’800 e quella socialista del 900, l’obiettivo di rendere equiparato il popolo ebraico nella percezione degli altri popoli. E avendo il Sionismo fallito proprio il suo obbiettivo principale - come risulta dalle interminabili guerre e l’odio delirante e apocalittico del mondo arabo e islamico - la Storia del MO si ricongiunge ormai, purtroppo, alla Storia della Memoria della Shoah. Al posto del razzismo europeo ora gli ebrei debbono affrontare l’integralismo religioso che si avvale di tutti gli strumenti del passato, compresi quelli del razzismo nazista.
Per questi motivi, mentre in passato sembrava perfino doveroso trattare, rispondendo alla domanda di Memoria, dei problemi del MO in modo nettamente separato da quelli dell’epoca dei totalitarismi, oggi invece, con i dovuti e ovvii distinguo , questa separazione è divenuta impossibile. I reiterati proclami di sterminio di Israele, da ultimo quelli dei dirigenti iraniani e la connessa negazione dell’Olocausto, sono uno degli esempi, ma non il solo, di questa nuova tragedia che si va profilando.
Nei giorni nostri, dunque, la “alterità immanente”, un tempo fenomeno europeo, si è come spostata nel MO, dove continua, seppure in altre forme, a manifestare le sue funeste antinomie. Questo motivo profondo per il quale la domanda sulla Shoah va progressivamente congiungendosi alla domanda sul MO, rende necessaria una risposta conseguente, per ora non ancora disponibile se non in forma retorica, autoreferenziale e pertanto di scarso contenuto e di nessuna efficacia.
La persistenza della memoria, cioè quella che ho definito la domanda, è influenzata dal crimine stesso già attuato in Europa , ma oggi anche per la sua possibile ripetizione, paventata, molti anni fa, da Primo Levi.
Tuttavia occorre dire che il persistere della memoria si può manifestare anche in altri ricordi collettivi. Si pensi a: le epidemie di peste in Europa, la bomba atomica su Hiroshima, il crollo dell’Impero Romano d’Occidente, il Terrore della Rivoluzione Francese… Questa sequenza incompleta si chiude per ora con l’abbattimento delle Due Torri a New York l’11 settembre 2001.
Tali eventi presentano alcuni elementi comuni, oltre a quello principale di essere stati ognuno la discriminante fra due periodi della Storia. Essi sono: l’innocenza delle vittime, il loro numero enorme, la repentinità del fenomeno nel suo apparire e scomparire, l’abbattimento indifferenziato di esseri umani per età, sesso, condizione sociale, l’oscurità delle cause, l’impossibilità da parte delle vittime, inconscie oltre che innocenti, di difendersi in alcun modo , l’autoidentificazione con le vittime, l’impossibilità di attribuire un senso allo sterminio che abbia la funzione di renderlo sopportabile .
La Shoah e la sua memoria, peraltro, consistono nella somma di tutti gli elementi elencati elevata alla massima potenza. Si tratta di un crimine seriale (meramente ideologico, cioè privo di qualsiasi utilità pratica, che potrebbe, anzi, essere definito addirittura ludico perché nella sua atrocità contrastava ogni possibilità di vittoria militare per la Germania proprio a causa del suo costo e della sua difficoltà di attuazione ) con milioni di vittime.
Così la domanda non ha, o non ha ormai più, connotazioni politiche, e nemmeno emozionali. Essa oggi nasce invece soprattutto dalla indecifrabilità enigmatica del crimine, che permane nonostante l’immensa quantità di studi in proposito.
La risposta, purtroppo, pervicacemente politica e emozionale, non corrisponde alla richiesta, che si riferisce quasi esclusivamente - almeno oggi e probabilmente sempre più nel futuro - alle caratteristiche intrinseche dello sterminio. Per esempio, si insiste maggiormente sulle vittime e si trascurano gli esecutori, mentre nella diade vittima-assassino, è assai più importante l’assassino della vittima.
Il pubblico, in sostanza, chiede inconsapevolmente la prosecuzione di un processo nei confronti di criminali dei quali peraltro, in qualche misura, si sente anche complice, in modo drammaticamente contraddittorio perché, invece, per altra parte di sé, si identifica totalmente con le vittime. E infatti la Shoah è stata vista anche come il suicidio dell’Europa. Il suicidio è l’atto nel quale vittima e assassino coesistono in una sola persona.
Il negazionismo, visto però solo dalla parte della domanda, ha paradossalmente origini in sé e per sé quasi innocenti: l’incredibilità del misfatto rende assai più agevole e rassicurante la negazione della sua esistenza piuttosto che l’indagine e l’eterno processo che ne deriva . Inserire la Shoah nella storia della prima metà del secolo XX - per capire come si è potuto arrivare a tanto orrore attraverso il nazismo e le innumerevoli connivenze che esso ha avuto in Europa - è l’unico modo per comprenderla, ma costituisce un’operazione dolorosa e difficile e perciò è logico che tanti tentino di evitarla.
Resta quindi da dire che, per quanto enorme e costante, la domanda viene formulata da una minoranza circondata dagli indifferenti. E proprio il mondo degli indifferenti è uno degli sbocchi dell’offerta dei negazionisti che propongono una soluzione semplice, rapida e in apparenza meno angosciosa, oltre che completamente idiota: la Shoah, che non è mai esistita, sarebbe il frutto della tradizionale lamentosità degli ebrei, quando non delle loro invenzioni allo scopo di ingannare il mondo e perpetrare le loro abituali sopraffazioni, quelle sì concrete. (Vedi nota V)
La negazione della Shoah costituisce pertanto il metodo più raffinato per accettarla, già implicito nelle modalità dello sterminio e nel segreto col quale fu perpetrata, che anticipavano appunto il futuro negazionismo: perché gli ebrei assassinati non dovevano scivolare nell’oblio come gli altri popoli fatti sparire nella Storia antica e recente?
“In apparenza meno angosciosa”, ho detto prima, ma in realtà ancora più persistente e antica e duratura della memoria della Shoah. Il negazionismo è imparentato infatti con il “complotto giudaico per il dominio del mondo”, proprio cioè con il mito che fu una delle scaturigini dello sterminio: la memoria della Shoah diventa una delle tante imposizioni dell’eterno ebraismo, come il cristianesimo (“…Roma/piú non trionfa./Piú non trionfa, poi che un galileo/di rosse chiome il Campidoglio ascese,/gittolle in braccio una sua croce, e disse/- Portala, e servi. “ ), come il bolscevismo “giudaico”, o il Dio denaro (l’usura di Ezra Pound… un altro poeta, e vi ho risparmiato Louis Ferdinand Céline), o, oggi, il Sionismo...
. Questa lotta continuerà a essere efficace purché, come ho dimostrato, l’offerta sia coerente con la domanda in questo triste mercato di memorie, oblii, idee e superstizioni.
Per parte loro, gli ebrei restano quel che sono: un oggetto che va da Woody Allen ai rabbini che hanno partecipato al Convegno nazista di Teheran del dicembre 2006 sulla… inesistenza della Shoah.
Aldo Zargani
Roma, 27 gennaio 2007

Da Facebook 26 gnnaio 2024
58  Forum Pubblico / LAU - Libera Associazione Umanitaria. DA ULIVO A OLIVO. (da RIFONDARE). / Tutto da studiare! - Gianni Gavioli - L'Italia in Europa e le sue Realtà. inserito:: Gennaio 23, 2024, 12:01:41 am
Tutto da studiare!
Ma non da solo.
Gianni Gavioli
Italia - 2 gennaio 2024.

--
L'Italia in Europa e le sue Realtà. -
Società, Politica, Studio, Umanismo, Ambiente.
Socialesimo, Studio per una Societas di Stati in Regime Democratico Occidentale e Mediterraneo.   
---
Democrazia.
Priorità: Realizzare finalmente una Democrazia Parlamentare Completa, in Italia, basata sulla Costituzione Repubblicana rivisitata e realizzata.

Socialismo : Progetto di revisione socio-politica, in ottica futuribile, che ponga il Cittadino Individuo-Persona, al centro della società socialista.
Che ammetta il "diritto di resistenza", nelle situazioni di ingiustizia, ma rifiuti quello della rivoluzione violenta e della "guerra giusta".

SOCIALESIMO, un percorso internazionale verso un Socialismo Liberale, che NON calpesta i valori del passato, ma ne riconosce i moltissimi errori, fatti commettere da ideologie cannibaliste assurde e da capi popolo spesso più assassini che leader politici.
 
Studio sulla fattibilità di una società, più che nazionale, come insieme di organizzazioni di Stati Nazionali, accomunati in una Confederazione da formare, con uno spessore definitivo di tempi, regole e comandamenti, per mettere ordine, con pragmatismo strategico e operativo, nel pensiero sociale e concreto di Centro e di Sinistra, Progressista e Riformista.

Recuperando i valori sino ad ora inutilizzati e correggendo gli errori commessi ancora oggi.
Su questi, invece, progettare per il futuro senza ritardi daltonici, provocati quotidianamente dalla politica, dagli anni venti del 1900 sino ad oggi.

Da tempo mi sono convinto che, pur non rinnegando le passate convinzioni, del resto revisionate nel tempo, noi tutti si debba realmente cambiare modo di pensare, sia in Democrazia, sia nel Socialismo.

In un altro mio gruppo in Fb e ne LAU propongo considerazioni in cui spiego il mio pensiero “Domanista” che è un invito a riflettere, sulla realtà che portiamo con noi dal nostro “Ieri”, sulla realtà che stiamo vivendo nel nostro
“Oggi” e soprattutto come il nostro cambiamento lo si debba organizzare, per progettare e affrontare la realtà del
“Domani”, dei nostri Giovani.

Come vogliamo siano e quali in concreto saranno le Realtà future delle nostre Famiglie, delle nostre Comunità, in Italia, In Europa e nel Mondo?
Il Domanismo é il suo studio di fattibilità.
ggiannig

Ps: la mia iniziativa e le ragioni che hanno motivato il chiamare Il DOMANISMO un Gruppo Tematico in Fb e una sezione della mia LAU, non hanno nulla a che vedere con il "Domani", quotidiano lanciato successivamente sul mercato dell'informazione.
Piacevole, vista anche la differenza di potenziale economico e progettuale, che si siano ispirati a noi??
ggiannig
59  Forum Pubblico / N.O.M. NUOVO ORDINE MONDIALE DI PACE ATTIVA. Possiamo Esserci Come EUROPEI? / Uno schiaffo al Meridione, così la fondazione Gimbe descrive il progetto di Auto inserito:: Gennaio 20, 2024, 07:49:18 pm
Gimbe: “Cittadini costretti a migrare al Nord per curarsi, con Autonomia aumentano le diseguaglianze”

È netto il giudizio della fondazione Gimbe sull’Autonomia differenziata: aumenterà la frattura tra Nord e Sud, aumentando la migrazione sanitaria verso le Regioni più ricche e mettendo a repentaglio il diritto costituzionale alla salute di tutti i cittadini.

A cura di Annalisa Girardi
Uno schiaffo al Meridione, così la fondazione Gimbe descrive il progetto di Autonomia differenziata, denunciando come il Sud rischia di diventare sempre più dipendente dalla sanità del Nord, obbligando moltissime persone a recarsi nelle Regioni settentrionali per curarsi. Un report della fondazione analizza il fenomeno di mobilità sanitaria interregionale ed evidenzia che nel 2021 sia stata raggiunta la cifra di 4,25 miliardi di euro, con saldi estremamente variabili a seconda della Regione. La capacità di attrazione dei pazienti da altre Regioni è molto diversa: se in cima alla classifica troviamo tutte Regioni del Nord – cioè Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto – quelle del Mezzogiorno sono fanalino di coda: il 76,9% del saldo passivo si concentra infatti in Calabria, Campania, Sicilia, Lazio, Puglia e Abruzzo.

Perché la fondazione Gimbe critica il progetto di Autonomia
Il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, sottolinea come la mobilità sanitaria rifletta "le grandi diseguaglianze nell'offerta dei servizi sanitari tra le varie Regioni e, soprattutto tra il Nord e il Sud del Paese" che si sono ormai trasformate in una "frattura strutturale destinata ad essere aggravata dall'Autonomia differenziata". In sanità il progetto dell'Autonomia, sempre secondo Cartabellotta, "legittimerà normativamente il divario Nord-Sud, amplificando le inaccettabili diseguaglianze nell'esigibilità del diritto costituzionale alla tutela della salute".
Oggi il Senato avvia la discussione in Aula del ddl Calderoli, che contiene appunto il progetto di Autonomia differenziata. La fondazione ritiene che sia un errore concedere maggiore autonomia alle Regioni in materia sanitaria, anche a causa della grave crisi che sta affrontando il Servizio sanitario nazionale, che spesso impedisce di stanziare risorse sufficienti ad assicurare livelli essenziali di assistenza, figuriamoci a colmare le diseguaglianze. C'è anche un problema legato al personale sanitario: "una maggiore autonomia in termini di contrattazione del personale rischia di provocare una fuga di professionisti sanitari verso le Regioni in grado di offrir condizioni economiche più vantaggiose", sottolinea il report.

LEGGI ANCHE
Fratelli d'Italia propone una legge sulla caccia per armare i sedicenni, ma Lollobrigida la fa ritirare
Secondo Gimbe il progetto dell'Autonomia è in contrasto con uno degli obiettivi trasversali del Pnrr, ciò quello di ridurre le diseguaglianze regionali e territoriali. "Risulta ai limiti del grottesco la posizione dei presidenti delle Regioni meridionali governate dal Centro-Destra, favorevoli all’autonomia differenziata. Una posizione autolesionistica che dimostra come gli accordi di coalizione partitica prevalgano sugli interessi della popolazione", aggiunge Cartabellotta.

La mobilità sanitaria tra le Regioni
Nel 2021 le principali Regioni a registrare un saldo positivo a causa della mobilità sanitaria interregionale erano Emilia-Romagna (€ 442 milioni), Lombardia (€ 271,1 milioni) e Veneto (€ 228,1 milioni); le principali in saldo negativo, invece, Abruzzo (-€ 108,1 milioni), Puglia (-€ 131,4 milioni), Lazio (-€ 139,7 milioni), Sicilia (-€ 177,4 milioni), Campania (-€ 220,9 milioni), Calabria (-€ 252,4).
Il report della fondazione spiega come l'86% della mobilità sanitaria riguardi i ricoveri ordinari e in day hospital (69,6%) e le prestazioni di specialistica ambulatoriale (16,4%). Per fare poi il punto sulla mobilità verso le strutture private.

La mobilità verso il privato
Oltre 1 euro su 2 speso per i ricoveri e le prestazioni specialistiche va nelle casse del privato: parliamo di 1.727,5 milioni  di euro (54,6%), rispetto ai 1.433,4 milioni (45,4%) delle strutture pubbliche. "Il volume dell’erogazione di ricoveri e prestazioni specialistiche da parte di strutture private varia notevolmente tra le Regioni ed è un indicatore della presenza e della capacità attrattiva delle strutture private accreditate, oltre che dell’indebolimento di quelle pubbliche", commenta Cartabellotta.
Il presidente della fondazione, quindi, prosegue: "I flussi economici della mobilità sanitaria scorrono prevalentemente da Sud a Nord, in particolare verso le Regioni che hanno già sottoscritto i pre-accordi con il governo per la richiesta di maggiori autonomie. E che oltre la metà del valore delle prestazioni di ricovero e specialistica ambulatoriale vengono erogate dal privato accreditato, ulteriore segnale d’indebolimento della sanità pubblica". Secondo Cartabellotta sono dati che confermano non solo come ci sia un divario tra il Nord e il Sud del Paese, ma anche come questo sia "inevitabilmente destinato ad aumentare se verranno concesse maggiori autonomie alle più ricche Regioni settentrionali", compromettendo "l’uguaglianza dei cittadini nell’esercizio del diritto costituzionale alla tutela della salute".

Continua a leggere su Fanpage.it

continua su:
https://www.fanpage.it/politica/gimbe-cittadini-costretti-a-migrare-al-nord-per-curarsi-con-autonomia-aumentano-le-diseguaglianze/
https://www.fanpage.it/
60  Forum Pubblico / N.O.M. NUOVO ORDINE MONDIALE DI PACE ATTIVA. Possiamo Esserci Come EUROPEI? / La Fondazione GIMBE persegue il proprio scopo attraverso dieci sinergiche linee inserito:: Gennaio 20, 2024, 07:45:24 pm

Chi siamo

La Fondazione GIMBE, che non ha fini di lucro, ha lo scopo di favorire la diffusione e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche con attività indipendenti di ricerca, formazione e informazione scientifica, al fine di migliorare la salute delle persone e di contribuire alla sostenibilità di un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico.

La Fondazione GIMBE persegue il proprio scopo attraverso dieci sinergiche linee di azione:

    Interagire con gli organi politico-istituzionali al fine di garantire a tutte le persone il diritto alla tutela della salute, ridurre iniquità e diseguaglianze, mettere la salute al centro di tutte le politiche (health in all policies), ottenere il massimo ritorno di salute dalle risorse investite in sanità (value for money).
    Favorire l’integrazione delle migliori evidenze scientifiche in tutte le decisioni professionali, manageriali e politiche che riguardano la salute delle persone (evidence for health).
    Promuovere l’integrazione multi-professionale e riallineare sulla tutela della salute delle persone gli interessi conflittuali degli stakeholder.
    Migliorare rilevanza, qualità metodologica, etica e integrità della ricerca biomedica, clinica e sanitaria, al fine di ridurre gli sprechi ed aumentarne il value.
    Promuovere un’assistenza sanitaria e sociale ad elevato value, contribuendo a migliorarne sicurezza, efficacia, appropriatezza, equità, coinvolgimento di cittadini e pazienti, efficienza.
    Promuovere l’educazione continua in medicina (ECM) come processo di auto-apprendimento permanente integrato nell’attività professionale.
    Diffondere tra studenti e giovani professionisti sanitari una pratica clinica basata sulle evidenze, centrata sul paziente, consapevole dei costi e ad elevato value.
    Disseminare informazioni indipendenti sull’efficacia, appropriatezza e sicurezza degli interventi sanitari, affinché cittadini e pazienti possano effettuare scelte condivise e consapevoli sulla propria salute.
    Promuovere misure per l’integrità e la trasparenza in sanità.
    Diffondere la consapevolezza che il servizio sanitario nazionale è un bene comune da tutelare e garantire alle future generazioni.

...
14 novembre 2023, Fondazione GIMBE. Report Osservatorio GIMBE 4/2023

Fondazione GIMBE
Via Amendola, 2 - 40121 Bologna (Italy)
Tel: + 39 051 5883920 - Fax: +39 051 3372195 - info@gimbe.org
CF / P. IVA 03043421209

    ...

Copyright © 2016 GIMBE
Pagine: 1 2 3 [4] 5 6 ... 529
Powered by MySQL Powered by PHP Powered by SMF 1.1.21 | SMF © 2015, Simple Machines XHTML 1.0 valido! CSS valido!