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3556  Forum Pubblico / AUTRICI e OPINIONISTE. / PATRIZIA CARAVEO - Il Congresso non si fila Trump e aumenta il budget per la... inserito:: Marzo 29, 2018, 06:34:01 pm
Il Congresso non si fila Trump e aumenta il budget per la ricerca
Un aumento dei finanziamenti del 12,8%. Il Congresso ha deciso di puntare sulla ricerca per spingere la crescita del paese e per non perdere la leadership a livello mondiale

   Di PATRIZIA CARAVEO 24 marzo 2018, 10:30

Ottime notizie per gli scienziati USA. Nonostante le richieste di consistenti tagli alla spesa pubblica dedicata alla ricerca avanzate dalla Casa Bianca, il Congresso ha ribaltato la situazione che aveva messo in allarme i colleghi americani, approvando un budget maggiore di quello del 2017.

In effetti, gli analisti ci dicono che, tutto considerato, l’aumento risulta essere veramente importante, ben il 12,8 %, il maggiore in più di una decade nel budget totale che il bilancio federale dedica alla R&D (per ricerca e sviluppo). Contrariamente alle opinioni del Presidente, il Congresso ha deciso di puntare sulla ricerca per spingere la crescita del paese e per non perdere la leadership a livello mondiale.

In effetti, la buona notizia è figlia della decisione di alzare la spesa pubblica dedicata alle spese militari che ha fatto da traino potente per un aumento anche della spesa civile.

Tutte le agenzie federali, anche quelle che avrebbero dovuto subite tagli sanguinosi, vedono il loro budget aumentare o, al più, rimanere costante. In particolare, il Congresso ha deciso di NON tagliare i finanziamenti alla ricerca sul cambiamento climatico che può continuare, con buona pace del Presidente che proprio non ama l’argomento.

IL National Institute of Health (NIH), per il quale il Presidente proponeva un taglio del 22%, riceve un aumento dello 8,3 %.   Il più bel commento è stato quello del direttore per le relazioni pubbliche della American Society for Biochemistry and Molecular Biology che dice in un tweet di essere senza parole (“beyond words, folks”)

La National Science Foundation cresce, in totale, del 3,9%, ma la frazione dedicata alla ricerca di base sale del 5% e riflette la preoccupazione del Congresso che la Cina ed altre potenze internazionali dedichino alla ricerca più fondi degli USA.

L’Office for Science del Department of Energy, che si aspettava un taglio del 15%, riceve invece un aumento del 15%. Gli Advanced Reaserch Projects, che Trump aveva proposto di eliminare, vengono confermati con un budget significativamente aumentato

Il budget della NASA è di 20,7 Miliardi di dollari, 1,1 miliardi in più di quello del 2017. I fondi dedicati alla scienza crescono del 7,9% (e la missione Wide Field Infrared Survey Telescope, che rischiava di essere cancellata, viene reintrodotta nel programma).  Il programma di esplorazione planetaria cresce del 21% e le osservazioni della Terra NON vengono tagliate, come aveva chiesto il Presidente.

La National Oceanic and Atmospheric Administration, per la quale Trump aveva chiesto profondi tagli per la parte dedicate alle ricerche sul clima, cresce del 3%   e il budget per le ricerche sul clima rimane costante.

Lo stesso succede per la U.S. Geological Survey che mantiene i suoi 8 centri dedicati allo studio del clima, contrariamente ai desideri del Presidenti che aveva proposto di ridurli a 4.

La Environment Protection Agency, che avrebbe dovuto subire tagli profondi, rimane, invece, a budget costante.

Che dire? WOW

Sono invidiosissima, per noi i tagli alla spese per la ricerca sono una triste realtà. Spero che i nostri nuovi governanti seguano l’esempio del Congresso americano che discute e baccaglia ma, alla fine, pensa al futuro del paese, ben sapendo che la qualità della vita dipende dalla qualità della ricerca che non può crescere senza un adeguato sostegno pubblico.

Da -https://www.agi.it/blog-italia/scienza/ricerca_finanziamenti_budget_usa-3675756/post/2018-03-24/
3557  Forum Pubblico / GIORNALISMO INVESTICATIVO d'INCHIESTA. OPINIONISTI. / FRANCESCO BEI. Se Di Maio ostacola il governo M5S inserito:: Marzo 29, 2018, 06:32:23 pm
Se Di Maio ostacola il governo M5S

Cara lettrice, caro lettore,
c’è qualcosa di sorprendente nella linea con cui il Movimento Cinque Stelle affronta il problema della formazione del governo. Una “stranezza” tanto più forte se raffrontata con la tattica che, specularmente, sta portando avanti l’altro pretendente al trono, Matteo Salvini. Il leader della Lega infatti al momento è inappuntabile. Ha aperto sul programma, arrivando a sostenere ieri che il reddito di cittadinanza – la bandiera dei grillini in campagna elettorale - si può fare. Non ha posto problemi personali, dicendo chiaramente di essere pronto a fare un passo indietro sulla premiership, pur rivendicando al centrodestra la guida del governo. Si può chiedere di più?

Dall’altro lato invece il refrain dei Cinque Stelle è: Di Maio o niente. L’alfa e l’omega di ogni discorso sul governo è sempre quello, il premier deve essere Luigi Di Maio. Il resto viene dopo. Ora è sorprendente appunto che una tale linea Maginot sia stata scavata proprio dai grillini a difesa della leadership di Di Maio. Perché in teoria tutta la narrazione M5s finora è stata incentrata sul programma. Il mito del programma, del mettere al centro di tutto “i temi” e non gli uomini o i destini personali dei leader. Il mantra dell’uno vale uno in fondo aveva questo assunto base: i parlamentari sono tutti fungibili, sono soltanto “portavoce” del Movimento. Non devono avere una faccia, come i capigruppo. Che infatti ruotavano ogni tre mesi nella scorsa legislatura.

Ora invece Di Maio è intoccabile. Se anche Salvini offrisse i suoi voti per realizzare per intero i venti punti del programma grillino, Di Maio pretenderebbe comunque di guidare lui il governo. E’ una posizione ideologica, che mostra una certa fragilità e alla lunga sarà difficile da difendere. E se Salvini proponesse un disarmo bilanciato, un passo indietro di entrambi per il bene comune? Si dirà, e i grillini infatti lo dicono, che Di Maio si è presentato agli elettori come candidato premier. Ma è una giustificazione che non giustifica niente. Sia perché anche Salvini si era attribuito questo titolo. Sia perché l’attuale legge elettorale, essendo proporzionale, postulava una trattativa parlamentare per arrivare a un governo parlamentare. Senza investitura diretta della premiership, come invece prevedeva – in vigenza del Mattarellum- la Costituzione materiale della Seconda repubblica.

Ha detto bene ieri Guido Crosetto, coordinatore di Fratelli d’Italia: “Se esiste la disponibilità di Di Maio e Salvini a fare un passo indietro per individuare una persona terza la cosa può essere risolta velocemente”. Ma è davvero questo che vogliono i grillini?

Francesco Bei
Capo della Redazione Romana, La Stampa

Da – La Stampa 27 marzo 2018
 
3558  Forum Pubblico / Gli ITALIANI e la SOCIETA' INFESTATA da SFASCISTI, PREDONI e MAFIE. / ALBERTO CUSTODERO - Renzi: "Opposizione farà bene al Pd". inserito:: Marzo 29, 2018, 06:30:14 pm
Governo, parte la fronda tra i dem.
Renzi: "Opposizione farà bene al Pd". Franceschini: "Partito silente"
I ministri della Giustizia e dei Beni Culturali chiedono di discutere la linea politica sul governo prima di salire al Colle.
Martina: "Convocare i gruppi di Camera e Senato e direzione solo dopo le consultazioni"

Di ALBERTO CUSTODERO
29 marzo 2018

ROMA - Continua lo scontro all'interno del Pd: dopo la débacle subita sulle mancate nomine dei Questori di Camera e Senato, cresce la tensione tra i big del partito. Il mal di pancia ha il più evidente sintomo nella diatriba sollevata in particolare da Dario Franceschini (poi sposata da Andrea Orlando) su una questione formale.

Ovvero se convocare i gruppi Pd di Camera e Senato prima del quattro marzo (come invocato dai ministri della Giustizia e dei Beni Culturali) per chiarire la linea politica dem quando i partititi saranno ricevuti al Colle per discutere sul governo. Oppure se convocare la riunione dei gruppi dei due rami del Parlamento solo all'indomani delle consultazioni col Quirinale, come replica Lorenzo Guerini.

Il segretario reggente Maurizio Martina sta mediando tra le varie anime dem, anche se la sua idea è di convocare i Gruppi e la direzione all'indomani delle consultazioni per un confronto. E, soprattutto, per fare il punto della situazione. Matteo Renzi, dal canto suo, conferma la 'sua' linea politica: "La situazione politica è chiara: il Pd starà all'opposizione. E stando all'opposizione potrà dare un aiuto al Paese portando un clima di civiltà e rispetto del Governo che nei nostri confronti purtroppo non c'è stato". "L'opposizione si può fare bene -aggiunge - come spiega splendidamente Pierluigi Castagnetti, e può farci bene, molto bene".

A sollevare il caso, stamattina, durante la riunione pd alla Camera che aveva all'ordine del giorno la votazione per gli uffici di presidenza, sono stati Franceschini prima e Orlando poi.

"Il Pd è stato troppo silente, va bene la linea di opposizione ma in questi giorni la situazione è evoluta e per questo bisognerebbe discutere nei gruppi", è stato il senso del ragionamento fatto dal ministro della Cultura. Una linea simile a quella di Orlando che, pur ribadendo la scelta dell'opposizione, ha sottolineato il fatto che il Pd dovrebbe definire la sua agenda prima di salire al Colle.

Già nel corso dell'Assemblea era stato Lorenzo Guerini a replicare anticipando la scelta poi formalizzata dal segretario reggente (gruppi e Direzione dopo le consultazioni). "I gruppi devono discutere ma è utile riunire gli organismi dopo la consultazione per valutarne l'esito", ha spiegato tra l'altro il coordinatore dem.

© Riproduzione riservata 29 marzo 2018

Da - http://www.repubblica.it/politica/2018/03/29/news/partito_democratico_pd_martina_franceschini_orlando_gruppi_direzione_consultazioni_quirinale_linea_politica-192527126/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S1.8-T1
3559  Forum Pubblico / AUTRICI e OPINIONISTE. / Elisabetta Casellati, la pasdaran di Berlusconi che fece assumere la figlia ... inserito:: Marzo 29, 2018, 06:28:23 pm
Elisabetta Casellati, la pasdaran di Berlusconi che fece assumere la figlia al ministero della Salute

In Parlamento dal 1994, anno della discesa in campo del Cavaliere, nel 2005 ricoprì l'incarico di sottosegretaria nel dicastero guidato da Sirchia.

E la figlia Ludovica divenne capo della segreteria ministeriale.

Nel curriculum della neo presidente del Senato anche il contributo alle leggi ad personam e il contrasto alle unioni civili. E sui social se la prendono con i 5 stelle

Di PAOLO GALLORI
24 marzo 2018

Era il 2005. Maria Elisabetta Alberti Casellati, fedelissima del Cavaliere, si trovò a ricoprire la carica di sottosegretario al Ministero della Salute, guidato all'epoca dal "tecnico" Girolamo Sirchia. Appena insediata, non perse tempo e piazzò a capo della segreteria del dicastero la figlia Ludovica. Inevitabili, piovvero sulla sua testa le accuse di familismo e clientelismo. Proprio a lei, esponente di un governo a guida Berlusconi, il premier dell'"Italia Azienda" che aveva giurato di fare piazza pulita della vecchia politica e dei suoi metodi.

Casellati non restò in silenzio. O meglio, fu la figlia Ludovica a rispondere a chi la accusava di aver scavalcato a destra (sic) tutti gli altri possibili e meritevoli candidati grazie al cuore della mamma che aveva fatto in modo che il suo curriculum finisse in pole position. Raccontando a mezzo stampa di averci messo 10 anni a liberarsi dell'etichetta "figlia di" e di essersi guadagnata l'assunzione sul campo, grazie a una professionalità nota solo a chi la conosceva davvero". Davvero pochi, quanto meno nel campo della sanità, dove il suo nome non perveniva nelle ricerche incrociate seguite alla polemica. Lo "skill" nella Salute di Ludovica, davvero un segreto custodito gelosamente, difficilmente intuibile dalla precedente carriera manageriale trascorsa in Publitalia, la concessionaria Mediaset per la pubblicità.

Quanto alla mamma, avvocata e docente universitaria, esperta in diritto canonico e ecclesiastico diventata parlamentare di Forza Italia con la discesa in campo di Silvio Berlusconi nel 1994, "sistemata" Ludovica (si scrisse di uno stipendio da 60mila euro annui) e commossa dalla sua appassionata autodifesa, si era elegantemente sottratta a qualsiasi provocazione, domanda e pubblica richiesta di chiarimento su un presunto personale conflitto d'interesse. Perché, come spesso amava dire, "noi della Casa delle Libertà governiamo solo nell'interesse dei cittadini".

Dall'interesse dei cittadini all'interesse di Berlusconi, Casellati viene ricordata e "celebrata" per il suo attivismo negli anni del confronto tra il Cavaliere e le "toghe sporche". Quando buona parte dello staff legal-politico del premier-imprenditore fu impegnato nel disegno di quell'architettura di provvedimenti consegnata alla storia contemporanea d'Italia come "leggi ad personam". Casellati lavorò tanto dietro le quinte, da esperta in materia, quanto in prima linea, sul piano della comunicazione.

In particolare da sottosegretaria alla Giustizia nel triennio 2008-2011, quando fece della necessità di combattere la narrazione di un Ministero della Giustizia piegato sulle esigenze difensive del premier e del tutto assente su tutto il resto della materia - dai tempi dei processi alla riforma carceraria -, una sua sentitissima missione. E, da autentica "frontwoman" fu un grande momento televisivo il suo faccia a faccia con Marco Travaglio a Otto e Mezzo. Casellati si schierò a favor di telecamera in difesa del Cav, i toni inevitabilmente salirono e lei arrivò al punto di minacciare l'abbandono dello studio.

Ora che sul suo nome si è "trovata la quadra" nel Centrodestra e con i 5 stelle per la presidenza del Senato, l'hashtag #Casellati è diventato trending topic. Soprattutto sulla spinta di chi tiene a ricordare altre pagine della storia personale di Elisabetta, dalla strenua difesa di Berlusconi nel caso Ruby alla radicale opposizione alle unioni civili. "Lo Stato non può equiparare il matrimonio e unioni civili, né far crescere un minore in una coppia che non sia famiglia. Le diversità vanno tutelate ma non possono diventare identità, se identità non sono", diceva nel 2016 Casellati, all'epoca membro del Csm.

Un profilo che divide, quello di Maria Elisabetta Alberti Casellati, che non ci si aspetterebbe da chi dovrebbe essere garanzia di imparzialità nella super partes seconda carica dello Stato. E che finisce col mettere nel mirino degli sfottò via social soprattutto il Movimento 5 Stelle duro e puro che fu, adeguatosi alla vecchia logica spartitoria. Proprio quel M5s a cui, solo il 13 febbraio scorso, anche Casellati aveva rinfacciato su Facebook il caso dei mancati rimborsi elettorali dei suoi candidati: "La campagna elettorale dei 5stelle è iniziata con la ricerca delle 'nefandezze' dei competitori politici. La macchina del fango si è rovesciata su di loro".

Post al vetriolo in risposta all'ordine impartito in chat ai candidati veneti del movimento, scrivevano le cronache locali a inizio febbraio, dal capo della comunicazione del M5s, Ferdinando Garavello: "Cercate nefandezze e foto imbarazzanti dei concorrenti. Tutto il peggio che si può tirare fuori. Nefandezze, foto imbarazzanti, dichiarazioni e tutto quello che può servire a fare campagna negativa su di loro“.

Se la ragion di Stato chiama, anche nel Movimento 5 stelle si può fingere di aver dimenticato. E accettare il nome di Casellati, accusano ancora i social rivolti ai pentastellati, dopo aver detto "no" al povero Paolo Romani, ex capogruppo forzista al Senato incastrato dalle telefonate rubate dalla figlia al suo telefono istituzionale. Per quella vicenda Romani è stato condannato. La fedina di Casellati è immacolata. Così, ancora sui social, si rinnova l'eterno duello tra forma e sostanza.

© Riproduzione riservata 24 marzo 2018

Da - http://www.repubblica.it/politica/2018/03/24/news/casellati_fedelissima_ghedini_che_fece_assumere_la_figlia_al_ministero_della_salute-192123054/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P2-S3.4-T1
3560  Forum Pubblico / MONDO DEL LAVORO, CAPITALISMO, SOCIALISMO, LIBERISMO. / Vito Lops “FANG” ECONOMY IN CRISI inserito:: Marzo 29, 2018, 06:25:52 pm
“FANG” ECONOMY IN CRISI

I tre motivi per cui Facebook e gli altri big dell’hi-tech stanno mandando in tilt i mercati

Di Vito Lops 
28 marzo 2018

Il 12 marzo del 2000 scoppiava la bolla dei titoli Internet. Il 12 marzo del 2018 i titoli tecnologici più importanti del pianeta hanno avviato una scia ribassista che al momento non è dato sapere quando terminerà. Da allora, in appena due settimane di contrattazioni, Facebook ha perso il 17%, ovvero 75 miliardi di capitalizzazione. Amazon ha perso il 5% proprio mentre puntava dritto ai 1.000 miliardi di capitalizzazione. Le vendite non hanno risparmiato nessuno: Apple ha perso il 13%, Twitter il 21%, Netflix il 12%.

LA GIORNATA DEI MERCATI  28 marzo 2018
Tecnologici k.o. in Borsa. A Wall Street affondano Amazon e Tesla
Nel complesso il valore borsistico della cosiddetta Fang economy (un acronimo che comprende Facebook, Apple, Netflix e Google) è diminuito dal 12 marzo di 280 miliardi. È come se un sesto del Pil italiano fosse andato in fumo nel giro di poche sedute di Borsa.

Nell’era degli algoritmi finanziari - che oggi governano il 66% degli scambi sui mercati - il crollo dell’alta tecnologia della Silicon Valley è riverberato sulle altre classi di investimento. Così anche altri settori sono stati coinvolti e, nel complesso, le Borse globali dal 12 marzo hanno perso qualcosa come 3.500 miliardi di dollari.

L’EX SPIN DOCTOR DI TRUMP  23 marzo 2018
Cambridge Analytica, Bannon attacca Facebook: «Prende gratis le nostre vite e le rivende»
Come mai? Che cosa sta succedendo? Sono almeno tre i motivi per cui i titoli tech stanno soffrendo scatenando a cascata una fase di fragilità sui mercati. Tutto è partito dal caso Cambridge Analytica, la società di consulenza accusata di aver utilizzato dati prelevati da Facebook per influenzare la campagna elettorale delle ultime presidenziali Usa vinte da Donald Trump. Questa scoperta ha aperto il vaso di Pandora su temi molto complicati, come privacy, vendita dei dati a società esterne a fini di marketing da parte dei social network, e via discorrendo.

La questione è ora approdata al Congresso Usa. Si teme un giro di vite che possa limitare l’operatività dei social network che, a parte buone dichiarazioni di facciata e impegni filantropici, difatti hanno in mano il patrimonio del secolo, ovvero enormi banche dati sulla base delle quali noi utenti siamo tutti profilati e pertanto facilmente “vendibili” a fini di pubblicità mirate. I fatturati miliardari di Facebook e dei suoi concorrenti ruotano intorno ai big data di cui dispongono.

ATTUALITÀ  20 marzo 2018
Privacy e Social, i rischi nascosti in un click
Se la politica dovesse regolamentare e frenare questo settore è evidente che ci potrebbero essere delle ripercussioni sul giro d’affari. Ed ecco perché in questa fase gli investitori stanno alleggerendo, anche con una certa violenza (mentre oggi Facebook abbozza un timido recupero Netflix, per citarne uno, crolla del 12%).

Sempre la politica potrebbe intervenire per penalizzare un altro colosso del settore come Amazon. Il presidente Usa Donald Trump avrebbe detto di voler aumentare le tasse a carico della società di Jeff Bezos. Secondo un rapporto di Axios per il presidente americano il colosso dell'e-commerce «sta uccidendo» il business dei grandi centri commerciali e dei negozi tradizionali.

La politica e una maggiore disciplina regolamentare e fiscale sui colossi hi-tech non sono l’unica paura degli investitori.

LO SCANDALO DATI  27 marzo 2018
Apple, Ibm e Tesla contro Facebook. E la Silicon Valley si spacca sul datagate
La seconda è legata a singole storie di autogol societari giunti con un tempismo da legge di Murphy. Tra queste storie c’è quella di Tesla, la società più famosa al mondo nel campo delle auto elettriche di lusso. Il fondatore e numero uno Elon Musk non ha fatto in tempo a criticare Facebook annunciando di essersi cancellato e invitando gli altri a fare altrettanto (seguendo l’hashtag #deleteFacebook) che la sua azienda è stata colpita da una notizia pesantissima.

La reazione in Borsa è stata molto forte (ieri -8%, oggi -10%) dopo che la società ha comunicato di non essere in grado di fornire spiegazioni sull'incidente mortale di venerdì scorso, nel quale è deceduto il conducente della Model X andata a fuoco dopo una collisione. Intanto l’agenzia di rating Moody's ha abbassato il rating a “B3” da “B2” con outlook negativo anche a seguito dei ritardi nella produzione della berlina Model 3.

Questi due fattori ribassisti vengono peraltro accelerati da un terzo: la volatilità sui mercati in questo inizio d’anno si è impennata. Gli investitori sono consapevoli che sul mercato dei bond si è ormai gonfiata una bolla (alimentata dagli acquisti delle banche centrali degli ultimi anni) mentre le azioni vengono da nove anni di rialzi consecutivi e comprarle oggi costa caro. In questo senso le difficoltà del settore hi-tech potrebbero essere usate come l’occasione che molti aspettavano per dare il la alla stagione delle prese di profitto.
twitter.com/vitolops

© Riproduzione riservata

Da - http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2018-03-28/i-3-motivi-cui-facebook-e-altri-big-dell-hi-tech-stanno-mandando-tilt-mercati-174054.shtml?uuid=AEHmDXP
3561  Forum Pubblico / MOVIMENTO 5STELLE: Valori e Disvalori / Un uomo di spettacolo (per di più un comico), ... inserito:: Marzo 29, 2018, 06:24:00 pm
Un uomo di spettacolo (per di più un comico),

tecnici capaci di elaborare algoritmi per conoscere e manovrare le masse,

giovani ambiziosi e disponibili a far pensare che loro ci credono,

una cascata notevole di cazzate per cavalcare il malcontento dei più semplici e le incazzature dei più depressi,

hanno sparecchiato il tavolo del solito pasto creando il nuovo Caos.

E lo chiamano “rivoluzione del buon senso”.

ciaooo

P.S. : mica fessi … loro.

3562  Forum Pubblico / LA CULTURA, I GIOVANI, La SOCIETA', L'AMBIENTE, LA COMUNICAZIONE ETICA, IL MONDO del LAVORO. / Il nuovo saggio di Alberto Contri - McLuhan non abita più qui? inserito:: Marzo 29, 2018, 06:22:31 pm
Il nuovo saggio di Alberto Contri

McLuhan non abita più qui?

I nuovi scenari della comunicazione nell’era della costante attenzione parziale

Editore: Bollati Boringhieri - 
Prefazione di Derrick De Kerckhove

Il Web ha fatto irruzione nella nostra vita con gli effetti di un Big Bang, riconfigurando il nostro modo di informarci, divertirci, consumare, entrare in relazione con il prossimo, ed esponendoci a una connessione permanente così onnipervasiva da non fare sembrare azzardato parlare di una «mutazione antropologica» in atto. Di fronte a un paesaggio quasi irriconoscibile, comprendere la vera natura del cambiamento e imparare a orientarsi di nuovo non è impresa facile per nessuno, neppure per i più vigili teorici dei media e i più smaliziati strateghi della pubblicità. Ci riesce pienamente Alberto Contri, che grazie a un’esperienza pluridecennale ha acquisito una cultura di comunicazione fuori dal comune, si è addestrato nell’arte di cogliere subito i segnali deboli, prima che raggiungano il frastuono, e ha saputo governare da protagonista l’innovazione nel transito da un’era all’altra. Le sue molteplici focali di pubblicitario, manager e docente si concentrano sui new media per aggiornare la celeberrima massima di Marshall McLuhan «il medium è il messaggio», formulata mezzo secolo fa, nel periodo aureo della comunicazione «da uno a tutti». Adesso, quando a trionfare sono interattività e viralità, il vettore va «da tutti a tutti», e «la gente è il messaggio». Uno spostamento di paradigma di cui Contri accetta le sfide dirompenti – l’eclissi del generalismo, che impone logiche diverse, sia televisive sia pubblicitarie, e insieme riattualizza i valori intangibili della creatività e del progetto integrato, archiviati troppo in fretta –, ma di cui segnala anche gli aspetti entropici e i fattori critici, dal tempo «uscito dai cardini» alle patologie da ipervirtualità, prima tra tutte quella costante attenzione parziale che con il multitasking ci sovraccarica di prestazioni neuronali e finisce per destrutturare il nostro pensiero. Oltre all’avanzatissimo giro d’orizzonte dei chiaroscuri nei regimi comunicativi di oggi, corredato da un prezioso Glossario della pubblicità interattiva, nel saggio di Contri trova spazio qualcosa che ricorda i campionari delle antiche botteghe artigianali: i migliori esempi di campagne pubblicitarie, commerciali e sociali, visualizzabili attraverso i codici QR. Un libro da guardare, non solo da leggere.

Da - http://www.albertocontri.it/it/home-page/professione/il-nuovo-saggio-di-alberto-contri
3563  Forum Pubblico / LEGA VALORI e DISVALORI. / Matteo SALVINI, inserito:: Marzo 29, 2018, 06:21:05 pm
Governo, Salvini avverte: "Il prossimo premier sarà indicato dal centrodestra"

Il leader leghista lancio un messaggio sulla guida del prossimo governo.

Mentre Giorgetti stoppa il reddito di cittadinanza: "Va declinato in altro modo".

Sempre alta la tensione nel centrodestra. Brunetta: "Salvini ha il 17 per cento, da solo è subalterno a Di Maio"

25 marzo 2018

Matteo Salvini non lascia passare neppure 24 ore dall'elezione dei presidenti di Camera e Senato. E sui social, a metà giornata, lancia il suo messaggio: "Il prossimo premier sarà indicato dal centrodestra". Dopo il difficile armistizio con Forza Italia, mentre dilagano i malumori degli azzurri nei suoi confronti, il destinatario del post su Fb e Twitter è innanzitutto il possibile nuovo alleato: Luigi Di Maio. "Nel rispetto di tutti, il prossimo premier non potrà che essere indicato dal centrodestra, la coalizione che ha preso più voti e che anche ieri ha dimostrato compattezza, intelligenza e rispetto degli elettori", scrive. E ribadisce che il programma c'è già: "Via legge Fornero e spesometro, giù tasse e accise, taglio degli sprechi e spese inutili, riforma della scuola e della giustizia, legittima difesa, revisione dei trattati europei, rilancio dell'agricoltura e della pesca italiane, ministero per i disabili, pace fiscale fra cittadini ed Equitalia, autonomia e federalismo, espulsione dei clandestini e controllo dei confini. Noi siamo pronti, voi ci siete".
Nel rispetto di tutto e di tutti, il prossimo Premier non potrà che essere indicato dal centrodestra, la coalizione che ha preso più voti e che anche ieri ha dimostrato compattezza, intelligenza e rispetto degli elettori.
Noi siamo pronti, voi ci siete???

Messaggio recapitato? Se qualcuno avesse ancora bisogno di chiarimenti, ecco arrivare la dichiarazione di Giancarlo Giorgetti, fedelissimo di Salvini. "In Parlamento c'è tanta gente eletta nei collegi uninominali che magari ha messo qualche cosa di suo, degli amministratori locali, persone che possono condividere quello che sarà il programma che Salvini proporrà per il governo. Immagino sarà incaricato". Insomma, Palazzo Chigi spetta a Salvini. Ai Cinquestelle arriva un messaggio anche sul programma: "Il reddito di cittadinanza vediamo se possiamo declinarlo in un altro modo". Certo, se si trattasse di "una misura universalistica" per "sostituire la pensione o una reversibilità", aggiunge, allora "non ha assolutamente senso". Invece, "se è un qualche cosa che orienti o incentivi la ricerca del lavoro", dice il deputato della Lega, allora "può essere valutato".

Di sicuro le tensioni nel centrodestra non sono sopite. E Brunetta, che ieri ha fatto sapere di voler rinunciare all'incarico di capogruppo forzista, parla di un rischio di subalternità di Salvini nei confronti di Di Maio: "Io continuo a dire che il centrodestra ha leadership plurali. O queste leadership riescono a fare sintesi e allora il centrodestra è forte. Se non riescono a fare sintesi il centrodestra non esiste più. Esiste solo Salvini, ma Salvini ha solo il 17%, e cioè è totalmente subalterno al Movimento Cinquestelle". La strada per Palazzo Chigi, insomma, è ancora tutta in salita.

Ospite di In mezz'ora in più, il segretario reggente del Pd Maurizio Martina sottolinea come l'intesa tra Centrodestra e M5s sulle presidenze delle Camere rappresenti "un fatto politico nuovo", indicativo di quanto potrebbe succedere anche a livello di esecutivo. "Non mi si dica - dice Martina - che la partita delle scelte dei presidenti di Camera e Senato è distinta dal governo. Lo dicano ai loro elettori, Lega e M5s: c'è un disegno complessivo".

Quanto al Pd, in questa partita "noi ascolteremo le indicazioni del presidente Mattarella - chiarisce ancora il segretario reggente -, ma non voglio anticipare scenari che non mi competono. Non voglio neanche lontanamente strattonare il Capo dello Stato; e saremo con lui nella valutazione dello scenario. Calma". "Non spetta a noi ora - ribadisce - indicare una via. Saremo rispettosi di quello che il presidente della Repubblica dirà, ma l'onere di indicare una prospettiva al Paese uscendo dalla propaganda spetta a chi ha vinto. Da parte nostra è un atto di responsabilità. Se non saranno in grado di garantire una prospettiva, dovremo lavorare sodo e mettere a disposizione la nostra forza per il Paese. Ma oggi si deve rendere evidente che c'è chi sposta l'asse programmatico rispetto alle promesse fatte prima del 4 marzo".

© Riproduzione riservata 25 marzo 2018

Da - http://www.repubblica.it/politica/2018/03/25/news/governo_lega_salvini_brunetta_giorgetti-192211261/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P3-S1.8-T2
3564  Forum Pubblico / ECONOMIA e POLITICA, ma con PROGETTI da Realizzare. / FEDERICO GNECH. I MIGRANTI, LA SINISTRA, LA FINE DELLE ILLUSIONI inserito:: Marzo 29, 2018, 06:19:21 pm
I MIGRANTI, LA SINISTRA, LA FINE DELLE ILLUSIONI

FEDERICO GNECH
9 luglio 2017

Troppo facile dare addosso a un PD ridotto ormai a orso da circo, troppo facile bersagliare un Renzi che continua imperterrito a scimmiottare la Destra alla disperata ricerca di un pugno di voti. Per questo, qui c’è già Michele Fusco e fuori di qui c’è il resto di una stampa che ha da tempo giurato vendetta a Filippo Sensi & C. più ancora che a Matteo Renzi. I più magnanimi parlano di errori di comunicazione, sbagliando, perché quelli di Renzi non sono errori, ma elementi di una strategia deliberata quanto vana: seguire la brutale corrente senza resistere, sapendo che la maggioranza della gente è impaurita o stupida o cattiva e di fronte alla paura, alla stupidità e alla cattiveria non c’è storytelling positivo che tenga. A sinistra del PD c’è invece qualcuno che ancora dice di credere all’innata bontà del genere umano e mai derogherebbe a quel principio morale che precede il socialismo, la dichiarazione dei diritti dell’uomo e persino il cristianesimo: «Tratterete lo straniero che abita fra voi come chi è nato fra voi; tu lo amerai come te stesso; poiché anche voi foste stranieri nel paese d’Egitto» (Lv 19, 34). Lo dicono, ma non ci credono nemmeno loro. Nessun leaderino, nessun eletto, nessun quadro dirigente, nessun intellettuale della c.d. sinistra-sinistra che frequenti anche solo occasionalmente qualche persona al di fuori delle sue cerchie può crederci davvero. La loro è pura Brand Awareness, direbbe chi si occupa di marketing. La consapevolezza di offrire un marchio, un pacchetto di idee ma soprattutto un’estetica che non potrà mai essere di massa, la necessità di curare la propria nicchia come si cura il proprio orticello. Guadagnarsi un seggio, uno spicchio di potere, una piccola clientela. L’illusione di un vasto elettorato popolare che condivida allo stesso modo le parole chiave della redistribuzione della ricchezza e dell’accoglienza, come mai è stato nella storia del movimento operaio, è una bellissima illusione, i cui effetti sulla realtà politica sono però del tutto irrilevanti. Domani qualcuno smetterà di votare tizio, qualcun altro smetterà di votare del tutto. E così, forse, la Destra peggiore, in qualcuna delle sue incarnazioni postmoderne, andrà al potere. Allora e solo allora potremo dare sostanza a tutte le nostre chiacchiere. Con la resistenza quotidiana, con la disobbedienza civile, con le esperienze – individuali più che collettive –  di ricucitura di un tessuto sociale ridotto a brandelli. Ognuno di noi pensi ad attrezzarsi alla bisogna, oggi questa è l’unica cosa che conti. Non le svolte di questo o quel leader, non gli escrementi prodotti dalla comunicazione politica.
 
La foto di copertina è di Rafael Robles.

Da - http://www.glistatigenerali.com/partiti-politici/i-migranti-la-sinistra-la-fine-delle-illusioni/
3565  Forum Pubblico / GIORNALISMO INVESTICATIVO d'INCHIESTA. OPINIONISTI. / UGO MAGRI Mattarella chiederà ai leader di giocare a carte scoperte inserito:: Marzo 29, 2018, 06:18:05 pm
Nessun incarico a perdere. Il Colle si prepara allo stallo, possibili consultazioni bis
Mattarella chiederà ai leader di giocare a carte scoperte
La cerimonia di riconsegna della bandiera, da atleti delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali, a Sergio Mattarella

Pubblicato il 28/03/2018

UGO MAGRI
ROMA

Se si prosegue tra puntigli e veti, con Di Maio che ripete «sarò io premier oppure nessuno» e Salvini gli ribatte «ok, allora nessuno», con il primo che non vuole ritrovarsi insieme a Berlusconi e l’altro che viceversa se lo porta dietro, se insomma continuerà questo stallo tra i protagonisti, e nemmeno l’incontro previsto per la prossima settimana registrerà significativi passi avanti, a quale dei due darà l’incarico il presidente della Repubblica? Chi rivolge questa domanda al Quirinale è quasi certo di sentirsi ripetere la stessa formula adottata ormai dal 4 marzo: «Avete sbagliato indirizzo, il Capo dello Stato è come un notaio, lui può solo prendere atto, i veri attori sono i partiti, è a loro che tocca scoprire le carte, e prima lo faranno più presto il paese avrà il suo governo». In altre parole, sul Colle allargano le braccia invitando a portare pazienza. Del resto, c’è chi nota lassù, non si può pretendere da nuovi leader di movimenti cresciuti in fretta che trovino al volo la quadra in un contesto del tutto inedito, scaturito da un sistema elettorale collaudato per la prima volta. Nella cosiddetta Prima Repubblica certe svolte maturavano nell’arco di anni, si abbia dunque un po’ di pietà.

Dopodiché, tra i frequentatori più assidui del Quirinale, circola la seguente convinzione: continuando all’infinito con le «schermaglie tattiche» (come le definisce Salvini) Sergio Mattarella non darà alcun incarico. Né all’uno né all’altro dei litiganti. Perlomeno, non immediatamente. Concluso senza esito il primo round delle consultazioni, che inizieranno martedì prossimo, potrebbe esserci un secondo giro di colloqui, magari per approfondire certi specifici aspetti venuti a galla, nell’attesa che qualcuno ceda o qualcosa maturi. E dopo? Dopo si vedrà. Potrebbe sembrare una tattica alla Quinto Fabio Massimo, detto il «Temporeggiatore», ma l’idea di conferire un mandato così, tanto per provarci, ai consiglieri presidenziali non sembra una soluzione interessante. Magari a un certo punto diventerebbe la via obbligata, però sapendo dall’inizio che l’incaricato verrebbe mandato allo sbaraglio e finirebbe per gettare la spugna. Un modo alternativo di guadagnare tempo.

Il fatto compiuto 
Altra domanda che spesso risuona: cosa aspetta Mattarella a intervenire pesantemente, mettendo i partiti davanti al fatto compiuto e nominando lui un governo come fece Giorgio Napolitano con Mario Monti? L’obiezione, dalle parti del Quirinale, è che pure quel governo dovrebbe ottenere la fiducia del Parlamento, impossibile esentarlo. E al momento nessuno, non la Lega e nemmeno i Cinquestelle, sembrano propensi a sostenere formule emergenziali. Entrambi i partiti si sentono vincitori, vorrebbero tentare di governare. Se Mattarella tirasse fuori adesso un «governo del presidente», verrebbe sommerso dai no. Diverso sarebbe se il coniglio venisse estratto alla fine, a grande richiesta, dopo un «sequel» di tentativi falliti e di illusioni infrante, con un’Italia snervata dall’attesa e (speriamo di no) i mercati in agitazione. Per ora, a fibrillare è soltanto l’Europa, siamo ancora ben lontani dallo sfinimento collettivo. Anzi, la trattativa deve ancora iniziare.

L’unica vera certezza è che, prima o poi, una soluzione andrà trovata. Magari soltanto per superare l’estate (le urne in agosto sarebbero una follia). E non è detto che Mattarella debba intervenire lui. Gli stessi vincitori potrebbero farsi carico di un governo-ponte, capace di traghettarci dopo l’estate, auspicando che possa maturare qualcosa in grado di cambiare gli equilibri: nel centrodestra, tra i Cinquestelle o anche dentro il Pd, oggi sull’Aventino e fuori da tutti i giochi, ma se si attende, chissà. 

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Da - http://www.lastampa.it/2018/03/28/italia/politica/nessun-incarico-a-perdere-il-colle-si-prepara-allo-stallo-possibili-consultazioni-bis-pP3oSWhjqMApwYJTIwzECM/pagina.html
3566  Forum Pubblico / LA CULTURA, I GIOVANI, La SOCIETA', L'AMBIENTE, LA COMUNICAZIONE ETICA, IL MONDO del LAVORO. / SWAMI KRIYANANDA - “Un bravo leader attira bravi collaboratori – ... inserito:: Marzo 29, 2018, 06:16:05 pm
Mercoledì 28 marzo 2018

 Frasi di Swami Kriyananda   

“Un bravo leader attira bravi collaboratori – o, in alcuni casi, li infonde semplicemente del suo magnetismo, così da farli diventare bravi.”

SWAMI KRIYANANDA

3567  Forum Pubblico / Gli ITALIANI e la SOCIETA' INFESTATA da SFASCISTI, PREDONI e MAFIE. / Stando ai numeri reali non è stato il PD-Renziano a far danni in Italia! inserito:: Marzo 29, 2018, 06:14:14 pm
Stando ai numeri reali non è stato il PD-Renziano a far danni in Italia!

La scivolata verso il basso delle risorse, per gran parte degli Italiani, data da oltre un decennio.

Viene anche a voi il dubbio che chi ha votato il Referendum e le politiche il 4 marzo oggi debba riflettere?   
 
ciaooo

Fb del 28 marzo 2018
3568  Forum Pubblico / MOVIMENTO 5STELLE: Valori e Disvalori / Di Maio attento ti arriva, nell'algoritmo-casa, la Cgil, ... inserito:: Marzo 29, 2018, 06:13:05 pm
Di Maio attento ti arriva, nell'algoritmo-casa, la Cgil, hanno scoperto che molti tesserati hanno votato 5Stelle.

 Adesso ti tocca tenerne conto e valutare i rischi che corri tra Cgil e transfughi dal PD.

Ti tocca mollare la Lega e guardare a sinistra ... e che sinistra, ah ah ah ah.

ciaooo
3569  Forum Pubblico / "ggiannig" la FUTURA EDITORIA, il BLOG. I SEMI, I FIORI e L'ULIVASTRO di Arlecchino. / Ad un amoco in Fb del 28 marzo 2018 inserito:: Marzo 29, 2018, 06:11:39 pm
Tutti e due "i non vincitori" hanno sempre dichiarato obiettivi che poco hanno a che fare con il gravoso compito di sanare il paese.

Cambiare la Democrazia e la politica in Italia "mandando a casa tutti" gridato da Grillo (non quello di oggi ben mascherato).

Separatismo e disconoscimento della Nazione Italia da parte della Lega.

Con in più l’anti-europeismo di tutti e due anni, e sempre di tutti e due la ricerca di contatti con Imperi stranieri fuori dall'Europa.

Le brutte non sono il nostro destino dipende da ognuno di noi, dalla vera cultura più diffusa e, a mio avviso, dal PD risvegliato e soprattutto da un realizzato e serio CentroSinistra (senza massimalismi obsoleti).

ciaooo
3570  Forum Pubblico / "ggiannig" la FUTURA EDITORIA, il BLOG. I SEMI, I FIORI e L'ULIVASTRO di Arlecchino. / A un amico din FB del 28 marzo 2018 inserito:: Marzo 29, 2018, 06:09:46 pm
Tutto ciò che appare oggi ai nostri occhi e alla nostra consapevolezza fa parte di un progetto-programma iniziato da anni ... e ben studiato.
Sia in Lega, sia nei 5Stelle.

Se mi segui in ciò che scrivo qui (e sulla mia rassegna stampa) noterai che ho una visione meno soggetta al giorno per giorno e al particolare del singolo episodio.
Mi interessano maggiormente le prospettive di medio periodo. Non è neppure certo che i due "non vincitori" di oggi mirino subito al governo.

Hanno creato il Caos da tempo e in modi diversi, perchè dovrebbero "normalizzare" adesso la loro "aggressione al potere" con tutto il carico di fandonie impossibili da mantenere e capaci di scontentare gli elettori creduloni di oggi. Meglio continuare a "sgretolare" gli avversari e avere campo più libero alle prossime elezioni (non necessariamente le politiche).

La frammentazione oscura la visione globale delle opinioni e delle azioni, (PD docet).

ciaooo
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