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2866  Forum Pubblico / DOMANESIMO: l'IERI, l'OGGI e il DOMANI per i GIOVANI. / Diamo valore alla sostenibilità per promuovere un’economia inclusiva inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:53:17 pm
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MF Focus


Diamo valore alla sostenibilità per promuovere un’economia inclusiva

Carlo Messina, CEO Intesa Sanpaolo

Essere una Banca leader in Europa non basta. Almeno non se sei Intesa Sanpaolo. Mentre i consuntivi dei primi nove mesi del 2019 portano in dote cifre record, in primis l’utile netto di 3,31 miliardi di euro (il miglior risultato dal 2008), e una solidità patrimoniale ai vertici del settore, l’istituto espande i propri obiettivi più ambiziosi oltre il perimetro del bilancio. «Per Intesa Sanpaolo essere riferimento per le comunità dove opera in chiave di crescita solidale è un elemento fondativo dalla nascita, cinquecento anni fa, delle fondazioni caritative origine del nostro Gruppo», ricorda il Ceo Carlo Messina. «Per questo oggi pensiamo che il concetto di creazione di valore debba essere interpretato in una chiave più ampia: significa essere il motore dell’economia sociale del nostro Paese e promuovere un grande progetto per l’inclusione economica e per la lotta alla povertà, lavorando dunque sul concreto, non facendo dei piani teorici».
A gennaio Intesa Sanpaolo organizza una giornata con personalità nazionali e internazionali per presentare i risultati e gli obiettivi per il sociale, la cultura, l’ambiente e l’innovazione.

UN IMPEGNO SCRITTO NEL PIANO D’IMPRESA
La vocazione del Gruppo a concorrere alla crescita culturale, sociale e civile del Paese è dunque stata posta al centro del Piano d’Impresa 2018-2021 di Intesa Sanpaolo e si è articolata in numerose iniziative a sostegno delle aziende, delle famiglie, della scuola, dei giovani, delle istituzioni culturali, dei bisognosi. «Per questi ultimi abbiamo avviato rilevanti programmi e partnership per la distribuzione di pasti, posti letto, farmaci e indumenti, effettuando quasi sei milioni di interventi nei confronti di chi si trova in difficoltà», elenca Messina. «Ma voglio ricordare anche l’impegno a favore della Circular Economy, svolto con un plafond di 5 miliardi di euro di credito, che ha trovato manifestazione concreta con crediti approvati per un valore di 750 milioni a sostegno delle prime 50 iniziative». Solo nel 2018 sono stati erogati inoltre circa 4,5 miliardi di euro di finanziamenti ad alto impatto sociale, indirizzati alle fasce vulnerabili di clientela, alle famiglie colpite da eventi calamitosi (come per esempio i plafond per la remissione dei mutui e per la ricostruzione stabiliti a beneficio dei genovesi colpiti dal crollo del ponte Morandi), al microcredito e al terzo settore. A questi si aggiungono circa 60 miliardi di euro di nuovo credito concessi a medio-lungo termine (50 dei quali in Italia e 42 a beneficio di famiglie e piccole e medie imprese) e numerose altre iniziative. Il Fund for Impact è un Fondo d’impatto che affonda le sue radici nella lunga e proficua esperienza di Banca Prossima, oggi incorporata nel Gruppo in modo che i suoi elementi caratteristici (modello di valutazione, personale selezionato tra chi ha esperienza diretta nel volontariato, Fondo di garanzia) siano parte del Dna di tutto l’istituto. Il Fund for Impact ne è un chiaro esempio perché rende accessibile il credito ad alcune categorie di esclusi: persone, famiglie e imprese che potranno così realizzare i propri progetti e creare valore per sé e per il Paese.

NON C’È ECONOMIA SENZA EDUCAZIONE
In modo significativo, Intesa Sanpaolo ha voluto che la prima iniziativa del Fund for Impact fosse un prestito destinato agli studenti universitari (vedi box) «Siamo convinti che lo sviluppo di un’economia è intimamente legato ai livelli di educazione, in particolare delle generazioni più giovani», conferma l’a.d. del gruppo. «Creare le condizioni per generare nuova occupazione è una priorità per il rilancio del nostro Paese, che non investe in formazione e dove il fenomeno dei NEET è sempre più drammatico. Specialmente in un contesto socio-economico come quello attuale nel quale la formazione delle nuove generazioni diventa sempre più strategica per impieghi che richiedono specializzazioni e competenze tecniche, Intesa Sanpaolo vuole lasciare un segno profondo nella società civile favorendo l’occupazione giovanile e ovviando allo squilibrio tra domanda e offerta di lavoro». Ma l’impegno in questo senso non si limita ai giovani, basti pensare alle iniziative culturali diffuse sul territorio nazionale di cui Intesa Sanpaolo è promotrice. Nei primi nove mesi dell’anno le Gallerie d’Italia, i tre musei di Intesa Sanpaolo, hanno ospitato circa 350.000 visitatori e, nello stesso periodo, abbiamo dato in prestito oltre 200 opere d’arte della nostra collezione ad altri musei italiani e internazionali».

SEMPRE PIÙ LEADER NELLA CSR
La scelta di puntare su ambiente, sociale e cultura è anche premiata dai mercati finanziari. «Gli investitori non ti scelgono per gli utili e i dividendi, ma anche per quanto sei in grado di dare alla società», commenta Messina. In linea con le richieste che pervengono dagli stakeholder, il Gruppo ha dunque ulteriormente consolidato la propria leadership anche nella Corporate Social Responsibility meritandosi l’inclusione in numerosi indici di sostenibilità, tra cui – unica Banca italiana – i Dow Jones Sustainability Indices, la Climate Change A List 2018 del CDP e l’indice delle 100 società più sostenibili al mondo, curato da Corporate Knights. «Questi risultati ci incoraggiano a guardare con fiducia al futuro e alle attese dei nostri stakeholder», conclude Messina, «con i quali continuiamo un dialogo aperto e attento. Il nostro impegno nei confronti di ciascuno di essi continua a essere il riferimento principale del nostro agire».

Le iniziative di Intesa Sanpaolo per aiutare persone e imprese colpite da calamità naturali o coinvolte da crisi aziendali

Così nelle emergenze diamo una mano a chi ha bisogno
Gros-Pietro, Presidente di Intesa Sanpaolo all'iniziativa "NOI INSIEME"
Che sia un’inondazione, un terremoto o la chiusura improvvisa di uno stabilimento industriale, dove c’è un’emergenza sociale c’è un’esigenza di fornire risposte rapide a necessità molto concrete, in primis di sostegno economico alla popolazione colpita. Per questo capita che una banca debba agire come un’unità di pronto intervento, fornendo una soluzione rapida dove si crea un problema improvviso. Nell’ultimo anno queste circostanze purtroppo si sono verificate diverse volte in Italia, in alcune di queste il gruppo Intesa Sanpaolo ha attivato rapidamente iniziative a sostegno dei lavoratori, delle famiglie e delle imprese. Ecco alcune delle principali:

Stop ai mutui per i lavoratori di Mercatone Uno
Per supportare i dipendenti della società Mercatone Uno, Intesa Sanpaolo ha deciso di dare la possibilità a coloro che tra i 1.800 lavoratori del gruppo imolese sono suoi clienti di sospendere le rate di mutui e prestiti personali per un periodo fino a 12 mesi, presentando domanda di sospensione presso la propria filiale di riferimento.


Deroga ai prestiti per chi subisce la crisi dell’ex ILVA
Anche ai dipendenti e ai fornitori della società ex ILVA, Intesa Sanpaolo ha offerto di sospendere le rate di mutui e prestiti personali per un periodo fino a 12 mesi. La domanda di sospensione andrà presentata dai dipendenti interessati presso la propria filiale Intesa Sanpaolo, che provvederà a finalizzarla.
100 milioni per risollevare l’agricoltura del Sud Italia
Un plafond di 100 milioni di euro è stato stanziato a sostegno delle imprese agricole del Sud danneggiate dall’eccezionale maltempo di inizio novembre, al fine di rispondere nel più breve tempo possibile alla situazione di emergenza. In particolare, il plafond è destinato alle aziende che hanno subito danni a colture e strutture produttive, dando loro un sostegno finanziario dedicato.
Un plafond milionario per Venezia e la sua laguna
Di fronte alle drammatiche immagini giunte da Venezia, il gruppo ha stabilito un plafond di 100 milioni di euro a sostegno delle famiglie e delle imprese della città, ma anche della sua provincia e del litorale, che hanno subito danni a seguito dell’eccezionale maltempo.
Pronto intervento per il Friuli e il Delta del Po
La situazione di emergenza venutasi a creare nel litorale del Friuli Venezia Giulia e nelle zone del Delta del Po a seguito della mareggiata di metà novembre, ha indotto il Gruppo ha stanziare due plafond rispettivamente di 20 e di 5 milioni di euro a sostegno delle famiglie e delle imprese che hanno subito danni considerevoli. Il plafond - che si aggiunge a quello annunciato pochi giorni prima per Venezia e la sua provincia - è destinato alle famiglie, alle imprese e ai pescatori più colpiti dagli eventi.
Congelati mutui e rate anche a Nord Ovest
Per risollevare i territori di Piemonte, Liguria e Lombardia colpiti dall’ondata di maltempo questa volta Intesa Sanpaolo ha definito un plafond di 150 milioni di euro, comprendendo anche la possibilità, per le persone e le aziende coinvolte, di richiedere la sospensione per 12 mesi delle rate dei finanziamenti in essere. Gli speciali finanziamenti prevedono inoltre che vi si possa accedere tramite un iter semplificato, basato sulla base della sola autocertificazione, e potendo contare su una gestione della richiesta in via prioritaria.
Una mano al Triveneto nella lotta alla cimice asiatica
Nel Triveneto la superficie coltivata a frutta si estende su più di 50 mila ettari, pari al 13% della superficie coltivata a frutta nazionale, con una produzione che nel 2018 ha raggiunto circa 21 milioni di quintali (il 35% della produzione italiana). In questa zona dunque i danni della cimice asiatica, una specie infestante che si nutre di frutta e ortaggi, sono stati molto estesi e hanno colpito in particolare alcune coltivazioni tra le quali quelle di uva. Intesa Sanpaolo ha stanziato un plafond di 50 milioni di euro per finanziamenti destinati alle aziende agricole del Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige che vorranno dotarsi di misure di difesa dalla cimice asiatica. Le imprese del settore avranno inoltre la possibilità di richiedere la sospensione della quota capitale delle rate dei finanziamenti fino ad un massimo di 12 mesi.

Tutti i dati e le informazioni contenuti nel presente focus sono stati forniti da Intesa Sanpaolo, che ne garantisce la correttezza e veridicità, a soli fini informativi
Da - https://www.milanofinanza.it/speciali/intesa-sanpaolo
2867  Forum Pubblico / AUTRICI e OPINIONISTE. / NADIA URBINATI. IL POTERE GENTILE DELLE SARDINE, COSTITUENTE ED ETICO inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:50:47 pm
IL POTERE GENTILE DELLE SARDINE, COSTITUENTE ED ETICO

PRIMO PIANO | 27 DICEMBRE 2019

DI NADIA URBINATI

La fisicità, la piazza, la politica riportata ai cittadini, l’innocenza, la pre-politica, il buon senso, la moderazione: sono alcune delle qualità messe in circolo per spiegare il fenomeno delle Sardine. Alle quali segue la diagnosi: si tratta di una sveglia data alla politica, ma non ancora di politica.

E una volta svegliato il sovrano dormiente, le Sardine avranno compiuto la loro funzione. Davanti a loro due alternative: o si faranno partito o confluiranno in un partito esistente.

La loro funzione è comunque a termine, come ogni mobilitazione fisica, come il pesce fresco da cui hanno preso il nome. Se sulle chat si può stare ininterrottamente a costo di inventare casi e problemi per non annoiarsi, in piazza ci si va per giorni, forse settimane, ma non per mesi o anni.

Soprattutto se non sono piazze di rivendicazione, come nel caso dei gilet gialli, o di indignazione, come nei Girotondi, gli antesignani di tutte le contestazioni che si sono succedute in questo primo ventennio di secolo.

Le Sardine sono espressione di un potere costituente etico. Non vogliono scrivere costituzioni. Si riconoscono con esplicita e ammirevole normalità nella Costituzione esistente, nei suoi valori politici antifascisti e nelle regole che sancisce. Non si indignano ma affermano un’esistenza, quella della cittadinanza. Ci ricordano che il corpo politico democratico ha due poteri: quello delle norme scritte e quello dell’opinione.

Come scriveva Rousseau (il ginevrino Jean-Jacques) la sovranità parla due lingue: quella della legge e quella dell’opinione. La prima è vera e propria volontà sovrana, scritta nero su bianco, con il compito di dare legittimità formale a tutte le decisioni politiche. La seconda è sovranità informale, “scritta nei cuori” dei cittadini; è come un tonico che rende facile l’ordinaria condizione di chi vive libero sotto la legge.

Se questa sovranità di “sentimento” si indebolisce, si fa difficile respirare mentre obbedire alle leggi diventa un lavoro pesante. L’Italia che ha prodotto le Sardine si trova in questa condizione. Anni di furto della rappresentanza politica, ridotta a una delega in bianco concessa controvoglia a vogliosi/e di potere; anni di logorroico populismo di piazza e di governo; anni di leader plebiscitari di ogni colore e foggia hanno avuto un effetto doppio, scandito cronologicamente.

Prima, hanno eroso e cancellato le coscienze di cittadini abituati alle identificazioni partitiche, e hanno reso l’elettorato “volatile”, come dicono i politologi. Poi, sulle ceneri di quella vecchia rappresentanza ha cominciato a prendere vita il bisogno di una nuova rappresentanza.

Questo è il momento in cui le Sardine hanno cominciato a popolare il mare profondo del potere costituente che è “scritto nei cuori”. Un potere che è restato imbambolato e dormiente, sotto sedativo della politica populista che tutto semplifica e di tutto si impossessa, consumando l’ossigeno della cittadinanza attiva.

Il florilegio delle qualità coniate per descrivere le Sardine è il segno della radicalità di questo potere costituente, gentile e ingenuo come quello pennellato da Rousseau nel capitolo dodicesimo del secondo libro del Contratto sociale. Più che pre-politico, si tratta di un fenomeno fondativo della politica: la radice della politica democratica discussa, ragionata, contestata, combattuta, rappresentante.

Come ogni forza costituente, la mobilitazione delle Sardine non può sostituire la politica costituita. Né del resto lo vuole perché è consapevole della sua forza e della sua funzione.

Ingenua all’apparenza, ma in effetti molto ragionata e deliberativa, consapevole del perimetro della sua estensione.

Segno di una cittadinanza democratica matura, che conosce la propria funzione; che accetta le regole del gioco e pretende che chi parla in suo nome le rispetti a sua volta e cambi le forme e lo stile dell’agire pubblico. I fiumi di rozze e roboanti parole hanno solo stordito il pugile democratico. Che ha una forza originaria straordinariamente resiliente e imprevedibile.
La Repubblica, 23 dicembre 2019

Da - http://www.libertaegiustizia.it/2019/12/27/il-potere-gentile-delle-sardine-costituente-ed-etico/
2868  Forum Pubblico / DOMANESIMO: l'IERI, l'OGGI e il DOMANI per i GIOVANI. / In affari sul web, quanto conta la formazione per i nostri imprenditori inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:49:19 pm
CATEGORIA: VENDERE E COMPRARE

In affari sul web, quanto conta la formazione per i nostri imprenditori

 Scritto da Econopoly il 23 Gennaio 2020

L’autrice di questo post è Mariachiara Marsella, co-founder e web marketing manager di BEM Research –

Il modo di acquistare prodotti e servizi è nel tempo notevolmente cambiato e ciò ha comportato la necessità per le imprese di adattarsi alle nuove esigenze dei consumatori, per altro, questi ultimi, sempre più esigenti in fatto di disponibilità di prodotti, velocità di consegna e assistenza clienti.

Il dato di fatto è che prima (nemmeno tanto tempo fa) l’acquisto online si faceva esclusivamente dal proprio computer, poi è divenuto e sarà sempre di più attraverso smartphone, tablet e/o applicazioni mobile dedicate.

Ma a cambiare è stato ed è anche l’acquisto in store, presso un punto fisico. Si pensi solo a quando si cerca su Google la sede di un negozio, si clicca su Google Maps e si seguono le indicazioni per arrivare e nel frattempo, Google, ci fornisce anche informazioni sui parcheggi nelle vicinanze. E, se il proprietario del negozio è stato abbastanza scaltro, la nostra entrata nel punto vendita potrebbe essere addirittura segnalata come una visita dal sistema di tracciamento utilizzato per il sito web (visita cosiddetta off-line).

E non finisce qui.
È infatti molto probabile che chi ha acquistato commenterà l’acquisto, il livello di assistenza e la (si spera) cordialità della commessa o commesso. E non lo farà tra le quattro mura della propria abitazione: lo farà sui social, oppure su un blog e/o sul sito dell’azienda o sulla scheda Google My Business, divenendo una cassa di risonanza della sua stessa esperienza di acquisto e condizionando online, inevitabilmente, amici, colleghi e semplici conoscenti.

Tutto questo detto in pochissime parole e solo per sottolineare come l’acquisto online e offline non termini assolutamente con il mero pagamento del prodotto o servizio.

Appare pertanto chiaro come per le imprese, soprattutto quelle di piccola e media dimensione operanti in Italia, sia piuttosto complicato riuscire a stare al passo, nel modo corretto, a questo relativamente nuovo modo di fare acquisti che però, sta diventando la norma.

Se le vendite online registrano un aumento anche in Italia, il nostro paese è comunque ben lontano dalla media europea. In altri termini, le imprese italiane non sfruttano le opportunità del web come potrebbero.

Secondo i dati Eurostat, infatti, nel 2017 solo l’8% delle imprese italiane non finanziarie con almeno 10 dipendenti ha ricevuto un ordine online. La media dell’Area euro è del 18%.

Concentrandosi poi sul fatturato prodotto su Internet da parte delle imprese di piccola e media dimensione, questo è stato pari a 6% nel 2017, uguale a quello del 2016 e addirittura inferiore al 2015. Mentre per le PMI europee la media è aumentata ed è del 10% (Grafico 1).

Grafico 1. UE28: percentuale del fatturato delle piccole e medie imprese ottenuto tramite l’e-commerce
Dati relativi al 2017- Imprese non finanziarie con 10-250 dipendenti

… - schermata-2020-01-23-alle-09-31-13
Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Eurostat

La differenza che si rintraccia a livello europeo è presente anche a livello nazionale. Infatti nel commercio online appare ugualmente un divario, territoriale: al nord i consumatori acquistano maggiormente online rispetto che al sud (Grafico 2).

… - Grafico 2. Italia: individui che hanno utilizzato Internet per acquistare beni e servizi negli ultimi 3 mesi–classificazione per macroarea geografica

… - schermata-2020-01-23-alle-09-32-41
Fonte: elaborazioni BEM Research su dati Eurostat

Perché ciò accade? È probabile si tratti di una serie di concause che proprio per la loro vastità andrebbero affrontate in un articolo a parte. Di sicuro una di queste concause è una maggiore diffusione della “cultura del web” al nord che invade di sé utenti e aziende.

Di fatto sarebbe opportuno intervenire maggiormente a livello locale al fine di sensibilizzare le piccole e medie imprese su argomenti legati al web marketing e digitalizzazione.

Per promuovere la conoscenza di questo settore è quindi necessario promuovere eventi formativi gratuito ed espressamente dedicati agli imprenditori che puntino in modo pratico, semplice e diretto a fornire le conoscenze necessarie per capire se e come trasformare un’impresa in un brand, ma anche se vale davvero la pena sviluppare online il proprio business.

È obbligatorio avere un sito web, popolare i social media, fare campagne pubblicitarie online e/o email marketing? No, non è obbligatorio e anzi fortemente sconsigliato nel caso in cui non si investa il budget adeguato e soprattutto le risorse umane adeguate, in base alla competitività del settore.

Proprio con questa finalità nasce la prima edizione di Colos-SEO, evento totalmente gratuito patrocinato da Confcommercio e dedicato alle imprese, che operano in particolare nel centro-sud d’Italia, che si terrà il 19 febbraio a Roma.

Il taglio assolutamente pratico e non tecnico che è stato dato all’evento è il risultato dell’analisi, nel tempo, delle necessità degli imprenditori che si trovano a dover investire in attività per loro nuove o poco conosciute. Il programma dell’evento è stato infatti strutturato per offrire esempi pratici su molteplici argomenti, per citarne solo alcuni: visibilità su Google, campagne pubblicitarie, organizzazione di un team interno dedicato al web marketing e strumenti per capire se la strategia di web marketing adottata sta realmente funzionando.
Twitter @uale75

Da - https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2020/01/23/web-marketing-formazione/?uuid=96_SOp4nTM7
2869  Forum Pubblico / LA COSTITUZIONE, la DEMOCRAZIA, la REPUBBLICA, vanno Difese! Anche da Noi Stessi. / Con la Repubblica degli Italiani: cesserà l’inganno del “Potere al popolo”, inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:47:32 pm
Gianni Gavioli ha aggiornato la descrizione del gruppo Democrazia Completa? Un Obiettivo da Raggiungere.
 
La Repubblica degli Italiani è una Democrazia Completa?
Lo sarà quando la Cittadinanza e la Popolazione non delegheranno, ma sceglieranno!

Con la Repubblica degli Italiani: cesserà l’inganno del “Potere al popolo”, il popolo non ha mai avuto nessun potere ha sempre subìto, è sempre stato condotto, usato, manipolato. Con la fine della delega alla politica e la possibilità di “scegliere il Governo” termina la falsità storica che è l’anima del populismo.

Il Popolo non è una unità compatta di Umanità, ma un insieme di individui differenti che decidono di riconoscersi in una terra (Patria/Matria) comune ... chiamandola Nazione.
Il modo simile, ma non uguale, d’essere Protagonisti distingue la Cittadinanza dalla Popolazione.


La Democrazia Autorevole: riconosce alla Cittadinanza attiva i meriti a chi si dedica, con modi propri e indipendenti, al bene comune (P.e.: il volontariato sociale). Questo avverrà senza discriminare la parte di Popolazione non impegnata attivamente ma non inerte, che intende limitarsi ad esercitare il diritto al voto.

Il rispetto delle leggi e un giusto modo di agire con civismo, consentirà di mantenere ad ognuno il diritto al voto e al godimento dei servizi che lo Stato deve riconoscere al Paese Reale e al Paese Legale anche se non sono identici tra le due realtà.

Il Progetto: è un documento programmatico di Governo che i Partiti e le diverse Realtà sociali accettano di sottoscrivere e si impegnano a realizzare, nei 5 anni di legislatura dopo la sua approvazione da parte dei Cittadini Elettori, in regolari e democratiche elezioni politiche.

Segue

27 giugno 2019
ggiannig

Da Fb democrazia ecc.

2870  Forum Pubblico / LA COSTITUZIONE, la DEMOCRAZIA, la REPUBBLICA, vanno Difese! Anche da Noi Stessi. / In Italia possono votare 51.402.963 persone. inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:41:37 pm

In Italia possono votare 51.402.963 persone

 Posted 6 Dicembre 2019 In Politici

Gli elettori a Roma sono il doppio rispetto a Milano. Le donne sono 1,5 milioni più degli uomini

Gli elettori italiani sono in calo. Per le elezioni europee del 26 maggio 2019 sono stati chiamati al voto oltre 51 milioni di cittadini. Ma, per la prima volta dal 2011, il loro numero è diminuito di quasi 3mila unità e, in attesa dell’aggiornamento delle liste elettorali, c’è da immaginare che questa sia la cifra degli aventi diritto nel caso ci fossero nuove elezioni in Italia nel 2020. Le prossime votazioni in programma sono le elezioni regionali, previste il 26 gennaio in Emilia Romagna e Calabria e, tra maggio e giugno, in altre 6 regioni.

Gli elettori italiani del 2019

Come si vede dal grafico sopra, nel 2018 c’è stata una leggera battuta d’arresto dopo il record di potenziali elettori del 2017, ma se si guarda ai primi anni Duemila, la crescita è stata di circa 2 milioni di persone, il 4% in più rispetto a coloro che potevano esercitare il loro diritto nel 2000.

Secondo i dati del ministero dell’Interno al 30 giugno 2018 le persone aventi diritto al voto in Italia sono esattamente 51.402.963, compresi quelli delle circoscrizioni estere.
Elettori italiani, Roma doppia Milano
Il comune con più iscritti alle liste elettorali è Roma. Nella Capitale le persone che possono votare sono 2.383.637 persone. Seconda città con più elettori è Milano con 1.026.316 cittadini titolari di diritto di voto. In nessun altro comune si supera la soglia del milione di potenziali votanti: Napoli ne conta 793.885 e Torino 695.780.

Poi ci sono i comuni più piccoli, quelli che hanno il minor numero di elettori: sono 49 quelli che possono contare su un corpo elettorale inferiore a 100 persone; praticamente piccoli paesi grandi quanto un grande condominio di Roma o Milano.

A Moncenisio 28 con diritto di voto
Il podio lo condividono tre paesini del Nord Italia. A Moncenisio, nella piemontese Val di Susa, gli iscritti alle liste elettorali sono appena 28; a Morterone, in provincia di Lecco, sono 32; chiude il podio dei più piccoli Torresina, nel Cuneese: a fronte di 65 abitanti, sono 43 gli italiani con il diritto di voto.
Elettori italiani, più donne che uomini

Ma per raccogliere consensi, i politici a chi si devono rivolgere? Le donne rappresentano un vero tesoretto: guardando la composizione del corpo elettorale emerge che le italiane con diritto di voto staccano gli elettori italiani per oltre 1,5 milioni di unità.

Come mostra il grafico qui sopra, le donne sono 26,4 milioni e gli uomini 24,9. Siamo nell’ordine del 51%-49%. Chi fa politica, del resto, lo sa: tradizionalmente, le donne sono la maggioranza dei residenti, ed è sempre stato così: anche nel 2008 e nel 1998 le italiane erano maggioranza, anzi la differenza con gli uomini era addirittura maggiore: 1,8 milioni in più rispetto ai maschi.

I dati si riferiscono al 1990-2018
Fonte: Ministero dell’Interno

Da - https://www.truenumbers.it/elettori-italiani/

2871  Forum Pubblico / ECONOMIA e POLITICA, ma con PROGETTI da Realizzare. / Serenella Ronda. Dal Vaffa day ai governi Conte, 10 anni di M5s inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:38:29 pm
Dal Vaffa day ai governi Conte, 10 anni di M5s

07:32, 23 gennaio 2020

Di Serenella Ronda

Con il passo indietro del capo politico e la convocazione degli stati generali inizia una nuova fase per il Movimento che, pochi mesi fa, aveva festeggiato il suo primo decennale di vita

È costellata di 'svolte' la storia politica del Movimento 5 stelle. Mercoledì si è compiuta quella più traumatica: il passo indietro di Luigi Di Maio dalla leadership. Dopo 28 mesi alla guida del Movimento, Di Maio lascia il timone a pochi mesi dall'anniversario storico della nascita della 'creatura' di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, 10 anni esatti, festeggiati il 4 ottobre del 2019.

Tutto ha inizio a Milano, al Teatro Smeraldo. In realtà i primi 'sintomi' di quello che diventerà il primo partito in Italia sono già evidenti: due anni prima, esattamente l'8 settembre del 2007, Grillo si affaccia dal palco di piazza Maggiore a Bologna ed è subito ovazione. È il primo 'Vaffa-Day', dove vengono raccolte 336.144 firme per il progetto 'Parlamento Pulito'. Si susseguono iniziative, nascono i primi meet-up sul territorio.

"Questo non è uno spettacolo"
Ma è a Milano, nel 2009, il battesimo ufficiale. Sempre Grillo sale di nuovo su un palco e da showman consumato avverte subito il pubblico: "Questo non è uno spettacolo". Nasce ufficialmente il Movimento 5 stelle, numero che deriva dalle prime liste civiche presentate in cinque regioni, primo vero passo nell'agone politico.

Seguono altri 'Vaffa day', ma la prima vera svolta si consuma nel maggio del 2012, quando il Movimento elegge i primi quattro sindaci, tra cui Federico Pizzarotti a Parma. Cresce il consenso, le piazze si riempiono, ma il Movimento resta ancora fortemente caratterizzato da un'anima barricadera, e arrivano i primi slogan contro la 'casta', i partiti, i corrotti, le lotte e le proteste contro la Tav e le Trivelle. È la fase 'pura e dura' del Movimento, con Grillo che lancia i suoi strali dal suo personale blog.

Nell'ottobre del 2012 il Movimento conquista nuovi consensi e, soprattutto, diventano prima forza in Sicilia, incassando il 14,90% dei voti, successo segnato dalla memorabile traversata a nuoto di Grillo dello stretto di Messina. Ma con il crescere dei consensi, e dell'attenzione mediatica, spuntano anche i primi dissensi, subito bloccati sul nascere. Si assiste così alle prime espulsioni: eclatanti quelle di Federica Salsi, consigliera di Bologna, 'rea' di aver partecipato a una trasmissione televisiva, e di Giovanni Favia, che nel 2009 era stato definito dallo stesso Grillo 'il futuro del Movimento', colpevole di un fuori onda in cui lamenta l'egemonia di Casaleggio sul Movimento.

L'anno successivo, nel 2013, una nuova svolta: il Movimento decide di entrare nei palazzi. La struttura, però, non cambia: vige la regola 'uno vale uno', nessuno è il capo nessuno è il leader. Nessuna organizzazione piramidale, nessuna governance né, tantomeno, l'organizzazione simile a quelle dei partiti tradizionali.

La democrazia diretta, è il motto, vince su tutto. La rete ha sempre l'ultima parola. I 5 stelle si candidano alle elezioni politiche e, a sorpresa, incassano in Italia più voti del Pd, il 25,5% dei consensi, con i dem che strappano la prima posizione grazie ai voti degli italiani all'estero.

L'ingresso a Montecitorio e a palazzo Madama, però, non cambia la struttura del Movimento: i capigruppo ruotano ogni tot mesi, nessun leader riconosciuto e incoronato. E, soprattutto, nessuna alleanza, il Movimento 5 stelle, è il motto, andrà al governo da solo. Anche le modalità di azione restano le stesse delle origini: dirette streaming - famose quelle con Pierluigi Bersani che tentò un'alleanza per dar vita a un governo, poi bissato nel 2014 con Matteo Renzi - e votazioni on line.

Poi protesta, protesta, protesta dentro e fuori i palazzi. Sono gli anni all'opposizione, con i 5 stelle - tra i volti più noti Alessandro Di Battista, spesso alla guida delle occupazioni alla Camera - che non accettano alcun compromesso. In verità uno sì: i pentastellati accettano il primo ruolo istituzionale, quello di vicepresidente della Camera. Il designato è Luigi Di Maio. Intanto si riaffaccia il malessere interno, nuovo round di espulsioni, lotta dura contro i media (famosa la sorta di lista di proscrizione dei “giornalisti del giorno” che veniva pubblicata a scadenza fissa sul blog).

Nel 2014 i malumori crescenti per la pesante blindatura del Movimento contro ogni dissenso spingono il cofondatore Grillo a fare un passo di lato: nasce il Direttorio, composto da Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia. Esperienza, però, che non avrà molto successo e, anzi, favorirà le prime lotte intestine.

I consensi elettorali, al contrario, continuano a crescere e a conquistare sempre una maggiore fetta del territorio, fino al 2016, quando il Movimento viene colpito da un gravissimo lutto: malato da tempo, muore l'altro fondatore, il guru Gianroberto Casaleggio. Il Movimento subisce il colpo, fatica a ritrovare la rotta anche per colpa, è la convinzione dei critici, della presenza sempre meno costante di Grillo. Ad affiancarlo arriva il figlio di Gianroberto, Davide Casaleggio, e nasce e prende subito piede Rousseau. Una nuova svolta attende il Movimento: nella tarda primavera del 2016 i 5 stelle conquistano la Capitale e strappano Torino al Pd.

Le star sono Virginia Raggi e Chiara Appendino. La parabola ascendente del Movimento sembra non avere fine. Nonostante il malessere interno continua ad insinuarsi tra i pentastellati, il Movimento è atteso a un'altra svolta: la vittoria alle elezioni politiche del 2018. Prima, però, c'è la trasformazione: da Movimento di piazza dove uno vale uno a Movimento con un leader unico.

Le elezioni del 2018 e l'intesa con la Lega
Nel settembre del 2017 i voti on line incoronano Luigi Di Maio primo capo politico del Movimento 5 stelle. Quasi un anno dopo, il 4 marzo del 2018 i 5 stelle diventano primo partito in Italia, con il 33% dei consensi. Ma non hanno i numeri da soli per poter governare. E così si consuma un'altra importante svolta, anzi una vera e propria trasformazione: il Movimento è costretto a scendere a patti e, dopo una lunga e difficile trattativa, siglano un accordo - suggellato da un contratto scritto - con la Lega di Matteo Salvini.

Per i detrattori è il primo passo verso l'abisso: dal 'mai alleati di nessuno' a un accordo con i leghisti pur di andare a palazzo Chigi. Non solo. Di Maio deve rinunciare alla premiership, pur ottenendo un ruolo di peso - vicepremier in coabitazione con Salvini e ministro del Lavoro e al Mise - mentre i 5 stelle conquistano anche lo scranno più alto di Montecitorio, con l'elezione a presidente della Camera di Roberto Fico.

Insomma, come si diceva, è la vera svolta del Movimento, che cambia pelle, faccia e natura: entra nelle stanze dei bottoni, veste i panni istituzionali, riveste ruoli incarichi delicati. Ma mentre le 5 stelle del Movimento sembrano risplendere come non mai, è anche il momento delle prime forti divisioni interne, dei primi addii, delle espulsioni pesanti.

È il momento dei compromessi - i 5 stelle accettano i due decreti Sicurezza, la legittima difesa, per fare alcuni esempi - ma anche delle vittorie: incassano alcune delle battaglie storiche, come il taglio dei vitalizi, il reddito di cittadinanza, lo Spazzacorrotti, e pongono le prime basi del taglio dei parlamentari. Poi la situazione precipita, i rapporti personali e politici tra Di Maio e Salvini sono ormai ai minimi termini. Il 'capitano' leghista mette la parola fine al governo - anche a causa del tener duro dei 5 stelle sul no alla Tav - ed è crisi di governo.

Dopo un'estate al cardiopalma, con una fetta dei 5 stelle - 'capitanata' dallo stesso Di Maio - contraria a un'alleanza con il nemico storico, i pentastellati vanno al governo con il Pd. E la leadership di Di Maio - che secondo i detrattori avrebbe accettato la poltrona di premier per tornare a palazzo Chigi con Salvini - inizia a traballare.

Il dissenso interno cresce, così come aumentano gli addii. Scoppia il 'caso rimborsi', con il rischio di una raffica di espulsioni. Di Maio sceglie la linea dura, ma tenta anche la carta della collegialità, richiesta a gran voce dai gruppi parlamentari, e dà vita ai facilitatori. Infine, l'ultima svolta fin qui: le dimissioni da capo politico del Movimento, con la garanzia che la storia di M5s "non è finita". 
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Da - AGI
2872  Forum Pubblico / Gli ITALIANI e la SOCIETA' INFESTATA da SFASCISTI, PREDONI e MAFIE. / ... il pensiero critico in Italia esiste e circola robustamente. inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:36:43 pm
Giuseppe Pappalardo

Certamente chi legge la Stampa non saprà che un mondo accademico e militante che si rifà al pensiero di Marx esiste ancora, anch'esso molto frammentato. Tra gli studiosi italiani vorrei ricordare Marta Fana, Riccardo Bellofiore, Emiliano Brancaccio, sul lato economico.

Sul lato filosofico, Roberto Finelli, Alberto Burgio, Giorgio Cesarale, il fu Domenico Losurdo. Le riviste tra le altre, sono Jacobin Italia, Critica marxista. Su internet infiniti sono i siti, uno su tutti: www.sinistrainrete.it, che fa da collettore di molti siti che a quella tradizione si richiamano.

Esiste e resiste, tra i quotidiani, il Manifesto, giornale comunista.

Esistono poi numerosi studiosi che si rifanno esplicitamente al pensiero di Toni Negri e all'operaismo italiano. Tra le case editrici, Derive e approdi, Odradek, Red Star, etc. Certo, non c'è più egemonia ma il pensiero critico in Italia esiste e circola robustamente.

Da Fb del 15 gennaio 2020
2873  Forum Pubblico / AUTRICI e OPINIONISTE. / NADIA URBINATI. LE DUE DEMOCRAZIE inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:34:07 pm
LE DUE DEMOCRAZIE

POLITICA | 19 GENNAIO 2020

DI NADIA URBINATI
La decisione della Corte Costituzionale di giudicare inammissibile il referendum sulla legge elettorale proposto dal centro-destra ha messo in luce l’esistenza di due concezioni di democrazia: una costituzionale e una populista.

La Consulta ha dichiarato il testo della proposta referendaria inammissibile perché “eccessivamente manipolativo”. La reazione di Matteo Salvini non si è fatta attendere: «Vergogna, è difesa del vecchio sistema». Non vi è di che stupirsi, ha commentato Massimo Luciani in un’intervista rilasciata a Repubblica, dei giudizi negativi dei proponenti sconfitti: «È un costume politico diffuso farsi piacere la Consulta quando ti dà ragione e considerarla eversiva quando ti dà torto».

Ma, in questo caso, Salvini e con lui altri esponenti del suo partito e Giorgia Meloni, è andato oltre il giudizio di disappunto. Nel commentare criticamente il verdetto, Salvini ha gettato discredito non tanto su questa specifica Corte o decisione, ma sul ruolo stesso della Corte. La quale, ha dichiarato il capo della Lega, «allontana la democrazia, allontana i cittadini dai palazzi»; è «una delle ultime sacche di resistenza del vecchio sistema».

Non una legge elettorale o un sistema elettorale semplicemente, ha scatenato la reazione salviania. Ma un modo di procedere, quello che è a tutti noto come un modello democratico-costituzionale. Quella della Consulta, ha detto Salvini, è «una scelta contro la democrazia». Contro la democrazia perché limita e blocca il ruolo degli attori politici, ai quali, sembra di capire, appartiene la democrazia.

Che non è dunque solo come un sistema di regole del gioco che non appartengono a nessuno dei giocatori, ma invece un meccanismo di potere che appartiene a chi compete politicamente per la maggioranza e il governare. Qui secondo Salvini sta la democrazia. Magistrati, istituzioni di controllo e di limitazione del potere sono non parte ma ostacoli della democrazia.

Questo è il nocciolo della democrazia populista, che ha dato prova di sé in numerose esperienze passate e recenti, in America Latina e ora anche nel continente europeo. In un discorso che tenne nel 1946, Juan Domingo Peròn si presentò come un vero democratico, in opposizione ai “demoliberali”, che, diceva, «difendono un’apparenza di democrazia», un gioco formale nel quale le regole contano più delle maggioranze, le corti più del governo.

Il populismo non è solo contestazione e opposizione. Ha l’ambizione di governo e pensa di essere non una maggioranza tra le altre, bensì la “vera” maggioranza, quella che le precedenti maggioranze non hanno espresso, ma occultato e manipolato. Una maggioranza sostanziale – quella degli italiani “veri” – che l’audience e il gradimento del pubblico rendono molto meglio della conta dei voti. È questo dualismo tra democrazia “del vecchio sistema” formalistico e democrazia “vera” e sostanziale che fa capolino dietro l’attacco di Salvini alla Suprema Corte.

Una democrazia populista tollera a fatica o non tollera affatto quelli che sono i caratteri della democrazia costituzionale: la divisione dei poteri, l’indipendenza del potere giudiziario, lo statuto dei diritti fondamentali (che non sono quasi mai soltanto dei cittadini). Essa declassa queste condizioni normative di legittimità a ostacoli del decisionismo politico; li rubrica come ossificazioni del “vecchio sistema”, dell’establishment. Se potessero, i populisti scriverebbero le loro costituzioni per incardinare la loro maggioranza, stracciando i principi della generalità e dell’imparzialità della legge nel nome della volontà del loro popolo.

La Repubblica, 18 gennaio 2020

Da - http://www.libertaegiustizia.it/2020/01/19/le-due-democrazie/
2874  Forum Pubblico / ECONOMIA e POLITICA, ma con PROGETTI da Realizzare. / "L'addio Di Maio ha scosso tutti ma siamo a una svolta", dice Crippa inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:32:22 pm
"L'addio Di Maio ha scosso tutti ma siamo a una svolta", dice Crippa

10:04, 24 gennaio 2020

Davide Crippa

Il capogruppo M5s alla Camera intervistato da La Stampa: "Concentriamoci sul cosa, non sul chi"
 “L’addio di Luigi Di Maio ha scosso tutti, ma siamo a un punto di svolta. È nato un percorso molto partecipativo e questa fase culminerà negli Stati generali”. Lo dice Davide Crippa, capogruppo dei 5 Stelle alla Camera, in un’intervista a La Stampa nella quale si augura che Di Maio “darà il suo contributo con l’esperienza e le capacità che ha maturato, ma non dobbiamo più legare un nome a un percorso politico” per concentrarsi invece “sul ‘cosa’ cambiare” per poi pensare “al ‘chi’, come ha detto Luigi”, spiega il capogruppo a Montecitorio.

Se l’era del capo politico solo al comando sia finita Crippa non lo sa con certezza. Risponde solo: “Valuteremo tutti insieme i pro e i contro” anche se è cosciente che “quando ci sono più persone a decidere, si rischia di ingessare problemi che vanno risolti rapidamente” e lui, per questo, si dice favorevole alla “collegialità”, anche se in passato “ai tempi del Direttorio, riconosco ci abbia portato alcuni problemi” ammette.

Quanto a Di Battista, Crippa si augura che “anche lui dia un contributo agli Stati generali”, poi però gli sembra quasi ovvio che “oggi la nuova forza di maggioranza cambi alcuni equilibri”. Verso dove è forse ancora presto per poterlo dire.
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Da - https://www.agi.it/politica/davide_crippa_di_maio_lascia_m5s-6938783/news/2020-01-24/
2875  Forum Pubblico / ESTERO fino al 18 agosto 2022. / La Grecia ha un presidente donna inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:31:06 pm
La Grecia ha un presidente donna

12:51, 22 gennaio 2020

Di Carmelo Rapisarda

 Tutte le forze politiche d'accordo sul nome di Ekaterini Sakellaropoulou, magistrato di lungo corso con una vocazione per l'ambiente

Con un ampio consenso tra le forze politiche, frutto dell'abile tessitura del premier di centrodestra, Kyriakos Mitsotakis, la Grecia ha per la prima volta una donna presidente della Repubblica. Ekaterini Sakellaropoulou, magistrato di lungo corso con una vocazione per l'ambiente e finora presidente del Consiglio di Stato, ha ottenuto in Parlamento i voti di 261 dei 300 deputati, ed è passata al primo scrutinio con il sostegno non solo del partito del premier, Nea Demokratia, ma anche di Syriza, la formazione di sinistra dell'ex capo del governo, Alexis Tsipras, e del movimento di centrosinistra Alleanza per il cambiamento (Kinal).

Mitsotakis ha dunque centrato subito l'obiettivo di eleggere un capo dello Stato il più possibile condiviso, e con la scelta di puntare su una personalità di prestigio istituzionale ma estranea alla politica e tuttavia forte di un apprezzamento bipartisan della politica. Non a caso, Sakellaropoulou era stata nominata presidente del Consiglio di Stato durante il governo Tsipras, nel 2018, e questo ha facilitato il si' di Syriza che è oggi all'opposizione.

E a conferma del gradimento trasversale per la candidata alla presidente, tre dei sei deputati che non hanno potuto partecipare alla votazione, tra i quali l'ex premier Antonis Samaras, hanno sentito il bisogno di comunicare per lettera al presidente del Parlamento, Kostas Tasoulas, che se fossero stati presenti avrebbero votato per Sakellaropoulou.

La presidente si insedierà il 13 marzo al posto di Prokopis Pavlopoulos e resterà in carica per cinque anni. Il premier Mitsotakis ha incassato il successo con manifesta soddisfazione. La presidente, ha affermato, "è il simbolo dell'unità della nazione greca" e la sua elezione dimostra "che i greci sanno essere concordi sulle scelte importanti".

La missione del nuovo capo dello Stato, nelle parole di Mitsotakis, sarà "guidare la transizione del Paese a una nuova era".

Sakellaropoulou, 63 anni, è nata a Salonicco nel 1956 e ha studiato giurisprudenza nell'Università di Atene, dove si è laureata nel 1978, per poi specializzarsi in diritto amministrativo e diritto costituzionale alla Sorbona di Parigi. E' entrata nella magistratura amministrativa quattro anni più tardi, quando nel 1982 è stata nominata relatore del Consiglio di Stato.

Nel 1988 è stato promossa presidente di sezione e nel 2000 è diventata consigliere. Il 23 ottobre 2015 e' stata nominata vicepresidente del Consiglio di Stato e il 17 ottobre del 2018 ha assunto la presidente del massimo consesso della giustizia amministrativa. È stata molto attiva anche nelle relazioni internazionali, assumendo diversi ruoli nell'Associazione dei funzionari giudiziari del Consiglio d'Europa, della quale è stata per due volte presidente, dal 1993 al 1995 e dal 2000 al 2001).

Ha inoltre insegnato alla Scuola nazionale della magistratura e ha fatto parte di varie commissioni consultive, tra le quali il Consiglio disciplinare del ministero degli Esteri. Nella sua carriera di magistrato, Sakellaropoulou, si è specializzata in diritto ambientale, seguendo diversi processi che in Grecia hanno fatto discutere come quello sulla deviazione del fiume Acheloos nella pianura di Salonicco. Al diritto ambientale ha dedicato anche diverse delle sue molte pubblicazioni giuridiche, e in particolare saggi sulla pianificazione territoriale, la silvicoltura, la tutela delle foreste, l'energia rinnovabile e l'impatto delle infrastrutture sull'ambiente.
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Da - https://www.agi.it/estero/grecia_prima_donna_presidente-6925675/news/2020-01-22/
2876  Forum Pubblico / "ggiannig" la FUTURA EDITORIA, il BLOG. I SEMI, I FIORI e L'ULIVASTRO di Arlecchino. / Frasi di Michael Novak inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:29:40 pm
Venerdì 24 gennaio 2020

Frasi di Michael Novak   

“L'uomo è nato per creare. La vocazione umana è di immaginare, inventare, osare nuove imprese.”

MICHAEL NOVAK

Da - FrasiCelebri.it
2877  Forum Pubblico / ESTERO fino al 18 agosto 2022. / Il discorso "impegnato" di Angela Merkel a Davos sull'ambiente inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:27:53 pm

Il discorso "impegnato" di Angela Merkel a Davos sull'ambiente

08:38, 24 gennaio 2020

Di Titti Giammetta

Il mondo necessita di "un dialogo aperto" sul clima, afferma la cancelliera tedesca, che prova a scuotere le coscienze con un intervento di ampio respiro. E strizza l'occhio a Greta e ai giovani

Angela Merkel
FORUM DAVOS ANGELA MERKEL DAVOS
Il mondo ha bisogno di "un dialogo aperto" sul clima e "deve colmare il gap tra gli scettici e coloro che invece ci credono". La cancelliera tedesca, Angela Merkel, sul palco di Davos, scuote le coscienze con un discorso di ampio respiro, tutto rigorosamente incentrato sulle tematiche del World Economic Forum, la sfida climatica, la lotta alla povertà e alle diseguaglianze, i conflitti sociali, i giovani.

Parla mentre in qualche altra parte del Congress Center Greta Thunberg continua ad accusare i grandi della terra di non fare abbastanza contro il riscaldamento globale e strizza un occhio alla giovane attivista svedese.

"Il tempo corre - ha avvertito Merkel - per ridurre le emissioni che portano al riscaldamento globale. Dobbiamo accettare positivamente e imparare costruttivamente dall'impazienza dei giovani". Il raggiungimento degli obiettivi di Parigi sul clima potrebbero riguardare la sopravvivenza dell'intero pianeta, ha sottolineato la cancelliera. "Siamo sotto pressione per questo", quello che ci attende è un decennio di azione.

La tematica è ampia e riguarda le tensioni sociali, i protezionismi che emergono, i sovranismi che minacciano le leadership mondiali: "Quando i fatti e le emozioni entrano in contrasto, dobbiamo provare a sviluppare una posizione contro-fattuale" e per allentare le tensioni sociali "è necessario riconciliare i sentimenti e le passioni con i fatti". Per la cancelliera è necessario "costruire un ponte tra queste diverse visioni. Le persone non si parlano più, mentre dovrebbero uscire dalle bolle digitali e dialogare".

"Sapete - ha aggiunto Merkel - siamo un popolo relativamente pacifico, ma le tensioni interne stanno aumentando in merito alle misure necessarie per affrontare la questione climatica". L'obiettivo è quello della 'neutralità climatica' ma è un processo di trasformazione. "L'intero modello economico a cui siamo stati abituati fin dalla prima rivoluzione industriale deve cambiare. Dobbiamo lasciarcelo alle spalle e creare catene di valore completamente nuove, sfruttando anche il potenziale che deriva dalla trasformazione portata dalla digitalizzazione".

"Rispetto a 50 anni il mondo è un posto migliore. Siamo di fronte a un mondo multipolare che ci porta a una serie di problemi, ma il reddito pro capite da allora è raddoppiato, la gente in estrema povertà è sicuramente diminuita. Tutto questo è avvenuto grazie alla cooperazione internazionale". E anche sulle tensioni commerciali, ha proseguito, la strada da seguire è quella del "multilateralismo", solo così si potrà creare una "prosperità globale".

La cancelliera non trascura le grandi questioni geopolitiche mondiali, come la Libia e l'Iran, e mette in guardia dai rischi dell'instabilità politica "dobbiamo fare attenzione che in Libia non accada di nuovo come in Siria. Di non cadere nella trappola di una guerra per procura". Non dimentica neanche la Brexit che, per la prima volta, vede qualcuno che esce dall'Europa invece di entrarci. Anche qui visione e pragmatismo tedesco. "Faremo il possibile - ha assicurato - per avere buone relazioni con il Regno Unito". 
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Da - https://www.agi.it/estero/davos_merkel_clima-6936832/news/2020-01-24/
2878  Forum Pubblico / "ggiannig" la FUTURA EDITORIA, il BLOG. I SEMI, I FIORI e L'ULIVASTRO di Arlecchino. / CentroSinistra ha avuto a disposizione per 20 anni uno dei migliori e più ... inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:26:07 pm

Perché stupirsi, il CentroSinistra ha avuto a disposizione per 20 anni uno dei migliori e più partecipati forum sul web (prima ulivo.it e dopo il forumista).

Di cui ero uno dei responsabili attivi.
Lo hanno sempre tollerato senza mai tenerne conto come utile mezzo di comunicazione alle persone e scambio di opinioni con la base.

Forse il fatto che noi ci siamo sempre resi indipendenti dai partiti e come tali non inquadrabili per correnti, ha giocato da un lato nel lasciarci liberi di agire e dall'altro lato (stupidamente) mai coinvolgerci in un confronto con la base.
Per l'indipendenza mai messa in pericolo ancora oggi siamo riconoscenti, per la stupidità organizzativa e politica, siamo a spiegarci dispiaciuti dove siamo finiti.

Molti di noi oggi sono ugualmente partecipi alla politica da Cittadini, ancora sostenitori attivi dell'idea di Centro progressista e di Sinistra democratica, chi ci conosce e segue lo sa.

Il Pd seguita ad ignorarlo!
ciaooo
 
su Fb del 24 gennaio 2020
2879  Forum Pubblico / ECONOMIA e POLITICA, ma con PROGETTI da Realizzare. / La LegadiSalvini è soltanto la punta, destinata a sciogliersi, inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:22:46 pm

La LegadiSalvini è soltanto la punta, destinata a sciogliersi, dell'iceberg leghista che lo supporta e sopporta, fin tanto farò comodo per distrarre la consapevolezza nazionale dalle molte magagne di negatività delle Lega Altre.

Comprese le brutture regionali. 
ciaooo

Su Fb del 23 gennaio 2019
2880  Forum Pubblico / Il MONITORE. ORSI, LUPI E TUTTA LA NATURA CI RIVOGLIONO ESSERI UMANI. / I fondatori dei gelati Grom hanno avuto una idea ... inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:18:46 pm
I fondatori dei gelati Grom hanno avuto una idea che ha generato tre importanti valori: un buon gelato, una ottima rete di gelaterie in cui venderlo e un marchio di alta immagine.

Hanno venduto questa idea, ad una multinazionale che l'ha comprata per diffondere quel marchio utilizzando un progetto di marketing che è l'opposto di quello originale dei fondatori. 

Adesso quel marchio "correrà" verso fatturati più alti nei banchi-frigo della Gdo, non ci saranno più le gelaterie che non interessavano per nulla alla multinazionale e probabilmente non ci sarà più quel tipo di gelato.

Tutto normale, ... cosa ci si aspettava di diverso, vendendo quell'idea a una multinazionale?

ciaooo
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