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3016  Forum Pubblico / LA COSTITUZIONE, la DEMOCRAZIA, la REPUBBLICA, vanno Difese! Anche da Noi Stessi. / Con la Repubblica degli Italiani: cesserà l’inganno del “Potere al popolo”, inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:47:32 pm
Gianni Gavioli ha aggiornato la descrizione del gruppo Democrazia Completa? Un Obiettivo da Raggiungere.
 
La Repubblica degli Italiani è una Democrazia Completa?
Lo sarà quando la Cittadinanza e la Popolazione non delegheranno, ma sceglieranno!

Con la Repubblica degli Italiani: cesserà l’inganno del “Potere al popolo”, il popolo non ha mai avuto nessun potere ha sempre subìto, è sempre stato condotto, usato, manipolato. Con la fine della delega alla politica e la possibilità di “scegliere il Governo” termina la falsità storica che è l’anima del populismo.

Il Popolo non è una unità compatta di Umanità, ma un insieme di individui differenti che decidono di riconoscersi in una terra (Patria/Matria) comune ... chiamandola Nazione.
Il modo simile, ma non uguale, d’essere Protagonisti distingue la Cittadinanza dalla Popolazione.


La Democrazia Autorevole: riconosce alla Cittadinanza attiva i meriti a chi si dedica, con modi propri e indipendenti, al bene comune (P.e.: il volontariato sociale). Questo avverrà senza discriminare la parte di Popolazione non impegnata attivamente ma non inerte, che intende limitarsi ad esercitare il diritto al voto.

Il rispetto delle leggi e un giusto modo di agire con civismo, consentirà di mantenere ad ognuno il diritto al voto e al godimento dei servizi che lo Stato deve riconoscere al Paese Reale e al Paese Legale anche se non sono identici tra le due realtà.

Il Progetto: è un documento programmatico di Governo che i Partiti e le diverse Realtà sociali accettano di sottoscrivere e si impegnano a realizzare, nei 5 anni di legislatura dopo la sua approvazione da parte dei Cittadini Elettori, in regolari e democratiche elezioni politiche.

Segue

27 giugno 2019
ggiannig

Da Fb democrazia ecc.

3017  Forum Pubblico / LA COSTITUZIONE, la DEMOCRAZIA, la REPUBBLICA, vanno Difese! Anche da Noi Stessi. / In Italia possono votare 51.402.963 persone. inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:41:37 pm

In Italia possono votare 51.402.963 persone

 Posted 6 Dicembre 2019 In Politici

Gli elettori a Roma sono il doppio rispetto a Milano. Le donne sono 1,5 milioni più degli uomini

Gli elettori italiani sono in calo. Per le elezioni europee del 26 maggio 2019 sono stati chiamati al voto oltre 51 milioni di cittadini. Ma, per la prima volta dal 2011, il loro numero è diminuito di quasi 3mila unità e, in attesa dell’aggiornamento delle liste elettorali, c’è da immaginare che questa sia la cifra degli aventi diritto nel caso ci fossero nuove elezioni in Italia nel 2020. Le prossime votazioni in programma sono le elezioni regionali, previste il 26 gennaio in Emilia Romagna e Calabria e, tra maggio e giugno, in altre 6 regioni.

Gli elettori italiani del 2019

Come si vede dal grafico sopra, nel 2018 c’è stata una leggera battuta d’arresto dopo il record di potenziali elettori del 2017, ma se si guarda ai primi anni Duemila, la crescita è stata di circa 2 milioni di persone, il 4% in più rispetto a coloro che potevano esercitare il loro diritto nel 2000.

Secondo i dati del ministero dell’Interno al 30 giugno 2018 le persone aventi diritto al voto in Italia sono esattamente 51.402.963, compresi quelli delle circoscrizioni estere.
Elettori italiani, Roma doppia Milano
Il comune con più iscritti alle liste elettorali è Roma. Nella Capitale le persone che possono votare sono 2.383.637 persone. Seconda città con più elettori è Milano con 1.026.316 cittadini titolari di diritto di voto. In nessun altro comune si supera la soglia del milione di potenziali votanti: Napoli ne conta 793.885 e Torino 695.780.

Poi ci sono i comuni più piccoli, quelli che hanno il minor numero di elettori: sono 49 quelli che possono contare su un corpo elettorale inferiore a 100 persone; praticamente piccoli paesi grandi quanto un grande condominio di Roma o Milano.

A Moncenisio 28 con diritto di voto
Il podio lo condividono tre paesini del Nord Italia. A Moncenisio, nella piemontese Val di Susa, gli iscritti alle liste elettorali sono appena 28; a Morterone, in provincia di Lecco, sono 32; chiude il podio dei più piccoli Torresina, nel Cuneese: a fronte di 65 abitanti, sono 43 gli italiani con il diritto di voto.
Elettori italiani, più donne che uomini

Ma per raccogliere consensi, i politici a chi si devono rivolgere? Le donne rappresentano un vero tesoretto: guardando la composizione del corpo elettorale emerge che le italiane con diritto di voto staccano gli elettori italiani per oltre 1,5 milioni di unità.

Come mostra il grafico qui sopra, le donne sono 26,4 milioni e gli uomini 24,9. Siamo nell’ordine del 51%-49%. Chi fa politica, del resto, lo sa: tradizionalmente, le donne sono la maggioranza dei residenti, ed è sempre stato così: anche nel 2008 e nel 1998 le italiane erano maggioranza, anzi la differenza con gli uomini era addirittura maggiore: 1,8 milioni in più rispetto ai maschi.

I dati si riferiscono al 1990-2018
Fonte: Ministero dell’Interno

Da - https://www.truenumbers.it/elettori-italiani/

3018  Forum Pubblico / ECONOMIA e POLITICA, ma con PROGETTI da Realizzare. / Serenella Ronda. Dal Vaffa day ai governi Conte, 10 anni di M5s inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:38:29 pm
Dal Vaffa day ai governi Conte, 10 anni di M5s

07:32, 23 gennaio 2020

Di Serenella Ronda

Con il passo indietro del capo politico e la convocazione degli stati generali inizia una nuova fase per il Movimento che, pochi mesi fa, aveva festeggiato il suo primo decennale di vita

È costellata di 'svolte' la storia politica del Movimento 5 stelle. Mercoledì si è compiuta quella più traumatica: il passo indietro di Luigi Di Maio dalla leadership. Dopo 28 mesi alla guida del Movimento, Di Maio lascia il timone a pochi mesi dall'anniversario storico della nascita della 'creatura' di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, 10 anni esatti, festeggiati il 4 ottobre del 2019.

Tutto ha inizio a Milano, al Teatro Smeraldo. In realtà i primi 'sintomi' di quello che diventerà il primo partito in Italia sono già evidenti: due anni prima, esattamente l'8 settembre del 2007, Grillo si affaccia dal palco di piazza Maggiore a Bologna ed è subito ovazione. È il primo 'Vaffa-Day', dove vengono raccolte 336.144 firme per il progetto 'Parlamento Pulito'. Si susseguono iniziative, nascono i primi meet-up sul territorio.

"Questo non è uno spettacolo"
Ma è a Milano, nel 2009, il battesimo ufficiale. Sempre Grillo sale di nuovo su un palco e da showman consumato avverte subito il pubblico: "Questo non è uno spettacolo". Nasce ufficialmente il Movimento 5 stelle, numero che deriva dalle prime liste civiche presentate in cinque regioni, primo vero passo nell'agone politico.

Seguono altri 'Vaffa day', ma la prima vera svolta si consuma nel maggio del 2012, quando il Movimento elegge i primi quattro sindaci, tra cui Federico Pizzarotti a Parma. Cresce il consenso, le piazze si riempiono, ma il Movimento resta ancora fortemente caratterizzato da un'anima barricadera, e arrivano i primi slogan contro la 'casta', i partiti, i corrotti, le lotte e le proteste contro la Tav e le Trivelle. È la fase 'pura e dura' del Movimento, con Grillo che lancia i suoi strali dal suo personale blog.

Nell'ottobre del 2012 il Movimento conquista nuovi consensi e, soprattutto, diventano prima forza in Sicilia, incassando il 14,90% dei voti, successo segnato dalla memorabile traversata a nuoto di Grillo dello stretto di Messina. Ma con il crescere dei consensi, e dell'attenzione mediatica, spuntano anche i primi dissensi, subito bloccati sul nascere. Si assiste così alle prime espulsioni: eclatanti quelle di Federica Salsi, consigliera di Bologna, 'rea' di aver partecipato a una trasmissione televisiva, e di Giovanni Favia, che nel 2009 era stato definito dallo stesso Grillo 'il futuro del Movimento', colpevole di un fuori onda in cui lamenta l'egemonia di Casaleggio sul Movimento.

L'anno successivo, nel 2013, una nuova svolta: il Movimento decide di entrare nei palazzi. La struttura, però, non cambia: vige la regola 'uno vale uno', nessuno è il capo nessuno è il leader. Nessuna organizzazione piramidale, nessuna governance né, tantomeno, l'organizzazione simile a quelle dei partiti tradizionali.

La democrazia diretta, è il motto, vince su tutto. La rete ha sempre l'ultima parola. I 5 stelle si candidano alle elezioni politiche e, a sorpresa, incassano in Italia più voti del Pd, il 25,5% dei consensi, con i dem che strappano la prima posizione grazie ai voti degli italiani all'estero.

L'ingresso a Montecitorio e a palazzo Madama, però, non cambia la struttura del Movimento: i capigruppo ruotano ogni tot mesi, nessun leader riconosciuto e incoronato. E, soprattutto, nessuna alleanza, il Movimento 5 stelle, è il motto, andrà al governo da solo. Anche le modalità di azione restano le stesse delle origini: dirette streaming - famose quelle con Pierluigi Bersani che tentò un'alleanza per dar vita a un governo, poi bissato nel 2014 con Matteo Renzi - e votazioni on line.

Poi protesta, protesta, protesta dentro e fuori i palazzi. Sono gli anni all'opposizione, con i 5 stelle - tra i volti più noti Alessandro Di Battista, spesso alla guida delle occupazioni alla Camera - che non accettano alcun compromesso. In verità uno sì: i pentastellati accettano il primo ruolo istituzionale, quello di vicepresidente della Camera. Il designato è Luigi Di Maio. Intanto si riaffaccia il malessere interno, nuovo round di espulsioni, lotta dura contro i media (famosa la sorta di lista di proscrizione dei “giornalisti del giorno” che veniva pubblicata a scadenza fissa sul blog).

Nel 2014 i malumori crescenti per la pesante blindatura del Movimento contro ogni dissenso spingono il cofondatore Grillo a fare un passo di lato: nasce il Direttorio, composto da Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia. Esperienza, però, che non avrà molto successo e, anzi, favorirà le prime lotte intestine.

I consensi elettorali, al contrario, continuano a crescere e a conquistare sempre una maggiore fetta del territorio, fino al 2016, quando il Movimento viene colpito da un gravissimo lutto: malato da tempo, muore l'altro fondatore, il guru Gianroberto Casaleggio. Il Movimento subisce il colpo, fatica a ritrovare la rotta anche per colpa, è la convinzione dei critici, della presenza sempre meno costante di Grillo. Ad affiancarlo arriva il figlio di Gianroberto, Davide Casaleggio, e nasce e prende subito piede Rousseau. Una nuova svolta attende il Movimento: nella tarda primavera del 2016 i 5 stelle conquistano la Capitale e strappano Torino al Pd.

Le star sono Virginia Raggi e Chiara Appendino. La parabola ascendente del Movimento sembra non avere fine. Nonostante il malessere interno continua ad insinuarsi tra i pentastellati, il Movimento è atteso a un'altra svolta: la vittoria alle elezioni politiche del 2018. Prima, però, c'è la trasformazione: da Movimento di piazza dove uno vale uno a Movimento con un leader unico.

Le elezioni del 2018 e l'intesa con la Lega
Nel settembre del 2017 i voti on line incoronano Luigi Di Maio primo capo politico del Movimento 5 stelle. Quasi un anno dopo, il 4 marzo del 2018 i 5 stelle diventano primo partito in Italia, con il 33% dei consensi. Ma non hanno i numeri da soli per poter governare. E così si consuma un'altra importante svolta, anzi una vera e propria trasformazione: il Movimento è costretto a scendere a patti e, dopo una lunga e difficile trattativa, siglano un accordo - suggellato da un contratto scritto - con la Lega di Matteo Salvini.

Per i detrattori è il primo passo verso l'abisso: dal 'mai alleati di nessuno' a un accordo con i leghisti pur di andare a palazzo Chigi. Non solo. Di Maio deve rinunciare alla premiership, pur ottenendo un ruolo di peso - vicepremier in coabitazione con Salvini e ministro del Lavoro e al Mise - mentre i 5 stelle conquistano anche lo scranno più alto di Montecitorio, con l'elezione a presidente della Camera di Roberto Fico.

Insomma, come si diceva, è la vera svolta del Movimento, che cambia pelle, faccia e natura: entra nelle stanze dei bottoni, veste i panni istituzionali, riveste ruoli incarichi delicati. Ma mentre le 5 stelle del Movimento sembrano risplendere come non mai, è anche il momento delle prime forti divisioni interne, dei primi addii, delle espulsioni pesanti.

È il momento dei compromessi - i 5 stelle accettano i due decreti Sicurezza, la legittima difesa, per fare alcuni esempi - ma anche delle vittorie: incassano alcune delle battaglie storiche, come il taglio dei vitalizi, il reddito di cittadinanza, lo Spazzacorrotti, e pongono le prime basi del taglio dei parlamentari. Poi la situazione precipita, i rapporti personali e politici tra Di Maio e Salvini sono ormai ai minimi termini. Il 'capitano' leghista mette la parola fine al governo - anche a causa del tener duro dei 5 stelle sul no alla Tav - ed è crisi di governo.

Dopo un'estate al cardiopalma, con una fetta dei 5 stelle - 'capitanata' dallo stesso Di Maio - contraria a un'alleanza con il nemico storico, i pentastellati vanno al governo con il Pd. E la leadership di Di Maio - che secondo i detrattori avrebbe accettato la poltrona di premier per tornare a palazzo Chigi con Salvini - inizia a traballare.

Il dissenso interno cresce, così come aumentano gli addii. Scoppia il 'caso rimborsi', con il rischio di una raffica di espulsioni. Di Maio sceglie la linea dura, ma tenta anche la carta della collegialità, richiesta a gran voce dai gruppi parlamentari, e dà vita ai facilitatori. Infine, l'ultima svolta fin qui: le dimissioni da capo politico del Movimento, con la garanzia che la storia di M5s "non è finita". 
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it

Da - AGI
3019  Forum Pubblico / Gli ITALIANI e la SOCIETA' INFESTATA da SFASCISTI, PREDONI e MAFIE. / ... il pensiero critico in Italia esiste e circola robustamente. inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:36:43 pm
Giuseppe Pappalardo

Certamente chi legge la Stampa non saprà che un mondo accademico e militante che si rifà al pensiero di Marx esiste ancora, anch'esso molto frammentato. Tra gli studiosi italiani vorrei ricordare Marta Fana, Riccardo Bellofiore, Emiliano Brancaccio, sul lato economico.

Sul lato filosofico, Roberto Finelli, Alberto Burgio, Giorgio Cesarale, il fu Domenico Losurdo. Le riviste tra le altre, sono Jacobin Italia, Critica marxista. Su internet infiniti sono i siti, uno su tutti: www.sinistrainrete.it, che fa da collettore di molti siti che a quella tradizione si richiamano.

Esiste e resiste, tra i quotidiani, il Manifesto, giornale comunista.

Esistono poi numerosi studiosi che si rifanno esplicitamente al pensiero di Toni Negri e all'operaismo italiano. Tra le case editrici, Derive e approdi, Odradek, Red Star, etc. Certo, non c'è più egemonia ma il pensiero critico in Italia esiste e circola robustamente.

Da Fb del 15 gennaio 2020
3020  Forum Pubblico / AUTRICI e OPINIONISTE. / NADIA URBINATI. LE DUE DEMOCRAZIE inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:34:07 pm
LE DUE DEMOCRAZIE

POLITICA | 19 GENNAIO 2020

DI NADIA URBINATI
La decisione della Corte Costituzionale di giudicare inammissibile il referendum sulla legge elettorale proposto dal centro-destra ha messo in luce l’esistenza di due concezioni di democrazia: una costituzionale e una populista.

La Consulta ha dichiarato il testo della proposta referendaria inammissibile perché “eccessivamente manipolativo”. La reazione di Matteo Salvini non si è fatta attendere: «Vergogna, è difesa del vecchio sistema». Non vi è di che stupirsi, ha commentato Massimo Luciani in un’intervista rilasciata a Repubblica, dei giudizi negativi dei proponenti sconfitti: «È un costume politico diffuso farsi piacere la Consulta quando ti dà ragione e considerarla eversiva quando ti dà torto».

Ma, in questo caso, Salvini e con lui altri esponenti del suo partito e Giorgia Meloni, è andato oltre il giudizio di disappunto. Nel commentare criticamente il verdetto, Salvini ha gettato discredito non tanto su questa specifica Corte o decisione, ma sul ruolo stesso della Corte. La quale, ha dichiarato il capo della Lega, «allontana la democrazia, allontana i cittadini dai palazzi»; è «una delle ultime sacche di resistenza del vecchio sistema».

Non una legge elettorale o un sistema elettorale semplicemente, ha scatenato la reazione salviania. Ma un modo di procedere, quello che è a tutti noto come un modello democratico-costituzionale. Quella della Consulta, ha detto Salvini, è «una scelta contro la democrazia». Contro la democrazia perché limita e blocca il ruolo degli attori politici, ai quali, sembra di capire, appartiene la democrazia.

Che non è dunque solo come un sistema di regole del gioco che non appartengono a nessuno dei giocatori, ma invece un meccanismo di potere che appartiene a chi compete politicamente per la maggioranza e il governare. Qui secondo Salvini sta la democrazia. Magistrati, istituzioni di controllo e di limitazione del potere sono non parte ma ostacoli della democrazia.

Questo è il nocciolo della democrazia populista, che ha dato prova di sé in numerose esperienze passate e recenti, in America Latina e ora anche nel continente europeo. In un discorso che tenne nel 1946, Juan Domingo Peròn si presentò come un vero democratico, in opposizione ai “demoliberali”, che, diceva, «difendono un’apparenza di democrazia», un gioco formale nel quale le regole contano più delle maggioranze, le corti più del governo.

Il populismo non è solo contestazione e opposizione. Ha l’ambizione di governo e pensa di essere non una maggioranza tra le altre, bensì la “vera” maggioranza, quella che le precedenti maggioranze non hanno espresso, ma occultato e manipolato. Una maggioranza sostanziale – quella degli italiani “veri” – che l’audience e il gradimento del pubblico rendono molto meglio della conta dei voti. È questo dualismo tra democrazia “del vecchio sistema” formalistico e democrazia “vera” e sostanziale che fa capolino dietro l’attacco di Salvini alla Suprema Corte.

Una democrazia populista tollera a fatica o non tollera affatto quelli che sono i caratteri della democrazia costituzionale: la divisione dei poteri, l’indipendenza del potere giudiziario, lo statuto dei diritti fondamentali (che non sono quasi mai soltanto dei cittadini). Essa declassa queste condizioni normative di legittimità a ostacoli del decisionismo politico; li rubrica come ossificazioni del “vecchio sistema”, dell’establishment. Se potessero, i populisti scriverebbero le loro costituzioni per incardinare la loro maggioranza, stracciando i principi della generalità e dell’imparzialità della legge nel nome della volontà del loro popolo.

La Repubblica, 18 gennaio 2020

Da - http://www.libertaegiustizia.it/2020/01/19/le-due-democrazie/
3021  Forum Pubblico / ECONOMIA e POLITICA, ma con PROGETTI da Realizzare. / "L'addio Di Maio ha scosso tutti ma siamo a una svolta", dice Crippa inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:32:22 pm
"L'addio Di Maio ha scosso tutti ma siamo a una svolta", dice Crippa

10:04, 24 gennaio 2020

Davide Crippa

Il capogruppo M5s alla Camera intervistato da La Stampa: "Concentriamoci sul cosa, non sul chi"
 “L’addio di Luigi Di Maio ha scosso tutti, ma siamo a un punto di svolta. È nato un percorso molto partecipativo e questa fase culminerà negli Stati generali”. Lo dice Davide Crippa, capogruppo dei 5 Stelle alla Camera, in un’intervista a La Stampa nella quale si augura che Di Maio “darà il suo contributo con l’esperienza e le capacità che ha maturato, ma non dobbiamo più legare un nome a un percorso politico” per concentrarsi invece “sul ‘cosa’ cambiare” per poi pensare “al ‘chi’, come ha detto Luigi”, spiega il capogruppo a Montecitorio.

Se l’era del capo politico solo al comando sia finita Crippa non lo sa con certezza. Risponde solo: “Valuteremo tutti insieme i pro e i contro” anche se è cosciente che “quando ci sono più persone a decidere, si rischia di ingessare problemi che vanno risolti rapidamente” e lui, per questo, si dice favorevole alla “collegialità”, anche se in passato “ai tempi del Direttorio, riconosco ci abbia portato alcuni problemi” ammette.

Quanto a Di Battista, Crippa si augura che “anche lui dia un contributo agli Stati generali”, poi però gli sembra quasi ovvio che “oggi la nuova forza di maggioranza cambi alcuni equilibri”. Verso dove è forse ancora presto per poterlo dire.
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it

Da - https://www.agi.it/politica/davide_crippa_di_maio_lascia_m5s-6938783/news/2020-01-24/
3022  Forum Pubblico / ESTERO fino al 18 agosto 2022. / La Grecia ha un presidente donna inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:31:06 pm
La Grecia ha un presidente donna

12:51, 22 gennaio 2020

Di Carmelo Rapisarda

 Tutte le forze politiche d'accordo sul nome di Ekaterini Sakellaropoulou, magistrato di lungo corso con una vocazione per l'ambiente

Con un ampio consenso tra le forze politiche, frutto dell'abile tessitura del premier di centrodestra, Kyriakos Mitsotakis, la Grecia ha per la prima volta una donna presidente della Repubblica. Ekaterini Sakellaropoulou, magistrato di lungo corso con una vocazione per l'ambiente e finora presidente del Consiglio di Stato, ha ottenuto in Parlamento i voti di 261 dei 300 deputati, ed è passata al primo scrutinio con il sostegno non solo del partito del premier, Nea Demokratia, ma anche di Syriza, la formazione di sinistra dell'ex capo del governo, Alexis Tsipras, e del movimento di centrosinistra Alleanza per il cambiamento (Kinal).

Mitsotakis ha dunque centrato subito l'obiettivo di eleggere un capo dello Stato il più possibile condiviso, e con la scelta di puntare su una personalità di prestigio istituzionale ma estranea alla politica e tuttavia forte di un apprezzamento bipartisan della politica. Non a caso, Sakellaropoulou era stata nominata presidente del Consiglio di Stato durante il governo Tsipras, nel 2018, e questo ha facilitato il si' di Syriza che è oggi all'opposizione.

E a conferma del gradimento trasversale per la candidata alla presidente, tre dei sei deputati che non hanno potuto partecipare alla votazione, tra i quali l'ex premier Antonis Samaras, hanno sentito il bisogno di comunicare per lettera al presidente del Parlamento, Kostas Tasoulas, che se fossero stati presenti avrebbero votato per Sakellaropoulou.

La presidente si insedierà il 13 marzo al posto di Prokopis Pavlopoulos e resterà in carica per cinque anni. Il premier Mitsotakis ha incassato il successo con manifesta soddisfazione. La presidente, ha affermato, "è il simbolo dell'unità della nazione greca" e la sua elezione dimostra "che i greci sanno essere concordi sulle scelte importanti".

La missione del nuovo capo dello Stato, nelle parole di Mitsotakis, sarà "guidare la transizione del Paese a una nuova era".

Sakellaropoulou, 63 anni, è nata a Salonicco nel 1956 e ha studiato giurisprudenza nell'Università di Atene, dove si è laureata nel 1978, per poi specializzarsi in diritto amministrativo e diritto costituzionale alla Sorbona di Parigi. E' entrata nella magistratura amministrativa quattro anni più tardi, quando nel 1982 è stata nominata relatore del Consiglio di Stato.

Nel 1988 è stato promossa presidente di sezione e nel 2000 è diventata consigliere. Il 23 ottobre 2015 e' stata nominata vicepresidente del Consiglio di Stato e il 17 ottobre del 2018 ha assunto la presidente del massimo consesso della giustizia amministrativa. È stata molto attiva anche nelle relazioni internazionali, assumendo diversi ruoli nell'Associazione dei funzionari giudiziari del Consiglio d'Europa, della quale è stata per due volte presidente, dal 1993 al 1995 e dal 2000 al 2001).

Ha inoltre insegnato alla Scuola nazionale della magistratura e ha fatto parte di varie commissioni consultive, tra le quali il Consiglio disciplinare del ministero degli Esteri. Nella sua carriera di magistrato, Sakellaropoulou, si è specializzata in diritto ambientale, seguendo diversi processi che in Grecia hanno fatto discutere come quello sulla deviazione del fiume Acheloos nella pianura di Salonicco. Al diritto ambientale ha dedicato anche diverse delle sue molte pubblicazioni giuridiche, e in particolare saggi sulla pianificazione territoriale, la silvicoltura, la tutela delle foreste, l'energia rinnovabile e l'impatto delle infrastrutture sull'ambiente.
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it

Da - https://www.agi.it/estero/grecia_prima_donna_presidente-6925675/news/2020-01-22/
3023  Forum Pubblico / "ggiannig" la FUTURA EDITORIA, il BLOG. I SEMI, I FIORI e L'ULIVASTRO di Arlecchino. / Frasi di Michael Novak inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:29:40 pm
Venerdì 24 gennaio 2020

Frasi di Michael Novak   

“L'uomo è nato per creare. La vocazione umana è di immaginare, inventare, osare nuove imprese.”

MICHAEL NOVAK

Da - FrasiCelebri.it
3024  Forum Pubblico / ESTERO fino al 18 agosto 2022. / Il discorso "impegnato" di Angela Merkel a Davos sull'ambiente inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:27:53 pm

Il discorso "impegnato" di Angela Merkel a Davos sull'ambiente

08:38, 24 gennaio 2020

Di Titti Giammetta

Il mondo necessita di "un dialogo aperto" sul clima, afferma la cancelliera tedesca, che prova a scuotere le coscienze con un intervento di ampio respiro. E strizza l'occhio a Greta e ai giovani

Angela Merkel
FORUM DAVOS ANGELA MERKEL DAVOS
Il mondo ha bisogno di "un dialogo aperto" sul clima e "deve colmare il gap tra gli scettici e coloro che invece ci credono". La cancelliera tedesca, Angela Merkel, sul palco di Davos, scuote le coscienze con un discorso di ampio respiro, tutto rigorosamente incentrato sulle tematiche del World Economic Forum, la sfida climatica, la lotta alla povertà e alle diseguaglianze, i conflitti sociali, i giovani.

Parla mentre in qualche altra parte del Congress Center Greta Thunberg continua ad accusare i grandi della terra di non fare abbastanza contro il riscaldamento globale e strizza un occhio alla giovane attivista svedese.

"Il tempo corre - ha avvertito Merkel - per ridurre le emissioni che portano al riscaldamento globale. Dobbiamo accettare positivamente e imparare costruttivamente dall'impazienza dei giovani". Il raggiungimento degli obiettivi di Parigi sul clima potrebbero riguardare la sopravvivenza dell'intero pianeta, ha sottolineato la cancelliera. "Siamo sotto pressione per questo", quello che ci attende è un decennio di azione.

La tematica è ampia e riguarda le tensioni sociali, i protezionismi che emergono, i sovranismi che minacciano le leadership mondiali: "Quando i fatti e le emozioni entrano in contrasto, dobbiamo provare a sviluppare una posizione contro-fattuale" e per allentare le tensioni sociali "è necessario riconciliare i sentimenti e le passioni con i fatti". Per la cancelliera è necessario "costruire un ponte tra queste diverse visioni. Le persone non si parlano più, mentre dovrebbero uscire dalle bolle digitali e dialogare".

"Sapete - ha aggiunto Merkel - siamo un popolo relativamente pacifico, ma le tensioni interne stanno aumentando in merito alle misure necessarie per affrontare la questione climatica". L'obiettivo è quello della 'neutralità climatica' ma è un processo di trasformazione. "L'intero modello economico a cui siamo stati abituati fin dalla prima rivoluzione industriale deve cambiare. Dobbiamo lasciarcelo alle spalle e creare catene di valore completamente nuove, sfruttando anche il potenziale che deriva dalla trasformazione portata dalla digitalizzazione".

"Rispetto a 50 anni il mondo è un posto migliore. Siamo di fronte a un mondo multipolare che ci porta a una serie di problemi, ma il reddito pro capite da allora è raddoppiato, la gente in estrema povertà è sicuramente diminuita. Tutto questo è avvenuto grazie alla cooperazione internazionale". E anche sulle tensioni commerciali, ha proseguito, la strada da seguire è quella del "multilateralismo", solo così si potrà creare una "prosperità globale".

La cancelliera non trascura le grandi questioni geopolitiche mondiali, come la Libia e l'Iran, e mette in guardia dai rischi dell'instabilità politica "dobbiamo fare attenzione che in Libia non accada di nuovo come in Siria. Di non cadere nella trappola di una guerra per procura". Non dimentica neanche la Brexit che, per la prima volta, vede qualcuno che esce dall'Europa invece di entrarci. Anche qui visione e pragmatismo tedesco. "Faremo il possibile - ha assicurato - per avere buone relazioni con il Regno Unito". 
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it

Da - https://www.agi.it/estero/davos_merkel_clima-6936832/news/2020-01-24/
3025  Forum Pubblico / "ggiannig" la FUTURA EDITORIA, il BLOG. I SEMI, I FIORI e L'ULIVASTRO di Arlecchino. / CentroSinistra ha avuto a disposizione per 20 anni uno dei migliori e più ... inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:26:07 pm

Perché stupirsi, il CentroSinistra ha avuto a disposizione per 20 anni uno dei migliori e più partecipati forum sul web (prima ulivo.it e dopo il forumista).

Di cui ero uno dei responsabili attivi.
Lo hanno sempre tollerato senza mai tenerne conto come utile mezzo di comunicazione alle persone e scambio di opinioni con la base.

Forse il fatto che noi ci siamo sempre resi indipendenti dai partiti e come tali non inquadrabili per correnti, ha giocato da un lato nel lasciarci liberi di agire e dall'altro lato (stupidamente) mai coinvolgerci in un confronto con la base.
Per l'indipendenza mai messa in pericolo ancora oggi siamo riconoscenti, per la stupidità organizzativa e politica, siamo a spiegarci dispiaciuti dove siamo finiti.

Molti di noi oggi sono ugualmente partecipi alla politica da Cittadini, ancora sostenitori attivi dell'idea di Centro progressista e di Sinistra democratica, chi ci conosce e segue lo sa.

Il Pd seguita ad ignorarlo!
ciaooo
 
su Fb del 24 gennaio 2020
3026  Forum Pubblico / ECONOMIA e POLITICA, ma con PROGETTI da Realizzare. / La LegadiSalvini è soltanto la punta, destinata a sciogliersi, inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:22:46 pm

La LegadiSalvini è soltanto la punta, destinata a sciogliersi, dell'iceberg leghista che lo supporta e sopporta, fin tanto farò comodo per distrarre la consapevolezza nazionale dalle molte magagne di negatività delle Lega Altre.

Comprese le brutture regionali. 
ciaooo

Su Fb del 23 gennaio 2019
3027  Forum Pubblico / Il MONITORE. ORSI, LUPI E TUTTA LA NATURA CI RIVOGLIONO ESSERI UMANI. / I fondatori dei gelati Grom hanno avuto una idea ... inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:18:46 pm
I fondatori dei gelati Grom hanno avuto una idea che ha generato tre importanti valori: un buon gelato, una ottima rete di gelaterie in cui venderlo e un marchio di alta immagine.

Hanno venduto questa idea, ad una multinazionale che l'ha comprata per diffondere quel marchio utilizzando un progetto di marketing che è l'opposto di quello originale dei fondatori. 

Adesso quel marchio "correrà" verso fatturati più alti nei banchi-frigo della Gdo, non ci saranno più le gelaterie che non interessavano per nulla alla multinazionale e probabilmente non ci sarà più quel tipo di gelato.

Tutto normale, ... cosa ci si aspettava di diverso, vendendo quell'idea a una multinazionale?

ciaooo
3028  Forum Pubblico / Il MONITORE. ORSI, LUPI E TUTTA LA NATURA CI RIVOGLIONO ESSERI UMANI. / Sondaggi taroccati oppure scontenti stupidi, ... la Sanità è da rivoluzionare. inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:16:41 pm
Un italiano su quattro rinuncia alle cure per motivi economici

Ma gli utenti "promuovono" il Sistema sanitario nazionale.

E' quanto emerge dall'indagine "Prima edizione. Outlook Salute Italia 2021"

Di MAURIZIO PAGANELLI
23 gennaio 2020

LO SGUARDO dell'ennesimo sondaggio sulla sanità italiana, conferma il buono e ri-segnala il cattivo. Questa volta è un'indagine, "Prima edizione. Outlook Salute Italia 2021. Prospettive e sostenibilità del Sistema Sanitario", del network Deloitte, importante e storico insieme di aziende di servizi multidisciplinari. Si è chiesto ad un consistente numero rappresentativo di italiani maggiorenni (3960 afferma il sondaggio) un giudizio su vari fronti: frequenza di fruizione dei servizi negli ultimi 3 anni, valutazione della qualità dei servizi pubblici e privati rispetto all'anno precedente, diffusione e motivazione di cure e assistenza fuori dalla propria Regione (il cosiddetto "turismo sanitario"), rinuncia alle cure per motivi economici, conoscenza e attivazione di polizze sanitarie, percezione dell'innovazione in campo sanitario (digitalizzazione, telemedicina, utilizzo di tecnologie).

Lo studio
Oltre sei su dieci intervistati hanno fatto esami di laboratorio (per l'81% in strutture pubbliche o convenzionate) o utilizzato il medico o pediatra di famiglia. Il 44% che ha avuto bisogno di cure odontoiatriche ha utilizzato quasi 8 volte su 10 professionisti privati o servizi di libera professione in strutture pubbliche. Screening e prevenzione nell'80% lo fa il pubblico o strutture convenzionate. Il 21% degli intervistati ha utilizzato negli ultimi 3 anni il Pronto Soccorso, assai meno chi ha un reddito più alto. Chi è più abbiente fa anche più visite specialistiche, compresa odontoiatria, e diagnostica strumentale. Il 57% degli intervistati avrebbe sostenuto spese per servizi sanitari per la famiglia, uno su tre tra i 1000 e i 5000 euro. Il 29% (che diventa il 41% nelle Isole e il 36% nel Meridione) avrebbe rinunciato a qualche tipo di cura per "motivi economici". E tra questi c'è un 21% della fascia di reddito alta e il 27% di quella media. Troppo costose anche per loro?

Ssn promosso
Detto questo il Servizio Sanitario risulta promosso (voto 6,2 su 10) persino nelle Isole e nel Sud, e quello Privato ancor di più (7,2 su 10). I servizi erogati nell'ultimo anno sarebbero rimasti uguali per il 43% del campione, poco o molto peggiorati per il 38%: più negativo secondo gli anziani, chi ha un reddito basso e le donne. Se il 118 e il medico di famiglia risultano i servizi più apprezzati, le liste d'attesa per ricoveri, diagnostica e visite ambulatoriali sono il tallone d'Achille del sistema (ma quanto si è detto e scritto su questo tema!). Un terzo degli italiani si sarebbe spostato in altre Regioni (72%) o all'estero (28%) per cercare la miglior struttura o medico o, appunto, a causa delle liste d'attesa. Con ovvi problemi di spesa e di impatto sul bilancio familiare.

Un paese che invecchia
Facile intuire che l'obiettivo del sondaggio-ricerca abbia a che vedere con il bisogno di far quadrare i conti in un Paese che invecchia, meno persone attive, costi alti delle nuove cure, cronicità, autosufficienza. La domanda sulle polizze assicurative sanitarie va in quella direzione, e la presenza al dibattito successivo della manager di Allianz divisione Health ne è testimonianza. Il privato che integra e collabora con il pubblico è la ricetta sollecitata. In Italia l'assicurazione sulla salute non è molto apprezzata. Se lo fa l'azienda va bene, ma ben pochi (uno su 5) la sottoscrive. Eppure - dice il sondaggio - chi è assicurato in tre casi su 4 lo consiglia ad amici e parenti. Il costo e il non fidarsi delle assicurazioni sono le motivazioni di una diffidenza assai diffusa.

Le nuove tecnologie
Sebbene con la presenza al dibattito della professoressa del Sant'Anna di Pisa ed ex ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Maria Chiara Carrozza si è voluto dare una spinta sul fronte dell'innovazione (insieme al presidente di Medtronic Italia, Michele Perrino, azienda all'avanguardia in campo dei dispositivi medici e chirurgici) la percezione dell'innovazione nella sanità italiana è deprimente. Sulla digitalizzazione del settore rispetto ad altri settori, il 38% del campione lo giudica inferiore, il 32% uguale e il 21% non si esprime. Operatori sanitari con competenze digitali? Per il 41% è sufficiente e per il 20% insufficiente. Il 41% degli intervistati non sa cosa sia il fascicolo elettronico sanitario (la storia clinica del paziente digitalizzata, personalizzata e unificata per consultazione). Solo il 37% ha ricevuto via email un referto e il 35% ha prenotato un servizio online. Il 23% utilizza anche una chat o un'app per comunicare con il medico. L'8% ha usufruito di servizi di telemedicina.

L'appello degli esperti per migliorare il sistema
Secondo Guido Borsani, senior partner Deloitte (che ha illustrato tutta l'indagine) non ci sono "ricette". Borsani ma sottolinea la complessità della questione e la validità del Sistema sanitario italiano, seppur con necessità di revisioni e innovazioni. La regionalizzazione, come tante volte si è notato, ha complicato il quadro invece che migliorarlo: ma la questione meridionale non è certo nata nel 1978 con la riforma sanitaria, dovremmo aggiungere. Se la sussidiarietà con controllo pubblico sembra l'orientamento dei più, un amministratore regionale (Vito Montanaro, Direttore Generale, Puglia) ha parlato di frustrazione per regole, vincoli, modalità organizzative che bloccano o frenano di molto le innovazioni e i progressi. Mentre Michele Perrino di Medtronic Italia e consigliere di American Chamber of Commerce in Italy (che ha patrocinato l'evento romano) ha fatto riferimento alle proposte di "The Value Agenda for Italy", frutto di un lavoro comune tra attori pubblici, privati e associazioni e società scientifiche ("cinquecento firmatari", racconta il manager) consegnato all'allora ministro della Salute Beatrice Lorenzin e ora riposto, di nuovo, nelle mani del ministro Roberto Speranza.

Un pamphlet di una trentina di pagina con analisi e proposte concrete condivise, paziente al centro, sostenibilità, efficienza, misurazione di efficacia, duplicazione dei servizi, piattaforma informatica integrata. Quando si legge in quel documento "quadro logico nazionale su cui organizzare i servizi regionali" e trasparenza con Public Reporting, si ha l'impressione, speriamo sbagliata, della difficoltà tutta italica di fronte alla sfida. La logica e la trasparenza di Regioni e amministrazione centrale vacilla da decenni.

Da - https://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2020/01/23/news/gli_italiani_promuovono_il_servizio_sanitario_nazionale-246476382/?ch_id=sfbk&src_id=8001&g_id=0&atier_id=00&ktgt=sfbk8001000&ref=fbbr
3029  Forum Pubblico / MONDO DEL LAVORO, CAPITALISMO, SOCIALISMO, LIBERISMO. / Secondo Stiglitz, il Green New Deal salverà l'euro inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:13:39 pm
Secondo Stiglitz, il Green New Deal salverà l'euro

09:59, 23 gennaio 2020

Per attuare la rivoluzione verde, osserva il Nobel per l'Economia, occorrerà mettere in soffitta l'austerity

GREEN NEW DEAL JOSEPH STIGLITZ

“Con gli investimenti verdi finisce la lunga austerity Adesso l’euro ha un futuro”. Ne è certo, Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia, adesso vede un futuro per l’euro, lui che è stato forse l’euroscettico più noto nel campo progressista. In un’intervista a La Stampa di Torino dice infatti che il Green New Deal, il piano verde per un Europa ecosostenibile “può salvare la moneta unica, e soprattutto aiutare l’Italia” perché la sua attuazione “richiederà enormi investimenti, che renderanno necessaria una maggiore flessibilità di bilancio, consentendo finalmente gli stimoli per la crescita di cui il vostro paese aveva bisogno da anni”. Un’apertura di credito, la sua, che appare sorprendente.

Secondo il professore alla Columbia University, le cose stanno cambiando e “ci sono dei segnali positivi, che lasciano intravedere la possibilità di un mutamento di linea utile a tutti” cosicché l’impegno per il Green Deal “può rappresentare una svolta epocale” in quanto “promette di portare con sé una riforma della politica adottata finora da Bruxelles”. Infatti, per realizzare i nuovi obiettivi ambientalisti, “sempre più necessari dal punto di vista della sopravvivenza del nostro pianeta”, spiega il professore, “serviranno miliardi di euro, se non qualche trilione alla fine. È una scelta sensata, perché non punta solo all’obiettivo di ripulire l’ambiente e contrastare i cambiamenti climatici, ma promette di creare una nuova economia”.

Una tale prospettiva, a suo avviso, sarebbe pertanto “meglio della dissoluzione della moneta unica, che secondo me alle condizioni precedenti era necessaria, ma chiaramente sarebbe stata traumatica”. E la ragione principale per cui criticava l’euro “era che non aveva aiutato la crescita del continente” ma se questo problema verrà meno “cadrà forse il difetto principale della moneta unica, aiutando la crescita, che poi sarebbe anche il rimedio migliore contro l’emergere del populismo e del sovranismo” chiosa.
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it

Da - https://www.agi.it/economia/joseph_stiglitz_green_new_deal-6932124/news/2020-01-23/
3030  Forum Pubblico / ECONOMIA e POLITICA, ma con PROGETTI da Realizzare. / Gli alleati di governo sono sicuri che Di Maio tornerà inserito:: Gennaio 24, 2020, 09:12:23 pm
Gli alleati di governo sono sicuri che Di Maio tornerà

07:43, 23 gennaio 2020

Di Paolo Molinari

Per Pd, Italia viva e Leu quella del Ministro degli Esteri era una mossa largamente attesa. E sono in molti quelli che scommettono sul fatto che si ripresenterà tra un paio di mesi

DIMISSIONI DI MAIO GOVERNO GIALLOROSSO
Il governo non subirà scossoni dalle dimissioni di Luigi Di Maio. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, lo scrive nero su bianco a pochi minuti dall'addio dell'ormai ex capo politico del M5s. Una certezza che il premier sembra condividere con gli alleati di governo. Quella di Di Maio è una mossa largamente attesa, viene detto quasi in coro da esponenti di Pd, Italia viva e Leu. E anche il tema della successione e, quindi, del futuro interlocutore nell'esecutivo non sembra destare preoccupazioni.

Vito Crimi rappresenta la continuità, poi ci saranno gli Stati Generali dei pentastellati dopo i quali, come dice Di Maio, "si sceglierà il chi". E per gli azionisti della maggioranza quel "chi" riporta allo stesso Di Maio. "Se ne starà buono per un paio di mesi, affilerà le armi e poi si ripresenterà, magari 'forte' della sconfitta alle regionali, dove lui non voleva presentare candidati". A parlare è un peso massimo di Italia viva: "Di Maio si è tirato indietro a pochi giorni dalle elezioni regionali per lasciare la nave prima che affondi e per poter tornare dicendo: ero contrario alle candidature in Emilia Romagna e in Calabria, guardate cosa è successo".

Nel partito di Renzi è consolidata l'idea che "non saranno le dimissioni di Di Maio ad avere ripercussioni sul governo, quanto il voto delle regionali". Perché, è il ragionamento, se l'esecutivo può andare avanti senza traumi dopo le dimissioni di un capo politico, qualcosa potrebbe succedere se a dimettersi dovessero essere un capo politico e un segretario.

Il riferimento è a Nicola Zingaretti e alla possibilità che il Partito democratico possa lasciare il fortino dell'Emilia Romagna alla Lega di Salvini. In quel caso, ragionano ancora i renziani, il segretario difficilmente potrebbe rimanere in sella al partito e, questo sì, avrebbe delle conseguenze: "Magari non cadrà il governo, ma qualcosa succederà".

Zingaretti ha già fatto sapere che, a suo avviso, le dimissioni di Di Maio non porteranno novità nel governo così come non ci saranno ripercussioni da una eventuale sconfitta in Emilia Romagna e Calabria. E non vuole entrare nel merito delle scelte di un Movimento che attraversa una delicata fase di rinnovamento.

Fonti dem, tuttavia, rimarcano che "sta avvenendo quello che ci aspettavamo e che, in qualche modo, auspicavamo": ovvero, la definizione di una identità spiccatamente progressista e riformista del Movimento 5 Stelle che possa semplificare il lavoro per la costruzione di quel campo largo di centro sinistra più volte evocato da Zingaretti. E le stesse fonti ricordano come proprio un esponente di primo piano del Movimento, il ministro Stefano Patuanelli, abbia di recente espresso la volontà di portare i Cinque stelle in un perimetro riformista.

Ora, l'auspicio dei dem è che possa "essere messa la parola fine all'equivoco del partito post ideologico e al "mai alleati con nessuno". Anche i dem, tuttavia, sono convinti che con Di Maio occorrerà tornare a fare i conti: "Dopo gli stati generali si ripresenterà, e cercherà di farsi ri-legittimare dal voto della base". Una impresa per niente scontata, ragionano ancora i parlamentari Pd: "Il Movimento è esploso anche a casa sua, a Napoli", chiosano.

Il "chi", si diceva, si deciderà in ogni caso dopo gli stati generali, Nel frattempo gli azionisti del governo si interrogano su chi sarà il punto di riferimento della delegazione M5s. Patuanelli è il ministro più apprezzato nel Pd così come in Italia Viva e Leu. Ma i nomi forti dentro l'esecutivo rimangono i fedelissimi del ministro degli Esteri, Riccardo Fraccaro e Vincenzo Spadafora. Anche da questi rapporti passerà la tenuta e l'efficacia dell'azione dell’esecutivo nelle prossime settimane.
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it

Da - https://www.agi.it/politica/di_maio_dimissioni_reazione_alleati_governo-6930483/news/2020-01-23/
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