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Titolo: MATTEO PUCCIARELLI. Il ponte di Pisapia agita le acque a Milano: sinistra divisa
Inserito da: Arlecchino - Dicembre 08, 2016, 06:08:12 pm
Il ponte di Pisapia agita le acque a Milano: sinistra divisa. E anche il Pd
L'ex sindaco si è detto pronto a riunire il popolo che non si riconosce nel Partito Democratico.
La parte di Sel che aveva appoggiato Balzani dice sì, invece Basilio Rizzo: "Il No al referendum era una scelta di campo, non si può far finta di niente"

Di MATTEO PUCCIARELLI
08 dicembre 2016

La proposta lanciata da Giuliano Pisapia su Repubblica di costruire una sinistra comunque vada alleata del Pd, a Milano, si è già realizzata mesi fa, alle scorse amministrative. Con la partecipazione alle primarie di Francesca Balzani prima e con il lancio di SinistraxMilano poi. Nonostante la forte distanza iniziale tra il candidato di Matteo Renzi (l'allora ad di Expo Beppe Sala) e il mondo della sinistra. Oggi lo schema si riproduce, o si prova a riprodurre, su scala nazionale. E chi ha partecipato a SinistraxMilano (che ebbe un risultato non eccezionale alle urne: 3,8 per cento, quando invece si puntava a ben altre cifre) dà un giudizio parzialmente positivo delle parole dell'ex sindaco.

"Penso che sia un appello importante - dice la consigliera regionale di Sel, Chiara Cremonesi - ho creduto moltissimo nella vittoria del No per salvare la Costituzione e aprire un campo politico nuovo. Cosa che sta accadendo. Sta arrivando ossigeno a un quadro politico in asfissia. Il No è stata una bocciatura al Partito della Nazione". Se non fosse che però Pisapia aveva ampiamento fatto capire che avrebbe votato Sì. "Ma Pisapia ha il nostro obiettivo: interrogarci sulla possibilità per un campo progressista ". Unico distinguo, "non penso però si possa stare con il Pd a prescindere, deve esserci una inversione di tendenza rispetto al renzismo ". Per Paolo Limonta (SxM) "il suo discorso è interessante ma avrebbe dovuto parlare direttamente al Pd: il problema non sono solo Alfano e Verdini, ma alcune leggi varate dal governo come il Jobs Act e la Buona scuola. Bisogna interloquire di più con il Paese reale".

L'ex sindaco di Milano: "Lancio Campo Progressista, un'idea per arrivare al governo"
L'uscita di Pisapia arriva in un momento delicato per la sinistra-sinistra, impegnata con Sel nella costruzione di un nuovo partito: Sinistra Italiana. Dove le tendenze sono due, una che punta alla ricostruzione del centrosinistra anche a livello nazionale e un'altra che invece è interessata a costruire un soggetto di sinistra autonomo. Pisapia è schierato nettamente con i primi, che si riuniranno il prossimo 18 dicembre a Roma. Fra i promotori dell'iniziativa (dove "si incontrerà tutta quella parte della sinistra che ritiene che il Partito democratico non possa che essere suo alleato", secondo Pisapia) c'è anche la segretaria di Sel e consigliera comunale Anita Pirovano.

Un vecchio compagno di Pisapia come Basilio Rizzo invece parte con una battuta: "Ma scusate, Pisapia non aveva detto che smetteva con la politica? Allora non poteva continuare a fare il sindaco?". Quella sinistra lì, che poi ha dato vita alla lista Milano in Comune, ha accolto assai negativamente l'intervista dell'avvocato. La battaglia referendaria è stata vista come un punto di non ritorno: "Il No era una scelta di campo forte contro quella che ritenevamo una distorsione della politica e della sinistra. E la composizione del voto del No dovrebbe aver spiegato alcune cose. Come si fa a uscirsene oggi facendo finta di nulla?". Il ragionamento di Rizzo è: come può chi ha votato Sì pensare di riorganizzare la sinistra che ha scelto il No? La 'sua' sinistra ha un altro appuntamento, sempre a Roma, fissato però per l'11. E anche lì ci saranno molti esponenti di Sel che però non vedono di buon occhio un'alleanza a scatola chiusa con il Pd.

Sembra paradossale, ma anche dalle parti della sinistra interna al Pd si leva qualche voce critica. "Se Pisapia deve costruire un soggetto di sinistra che faccia da foglia di fico a Renzi, e che Renzi utilizzi per depotenziare la sua sinistra interna, allora no, non è un percorso che ci interessa. Non serve una specie di Ala (il partitino di Denis Verdini, ndr) di sinistra", commenta Onorio Rosati, ex segretario della Camera del lavoro e consigliere regionale del Pd che ha votato No al referendum. Carlo Monguzzi (Pd) invece scherza: "Ci ho provato 40 anni a riunire la sinistra, se ci riesce lui sono contento".

Certo è che sono in corso rimescolamenti che potranno sortire effetti al momento inimmaginabili. In primavera 2017, ad esempio, la sinistra nel suo insieme si troverà di fronte al referendum proposto dalla Cgil per il ripristino dell'articolo 18. Cioè contro la riforma principe di Renzi, il Jobs Act. Sarà probabilmente un nuovo spartiacque fra ex compagni di strada oggi posizionati su sponde opposte. Per il pontiere Pisapia, quello dei prossimi mesi si preannuncia un lavoro arduo.

© Riproduzione riservata 08 dicembre 2016

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