Titolo: Angela Manganaro. Viaggio nei meetup di Grillo. Inserito da: Admin - Marzo 10, 2013, 05:07:56 pm Viaggio nei meetup di Grillo.
Chi sono e cosa vogliono gli attivisti M5S di Angela Manganaro 10 marzo 2013Commenta Nel mondo a cinque stelle i meetup, parola usata per la prima volta dal democratico americano Howard Dean, funzionano come raccoglitori di proposte e confronto, ma è difficile trovare discussioni online che non siano strettamente legate ai problemi cari al moVimento: le chat sono circoscritte, i temi spesso gli stessi, non si divaga né si ciancia, nessun post di canzoni, pochi spezzoni di film, struggenti passi di un romanzo. Niente aneddoti, noie quotidiane, recriminazioni personali. Mai fotografie di sex symbol, cani, piatti; poche chiacchiere sul gender gap. Se un narcisismo c'è, è combattente, ripetitivo ma collettivo. Non si sta in rete tanto per stare, non si mette in bella mostra la propria vita, solo alcuni si nascondono dietro l'anonimato; non si indulge in gusti e preferenze, cose che, ripetono gli esperti del web sociale, interessano molto alle aziende in cerca di dati. Dai meetup, principale piazza virtuale in cui dal 2005 gli attivisti si sono riuniti ma spazio visibile di dibattito, non è semplice capire i riferimenti culturali del moVimento 5 Stelle: cosa leggono? Cosa guardano e citano? Insomma di quali stimoli si sono nutriti? Non si tratta più di credere che serva un'egemonia culturale per gestire il potere - oggi ognuno può alimentare i propri dubbi e non è questo il punto - quanto di capire il loro background: che posti hanno visto, qual è il pensiero che li cattura, lo studioso che li affascina, l'artista che li influenza? Che società hanno in mente oltre agli inceneritori, il referendum sull'euro, la soppressione di Caste e castine? Una bozza di immaginario insomma, che non coincide certo con la persona di Beppe Grillo né con quei milioni di italiani che non si sono mai avvicinati al moVimento se non per votare una protesta e contribuire all'imprevisto risultato del 25 febbraio. Anche perché l'economia è tema caro al M5S e in Italia di cultura si vive - l'indotto è di 68 miliardi di euro ogni anno, il 5% della ricchezza totale e dà lavoro ad oltre un milione e mezzo di persone. In altre parole, c'è vita oltre biowashball, microchip e mooncup? Ovvero la speranza di una sfera che sostituisca il detersivo e una coppa in silicone per donne col ciclo, ma anche la paura di essere schedati sottopelle? Le voci ufficiali Nonostante gli attivisti ripetano che sono rete, «uno vale uno», non v'è gerarchia, si distinguono due livelli: uno ufficiale e l'altro di base. Il primo è il blog di Grillo. Il post di Dario Fo «Poco prima della rivoluzione» richiama il film di Bernardo Bertolucci «Prima della rivoluzione», alba del '68 che racconta del giovane marxista, il suo amore per la zia e la scelta del matrimonio borghese - parabola che preannuncia come poi finirà. C'è poi «Libero software in libero Stato» titolo di un'intervista con il ricercatore del Mit di Boston, mito per nerd colti, Richard Stallmann, e parafrasi di un discorso del conte Cavour, che sosteneva la distinzione fra Stato e istituzioni religiose come il libero scambio. Non illumina neanche Pietro Becchi, voce intellettuale del moVimento, professore di Filosofia del diritto a Genova, molto attivo su Twitter. «Festa del M5S Genova con un bagno di folla - twittava giovedì -. Volti luminosi di un moVimento compatto che ha un unico scopo politico: la conquista del potere». Al che il follower @IchBazarov chiede: «Prof, che ne pensa di Robert Michels?» «Niente male, un classico del pensiero politico». «E non crede che la legge ferrea delle oligarchie possa essere un rischio anche per il M5S?» insiste il follower. «No, uno vale uno» sentenzia il Prof. Di Gianroberto Casaleggio molto s'è detto e scritto ma la cosa più utile e istruttiva è vedere questo video, che anche su Youtube, rimanda al sito CasaleggioAssociati: Gaia - Il futuro della politica. S'è detto anche di Bartolomeo Pepe, neosenatore della repubblica a cui piace Zeitgeist l'ambiguo documentario che trovate qui. Le Discussioni nei Meetup Il livello di base è più interessante, sta sui loro siti. Forum come quelli dei giornali, ma divisi in cartelle come il desktop dei nostri pc. La grafica è fatta in casa, non c'è grande varietà di argomenti, italiano tutto sommato passabile, non peggiore di quello dei social media expert, niente giochi di parole, la benché minima idea di soundbite: qui un esempio di reportage tanto caro ai fan del citizen journalism. Insomma, non è divertentissimo studiarli, ma utile e facile: basta cliccare su «Discussioni», poi la sottodirectory «Vecchie discussioni» «Off-topic» o «Altre discussioni» (i nomi cambiano da città in città). Il 26 marzo 2010, il meetup di Milano segnalava l'appuntamento The Age of Stupid, storia dell'anziano archivista che custodisce l'intero sapere del mondo e nel 2055 guarda videodocumenti e fotografie del 2008 che annunciavano gli effetti del riscaldamento globale. La regista è la quarantenne Franny Armstrong, il making of che si trova su spannerfilm.net è quello tipico di una startup da Mac e iCappuccino; l'attore è Pete Postlethwaite, nome davanti a cui il giovane medio di sinistra scatta «ah bello, quello di "Nel nome del padre"» e, ispirato, si sente automaticamente e misteriosamente combattente per la causa nordirlandese. Il più dinamico è il meetup di Bologna. Mirella Serattini scrive spesso: il 7 marzo 2013, posta nellea cartella altre discussioni: «Nell'ottica della partecipazione/informazione/cultura propongo di organizzare minicorsi di alfabetizzazione a chi non sa usare il pc. Mi offro come volontaria e potremmo farlo in tanti insegnando ognuno ad un utente principiante, durante una serata». Si porta avanti la stessa battaglia della stampa liberal, l'alfabetizzazione tecnologica: «Avviciniamo le persone alla rete, diamo strumenti per mantenersi informati e al passo coi tempi». Lunga discussione nasce dall'intervista a Gianroberto Casaleggio con il Guardian. Il 7 gennaio Vittorio Toffanetti, avvocato dal '74 a Bologna, avvia il dibattito. «Casaleggio ha sbagliato ad accostare Grillo a Gesù. L'accostamento, oltre che imbarazzante (per Grillo) è improprio. Sarebbe stato più corretto, dal punto di vista storico, filosofico, letterario e politico, paragonare Grillo a Jean Jacques Rousseau, fautore anch'egli della Democrazia diretta e decisamente ostile anch'egli alla Democrazia rappresentativa». Gli scambi durano diverse pagine web e sono animati da Laura Tonino, dura, stringata, prova che all'interno del 5 Stelle si critica: «Dite a Gianroberto - scrive - che invece di raccontare fesserie con la stampa straniera si desse una mossa con la piattaforma. Edit: automoderazione. Scusate ma queste str.. sono inudibili. Lasciamole agli invasati. Grazie». La Tonino sembra con i piedi per terra: «Evitiamo di diventare lo zimbello dei commentatori, che con uscite simili ci fanno una paginata di stupidaggini, la prima pagina al Tg1, Ballarò e compagnia, che al microfono ci sia un Favia o un Casaleggio. E su questo sapete che sono sempre stata integerrima nei commenti. Evitiamo comparsate per dire sciocchezze: che sia una Federica (Salsi, espulsa ndr) o un Gianroberto». In un altro post di replica, Tonino è critica con Casaleggio ma sempre molto accorta nel non dire niente di sé, neanche se crede in Dio: «Resta il fatto che - scrive Tonino - andare oltremanica per fare accostazioni messianiche sul Movimento 5 Stelle è una cosa stupida. E non perché non sia credente, o che lo sia, o perché non abbia capito il concetto». Rincuora anche il dibattito sul meetup Lombardia, capitolo scienza. Oliviero Pelucchi propone le vaccinazioni pediatriche non più obbligatorie per la regione Lombardia. Alcuni applaudono, Andrea Foti lo stoppa: «Oliviero, come sai anche tu su internet c'è di tutto, dalle scie chimiche, al creazionismo fino ai terrapiattisti. Voglio dire che per un argomento così complesso e importante (visto che tratta la salute delle persone) bisogna affidarsi a gente più che competente». Travagliata sembra la storia del meetup di Roma. C'è una discussione del 2009 da cui si capisce che il Movimento ha sperimentato la difficoltà di diventare comunità, ha fallito, è poi risorto: «Questo meetup - scrive Alberto Magarelli nel 2009 - è imploso molte volte. Sempre per colpa delle guerre d'opinioni, del per chi, per come, per quando». Magarelli titola «la morte del meetup» e posta la foto di Capitan America, supereroe patriottico degli Stati Uniti impegnati nella seconda guerra mondiale. Nel meetup di Genova, città di Grillo, fra i vari messaggi laterali quindi non core del movimento, spunta invece solo un post dal titolo Un libro interessante: è «Chi manovra le Br?» del giudice Rosario Priore. Più spunti dà il meetup di Palermo, città dell'exploit del M5S alle elezioni regionali di ottobre. Roberto, iscritto dal 2008, fotina di George Clooney (uno dei pochi a usare quella di un divo e un dei pochi a postare video non core, ora rimossi - rimangono la storia delle «Corporation. I poteri forti delle multinazionali» «L'esportazione della "Democrazia Usa" nel mondo e la dottrina dello shock»). Riceve complimenti da Zeus: «Ciao Roberto sei un mostro, ma dove trovi tutto questo. Sono notizie molto utili se tutti ne fossimo informati saremmo più convinti che tutto sta procedendo secondo un copione». Guardando Gaia, Zeitgeist, rari brandelli di cultura pop, del cosiddetto postmoderno si disintegri il senso. Roberto-Clooney spiega ad esempio cos'è la libertà di stampa: «Fare informazione significa fare, soprattutto svegliare e crescere le coscienze, una coscienza consapevole di sé e del mondo che lo circonda mai più può tornare al letargo e questo fa paura ai poteri forti, che gestiscono i poteri, la finanza, la politica». Poi però l'attivista posta Matrix, il dialogo tra Neo e Morpheus, un film in cui la Matrice, da cui l'attivista si vorrebbe liberare, come i personaggi e ogni spettatore del film, rende tutti uguali e controllabili. Un mondo in cui uno vale l'altro. http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-03-08/viaggio-meetup-grillo-sono-090732.shtml?uuid=Ab3751bH&p=3 |