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Forum Pubblico => AUTRICI e OPINIONISTE. => Discussione aperta da: Admin - Febbraio 01, 2012, 11:50:10 am



Titolo: Valentina Errante e Sara Menafra. Lusi: "restituisco 5 dei 13 milioni spariti"
Inserito da: Admin - Febbraio 01, 2012, 11:50:10 am

Lusi: «Ecco la verità sui soldi spariti Mi assumo le colpe di tutti»

L'ex tesoriere della Margherita sarebbe pronto a patteggiare la pena in tribunale: «Restituisco 5 dei 13 milioni spariti»

di Valentina Errante e Sara Menafra


ROMA - Ha parlato delle responsabilità di «tutti», che adesso pesano sulle sue spalle, Luigi Lusi il 17 gennaio scorso, quando il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il sostituto Stefano Pesci l’hanno convocato in procura, per chiedergli dei tredici milioni di euro spariti dal conto della Margherita tra gennaio 2008 e agosto 2011. E per contestargli l’accusa di appropriazione indebita aggravata, con cui il suo nome è stato iscritto sul registro degli indagati. Ma quella frase, «Sono qui a prendermi le responsabilità di tutti» è rimasta lì, sospesa a mezz’aria. A richiesta di maggiori chiarimenti da parte dei pm, su chi fossero questi «tutti», il senatore Pd, per undici anni tesoriere della Margherita, ha preferito fare marcia indietro e non aggiungere altro. Anzi, nei giorni scorsi, ha mostrato l’intenzione di patteggiare la pena e restituire almeno una parte dei soldi, sottoscrivendo una fidejussione da 5 milioni di euro.

Del resto, i movimenti bancari, partiti dal conto intestato a Democrazia e Libertà - sul quale anche Francesco Rutelli aveva la delega - sono stati tutti tracciati fino all’ultimo centesimo. Nel corso di due anni, Lusi ha fatto 90 bonifici da circa 144mila euro ciascuno. Spostando i soldi prima di tutto sulla TTT srl, società di consulenza a lui riconducibile e che in passato ha lavorato per il partito. E poi spendendoli per acquisti importanti: una casa in via Monserrato 24, a due passi da Campo de Fiori, per quasi due milioni di euro. Quote della società Paradiso immobiliare, a sua volta proprietaria della villa del ’600 a Genzano, dove Lusi vive. Quindi, soldi a una società di diritto canadese, la Luigia ltd, e a uno studio di architettura, che porta il nome della moglie, e cinque milioni di euro per pagare le tasse su tutte le operazioni eseguite.

Le movimentazioni sono state talmente veloci, e tutte verso conti cifrati, da insospettire anche i vertici della filiale della banca Unicredit, presso la quale è depositato il conto di «Democrazia e libertà». Unicredit ha convocato Lusi per tre volte, ma non ha ottenuto risposte. Così, a novembre scorso, è partita la segnalazione verso l’Ufficio di Bankitalia che vigila sulle operazioni sospette. Poi la richiesta di accertamenti al nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza.

Nei primi giorni di gennaio, quando la relazione delle fiamme gialle è arrivata in procura, i magistrati hanno deciso di convocare prima di tutto Francesco Rutelli. In gran segreto, alle otto di sera del 16 gennaio. E il presidente di quel partito, scomparso dalle schede elettorali ma legalmente ancora attivo, si è mostrato stupefatto: «Non sapevo nulla, chiamate Lusi».

Il tesoriere è arrivato già la mattina dopo, alle 9 in punto, accompagnato dall’avvocato Luca Petrucci. All’inizio ha tentato di frenare, ha detto di doversi assumere «tutte» le responsabilità. Poi ha deciso di ammettere e qualche giorno dopo ha rimesso le deleghe nelle mani di Rutelli.
 
La sua confessione chiude la strada a eventuali verifiche sulla possibilità che altri nel partito sapessero, perché a nessun livello, all’interno del partito, si sarebbero accorti di quel che faceva un dirigente di strettissima fiducia. L’uomo che per anni ha gestito la contabilità minuta della Margherita, dalle sezioni ai parlamentari, e qualche tempo fa aveva concluso il contratto d’affitto della sede di via del Nazareno, per poi subaffittare gli uffici al Pd.
 
Le contestazioni avrebbero potuto arrivare, invece, a febbraio prossimo. Quando l’intero gruppo dirigente dell’ex Margherita avrebbe dovuto essere convocato per discutere dell’ultimo bilancio prima del definitivo scioglimento. E dunque delle possibilità di impiego dei venti milioni di euro di attivo, ottenuti nel 2011 grazie, in particolare, ai rimborsi elettorali, che ancora arrivavano sul conto di Lusi. Ora, nel tentativo di capire cosa sia effettivamente successo nel corso degli ultimi anni, i vertici del partito ancora in carica hanno deciso di dare un incarico per la revisione complessiva dei conti alla Kpgm.
 
Ma già nei giorni scorsi, quando l’inchiesta non era ancora finita sui giornali, è partita la trattativa per un accordo di restituzione di almeno una parte dei soldi. Lusi ha già chiesto di patteggiare la pena e il suo legale ha contattato quello della Margherita, Titta Madia, che si è costituito parte civile già il 18 gennaio, il giorno successivo alla confessione. Nei giorni scorsi il senatore ha firmato una fidejussione per cinque milioni di euro, promettendo di vendere entrambe le case acquistate. Salvo contrattempi, la Margherita potrebbe decidere di accettare l’offerta pur di evitare strascichi in sede civile. Ma nel frattempo la procura valuta l’ipotesi di sottoporre i beni acquistati da Lusi a un sequestro preventivo. In attesa della formalizzazione del patteggiamento.
 

Mercoledì 01 Febbraio 2012 - 09:14    Ultimo aggiornamento: 09:31

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