Titolo: Antonella RAMPINO Monti vede i leader Ok dei partiti a una mozione Ue Inserito da: Admin - Gennaio 17, 2012, 05:46:10 pm Politica
17/01/2012 - IL GOVERNO ALLE PRESE CON LA CRISI Monti vede i leader Ok dei partiti a una mozione Ue Bersani: "È andata bene". Alfano però frena: Pdl e Pd sono diversi, non è maggioranza politica Antonella Rampino Roma Un lungo incontro con l’europeo Van Rompuy per illustrare il decreto cresci-Italia, e un lunghissimo pranzo con i leader di Pdl-Pd-Udc a discutere d’Europa. Alfano, Bersani e Casini ne escono soddisfattissimi, e danno il via libera a una mozione unitaria con la quale il Parlamento rafforzerà il governo nella sua azione di pungolo a dotare «la Ue di una governance adeguata», come dice Monti, che poi tradotto significa pungolare Angela Merkel a uscire dal rigorismo, a puntare sulla crescita. Solo Angelo Alfano, dopo un po’, sottolinea «attenzione: non è una maggioranza politica». Frase che Casini trova surreale, «una maggioranza è una cosa politica». Mentre Bersani dà subito il via libera, «pronti a votare una mozione con gli altri». Ma qui s’imbufalisce Di Pietro, e sempre per lo stesso motivo, «è nata una maggioranza politica», cosa che all’Idv non piace. Dopo il faccia-a-faccia con Mario Monti, Van Rompuy elogia l’Italia, le riforme sono «impressionanti», e chissà quali altri «risultati straordinari» riserveranno alla fine «i primi cento giorni del governo». Monti annuncia ufficialmente che «il decreto sulle liberalizzazioni sarà varato questa settimana». Bene, annuisce Van Rompuy, «è cruciale per riguadagnare la fiducia dei mercati». Entrambi noteranno che il problema non sono i cattivi voti presi da Standard and Poor’s, ma «l’insufficienza di governance dell’Eurozona». E poi la stabilità finanziaria, un obiettivo che, spiega Van Rompuy, «è fondamentale non solo per la zona dell’euro ma per tutta l’Europa, e che non si raggiunge in una nottata». E annuncia anche che il nuovo fondo salva-Stati permanente, l’European Mechanism System, «entrerà in vigore prima del previsto, a luglio 2012». Naturalmente, a quell’ora i due presidenti del Consiglio, europeo ed italiano, già sapevano che Standard and Poor’s avrebbe abbassato la valutazione anche all’Efsf, il fondo salva-Stati che già esiste e che Mario Draghi avrebbe giudicato «gravissimo» l’attuale momento nella crisi dell’Eurozona, non foss’altro perché i contatti telefonici che Monti ha col presidente della Bce sono continui. E nel mezzo, il colpo di teatro di Sarkozy che cancella dall’agenda il meeting trilaterale a Roma, di questo venerdì: per un paio d’ore si tenta di trasformarlo in una videoconferenza, ma niente da fare, la linea del presidente francese è «minimizzare» il downgrading di Standard and Poor’s. Venire a Roma, dare l’impressione che la guida dell’Europa è compatta, significherebbe - nella valutazione di Sarko rilanciare. Monti parla brevemente anche di questo al telefono con Merkel: tutto rinviato. E si continua a diffondere un messaggio di pragmatico ottimismo. «L’Italia va nella giusta direzione», riconosce Van Rompuy con i giornalisti come con Mario Monti e con Giorgio Napolitano. Ma nel chiuso di quei colloqui ragguaglia gli interlocutori sullo stato di elaborazione del nuovo Trattato: l’accordo è in via di definizione per il vertice del 29. Ma una questione aperta è il raccordo dei Paesi dell’area euro con quelli che ne sono fuori, e che potrebbero voler sottoporre a referendum il Trattato, e non a caso di lì a poco Mario Monti annuncia una prossima visita in Polonia. Quanto agli spread, «la Germania ha solo dei vantaggi», ha detto Van Rompuy: «I suoi titoli di Stato ormai sono un bene rifugio, come lo fu il marco. Ma in più, da quando c’è l’euro, la Germania non ha più problemi di competitività». E ai cittadini tedeschi la Merkel dovrebbe spiegare che, «come contribuenti, non hanno tirato fuori quattrini, li hanno solo dati in garanzia». da - http://www3.lastampa.it/politica/sezioni/articolo/lstp/438595/ |