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Titolo: Elisa FAZZINO Italia in primo piano nelle manovre per salvare l'eurozona
Inserito da: Admin - Gennaio 15, 2012, 11:23:29 am
Italia in primo piano nelle manovre per salvare l'eurozona

di Elisa Fazzino

9 gennaio 2012

L'Italia è diventata protagonista delle grandi manovre per risolvere la crisi dell'eurozona. L'intenso calendario di incontri del primo ministro Mario Monti, che ha visto venerdì a Parigi Nicolas Sarkozy, mercoledì andrà a Berlino per incontrare Angela Merkel e il 20 gennaio riceverà a Roma entrambi i leader, prima del vertice Ue di fine gennaio a Bruxelles, è uno dei fili rossi delle cronache europee.

L'Italia "si esprime con la ritrovata fierezza di essere di nuovo considerata in Europa come un Paese di primissimo piano dopo la dolorosa parentesi del governo Berlusconi", scrive sul quotidiano francese Les Echos l'opinionista Massimo Prandi. Il primo ministro Monti è "apprezzato e rispettato nelle capitali europee" e anche il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ha "un'eccellente reputazione". Entrambi erano a Parigi e "hanno sottolineato le convergenze con la Francia".

Tuttavia ci sono i "ma": "L'Italia attesta le ampie convergenze con la Francia ma critica la gestione della crisi del debito", titola Les Echos. Forte di quanto ha fatto finora per tenere a bada la crisi del debito, l'Italia – si legge - "fa la voce grossa", chiede più coordinamento europeo, sottolinea che il sistema di governance dell'Europa si è rivelato inadeguato, considera insufficiente la leadership franco-tedesca e loda la gestione multilaterale.

"Una gestione multilaterale che dovrà applicarsi anche nel caso della tassa sulle transazioni finanziarie che la Francia vuole applicare entro l'anno", che Sarkozy vuole adottare senza aspettare che tutti i Paesi europei siano d'accordo. E "Roma non seguirà Parigi su questo terreno se Parigi sceglie la fuga".

Tobin tax, crisi dell'euro e congiuntura sono i piatti del menu di Merkel e Sarkozy, oggi a Berlino, titola ancora Les Echos, osservando che l'idea di una tassa sulle transazioni finanziarie può fare momentaneamente da diversivo, ma rischia di trasformarsi in fonte di tensione tra i due leader, mentre restano da discutere molti problemi, a cominciare dal trattato di unione di bilancio deciso il 9 dicembre. "L'Italia, ma non è la sola, è molto inquieta dell'obbligo imposto agli Stati di ridurre di 1/20mo all'anno l'indebitamento medio degli Stati. Per l'Italia, il cui debito è superiore al 120% del Pil, ciò significherebbe far rispettare un'austerità da 40 miliardi all'anno. Impossibile, ha già avvisato Mario Monti".

Quanto alla riunione di mercoledì del cancelliere tedesco con il premier italiano, "Monti dimostrerà alla Merkel che Berlino trae vantaggio dal mercato unico e dall'euro", titola un'Afp ripresa da Les Echos, dando eco alle dichiarazioni di Monti "L'euro non è in crisi, le banche italiane non sono a rischio" e proclamando fiducia nell'Europa in commento di Jean Leonetti intitolato "L'euro è morto, viva l'euro".

Mentre Le Monde punta i riflettori sulla controversa idea della Tobin tax, "scenario privilegiato per Sarkozy", mettendo il tema in apertura dell'edizione cartacea ("Sarkozy vuole instaurare una tassa Tobin al minimo"), il Nouvel Observateur riprende un lancio Ap su Monti "Nessun paese può superare la crisi del debito da solo" e rimbalzano sui siti francesi anche le dichiarazioni fatte dall'ex premier italiano Romano Prodi: "La Francia a rischio" (Afp su le Figaro), "Per Prodi la Francia non deve servire da ruota scorta della Germania" (Libération).

"Sarkozy rompe le fila mentre Monti chiede all'Ue di stare unita", titola il britannico Times: "Francia e Italia hanno cercato di dimostrare determinazione" di fronte alla rinnovata pressione sull'euro, ma sono emerse "divergenze" quando Sarkozy ha detto che sarebbe andato avanti da solo con una tassa sulle transazioni finanziarie e "Monti ha messo in guardia il Nord Europa contro il rischio di dividere la regione".

Da Monti è venuta un'altra nota di "dissenso", osserva il Times, quando ha esortato la Germania e gli altri Paesi del Nord Europa a non lasciare che i pregiudizi sul Sud "spendaccione" crei nuove divisioni.

Sul Telegraph trovano spazio le dichiarazioni fatte da Monti a "Che tempo che fa" su Rai 3: "L'euro non è in crisi". Il premier italiano respinge le chiacchiere sulla crisi dell'euro e si è detto aperto all'idea di una tassa sulle transazioni finanziarie caldeggiata dalla Francia, ma solo se la misura fa parte di uno sforzo di tutta l'Ue".

Ma di crisi dell'euro si continua a parlare. Il Wall Street Journal pubblica un commento in cui l'economista Robert Barro propone di eliminare l'euro. Sotto il titolo "Un'exit strategy dall'euro", il professore di Harvard scrive che "l'euro può essere gradualmente eliminato così come lo sono state le singole valute europee. I bond dei Paesi in difficoltà ne trarrebbero giovamento".

Un'unione monetaria senza "il resto del bagaglio" è un "sogno impossibile". In particolare, la moneta unica è legata a "una banca centrale comune con poteri d'ultima istanza". Secondo Barro, l'euro è stato "un nobile esperimento, ma è fallito" e invece di sprecare altri soldi per ampliare la portata del sistema e sviluppare fondi di salvataggio sempre più estesi, "sarebbe meglio per l'Ue e per gli altri pensare a come meglio tornare a un sistema di singole valute".

Il Wsj prevede che difficilmente l'euro troverà aiuto nella prossima riunione della Bce, che secondo le attese questa settimana dovrebbe fare una pausa nella sua campagna di taglio dei tassi. "Ciò non porterà una tregua" per l'euro.
Mentre i candidati repubblicani alle presidenziali Usa vanno ripetendo che non daranno soldi all'Europa, in un blog sul Wsj ("Quid pro quo: soldi Fmi per l'Europa in cambio del bando sul petrolio iraniano?"), Ian Talley fa notare la coincidenza rilevata dall'economista Jacob Kirkegaard tra la proposta europea di embargo sul petrolio iraniano e il sostegno di Washington a prestiti di salvataggio Fmi per Italia e Spagna." Una coincidenza che fa pensare a uno scambio.

L'attenzione ora è sull'incontro tra Merkel e Sarkozy: sulla homepage del Wall Street Journal campeggia la foto dei due leader, che hanno avviato il nuovo round della battaglia per portare sotto controllo la crisi del debito dell'eurozona. Improvvisamente, si legge, "è riemerso lo spettro di un default della Grecia", gettando dubbi sul futuro del più ambizioso progetto europeo.

In un'analisi sul New York Times, Jack Ewing scrive che "la Germania resiste alle pressioni di spendere di più". Italia, Spagna e Grecia hanno cominciato a tagliare la spesa pubblica "perché non hanno scelta". Ma la Germania è ancora abbastanza sana da poter "fare un favore ai suoi partner" e concentrarsi di più sul promuovere la domanda e meno sul tagliare il debito. "Potrebbe farlo, ma quasi certamente non lo farà". In Germania, spiega Ewing, c'è un ampio consenso sul fatto che "austerità e crescita non sono nemici. Anzi, sono compagni". Così sia Sarkozy che Monti non devono aspettarsi impegni finanziari dalla Merkel.

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