Titolo: STEFANO LEPRI. - Bini Smaghi, un pasticcio messo in piazza Inserito da: Admin - Giugno 18, 2011, 10:31:32 am 18/6/2011
Bini Smaghi, un pasticcio messo in piazza STEFANO LEPRI Ieri nell’Eurotower di Francoforte era perfino circolata la voce che la Francia volesse bloccare la nomina di Draghi a nuovo presidente. Non sarà così. Però in qualche modo il problema dei troppi italiani al vertice della Banca centrale europea andrà risolto. Un caso da affrontare magari non subitissimo, dato che dopo gli imbarazzanti eventi di giovedì sarà bene far sbollire gli umori. Il caso Bini Smaghi congiunge la difficoltà tutta italiana di trovare un successore a Draghi come governatore della Banca d’Italia alle tensioni che scuotono l’area euro, con i governi che strattonano la Bce da una parte o dall’altra. Un caso senza precedenti Occorre dire che è un caso senza precedenti. E’ falso che alla nomina di Jean-Claude Trichet a presidente, nel 2003, si sia dimesso il membro francese dell’esecutivo a sei che regge la Bce. Christian Noyer succedette sì a Trichet alla guida della Banca di Francia; ma il suo mandato di vicepresidente Bce era già terminato oltre un anno prima. Pochi dubitano che un equilibrio di composizione sia bene tenerlo: in un momento in cui gli elettori dei Paesi nordici dell’euro si sentono assai poco solidali con i Paesi in difficoltà, quattro «meridionali» su 6 nell’esecutivo (due italiani, un portoghese, uno spagnolo) sono forse davvero troppi. Il nodo italiano Una soluzione andava trovata senza fare rumore. Invece l’Italia ha messo il problema in piazza, per ragioni tutte interne. A tutt’oggi non è ancora cominciata la procedura per nominare un nuovo governatore della nostra banca centrale. Il contrasto di ambizioni personali tra i principali candidati basta e avanza per favorire una paralisi politica. «La nomina del governatore – questo il testo della legge – è disposta con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d’Italia». Lorenzo Bini Smaghi ha fatto assai poco per nascondere il proprio desiderio di diventare governatore della Banca d’Italia, dopo che a Francoforte si era affermato come voce autorevole della Bce, in linea con Trichet ma spesso più esplicito di lui, perfino irruente nel difendere le decisioni collettive. Ma dentro la Banca d’Italia la sua rapida carriera ha suscitato invidie; a 55 anni, è più giovane di tutti i membri dell’attuale direttorio; il suo curriculum, pur buono, non è ancora – si mormora – quello di un numero uno. Lo si sarebbe accolto volentieri sì, ma come vicedirettore generale, dietro a Fabrizio Saccomanni (68 anni) promosso governatore e a Ignazio Visco (62) avanzato a numero due. Il passato a Palazzo Koch Con Bini Smaghi governatore, Saccomanni e Visco si sarebbero dimessi; i gradi successivi della struttura, però, non avrebbero avvertito un segnale di sfiducia contro l’intera Banca, dato che lì, dal 1983 al 1994, l’attuale membro dell’esecutivo Bce si è formato. Molti pensano che, a poco a poco, orgogli e puntigli si sarebbero ridimensionati, per giungere a un incontro a metà strada: un interno alla guida, Bini Smaghi direttore generale. E’ ancora possibile? Chissà. Certo non era questa la posizione che il governo ha offerto ieri l’altro. Lo scontro di personalità rivali rischia di mettere tutti fuori gioco e di favorire una soluzione diversa che potrebbe traumatizzare l’intera struttura della Banca d’Italia (a cui all’estero viene riconosciuto il merito di aver tenuto il sistema bancario italiano al riparo dalla crisi). Intanto Trichet ha scelto di dare ragione a Bini Smaghi ma solo attraverso l’ufficio stampa, senza prendere la parola personalmente, per non inasprire ancora le cose. da - lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=8869&ID_sezione=&sezione= |