Titolo: Due nuore di Fidel alzano il velo sulla residenza segreta Inserito da: Admin - Settembre 07, 2007, 12:36:24 pm ESTERI
Due nuore di Fidel alzano il velo sulla residenza segreta "Ecco che cosa si fa a Punto Zero La moglie Dalia è una despota" Liti, dollari e gelosie Castro come un reality di OMERO CIAI Povero Fidel. Tutta una vita trascorsa a nascondere gelosamente il suo spazio, la sua segretissima residenza (Punto zero); una moglie, Dalia, che non è mai stata la First lady ufficiale; i cinque figli del secondo matrimonio esclusi da qualsiasi ruolo pubblico; e poi bastano due nuore che scappano dall'isola per trasformare la sua casa in un reality show. Dalia che maltratta le nuore; i figli che si divertono a chiamare Felipe Perez Roque, il potentissimo ministro degli Esteri, "il buffone di corte", per sottolineare la sua estrema piaggeria nei confronti del comandante in capo; l'eclissato Robaina che in casa Castro era "il cancelliere della salsa"; e il commercio segreto di visti per l'espatrio; le scorribande di mamma Dalia nei grandi magazzini per stranieri dove compra in dollari e mette in conto al Consiglio di Stato, organo supremo della rivoluzione; le sfuriate di Fidel contro i "compagni di lotta" - come Ramiro Valdez - che, invecchiati, s'affannano ad accumulare dollari per sé e privilegi per le loro famiglie. Dashiell Torralba è la più nota delle due "traditrici". Ex compagna di Antonio, quinto figlio di Castro, si rifugiò in Spagna qualche anno fa e vendette per 100mila dollari a Univision un video di tre minuti girato a "Punto zero". L'altra è Idalmis Menendez, ex moglie di Alex, un altro figlio di Fidel. Quest'anno, a breve distanza, sia Dashiell che Idalmis hanno concesso interviste ai canali tv dei gusanos di Miami squarciando il velo sulle inevitabili meschinità di casa Castro neanche fosse "L'isola dei famosi". Il loro obiettivo preferito di ex nuore è Dalia, la madre dei loro ex compagni, descritta come una donna cattiva, vendicativa ed immensamente gelosa che trattiene a "Punto zero" i nipoti e, dopo i divorzi, impedisce alle madri ed ex nuore di vedere i propri figli. Ma proviamo ad andare con ordine: dal suo secondo matrimonio (il primo fu con Mirta Diaz Balart, la madre del primogenito Fidelito) con Dalia Soto del Valle, Castro ha avuto cinque figli maschi. Si chiamano tutti un nome che inizia per "A" in omaggio al nonno Angel e ad Alessandro Magno, il personaggio storico preferito di Fidel. Alexis e Alex lavorano come programmatori, Alessandro è amministratore delegato in una azienda statale, Antonio e Angel sono medici. Fidel e sua moglie vivono in una casa nella zona ovest dell'Avana, dalle parti di Santa Fe, un quartiere esclusivo della capitale cubana. Vicino alla casa madre ce ne sono altre dove risiedono i figli. La residenza del comandante è una villa bassa, una specie di quadrilatero costruito intorno ad una piscina, con un ampio giardino pieno di giochi per bambini e gabbie per pappagalli. È superprotetta da un esercito di guardie del corpo e nessuno, tranne familiari strettissimi, può varcarne la soglia. A parte i vini - molto esclusivi - e il cibo, il comandante non è di quelli che si concedono lussi particolari ma i figli e la moglie sarebbero invece molto più stregati dal benessere capitalista. Dashiell cadde in disgrazia perché aveva un commercio di visti per l'espatrio con un console spagnolo: li vendeva a 2mila dollari l'uno e spartiva il guadagno con il marito Antonio. Un altro aspetto poco conosciuto narrato da Idalmis riguarda i rapporti tra cugini. Dalia ha impedito che i suoi figli conoscessero quelli degli altri fratelli di Fidel, Raul e Ramon. Tanto che una volta Alexis fece la corte ad una sua cugina finché una delle guardie del corpo non gli disse che era la figlia di suo zio Ramon. Il motivo, sempre secondo Idalmis, sarebbe l'invidia covata da Dalia contro la cognata Vilma Espin, eroina della rivoluzione e moglie di Raul Castro. Vilma, fino alla sua morte qualche mese fa, fu la vera First lady della rivoluzione. Non risulta che Dalia e i suoi figli abbiano partecipato al funerale. (7 settembre 2007) da repubblica.it |