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Forum Pubblico => ITALIA VALORI e DISVALORI => Discussione aperta da: Admin - Gennaio 08, 2011, 04:35:17 pm



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Inserito da: Admin - Gennaio 08, 2011, 04:35:17 pm
Arretrare nei diritti o perdere il lavoro: è questa la modernità?

di Stefano Fassina*


L’essenza della cultura riformista è fare un’analisi autonoma ed empiricamente fondata della realtà, tentare i risultati possibili in base ai rapporti di forza dati, valutare gli esiti effettivi dell’azione intrapresa, costruire le condizioni per equilibri più avanzati. Di fronte a “Fabbrica Italia”, riformisti e radicali, sul versante sindacale e politicononsono stati all’altezza della sfida. La divisione tra resistenza ideologica e rassegnazione pragmatica ha acuito le debolezze ed i rischi di irrilevanza degli uni e degli altri, a danno di lavoratori e lavoratrici. Il difetto principale è stato di analisi. Il timore di smarrirsi ha portato a rimuovere dalla discussione la drammatica asimmetria nei rapporti di forza tra capitale, a caccia di lavorolow cost nelle sterminate praterie dell’economia globale, e lavoro relegato nella dimensione locale della politica e del sindacato. Abbiamo fatto finta di essere ancora nel ‘900, quando il lavoro negoziava con il capitale dentro i confini dello stato nazionale e lo sciopero era un’arma efficace. Abbiamo definito “accordo” un atto unilaterale dove è evidente la regressione del lavoro, mentre non si fa nessun passo avanti nella partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici alla governance e agli utili dell’impresa, anzi si torna indietro alle rappresentanze nominate dai vertici sindacali. Non abbiamo neanche tentato una valutazione del piano industriale per provare a capire le prospettive dell’adesione alla proposta “prendere o lasciare” di Fiat. Non abbiamo neppure ricordato che Fiat non sforna modelli competitivi e di conseguenza...


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*di Stefano Fassina Responsabile Economia Pd

7 gennaio 2011
http://www.unita.it/italia/arretrare-nei-diritti-o-perdere-br-il-lavoro-e-questa-la-modernita-1.264540