LA-U dell'OLIVO

Forum Pubblico => LEGA VALORI e DISVALORI prima di marzo 2018 => Discussione aperta da: Admin - Novembre 07, 2010, 07:23:22 pm



Titolo: Ha piovuto sul Veneto barbaro ed egoista... aiutamolo a non esserlo più.
Inserito da: Admin - Novembre 07, 2010, 07:23:22 pm
L'EDITORIALE

L'orgoglio e l'Alibi

Un miliardo di euro di danni. E dietro l'immensità di una cifra da dieci Superenalotti le cui fortune non si sa mai dove si fermino, l’immensità del dolore. Che è definitivo per una morte, enorme per la perdita della casa, struggente come un lutto della memoria quando il vortice dell’acqua che ritirandosi scopre sempre pavimenti di fango si porta via la foto dei genitori, le vecchie lettere alla morosa, i disegni dei bambini. Le tragedie non sono mai solo materiali ma la furia dell’acqua rovesciata addosso al Veneto ha aperto con questa regione un grande conto in avere. Un credito che al di qua e al di là delle colpe fa sparire qualsiasi alibi e restare le chiacchiere a zero chiamando chiunque non solo e non tanto ad assumersi delle responsabilità sui fatti ma a far sì che «quei fatti» - salvo il libero arbitrio della natura che si fa caso e tragedia - non accadano più. Lo hanno ben detto i firmatari della lettera-appello partita dal Veneto e pubblicata dal Corriere della Sera: la voce di imprenditori, rettori universitari, intellettuali, storici e uomini di spettacolo si è dignitosamente alzata non col tono lamentoso di chi pretende a prescindere ma di chi assumendo la sfida di continuare a innovare salvaguardando (stavolta) la propria terra chiede all’Italia, per quanto umanamente possibile, una exit strategy dai disastri ambientali e uno sforzo nazionale per porre rimedio ai mali di una regione che il Paese lo traina.

Una voce che da una parte ha fissato l’impegno dei veneti a rimboccarsi le maniche ma che ha chiesto anche una speciale attenzione finanziaria per una terra non istituzionalmente speciale (come Trentino Alto Adige e Friuli) dalla quale ogni anno partono alla volta dello Stato - attraverso un attivissimo saldo fiscale - 6 miliardi di euro. Nell’appello agli italiani, contenuta fra orgoglio e anti-pregiudizio, c’è «infine » la richiesta di considerare il Nord Est non più laterale ma- come si rilevava in un recente editoriale del Corriere del Veneto nel quale si condannavano gli stereotipi nei quali questa terra è rinchiusa - centro del «fare » di millanta intelligenze e di piccoli- grandi miracoli economico scientifici meno visibili di una velina.

Una in-visibilità confermata anche in questi giorni della grande alluvione dall’assenza quasi totale di «racconto» da parte dei media televisivi nazionali, riusciti a dipingere una regione in ginocchio e spezzata in due dalla chiusura dell’A4 come l’allagamento di uno scantinato. Allora, se gli alibi sono finiti e vogliamo che le chiacchiere stiano davvero a zero, e se insomma vogliamo che lo spirito di questo appello non cada nel vuoto, c’è un interlocutore naturale che avrà l’onere di dimostrare il proprio valore. L’interlocutore scelto dagli elettori e che in Veneto, trasversalmente, raccoglie un esercito di tre ministri, quattro sottosegretari, sessanta consiglieri regionali e oltre settanta parlamentari.

Certo, nel Veneto dell’egemonia del centrodestra abbiamo a che fare col litigio ormai quasi strutturale e le divisioni di Lega e Pdl, male partite del futuro - a cominciare da quella contingente della grande alluvione - non si possono più giocare fra sterili contrapposizioni e strategie di fin troppo facile contesa del consenso. E se una lobby della politica dei veneti è difficile da concepire o perfino ingenuamente peregrina, si trovi una valida alternativa per portare non solo a casa le risorse ma anche per portare lo stesso Veneto da «emergenza nazionale » a «regione nazionale».

Regione che deve imparare ad autorappresentarsi meglio a tutti i livelli in un gioco di squadra dove la politica non può continuare a far melina o ancor peggio catenaccio per la paura di dover rendere visibile l’autore del possibile gol. Chi nell’acqua ha perso la vita, la casa o una semplice foto ha diritto ad uno spettacolo che risarcisca la dignità del suo invisibile dolore.

Alessandro Russello

06 novembre 2010
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