Titolo: L'8 settembre in piazza per il V-Day Inserito da: Admin - Settembre 01, 2007, 11:38:57 pm CRONACA
Il comico e l'iniziativa per "cacciare" i politici condannati in via definitiva ma ancora in Parlamento e "contro una politica autoreferenziale, ormai lontana anni luce dai cittadini" La nuova battaglia di Beppe Grillo L'8 settembre in piazza per il V-Day ROMA - "Il V-Day è un virus, deve arrivare dappertutto, non in una sola città". Per questo Beppe Grillo ha deciso non di fare una sola manifestazione, a Roma, ma di coinvolgere tutte, o quante più possibile, le città d'Italia. Il simbolo è una V rossa, tracciata sopra un 8, che ricorda quella del film "V per Vendetta", ma significa un'altra cosa: si tratta del Vaffanculo Day (locuzione "sdoganata" di recente dalla Cassazione), l'appuntamento è per l'8 settembre ed è la nuova sfida di Grillo, animata da una macchina organizzativa decollata grazie al Web. La risposta popolare si vedrà nelle piazze coinvolte, da Nord a Sud. Lo scopo: protestare contro i politici condannati in via definitiva e che siedono sugli scranni del Parlamento, sostenere con una raccolta di firme la proposta di legge popolare per "cacciarli" dal Palazzo e soprattutto esprimere un disagio e una stanchezza per una politica che, secondo Grillo, è sempre più autoreferenziale e lontana anni luce dai cittadini e dalle loro attese. L'obiettivo dell'8 settembre è la raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare per un Parlamento Pulito: la legge prevede la non eleggibilità dei pregiudicati, un massimo di due legislature e l'elezione diretta del candidato. La proposta di legge popolare è stata presentata alla Cassazione in luglio. "L'8 settembre - spiega Grillo - per ricordare che dal 1943 non è cambiato niente. Ieri il re in fuga e la Nazione allo sbando, oggi politici blindati nei palazzi immersi in problemi culturali. Il V-Day sarà un giorno di informazione e di partecipazione popolare". Grillo l'8 sarà a Bologna, in Piazza Maggiore, per uno spettacolo-manifestazione che inizierà nel pomeriggio. Il comico va avanti come una ruspa su un percorso intrapreso molti anni fa, e proseguito nei teatri di tutta la penisola con i suoi spettacoli incisivi nel mettere a nudo gli scandali italiani. Ma è stato il Web a segnare la svolta strategica per le sue battaglie (raccolte in un libro di prossima uscita): da Parlamento Pulito alla Val di Susa per proseguire con Unipol, la risorsa acqua, la Borsa, le Primarie dei cittadini, Fazio, l'indulto, la Telecom, il precariato (Schiavi moderni), gli Inceneritori, Via dall'Iraq. "Combattere una battaglia è bello. Che si perda o che si vinca - dice Grillo da suo blog - rimane il gusto di averci provato. Stare a guardare le porcherie della vita che ci scorrono accanto e non fare nulla, non dire nulla, è avvilente. Toglie linfa al nostro organismo. Diventiamo un po' più verdi, un po' più grigi, un po' più neri, assumiamo i colori di una televisione disturbata. E qualche volta 'saltiamo'. Spariamo al vicino di casa. Facciamo a pezzi la famiglia. Buttiamo massi da un ponte autostradale". Per Grillo, "è l'autorepressione che ci lavora dentro. Giorno dopo giorno. Telegiornale dopo telegiornale. Le battaglie è meglio vincerle, certo, ma per farlo bisogna impegnarsi un secondo in più dell'avversario. Vivere per quel secondo in più è l'obiettivo del cittadino combattente. In questi tre anni - prosegue - ho combattuto più battaglie del generale Patton nella Seconda Guerra Mondiale. Per Patton era più facile, lui doveva solo affrontare i nazisti e avanzare verso est. In Italia è più complicato, i nemici sono inestricabili, così integrati con la realtà da confondersi con essa". (31 agosto 2007) da repubblica.it |