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Forum Pubblico => L'ITALIA DEMOCRATICA e INDIPENDENTE è in PERICOLO. => Discussione aperta da: Admin - Luglio 15, 2010, 12:38:25 pm



Titolo: ALBERTO STATERA. Lombardi intrecci e raccomandazioni ecco l'uomo che ...
Inserito da: Admin - Luglio 15, 2010, 12:38:25 pm
IL PERSONAGGIO

Lombardi, intrecci e raccomandazioni ecco l'uomo che sussurrava ai giudici

di ALBERTO STATERA


Cervinara, paesotto irpino di novemila anime in provincia di Avellino. Eccolo, forse non ci crederete, ma è proprio questo il paesotto.
È lontano geograficamente, ma assai vicino idealmente al salotto tripiani di Bruno Vespa a piazza di Spagna dove il Vaticano s'incontra con le esigenze terrene, il luogo della P3 degli affari. È il luogo da dove il geometra Pasquale Lombardi, presunto giudice tributario che sussurrava ai giudici veri, decideva, o tentava di farlo spesso con successo, le nomine ai massimi vertici della magistratura, le maggioranze parlamentari sulle leggi berlusconiane, i grandi affari eolici destinati a Flavio Carboni, sospetto omicida assolto dall'impiccagione di Roberto Calvi sotto il Ponte dei Frati neri a Londra.

Dettava le regole a Cervinara, non a Londra, la fondamentale Colonna Irpina, l'antico lascito del demitismo transitato al berlusconismo, che grande fece con il terremoto questa terra. Ma, ci crediate o no, anche a Roma nei vertici massimi del governo berlusconianio.
Da Denis Verdini a Fabrizio Cicchitto, l'ex piduista, fratello di Berlusconi, più sensibile al mondo degli affari.

È nativo proprio di Cervinara non solo Pasquale Lombardi, l'uomo finito in galera per ricostituzione di una loggia massonica segreta come la P2 di gelliana memoria, ma, guarda un po', per nascita dei genitori, anche Marco Milanese, ex ufficiale delle Fiamme Gialle della Guardia di Finanza, oggi deputato del Pdl, ma soprattutto portaborse, anzi di più, alter ego in servizio diuturno effettivo del superministro dell'Economia Giulio Tremonti. Il Tremonti che Berlusconi vive come il principale avversario, aspirante a sostituirlo alla premiership. Possibile che in un buco campano, ignoto ai più, s'intreccino tra l'ignoto Lombardi e il rampante Milanesi le sorti politiche d'Italia?
O comunque i cuspidi dello scontro politico nazionale all'interno del Partito delle Libertà ?
Lì vicino impera ancora l'antica potenza irpina demitiana di Nicola Mancino, vicepresidsente del Consiglio superiore della Magistratura, il cui potere locale sembra intatto e che nella vicenda delle nomine ai vertici della magistratura dovrà dare anche lui qualche spiegazione , visto, che dalle intercettazioni è apparso piuttosto sensibile agli ordini della lobby di Cervinara.

E' forse a Cervinara, provincia di Avellino, capitale di ricatti politici provinciali ormai assurti a regola di un regime nazionale che di questo vive, che si consuma la grande diaspora del Partito delle Libertà? E' qui che nasce persino l'insidia al premier impersonata dal superministro dell'Economia, che in questo singolare luogo topico ha il suo principale e superstimato collaboratore, ex agente della tributaria? E' di qui, da Cervinara, antico e nobile paese di briganti, che Lombardi, l'uomo che sussurrava ai giudici, che parte la sfida finale per la leadership fra Berlusconi, Tremonti e Fini, tra indegni dossier su abitudini sessuali e ricatti a sfondo sessuale che nel berlusconismo sono ormai la regola?

Lombardi, l'uomo piccolo ma strategico di Cervinara oggi in galera, pur sconosciuto ai più, lancia i suoi avvertimenti persino a Berlusconi: "Vuonno fa fuori a Berlusconi", gli dice Cosentino, il candidato alla presidenza della Regione Campania silurato a favore di Caldoro, ex socialista un po' meno compromesso, che se la deve vedere col dossier "Froci" in preparazione da parte del contendente, accusato soltanto di camorra. Ma è lui, il piccolo ex sindaco di Cervinara che, nell'anomalia italica del berlusconismo, contribuisce a nominare i presidenti della Cassazione: "Ma perché è colpa di Berlusconi, hai capito?"  -  dice al telefono l'omino di Cervinara , che Berlusconi stesso presenta oggi come un povero pensionato sfigato insieme ai suoi soci - io ce lo dicette. Perché non si tratta, come lui capo del governo, si mette a contrattare un magistrato di merda con un pubblico ministero, ma tu che cazzo mi dici, ma io c'avess fatto 'na cauciasta e l'avessi fatt'licenzià. I suoi consiglieri non so buoni.." Lui dice che "ce lo dicette" anche a Berlusconi. Si sa, ormai, il livello dei consiglieri è di questo livello, nonostante la cernita lettiana, che poco può rispetto all'anima locale del partito delle Libertà fondato più che su una lobby dei "pensionati" berlusconiani, come vorrebbe il premier, su un coagulo affarista che da Cervinara e da altre ignote località italiche, che, pur in un buco di provincia, dà luogo alla P2 di Licio Gelli per sempre.

L'eterna P3, prima gli affari, del berlusconismo militante.

(15 luglio 2010) © Riproduzione riservata
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