LA-U dell'OLIVO

Forum Pubblico => PROTAGONISTI (news varie su loro). => Discussione aperta da: Admin - Agosto 24, 2007, 11:43:27 pm



Titolo: Notizie in pillole e varie, da l'Espresso...
Inserito da: Admin - Agosto 24, 2007, 11:43:27 pm
LETTERE

Per posta, per e-mail
 


La lezione di Saviano

Insegno lettere presso il liceo classico 'Alighieri' di Anagni (Fr). Ed ho avuto in questa veste, lo scorso febbraio, il piacere e il privilegio di invitare Roberto Saviano nella mia scuola per un incontro con gli studenti sui temi da lui toccati in 'Gomorra'. Una giornata splendida, segnata soprattutto dalla straordinaria partecipazione di centinaia di studenti, non solo della mia scuola, attentissimi e partecipi, a testimonianza del fatto che i nostri ragazzi spesso sono migliori di come noi ce li immaginiamo. Al di là della simpatia umana per Roberto, mi è rimasto soprattutto impresso un suo messaggio: Saviano si augurava che ci potessero essere tanti studenti e tante scuole così, perché quella sì sarebbe stata davvero una 'rivoluzione'. Ci ho pensato spesso in questi mesi. E ci ho pensato quando ho letto l'intervista su 'L'espresso' al Procuratore Roberti (n. 32) e le parole di Saviano (n. 33). È vero; la camorra non dimentica, e aspetta solo che venga meno l'attenzione per regolare i conti. E Saviano si è lamentato della attuale classe politica e intellettuale, che tende a sottovalutare il dramma della criminalità organizzata. Allora vorrei lanciare una proposta: se quella contro la criminalità organizzata deve essere soprattutto una battaglia culturale, da combattere anzitutto nelle scuole, che siano queste a farsi avanti, rinnovando l'attenzione e insieme tenendo alta la luce dei riflettori. 'Adottiamo' Saviano; facciamolo parlare più spesso di quanto non abbia fatto fino a ora nelle scuole di tutta Italia. Se non è il mondo intellettuale, facciamo in modo che sia quello degli studenti, che sanno impegnarsi e partecipare, a difendere con il proprio interesse la vita di un uomo che ha avuto il solo torto di rendere pubblico quello che esisteva già, ma che molti si rifiutavano di vedere. Insomma, facciamo valere l'identità di un scuola che dovrebbe prima di tutto formare uomini e cittadini maturi consapevoli. Ricordo che il mio preside disse che quella con Saviano era stata la più bella lezione dell'anno. Cerchiamo di non disperdere questo patrimonio. Anche e soprattutto per tanti ragazzi che ho visto per la prima volta, e ce ne sono stati tanti in tutta Italia, leggere, ascoltare e appassionarsi. È questo che una vera scuola dovrebbe fare.

Prof. Paolo Carnevale

Anagni

Io, Fausto e la Camera

L'articolo 'Fausto da Camera' pubblicato sul 'L'espresso' n. 32 mi impone più di una precisazione. Cominciamo dalla casa di Massa Martana. Non è di 200 metri quadrati, come sostenuto dall'autore dell'articolo, ma di 135, risultato di due parti di cascina unite da veranda. Come già precisato in altra sede da mio marito e dagli stessi Uffici di Montecitorio, nell'appartamento del Presidente della Camera e nel suo ufficio non è stata effettuata alcuna ristrutturazione, non sono state cambiate tende né null'altro. I mobili 'riportati alla luce' dalla sottoscritta erano stati lasciati da altri nella conservatoria. Non è stato acquistato nulla di nulla. E tutto questo è documentabile. È vero che abitiamo nell'appartamento presidenziale, ma è altrettanto vero che non siamo i primi a farlo . C'è una lunga tradizione di presidenti che prima di noi hanno scelto l'appartamento di Montecitorio. Vorrei solo ricordare i coniugi Pertini, Ingrao e Napolitano.

L'autore dell'articolo sostiene che nell'appartamento di Montecitorio riceviamo gli amici più intimi. Resta il fatto che alcuni di quelli nominati non vi hanno mai messo piede. Tra questi Sandro Curzi e Bruna Bellonzi, cui siamo in ogni caso legati da profondo affetto e amicizia. Simona Signoracci, inoltre, non lavora più per la Fondazione Mediolanum, e anche se ci lavorasse, per noi sarebbe in ogni caso motivo di piacere frequentarla.

Inoltre Simona Olive è una vecchia allieva di Gabriele La Porta, da molto tempo prima che diventasse mia nuora. Poi, io non sono solita trascinare mio marito, come sostiene ancora l'autore dell'articolo, ma insieme ci muoviamo e insieme decidiamo che cosa fare da oltre 45 anni. Vorrei quindi precisare che nel 'salotto di Maria Angiolillo' eravamo già stati tempo addietro. Bisognerebbe entrare nell'ordine delle idee che alcune cene sono anche luoghi di confronto e di conoscenza tra persone di estrazione diversa. Non temendo contaminazioni, ci comportiamo di conseguenza.

Gabriella Fagno Bertinotti

Il cibo light è servito

Nell'articolo 'Mangi light? Ahi, ahi' ('L'espresso' n. 27) mi viene attribuita l'affermazione secondo la quale "non c'è da fidarsi dell'etichettà di grandi marchi come Galbusera, Lazzaroni e Bifestani". Tale affermazione non solo non corrisponde al vero, perché non è mai stata rilasciata, ma soprattutto perché lascia pensare che il sottoscritto, nell'indagine e studio dei campioni prelevati (ben 86), abbia voluto esplicitamente screditare i marchi e i prodotti sopracitati. È vero, invece, che la nostra unità legale si è limitata a stilare un dettagliato rapporto analitico sulle confezioni prelevate e a precisare, senza inutile enfasi, gli aspetti non conformi delle etichette dei prodotti prelevati. Il tutto senza risparmiare nessuno, ma con lo stile e il costume che da sempre contraddistingue la Total Quality Food Consultants.

Massimo Buonavita Unità legale Total Food

Quality Consultants

da espressonline


Titolo: Notizie in pillole e varie da l'Espresso...
Inserito da: Admin - Settembre 02, 2007, 03:46:20 pm
VASSALLI E TREMONTI
Evasione continua

Oggi un ministro che volesse far emergere il sommerso verrebbe ucciso per strada 
Sebastiano Vassalli, scrittore col senso della storia (ultimo libro, 'L'Italiano', Einaudi), dà una lettura beffarda delle minacce di rivolta fiscale di Giulio Tremonti e Umberto Bossi. "Pura commedia, gioco delle parti", dice all'"Espresso": "Sia i leghisti sia Tremonti, uomo colto, sanno benissimo che l'economia italiana è sommersa per il 30 per cento. E non è un mondo strettamente di criminali: è un intero sistema invisibile e fuori contabilità. Per far emergere quest'area di illegalità ci vorrebbe forse un'occupazione militare straniera. In Italia qualsiasi governo che volesse fare emergere il Paese illegale verrebbe travolto". Bossi minaccia, Tremonti promette una rivolta "gandhiana": che sarà? "La demagogia è facile e appagante, ma Tremonti non spiega nulla. Paradossale, poi, la sua accusa allo Stato criminogeno. È vero: lo Stato fabbrica leggi destinate a essere violate, tiene i sudditi sotto minaccia di leggi che non applica. Tutti delinquenti, nessuno sanzionato. E proprio a questo il Tremonti ministro ha dato il suo contributo". Allora non c'è notizia? "La notizia è vecchia di quattrocento anni. L'evasione di massa delle leggi e del fisco data dalla dominazione spagnola. La coltivazione del riso, per motivi di salute pubblica, era proibita a meno di quattro miglia da Milano, e tre dai centri minori. Divieto rispettato? Neanche per idea. Oggi un ministro dell'Economia che volesse fare emergere l'evasione farebbe la fine del ministro Prina in età napoleonica, che fu ucciso per strada a ombrellate". E. A.
 
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MOVIMENTI
Giustizia in marcia
 
Il ritorno dei movimenti è sotto l'egida di Beppe Grillo, che per sabato 8 settembre ha indetto in molte piazze della Penisola il Vaffanculo Day contro i politici "blindati nei palazzi". Il comico genovese sarà a Bologna, dove si collegherà con i protagonisti della 14 marcia per la giustizia Agliana-Quarrata: l'ex pm Gherardo Colombo, il magistrato Giancarlo Caselli, la presidente di Emergency Teresa Strada, i preti scomodi don Ciotti e padre Zanotelli, i giornalisti Gianni Minà e Giulietto Chiesa. "Vogliamo rilanciare il ruolo della società civile contro la guerra, per la giustizia e per un governo che tuteli i beni comuni come l'acqua, la scuola, la casa e l'informazione", annuncia l'ideatore della marcia Antonio Vermigli, amico personale del presidente del Brasile Lula. M. La.
 
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MEDITERRANEO
Arrivano i russi
 
La guerra fredda non ricompare soltanto tra i ghiacci dell'Artico, ma potrebbe materializzarsi anche nel Mediterraneo. E avere effetti gelidi per l'Italia. All'inizio di agosto Mosca ha annunciato la volontà di far sventolare

la bandiera russa nelle acque calde. L'ammiraglio Masorin, comandante della Flotta del

Mar Nero, ha spiegato che verrà individuata una base stabile

nel Mediterraneo orientale. Nei prossimi mesi, poi, le sue forze saranno potenziate con nuovi sottomarini e navi da sbarco: l'ammiraglio vuole arrivare

a schierare "dieci o quindici sottomarini, dei modelli più nuovi" e l'unica portaerei russa. Per dare concretezza alla minaccia, la scorsa settimana sul ponte della portaerei Kuznetsov sono ripresi decolli

e atterraggi di caccia. Era dal 1991 che la flotta di Mosca si teneva lontana dal Mediterraneo, salvo per visite di cortesia agli ex nemici della Nato. Adesso

il ritorno di fiamma potrebbe segnare la volontà di giocare

un ruolo nuovo in Medio Oriente. E creare qualche problema agli americani. La Sesta flotta statunitense, che ha il comando a Napoli, daI 2001 pensa solo al terrorismo islamico. Proprio per questo la base dei sottomarini nucleari Usa della Maddalena era diventata inutile. Ma se dagli abissi rispuntano i russi, le cose cambieranno? G. D. F.
 
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CASO BRERA
Operazione Cusani
 
Cena cospirativa di metà agosto tra Vittorio Sgarbi, l'assessore alla Cultura milanese, e Aldo Bassetti, presidente degli Amici di Brera, nella bella villa di quest'ultimo a Osmate, tra Varese e il Lago Maggiore. Tema: la riorganizzazione del palazzo di Brera, l'ardua convivenza tra Pinacoteca e Accademia, il grave degrado denunciato dal servizio de 'L'espresso' (n. 30) di fine luglio. Sgarbi e Bassetti, dopo aver coinvolto Nando Dalla Chiesa, sottosegretario all'Università, intendono promuovere il dialogo fra tre ministeri, Beni culturali, Università e Difesa, per esplorare una opzione nuova, che può risultare gradita anche alla soprintendenza milanese: acquisire a Brera il vicino palazzo Cusani, che con palazzo Citterio formerebbe un triangolo sostitutivo del vecchio progetto Grande Brera abbandonato con il governo Berlusconi. Palazzo Cusani è in mano all'Esercito, quasi sempre chiuso, utilizzato perlopiù come Circolo ufficiali. Bassetti e Sgarbi hanno ottenuto di poterlo visitare a fondo ai primi di settembre (ma i militari promettono resistenza). La denuncia de 'L'espresso', ripresa da 'Il Sole-24 Ore', 'Corriere della Sera', 'l'Unità', 'Il Giorno', ha rilanciato l'annosa questione di Brera, "buco nero di Stato nel cuore di Milano". E. A.
 
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SFIDE EDITORIALI
Rula contro Lilli
 
Singolar tenzone tra due brave e belle signore del nostro telegiornalismo. Tra fine settembre e inizio ottobre escono dallo stesso editore, Rizzoli, due libri-inchiesta quasi speculari: la palestinese Rula Jebreal esplora con 'Divieto di soggiorno' storie vere di immigrati neo-italiani, islamici e non, famosi e non. L'italiana Lilli Gruber, invece, con 'Il volto nascosto dell'Islam' racconta tra Marocco, Turchia e penisola arabica l'impegno delle donne per la democrazia e i diritti. Sarà sfida anche commerciale: Gruber vale in media 70-80 mila copie a libro (ne ha già fatti quattro, dal 2003), la collega Jebreal finora sulle 20 mila. E stavolta? T. M.
 
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Una poltrona per due
 
Sarà un duello di generali, ma verrà combattuto dai ministeri degli Esteri. Con un clima che potrebbe diventare molto poco diplomatico. In gioco c'è la poltrona di comandante militare dell'Alleanza atlantica, posto di grande prestigio e limitato potere esecutivo. L'Italia vorrebbe promuovere l'ammiraglio Giampaolo Di Paola, fino a novembre prorogato nel compito di capo di Stato maggiore della Difesa. Un ufficiale stimato dal ministro Arturo Parisi e assai benvoluto anche da Massimo D'Alema. La promozione atlantica di Di Paola permetterebbe di rivedere il pacchetto di nomine al vertice delle nostre forze armate, risolvendo le tensioni nate tra Ds e Margherita per le ultime scelte. Ma la Farnesina dovrà sudare sette camicie per superare la resistenza dei gemelli Kaczynski in Polonia. Varsavia infatti ritiene che l'incarico Nato spetti al suo generale Franciszek Gagor. Gagor ha dalla sua i nuovi partner orientali dell'Alleanza, molto legati a Washington e impegnati nello scudo antimissile. Roma però ha un peso notevole nelle missioni

in Afghanistan, nei Balcani e, con una tempistica non casuale, sta per mandare istruttori in Iraq. G. D. F.
 
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Pillole
 
I tormenti di villa Gadda

Gongolano gli appassionati di Carlo Emilio Gadda. Adelphi ripropone un testo quasi ignoto, 'Villa in Brianza' (edito anni fa da Emilio Manzotti nella rivista gaddiana di Dante Isella). È una crudele cronaca familiare piena di cattiverie sul padre, ambientata nella villa di Longone che

fu teatro delle nevrosi dell'Ingegnere, oggetto delle sue ansie finanziarie e luogo ispiratore del suo capolavoro, 'La cognizione del dolore'. A ottobre, a cura di Giorgio Pinotti, nella collana Biblioteca minima.

Dalai si allarga in Rete

Alessandro Dalai ha deciso di implementare la sua casa editrice. Non con nuove collane o nuovi autori, ma come content provider, fornitore di contenuti per Internet. Ha già al suo attivo cinque siti, sponsorizzati da Poste, Enel e Banca Intesa. E ora vuole lanciare il sesto sulla New Economy, che non è ancora finita evidentemente. Il sito, che sarà on line a fine settembre, si occuperà di Economia Evoluta.

Piccole Mara crescono

L'ultima scoperta della deputata forzista Mara Carfagna si chiama Enza Ruggiero, ha 26 anni e forse un futuro politico in linea con l'evoluzione 'dalla telecamera alla Camera' compiuta dall'ex soubrette. Enza inizierà proprio come Mara, dirigendo 'Azzurro donna' a Cava de' Tirreni. Laureata in Scienze della comunicazione, l'arrembante Ruggiero è stata vittima di un famigerato concorso per aspiranti finanziato e poi ripudiato dalla Regione Campania oltre ad aver condotto in tv un programma dedicato al popolo della notte. I numeri li ha tutti.

Riscrivere Rebecca

La Rai sfida Alfred Hitchcock, maestro di suspense. La televisione pubblica ha deciso di rifare 'Rebecca, la prima moglie'. Lo sta scrivendo Patrizia Carrano, che ha ritrovato la prima versione del film, con un finale diverso (pensato da Hitchcock e osteggiato dal produttore David Selznick). Con Alessio Boni e Cristina Capotondi, la governante psicolabile è Mariangela Melato.

Walter stile Prada

Miuccia Prada sembra apprezzare Walter Veltroni, e guarda con un certo interesse alla sua candidatura per il Partito democratico. Però non ne parla in pubblico, perché il mondo della moda "è un po' così", e non usa.
 
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EMERGENZA RIFIUTI
Il ballo delle ecoballe
 
Tre milioni di finte ecoballe che, in realtà, sono autentiche bombe per la salute dei cittadini. È un'emergenza ambientale senza precedenti quella che ha spinto i magistrati a sequestrare nove siti di stoccaggio in Campania che, nelle 196 pagine con cui il gip accoglie le richieste della Procura, vengono definite "discariche a cielo aperto" praticamente "abusive". Si tratta di rifiuti tossici che avrebbero dovuto essere "illecitamente bruciati" nel termovalorizzatore di Acerra (in costruzione): vagano da anni tra le province di Napoli e Caserta in attesa di trasformarsi in energia elettrica, producendo invece costi altissimi per la collettività. Lo intuisce già il 7 marzo 2005 l'ex commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania, il prefetto Corrado Catenacci, in una telefonata intercettata: "Ho fatto i conti, viene una cifra mostruosa: 1.325 miliardi di lire". Dall'altra parte il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, che replica: "Mortacci, ragazzi.". Sull'affaire-rifiuti bisogna attendere l'autunno per sapere se ci sarà il processo alla Impregilo e ad altri 28 indagati, tra cui il governatore Antonio Bassolino in qualità di ex commissario. I pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo ritengono che ben 549 Comuni possano ritenersi "parti offese" in base al reato di "truffa aggravata ai danni dello Stato": le 83 lire al chilo pagate "illecitamente" per portare l'immondizia in impianti di smaltimento che "non hanno erogato il servizio previsto dal contratto". M. F.
 
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Moschea molto privé
 
Per il 7 settembre è prevista l'inaugurazione, ma il cantiere della nuova moschea di Roma all'Esquilino, è stato per ora sequestrato dalla Polizia municipale per irregolarità urbanistiche. Solo un piccolo ritardo, dichiarano dalla comunità islamica del quartiere. Uno stop momentaneo all'apertura che rallegra il senatore de La Destra Francesco Storace, tra i più fervidi a protestare contro la nuova moschea. Certo alle migliaia di musulmani che abitano e frequentano il quartiere più multietnico di Roma, nessuno ha spiegato, però, che la scelta dei locali destinati alla moschea farebbe impallidire anche il più moderato degli islamici. Il luogo di culto sorgerà infatti nei locali di via San Vito 12 a/b dove aveva sede, fino a poche settimane fa, uno dei club privé più trasgressivi della Capitale, l'Armony, completo di sex zone, erotic show e dark room. Meta ben nota agli amanti dello scambio di coppia, tanto da essere segnalata ancora in alcune guide turistiche internazionali nella sezione vita notturna. D. P.
 
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BANANA REPUBLIC
Quello è Pazzarello
di Guido Quaranta
 
Pare che a Palazzo Madama, sede del Senato, in diversi lo abbiano ribattezzato Pazzarello. Ma lui, all'anagrafe, risulta Mazzarello, Graziano Mazzarello. Ed è il cognome, insieme al nome, di un senatore Ds, genovese, 57 anni. Perché questa ironica storpiatura? Perché Mazzarello, che pure sembra una persona assennata, ha dato recentemente di matto. Cosa ha combinato? Ha dichiarato che non bisogna aspettare l'inizio della prossima legislatura, cioè il 2011 (come ha deciso il presidente dell'assemblea Franco Marini) per cominciare a ridurre i privilegi dei parlamentari: se si vuole dare un segnale alla gente, tagliando i costi della politica, sarebbe più opportuno cominciare subito, magari dopo le ferie estive. Eh sì, Mazzarello l'ha fatta grossa. Come gli è saltato in mente di proporre ai senatori un'idea simile, cioè l'immediata rinuncia ad alcuni vantaggi economici? Così dicendo, infatti, ha allarmato tutti quei colleghi che vogliono godersi indisturbati

i propri benefit per altri quattro anni. Ovviamente la proposta del senatore Mazzarello non è stata presa in considerazione da nessuno. E lui, perdipiù, è diventato, suo malgrado, Pazzarello.
 
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Le radio più ascoltate
 
La classifica delle emittenti nazionali nel 1 semestre 2007

Emittenti Ascolto giornaliero

Rai Radiouno 6.616

Radio Deejay 5.575

Rai Radiodue 5.270

Rtl 102.5 4.971

Rds 4.760

Radio 105 3.938

Radio Italia 3.661

Radio Kiss Kiss 2.341

Rmc 1.911

Radio R101 1.895

Radio24 1.851

Radio Capital 1.844

Radio Radiotre 1.842

Radio Maria 1.806

M2o 1.328

Isoradio 1.089

Dati Audiradio (utenti espressi in migliaia)

Indagine campionaria, realizzata con interviste telefoniche
 
Attualità


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RITORNI PROIBITI
San Felice Cragnotti
 
Che fine ha fatto Sergio Cragnotti? In libertà giusto giusto da due anni, l'ex presidente della Lazio si occupa soprattutto del processo per il crack Cirio, ma come un Buffalo Bill in giacca e cravatta intrattiene le platee estive delle località marine, per esempio a San Felice Circeo, presentando le sue memorie pubblicate da Fazi ('Un calcio al cuore') e dispensando pillole delle sue idee sull'economia e sul pallone. Al pubblico, però, delle sue avventure imprenditoriali prima con Serafino Ferruzzi e Raul Gardini e poi in proprio, fino al default per il quale ha scaricato le sue responsabilità sulle banche, interessa abbastanza poco. I tifosi biancazzurri pensano ad altro. Vogliono sognare di rivedere la Lazio ai vertici del campionato com'è stato quando la squadra era nelle sue mani, e per questo lo chiamano ancora tutti con deferenza Presidente, invocando un suo ritorno. Cragnotti, abbronzato e luccicante, dice di no, che non si può fare, ma si vede che gli brillano gli occhi: la voglia di fare le cose in grande (lo stadio di proprietà, i campioni stranieri, il merchandising) c'è; il prosecco Corte alla Flora che produce nella sua tenuta a Montepulciano, per festeggiare, anche. V. P.
 
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Bonaiuti anti tram
 
Per la sua campagna contro la costruzione della tramvia a Firenze, il portavoce di Berlusconi Paolo Bonaiuti, fiorentino doc, ha scomodato nientemeno che Martin Luther King e il suo celebre sogno. Quello del portavoce del Cavaliere riguarda il tracciato della nuova tramvia cittadina e in particolare il suo passaggio sotto il Cupolone, il Campanile e il Battistero. Da Palazzo Vecchio si fa osservare che in realtà sarà un passaggio soft che attraverso dispositivi tecnici non nuocerà ai celebri monumenti. E che comunque i soldi per l'opera pubblica sono arrivati dal governo Berlusconi. Ma Bonaiuti respinge l'accusa, sostenendo che il progetto era già stato approvato prima dell'arrivo a Palazzo Chigi del Cavaliere. Fatto è che la battaglia contro la tramvia sotto il Cupolone è diventata una bandiera politica di Bonaiuti che

la sventola ormai da diversi mesi. Da fiorentino innamorato della sua città, dice lui. Da possibile candidato della Cdl alla guida di Firenze, sospettano nel centrosinistra. M. La.
 
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Il silenzio del maresciallo
 
È stato il testimone chiave nell'Italia delle stragi: Ermanno Alduzzi, 81 anni, è morto in mare davanti a una spiaggia di Umago in Croazia, dove da tempo andava in vacanza. Il maresciallo Alduzzi era stato il capo della Squadra 54, la struttura parallela della polizia italiana più volte accusata di avere depistato le indagini sulla strage di piazza Fontana e sulla morte, durante gli interrogatori in Questura a Milano, dell'anarchico Giuseppe Pinelli. Secondo la polizia croata Alduzzi è morto per un malore: i testimoni l'hanno visto entrare in acqua e accasciarsi. Non aveva mai smesso

le sue abitudini di 007 e anche quel giorno il maresciallo in pensione era senza documenti. Gli investigatori l'hanno identificato grazie alla telefonata di un amico. La morte risale al 27 luglio: i funerali sono stati celebrati sabato 25 agosto a Lurate Caccivio (Como). Anche quando la Procura di Milano l'ha scoperto, quasi trent'anni dopo piazza Fontana, Alduzzi ha sempre coperto con il silenzio la sua rete di informatori. E, sospettarono i magistrati, di infiltrati nel terrorismo a libro paga del ministero dell'Interno. F. G.
 
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ANAS
Bilancio ok entro il 2052
 
Nessuno scienziato, economista, sociologo si spingerebbe a fare dettagliate previsioni su come sarà il mondo nel 2052. Una scadenza troppo lontana, in una realtà globale che registra continue accelerazioni. È sicuro del futuro, invece, il presidente dell'Anas, Pietro Ciucci, che in questi giorni ha spedito in Parlamento il 'Piano economico finanziario 2007-2052'. Avete letto bene: 2052. Un documento di 210 pagine nelle quali vengono pianificate le attività dell'ente che si occupa della rete stradale nazionale: vero è che le grandi infrastrutture hanno tempi lunghi ma qui si considera un periodo che va da oggi fino ad oltre la metà del secolo. Punto per punto, i vertici dell'Anas hanno programmato le loro attività gestionali, infrastrutturali e i relativi investimenti. Qualche esempio? Nel 2017, scrive il rapporto, avremo un "elevato incremento tariffario", a partire dal 2025, invece, i "canoni si assestano", l'esposizione nei confronti delle banche si azzererà nel 2052. Mediante grafici e tabelle si può rilevare l'andamento del patrimonio, per ben 45 anni, allo stesso modo del fondo di garanzia. Determinati anche gli utili nel 2037, nel 2042 e ovviamente nel 2052, a questa data si supereranno i 5 miliardi di euro. Buone notizie per gli appaltatori: "L'Anas prevede entro il 2040 di appaltare nuove opere per 78,9 miliardi". Il presidente Ciucci tutto sa del futuro. Forse anche per onorare lo stipendio che percepisce (1 milione e mezzo di euro l'anno, secondo quanto rivelato dal senatore Cesare Salvi). G. S.
 
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Peppone sei out
 
Sarà pure simpatica. Ma la saga di Peppone e don Camillo creata da Giovanni Guareschi mantiene in vita luoghi comuni che danneggiano l'immagine del cinema italiano. La pensa così il sottosegretario ai Beni culturali Elena Montecchi. A Bologna si è sfogata davanti a una platea di operatori del settore cinematografico e multimediale, spiegando come a New York il sindaco di Brescello, il paese del Reggiano dove è ambientata la serie di film, fosse riuscito a distruggerle in venti minuti, con un bel po' di stereotipi (anche sul comunismo), quello che al ministero aveva costruito in un anno. Solo che anche Montecchi è reggiana, e Brescello, che su Peppone e don Camillo ci ha costruito un festival, si sta preparando per il centenario della nascita di Guareschi nel 2008. Uno scivolone? La platea ha apprezzato ma Montecchi, con chi le chiedeva lumi, ha glissato. N. R.
 
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BLOG SELVAGGIO
Pietro Ricca contro tutti
 
È tornato più arrabbiato di prima sul proprio blog Pietro Ricca, noto per aver dato del buffone a Silvio Berlusconi (fu denunciato e poi assolto). Il blog era stato sequestrato dalla Guardia di Finanza in seguito a una querela sporta da Emilio Fede per diffamazione. Raccontava, anche con un video, uno scontro avuto con Fede al Circolo della stampa. Ora Ricca attacca anche il pm che ha chiesto il sequestro. Lo accusa di avere calpestato la libertà d'espressione, ma anche di ignorare le dinamiche di Internet. La vicenda, infatti, ha avuto l'effetto di rendere più popolare quel video, diffuso su YouTube. Fatto sta che poi al pm "sono bastati venti giorni per capire l'errore e correggerlo", dissequestrando il blog (scrive Ricca). Ma non l'articolo su Fede, che tuttora è oscurato. A. L.
 
 
 da espressonline.it