Titolo: Errori da non ripetere Inserito da: Admin - Dicembre 19, 2009, 11:30:34 am CLIMA
Errori da non ripetere Il vertice di Copenaghen non poteva fallire e trascinare così nel discredito i suoi prestigiosi protagonisti. E' purtroppo per questo, e non per salvare il nostro pianeta minacciato dal riscaldamento atmosferico, che molti capi di stato e di governo si sono accontentati ieri notte di una formula che salva loro la faccia, esalta i pochi progressi della conferenza danese e ne maschera a fatica i molti fallimenti. L'aria che tirava a Copenaghen, del resto, la si è vista sin dal mattino. Obama è finalmente arrivato, ma senza doni natalizi. Invece il presidente Usa si è dedicato a una serie incontri- scontri con il premier cinese Wen Jiabao, e alla fine i due sono riusciti a sbloccare un modesto compromesso con l'apporto anche dell'India, del Brasile e del Sudafrica. Ha così preso corpo una intesa politica che agli impegni vincolanti sostituisce le buone intenzioni, che aggira gli ostacoli più ostici, che sottolinea le responsabilità dei «ricchi » rispetto ai Paesi in via di sviluppo ma lo fa nel modo meno credibile, evitando persino di citare il sempre ripetuto obbiettivo di dimezzare le emissioni di CO2 entro il 2050. Tra gli industrializzati ognuno farà quel che vorrà su base nazionale o di gruppo (come l'Europa, che parlerà a gennaio). E si capisce allora che il consenso di alcuni Paesi in via di sviluppo non sia ancora sicuro, tanto più che è sparito ogni impegno a concludere nel 2010 un trattato cogente per tutti. L'intento fondamentale, quello di contenere entro 2 gradi l'aumento della temperatura rispetto all'era pre-industriale, sopravvive a fatica. Ma forse soltanto per evitare che Copenaghen faccia meno del G8 dell'Aquila. La rissa continua del Bella Center e i suoi insoddisfacenti risultati offrono alcune indicazioni. La prima è che il fondamentalismo ambientalista, per quanto giusto e sostenuto dalle indicazioni scientifiche, diventa controproducente quando deve calarsi nella realtà degli interessi economici e politici. Non si tratta certo di sospendere la battaglia, ma è necessario, se si vuole progredire sul serio, individuare metodi negoziali diversi e non arrivare, come è colpevolmente accaduto a Copenaghen, con tutti i dossier tecnici in alto mare e le sensibilità nazionali al culmine dell'esaltazione. Poi c'è il tanto temuto G2 cino-americano. Un Obama vincolato dal Congresso ha fatto a braccio di ferro con il premier cinese ma alla fine è con lui che ha trovato l'intesa, mentre il presidente Hu Jintao se ne rimaneva prudentemente a Pechino. Copenaghen ha confermato che Usa e Cina non sono più insensibili al tema del clima. Ma si può star certi che la genericità degli accordi sui tagli delle emissioni e ancor più l'assenza di vincoli legali rappresentino per loro, che sono i più grandi inquinatori del mondo, due ottime notizie. Gli Usa hanno le elezioni permanenti, la Cina deve continuare a crescere. I veri arbitri nella partita per salvare la terra dai suoi gas continueranno a essere loro, Usa e Cina. C'è da augurarsi che ne abbiano ancora il tempo, quando si sentiranno pronti ad agire sul serio. Franco Venturini 19 dicembre 2009© RIPRODUZIONE RISERVATA da corriere.it |