Titolo: ALBERTO MATTIOLI Senza "digitale", spenta la tv si può vivere meglio di prima Inserito da: Admin - Ottobre 21, 2009, 09:32:02 am 21/10/2009
Senza "digitale", spenta la tv si può vivere meglio di prima ALBERTO MATTIOLI Da venerdì 9 ottobre vivo senza televisione. E non solo sopravvivo, ma sto benissimo. Dovrei mentire e scrivere che soffro, martire dell’esperimento sadico di restare senza tivù nel 2010? Beh, no. Intanto perché nessuno mi ha chiesto questo eroismo e ho deciso da solo di trasformarmi nella cavia umana di me stesso. E poi perché la tivù dà dipendenza solo se l’accendi. Se accenderla non puoi, sei libero. E, a differenza di quel che avviene con droga, alcol, fumo, gioco, opera lirica e altri vizi che danno assuefazione, liberarsi è semplicissimo, almeno per chi ha la fortuna di abitare nel Piemonte occidentale (Torino compresa) o in Sardegna. Basta non comprare il decoder o, avendolo, non installarlo. Il 20 maggio sono sparite Raidue e Rete4: fare a meno di Fede, lo confesso, all’inizio è stata dura, ma ci si abitua a tutto. In fin dei conti, l’uomo è il più adattabile degli animali. Così, quando è arrivato, il fatale venerdì non è stato affatto nero. Semplicemente, dall’oggi al domani, spingendo il pulsante si è materializzato soltanto un pulviscolo di puntini tremolanti che ricorda alcune opere d’arte contemporanea e, in ogni caso, piace moltissimo alle mie gatte. Certo, per apprezzare davvero «il sagrifizio», come direbbe papà Germont, il sacrificato non dovrebbe fare il giornalista. In effetti noi la tivù la guardiamo poco: al mattino no perché dormiamo, al pomeriggio nemmeno perché siamo al giornale, alla sera neppure perché siamo ancora al giornale. Restano solo, come sottofondo di cene a ore in cui il resto del mondo digerisce, le code dei programmi cosiddetti di approfondimento. Insomma, delle indigestioni di Vespa e Vinci, con rari scantonamenti sugli ultimi insulti da Santoro, sui «Flòòòris!» della Prestigiacomo o sul filosofumo da Lerner. È forse il meglio del patrio video, posto che i programmi di prima serata sono tollerabili solo se li si guarda bendati. Ma non tanto meglio da essere irrinunciabile. Però, obbietterete: e l’informazione? Essere aggiornati su quel che succede nel mondo, e magari non solo dalle parti di Montecitorio come credono i tiggì Rai, è importante per tutti e fondamentale per chi fa il tuo mestiere. Già, ma qui c’è l’ennesima dimostrazione che la vendetta è un piatto che va mangiato freddo. Come la tivù ha soppiantato i giornali come principale somministratrice di news, così oggi Internet fa la pelle alla tivù. A portata di clic c’è il mondo. E senza pastone politico, accenti romaneschi, sintassi sballate, congiuntivi sbagliati e congiuntiviti da overdose di capigruppo. Quanto alle serate de-televisionate, sono tutt’altro che tristi. Si riscoprono piaceri dimenticati come un buon libro, un ottimo disco e due chiacchiere con le gatte, che avranno magari una conversazione un po’ limitata, ma dicono meno sciocchezze degli ospiti dei talk show. E in ogni caso fanno meno baccano. da lastampa.it |