Titolo: La Bongiorno, ...No ai pm sottoposti al governo Inserito da: Admin - Ottobre 14, 2009, 10:32:01 pm L’intervista
«Giustizia, la riforma sia condivisa No ai pm sottoposti al governo» La Bongiorno, presidente della commissione alla Camera ROMA - Riforma della giustizia sì, ma condivisa e nel solco delle indicazioni del capo dello Stato, che ponga al centro il cittadino e non il potente di turno. Separazione delle carriere di giudici e pm sì, ma «innalzando un muro» contro la possibilità che il pm finisca sotto il controllo dell’esecutivo. Giulia Bongiorno, avvocato, presidente della commissione giustizia alla Camera e alter ego di Gianfranco Fini su questi temi, fissa dei paletti. Un limite da non oltrepassare dopo la bocciatura del Lodo Alfano. Quale? «La riforma della giustizia non solo va fatta. Ma credo sia urgente. Però deve essere organica, non a 'macchia di leopardo'. Ma soprattutto fatta per tutti » . In questo momento però tutti parlano di uno. «Il dibattito è centrato su Silvio Berlusconi, ma la riforma deve essere per tutti. E avere una caratteristica: andare oltre questa legislatura». E quindi? «Dobbiamo ridurre i tempi del processo senza diminuire le garanzie. Senza sacrificare 'pezzi' di giustizia: ad esempio togliendo un grado di giudizio » . Senza sacrificare l’obbligatorietà dell’azione penale? «Certo. E’ vero che ora non viene rispettata dai magistrati. Un po’ per il troppo carico di lavoro, un po’ (per dirla malignamente) perché scelgono. Ma dobbiamo renderla effettiva, non rinunciarci » . E la separazione delle carriere? «Sono favorevole. Per me il giudice è una sorta di sacerdote. Ne ho un rispetto enorme e vorrei che fosse davvero indipendente. Vorrei che avesse una formazione migliore e inizierei proprio da questo. Però ...». Però? «Però vorrei che fosse indipendente da tutti: dal pm ma anche dai politici. Ci vuole ponderazione. E creare meccanismi per innalzare un muro contro il passaggio successivo: sottoporre il pm al controllo dell’esecutivo » . Sarebbe contraria? «Contrarissima. Non garantirebbe nessuno. In futuro potrebbe esserci un premier meno garantista. Cosa accadrebbe?» . I magistrati temono che si riparli di riforme in chiave punitiva dopo la bocciatura del Lodo Alfano. E’ così? «In questo clima ogni riforma sembra contro qualcuno. Per questo, se possibile, occorre trovare l’accordo con l’opposizione». In che modo? «Proprio pensando al cittadino. L’efficienza della giustizia serve a tutti. E il Csm dovrebbe perseguire con maggiore rigore i magistrati che non fanno il proprio lavoro. In questo l’ultimo Csm passi avanti ne ha fatti. Però bisogna anche dare più risorse alla giustizia che è l’altra faccia della sicurezza che va tanto di moda. So che c’è la crisi. Ma senza cancellieri il processo si ferma». E’ favorevole a una riforma del Csm? «Le correnti sono una patologia. Ma anche qui non vorrei una riforma afflittiva o umiliante». Si parla anche di modifiche alle intercettazioni, ai termini di prescrizione e al legittimo impedimento per non distrarre le cariche istituzionali con i processi. «Sulle intercettazioni eravamo arrivati a un buon testo in commissione. Spero migliori, tenendo conto delle indicazioni del Quirinale. Sulle altre ipotesi, che leggo sull’ Ansa , aspettiamo i testi. Poi valuteremo». E su nuove forme di immunità? «Aspetterei le motivazioni della Consulta. Mi muoverei in quel solco». Virginia Piccolillo 14 ottobre 2009© RIPRODUZIONE RISERVATA da corriere.it |