Titolo: Accuse antiche provvedimenti nuovi: chi è inquisito venga subito sospeso dal PD. Inserito da: Admin - Luglio 31, 2009, 02:46:18 pm L'INCHIESTA
Centrosinistra e appalti, blitz dei pm a Bari Perquisite le sedi del Pd e di altri 4 partiti: ipotesi di gare pilotate nella sanità. C’è un pentito di mafia BARI- BARI — Forniture di protesi, appalti e servizi sanitari in cambio di voti e soldi da destinare ai partiti. Ma ora nell’inchiesta di Bari si segue anche la pista di denaro della mafia che sarebbe finito tra i finanziamenti della campagna elettorale del centrosinistra. Il pm antimafia Desirée Digeronimo ipotizza il reato di voto di scambio: alcuni degli indagati avrebbero promesso favori in cambio dei voti. Una pista, quest'ultima ancora tutta da verificare, ma che si avvale delle collaborazioni di un pentito del clan Striscuglio, il principale della mafia barese, Giacomo Valentino. Ritenuto attendibile dagli investigatori per altre informazioni fornite negli ultimi mesi su alcuni casi di lupara bianca, il collaboratore di giustizia avrebbe parlato al pm Digeronimo dei contatti con un consigliere regionale di centrosinistra. Rapporti maturati all'ombra di circoli ricreativi del quartiere Libertà dove i malavitosi vanno a giocare a «birra»: chi perde paga da bere. Si parla anche di rivelazioni del collaboratore di giustizia su sezioni di partito aperte con i soldi della mafia. Il pm sospetta che partiti del centrosinistra regionale dal 2005 a oggi abbiano favorito determinati imprenditori affidando loro appalti nel settore sanitario. In cambio, gli imprenditori avrebbero girato parte del denaro ai partiti, finanziandoli. Tra i reati contestati c'è l'associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, alla concussione, al falso, alla truffa e all'abuso d'ufficio per i presunti illeciti negli appalti sanitari. Ma c'è anche l'aggravante mafiosa per alcuni degli indagati. Ieri mattina i carabinieri sono apparsi nelle sedi del Pd, di Rifondazione Comunista, di Sinistra e Libertà, della Lista Emiliano (il neo-riconfermato sindaco di Bari) e dei Socialisti Autonomisti dell'ex assessore alla Sanità, Alberto Tedesco, dimessosi dall'incarico dopo essere stato indagato, ma ripescato dal Pd in Senato al posto di De Castro eletto eurodeputato. In mano il decreto di acquisizione della documentazione «relativa all'esistenza di rapporti bancari intrattenuti con istituti di credito, nonché ai bilanci degli anni 2005/2006/2007 e 2008». Da quel momento le voci su un imminente allargarsi dell'inchiesta si sono rincorse. Si è parlato di una ventina di indagati che includerebbero anche politici non solo locali. Poi il tam tam ha ipotizzato il coinvolgimento del presidente della Regione Nichi Vendola che si mostra tranquillo, anzi valuta «positivo il fatto che si accerti immediatamente sulla base di documenti un'ipotesi forte che sembra un po' azzardata». E persino del vicecapogruppo Pd al Senato Nicola Latorre che invece smentisce. Tra gli indagati ci sarebbero, oltre al senatore Tedesco, ex assessore alla Sanità, e un suo strettissimo collaboratore, anche la Lady Asl barese Lea Cosentino, manager e dirigenti Asl, come Vincenzo Valente direttore sanitario della Asl di Lecce, imprenditori come Dante Columella e Diego Rana e il direttore sanitario del Policlinico di Bari. Per l'altro ramo dell'indagine si attendono sviluppi rumorosi. Se ne parlerà molto oggi a Bari con Massimo D'Alema che viene ad ufficializzare la candidatura di Pier Luigi Bersani alla segreteria del Pd. Ieri Bersani era in Calabria a ha preferito non commentare, mentre il Pdl esultava e l'Idv con Di Pietro rivendicava il no detto a Vendola (ma lui smentisce l'invito) e annunciava: «Ecco la scossa: la corruzione non ha colore». Virginia Piccolillo 30 luglio 2009(ultima modifica: 31 luglio 2009) da corriere.it |