Titolo: Franco Venturini. Il coraggio della responsabilità Inserito da: Admin - Luglio 28, 2009, 11:22:47 pm L'Editoriale
Il coraggio della responsabilità Umberto Bossi, ministro in carica e capo di una Lega sempre più importante nella maggioranza di governo, ha detto sabato che i nostri soldati dovrebbero tornare a casa visti «i costi e i risultati » della loro missione in Afghanistan. Il parallelo con l’identico parere che la sinistra radicale esprimeva pur facendo parte del governo Prodi sarebbe inesatto: Bossi ha parlato alle selezioni di Miss Padania, non in Parlamento, e il suo ha tutta l’aria di essere un auspicio teorico. Ma questo nulla toglie all’increscioso paradosso di un ministro che dichiara di volere il ritiro dall’Afghanistan mentre il suo governo manda rinforzi e prospetta persino un impegno accresciuto, come ha fatto Frattini nell’intervista pubblicata ieri dal Corriere. Ancora una volta salta agli occhi l’assenza di un sufficiente consenso (persino all’interno delle coalizioni governative) sulle grandi scelte della politica estera italiana. Ancora una volta — ed è questo che più ci allarma e rattrista — i nostri militari che rischiano ogni giorno la vita si trovano con le spalle mezze coperte e mezze scoperte: coperte da Pdl, Udc e Pd, scoperte da Lega, Italia dei Valori e sinistra radicale. Speriamo che a nessuno di loro venga in mente di pensarci prima di affrontare i Talebani, e speriamo che finisca l’ipocrisia di considerare quella in Afghanistan un’esclusiva missione di pace mentre è ovvio a tutti che lì per rincorrere la pace bisogna fare la guerra. Tanto più necessaria è questa presa di coscienza se si considera che la situazione in Afghanistan non è certo in via di miglioramento. In vista delle presidenziali del 20 agosto i Talebani vogliono dimostrare il loro controllo del territorio e ostacolare le operazioni di voto. Obama ha risposto con una massiccia offensiva al sud, ma gli americani morti in luglio sono finora 39 e nello stesso mese i britannici hanno una media di un morto al giorno (cifre da non dimenticare, quando pensiamo alle pur tragiche perdite italiane). Una parte dei Talebani, sotto pressione, tende a ripiegare verso nord-est moltiplicando i contatti con le forze italiane dislocate a Farah e a Herat (oltre che nella zona di Kabul) . E' questa circostanza, assai più della modifica del regime dei caveat, ad accrescere i rischi per i nostri. Può essere anche utile ripetere che i reparti italiani in Afghanistan sono forze Nato, alleanza dalla quale soltanto pochi estremisti vorrebbero farci uscire, e che la missione ha una legittimità internazionale ben diversa da quella dell'operazione anglo- americana in Iraq. Bossi e Di Pietro a ciò sembrano anteporre le loro convenienze elettorali, ben sapendo che nessuna opinione pubblica ama piangere soldati morti o feriti. Peccato, perché tutti i nostri soldati meriterebbero, soprattutto da un uomo di governo, il coraggio di un maggior senso di responsabilità. Franco Venturini 27 luglio 2009 da corriere.it |