Titolo: Maurizio Caprara Washington: un summit sulla sicurezza nucleare Inserito da: Admin - Luglio 09, 2009, 12:18:08 pm Mosca contraria alla linea dura.
Washington: un summit sulla sicurezza nucleare Iran, no a violenze e negazionismo Gli Otto deplorano la repressione dopo il voto e invocano il dialogo Da uno dei nostri inviati Maurizio Caprara L'AQUILA- «Violenza post-elettorale». È con questa espressione asettica, ieri, che il G8 ha definito le cariche ordinate in Iran dal regime di Mahmoud Ahmadinejad ai miliziani basiji affinché spezzassero le ossa a studenti indignati per le irregolarità nelle elezioni del 12 giugno. Malgrado gli sherpa ci avessero lavorato da settimane, all’Aquila la dichiarazione sulla politica internazionale è stata la più travagliata. Tra i capi di Stato e di governo dei Paesi più sviluppati del mondo con l’aggiunta della Russia, Barack Obama e altri hanno fronteggiato pressioni britanniche e francesi a favore di un inasprimento delle sanzioni. Poi gli Otto hanno sancito: «Restiamo impegnati a trovare una soluzione diplomatica alla questione del programma nucleare dell’Iran». I timori geopolitici hanno prevalso sull’indignazione (occidentale, non russa) per la repressione. In una dichiarazione che fa proprio l’obiettivo obamiano di «un mondo senza armi atomiche », il paragrafo su Teheran è derivato da un gioco di equilibri mentre la Casa Bianca faceva sapere che il presidente Usa vorrebbe organizzare per marzo 2010, a Washington, un vertice sulla sicurezza nucleare con un numero di Paesi tra i 25 e i 30. «Continuiamo a essere seriamente preoccupati dagli eventi in Iran. Ribadiamo il nostro totale rispetto per la sovranità dell'Iran. [an error occurred while processing this directive]Al tempo stesso, deploriamo la violenza post-elettorale», è stato scritto nella versione finale della dichiarazione del G8. Pur valutando come «inaccettabili» le «detenzioni ingiustificate dei giornalisti » e «gli arresti di stranieri», il documento è ricorso a un appello singolare per un Paese nel quale la legge ha un valore relativo: «Risolvere la situazione attraverso un dialogo democratico sulla base dello Stato di diritto ». Che la Repubblica islamica non avrebbe ricevuto drastiche messe in guardia era intuibile. La Russia è contraria a una linea dura verso Teheran. Obama è orientato a non ritirare ancora l’offerta di dialogo già rivolta allo Stato degli ayatollah per indurlo a non dotarsi di bomba atomica. «È molto importante per la Comunità internazionale parlare con Paesi come l’Iran e la Corea del Nord per incoraggiarli a compiere passi che non portino alla proliferazione nucleare», ha detto il presidente Usa. All’Aquila i test atomici di Pyongyang sono stati condannati come «pericolo per la pace». «Per ora non ci sono le condizioni», aveva risposto Franco Frattini a chi gli domandava se dal G8 sarebbero state concordate azioni più decise contro l’Iran. «Troveremo la parola giusta, che sia di condanna o deplorazione », aveva aggiunto. Considerato che non si definiva illegittima la presidenza di Ahmadinejad, su richiesta della Francia per bilanciare il messaggio è stata riservata la condanna a un aspetto sul quale è arduo risparmiarsela: i membri del G8 «condannano le dichiarazioni» di Ahmadinejad «che negano l’Olocausto». Una novità da parte del G8, ma i suoi membri lo avevano già detto. 08 luglio 2009(ultima modifica: 09 luglio 2009) da corriere.it |