Titolo: Paolo Guzzanti, 68 anni, è alle prese con la sua nuova vita Inserito da: Admin - Febbraio 25, 2009, 10:14:59 am «Ho indagato sul Kgb. Per questo Berlusconi mi ha scaricato»
di Susanna Turco «Sì, alla Camera ho cambiato posto, ora sto in piccionaia, accanto alla porta che serve per andare in bagno. In quella zona nuotano strani pesci. Il mio vicino è La Malfa. Sono l'unico dei liberali, sì». Paolo Guzzanti, 68 anni, è alle prese con la sua nuova vita. La quinta, a occhio. L'ex pupillo di Scalfari ed ex ultrafan del Cavaliere adesso ha mollato Berlusconi in polemica con la sua gestione del potere e la sua amicizia con Putin. Si direbbe che l’unica cosa che gli interessi davvero sia la sua binaria ossessione: il premier russo e la Mitrokhin. Quando ne parla sembra di stare in un romanzo di Le Carrè. Quando ne esce, Guzzanti sprizza entusiasmo: prima sfegatava per il Cavaliere, ora per il Pli. Riesce pure a farlo sembrare un partito vivo. Lei ha lasciato Berlusconi criticando la sua «idea di democrazia». Scopre solo ora cosa pensa e vuole il Cav? «Nel ’94, raccolse le bandiere cadute di tanti partiti e disse: darò casa a tutti. Poi ha fatto il pieno e si è liberato di intellettuali e liberali. Ormai è la stagione di mignottocrazia e maggiordomocrazia». Ne era proprio innamorato. «Berlusconi è politicamente un traditore. Lo dico con pacatezza. Ha tradito l’ elettorato che voleva la rivoluzione liberale. Una rivoluzione che non ha nemmeno accennato». Cosa ha fatto, invece? «Ha consolidato un sistema di potere da hombre fuerte, plebiscitario, nel quale il Parlamento fa da lustrascarpe. Come Putin». Ci mancherebbe: Putin. «Putin ha riempito la Duma di siloviki,gli ex uomini delle forze armate. Berlusconi ha portato i suoi, di siloviki: avvocati, giardinieri. Ormai sembra di stare tra pecore, coi cani pastori che mandano sms, chiamano, urlano. “Oohh, si votaaa”». Insisto, era tutto già chiaro anni fa. «Vero, ma ora non c’è più neanche la speranza. C'è l'ordinaria amministrazione, il governo-board». Ho paura di chiederglielo. La Mitrokhin, la commissione d’inchiesta che presiedeva, è finita nel nulla. O no? «Nessuno lo sa perché nessuno ne ha parlato. Abbiamo finito nell'aprile 2006 nel completo silenzio. Solo sei mesi dopo è scattata la trappola russa: una valanga di merda, falsa». Non rifacciamo tutta la storia, vero? «Dovevo occuparmi di vecchie spie, son finito nel mirino di Mosca». Disse che il Kgb la voleva morto. «Ho avuto pressioni violentissime, minacce. C’era un dossier su di me». E Berlusconi? «M’ha pugnalato alla schiena. Pensava che la Mitrokhin gli portasse una lista di comunisti, il che non è stato. Poi si è reso conto che Putin era, ed è, il Kgb. E si è trovato a un bivio». Faccia indovinare: o lei o Putin? «Ha scelto Putin. Negli ultimi due anni è stato un massacro, tutti si chiedevano, ma che vuole Guzzanti, è ridicolo, perché insiste?». Già, perché? «Dicono che sono pazzo. Ma ne vado fiero. I russi hanno fatto in modo che la Mitrokhin fosse cancellata. Non s'è capito è che non eravamo noi uno strumento del Cavaliere, ma lui uno strumento di Putin». In definitiva è stato il primo ministro russo a farla fuori da Forza Italia? «Certo, Putin. Due ore dopo il mio intervento antirusso sulla Georgia, m’hanno tolto la scorta. Segnali». Non le pare di esagerare? «Sulla Mitrokhin è scoppiata la seconda guerra fredda». Parliamo del Pdl. «Io lo chiamo Frankenstein». Non funzionerà? «An e Fi sono come l'acqua e l'olio, non si mischieranno mai». E allora? «Tutto si regge sull'idea della staffetta. Prima Berlusconi, poi Fini». Col Cavaliere che va al Quirinale? «Esatto. Un’ipotesi che aborro». Il sistema col quale impone la linea al governo la persuade? «È aberrante. Non che l’altro sistema fosse produttivo, però. Il fatto è che l’Italia è in una crisi senza scampo. Ma non accadrà nulla». In che senso? «Nel Caimano si immaginava il golpe. Accade di peggio: il disfacimento è accompagnato dalla chitarra di Apicella. Non arrivano i paracadutisti, arriva il Grande Fratello». E Berlusconi non c'entra? «Si limita ad accompagnare il degrado. Anche perché lui culturalmente è zero. La cultura gli dà fastidio. Gli dissi: “Tu, il più grande editore italiano, hai tre tv che fanno schifo e hai imposto alla Rai di fare la tv commerciale, quindi di far schifo. Potresti fare almeno una tua Raitre”. Ma niente. E Bondi?». Bondi? «Da lui ministro mi aspettavo almeno una dichiarazione di principio. Il massimo che si può dire è che è un brav’uomo. Ma questa è gente da libreria a metraggio». Come la trattano i suoi ex colleghi? «Bene. Come uno che si può permettere il lusso di fare così». Quel pazzo di Guzzanti. «Ma c’è disagio. E prima o poi...». Dieci anni fa lei si diceva di sinistra. «In Italia non si può che essere riformisti o rivoluzionari. Non mi chiede del sogno nel cassetto?». Il suo sogno nel cassetto? «Rifondare la sinistra». Bum. Lei? Dal Pli? «Sto già parlando coi radicali». sturco@unita.it 24 febbraio 2009 da unita.it |