LA-U dell'OLIVO

Forum Pubblico => ARTE - Letteratura - Poesia - Teatro - Cinema e altre Muse. => Discussione aperta da: Admin - Gennaio 14, 2009, 05:45:36 pm



Titolo: Giancarlo De Cataldo Guardando Valzer con Bashir
Inserito da: Admin - Gennaio 14, 2009, 05:45:36 pm
Guardando Valzer con Bashir

di Giancarlo De Cataldo


Il giorno dopo il massacro del settembre 1982, il poeta e romanziere Jean Genet visitò il campo palestinese di Chatila e ne descrisse l'orrore in uno dei suoi testi più vibranti e politici, "Quattro ore a Chatila". Genet parlò di uno "sporco lavoro", di una "festa barbara" fatta di "rabbia, ebbrezza, morte, canti, bestemmie, lamenti, gemiti...".

La tragedia di Sabra e Chatila rivive, in questi giorni, grazie a "Valzer con Bashir", un film d'animazione che sta impressionando le platee di mezzo mondo. Il suo autore, Ari Folman, è un israeliano che ama il suo Paese, come è giusto che sia, e che si è battuto, al fronte, per il suo diritto all'esistenza, come è giusto che sia.

Ma Folman è anche una voce critica e fortemente consapevole. Il suo film era in lavorazione al tempo della guerra del Libano, nel 2006, ma a chi lo esortava a chiudere in fretta, rispondeva: "nessuna fretta, tanto ci sarà presto un'altra guerra". Folman appartiene a una razza che vive vita sempre più grama e precaria, di questi tempi: quella dei non-violenti. "Valzer con Bashir", anche se, in fondo, racconta la stessa "festa barbara", è molto diverso dal testo di Genet.

Genet scrisse "in quel momento mi sentii palestinese e presi a odiare Israele". Genet entra nella festa barbara, Folman se ne chiama fuori. Folman è di là dall'odio. E non solo perché è israeliano. Il suo film può essere accostato all"Arpa Birmana", storia di un ex-soldato che si fa monaco e raccoglie i corpi dei caduti. Di tutti i caduti, senza distinzioni. E' la via della comprensione e della tolleranza.

Certo, lavorare per la pace è maledettamente difficile quando da una parte ti sparano addosso i missili e ti negano il diritto di esistere, e dall'altra ti danno del terrorista se ti discosti di un passo dalle verità "embedded". Ma è l'unica via praticabile da chi non vuole unirsi alla "festa barbara".


13 gennaio 2009
da unita.it