LA-U dell'OLIVO

Forum Pubblico => PROTAGONISTI (news varie su loro). => Discussione aperta da: Admin - Dicembre 25, 2008, 09:45:18 am



Titolo: INTERVISTA A VLADIMIR LUXURIA
Inserito da: Admin - Dicembre 25, 2008, 09:45:18 am
«Mi sono decisa nel 2007: lo volevo come qualunque altra donna»

«Dal torace piatto a una terza piena: tra dolori atroci sono rinata donna»

Vladimir Luxuria racconta a Ok Salute l'intervento per la ricostruzione del seno

 
Prima di addormentarmi ho immaginato il mare. Poi sono caduta assopita, grazie all’anestesia, sul lettino del chirurgo. Sapevo che quando mi sarei svegliata avrei avuto quello che da tempo desideravo. Il seno, come qualsiasi donna di questo mondo. Dietro le palpebre chiuse immaginavo una distesa placida: più che una visione, un sussurro, una ninnananna. Ed ero tranquilla come mai.

A 42 anni, con una poltrona in Parlamento nelle file di Rifondazione comunista, oramai alle spalle le frenetiche stagioni delle discoteche, avevo raggiunto la stabilità psicologica necessaria per affrontare l’intervento: mi sarei sottoposta a una mastoplastica additiva. Un passo decisivo sulla strada che stavo percorrendo da una vita intera: riappropriarmi del genere a cui da sempre so di appartenere. Io lo chiamo un processo androginoide: sono nata uomo, ma dentro sono donna. Erano almeno cinque anni che ci pensavo. A bloccarmi, la paura per l’operazione e la consapevolezza che non sarebbe stato facile né immediato convivere con una parte del corpo nuova, appiccicata addosso.

È stata la mia amica Silvia, anche lei transgender, a convincermi. Il chirurgo che l’aveva operata, Maurizio Eleuteri, aveva fatto un buon lavoro e lei sfoggiava un seno invidiabile. Ho preso fiducia. Ho cominciato la trafila di visite e accertamenti dallo stesso specialista, con lui abbiamo deciso l’aspetto e la misura di quello che sarebbe stato il mio nuovo décolleté. Ho scelto una terza abbondante, che si armonizasse con il mio metro e 80 di statura. Di esagerare non mi andava proprio. Quel seno lo volevo per piacere di più a me stessa, non per attirare gli sguardi degli uomini su una quinta gonfia e statica.

Il dottore mi ha informata di tutti gli effetti collaterali possibili: che il silicone si indurisse e creasse l’effetto palloncino o che il corpo rigettasse le protesi. Ma ero decisa. Abbiamo optato per un tipo di silicone di ultima generazione, cosiddetto ruvido: si adattava meglio alla forma del mio petto, che per natura non era completamente piatto come spesso quello dei maschi. Non ho dovuto sottopormi ad alcuna cura ormonale.

I giorni precedenti all’operazione mi turbinavano in testa timori, domande, dubbi: mi riconoscerò? Riuscirò a indossare vestiti scollati o mi vergognerò? La notte potrò dormire a pancia in giù? Per l’intervento ho approfittato delle vacanze pasquali, era l’aprile del 2007. Quando mi sono guardata allo specchio, anche con addosso una fasciatura stretta, ho saputo subito una cosa: quel seno era come se l’avessi sempre avuto. Ho passato due notti in clinica, con dolori atroci perché la pelle sotto cui erano state inserite le protesi tirava per adattarsi alle nuove mammelle. Due cannule per il drenaggio sporgevano dalla medicazione e aiutavano il mio corpo a eliminare le secrezioni e il sangue. Il petto era gonfio, come spingesse, ma io mi sentivo molto femmina: si sa, le donne hanno una soglia di sopportazione del dolore molto più alta rispetto agli uomini.

Tornata a casa, ho tenuto per un mese un reggiseno ortopedico. Ma ci è voluto un anno perché il seno risultasse davvero naturale. Poi è arrivata L’Isola dei famosi: in Honduras mi sono messa a nudo, in ogni senso. Sapevo della morbosità che avrebbero suscitato le mie tette nuove di zecca, non solo sui compagni di avventura ma anche sugli spettatori. Ho evitato il topless ma mi sono sentita perfettamente a mio agio con il bikini, anche perché un pareo legato allo slip nascondeva i genitali. Lì l’operazione non l’ho fatta. E non ci penso. A dirla con una battuta, ciascuno deve accettare i propri difetti. E poi, con i 17 chili persi durante il programma, mi sento in forma, più femminile e soddisfatta che mai.

Vladimir Luxuria
(testo raccolto da Francesca Gambarini / Ok Salute)
24 dicembre 2008

da corriere.it


Titolo: INTERVISTA A VLADIMIR LUXURIA
Inserito da: Admin - Gennaio 26, 2009, 09:54:20 pm
26/1/2009 (7:22) - INTERVISTA A VLADIMIR LUXURIA

"La vera trasgressione non è il sesso ma l'amore"
 
Vladimir Luxuria: pronta per la convivenza
 
"Dopo l'Isola non ho più avuto uomini, mi sento pronta per la convivenza"

CLAUDIO SABELLI FIORETTI


Per la maggior parte degli italiani è l'immagine stessa della trasgressione. Un uomo in corpo di donna. Già il nome che si è scelta, Luxuria, ci porta lontano. Quando si chiamava Vladimiro Guadagno era un giovane chierichetto di Foggia e faceva sesso con altri chierichetti. Poi ha assaggiato i viali della prostituzione. Si è improvvisata, con successo, impresaria teatrale. Ha preso la laurea con 110 e lode. E’ stata eletta deputata con Rifondazione. E’ andata all’Isola dei famosi ed ha vinto, portando la tematica dei transgender nelle tranquille case borghesi all'ora di cena. Trasgressiva? Almeno insolita. Nell’eventualità, preferisce definirsi «trasgressiva tradizionalista». Dice: «Io non sono trasgressiva in quanto trans. Lo sarei se, pur sentendo questo richiamo della foresta, voltassi le spalle alla mia naturale interiorità femminile. Ma io mi sento una persona assolutamente naturale».

E le serate che organizzavi al Muccassassina erano trasgressive?
«Muccassassina era trasgressiva all’una e mezza, quando interrompevamo le danze e cominciavamo a parlare di temi sociali».

E tradizionalista?
«Sono molto legata alle tradizioni. Sono local. A Cracovia mi piaceva mangiare il borsch non gli spaghetti. Alla Camera mi sono battuta per la nostra eredità culturale. Mi piace la musica etnica. Il Natale lo passo con mio padre e mia madre».

Tua madre ti picchiava a sangue.
«Ha avuto una vita molto difficile. A 18 anni rimase incinta di me, si sposò e i suoi genitori non le dettero alcun aiuto perché era la vergogna della città. Un po’ di frustrazioni le sfogò in un rapporto manesco nei miei confronti. Ma non ho risentimenti. Oggi andiamo d'accordo».

Perché ti picchiava?
«Una volta perché avevo rotto le uova appena comprate».

Il papà, vecchio fascista, Forza Italia. La tua scelta politica l’ha costretto a votare Bertinotti. Ma adesso?
«Tornerà tranquillamente a votare per Berlusconi».

Hai detto: non c’è un solo istante della mia vita in cui mi sia sentita un maschio.
«Mi vestivo da spagnola e non da sceriffo, preferivo le bambole ai soldatini… Io mi sono accorta di non essere maschio prima di accorgermi che mi piacevano i maschietti».

E il sesso? Ho letto: a sette anni…
«Cose da bambini».

La prima volta?
«Ho cominciato a capire che ero attratta dai maschietti verso i dieci anni. Sai quando si faceva a lotta? Godevo quando mi buttavano a terra, mi piaceva farmi sconfiggere, rimanere bloccata, con loro sopra di me che mi tenevano le mani. Questo strofinamento dei corpi mi dava un forte piacere».

Ma sesso serio?
«Con un ragazzo delle mia età, chierichetto come me, in sacrestia. Poi con uno un po’ pedofilo. L’episodio mi segnò in maniera brutta. Mi ripromisi di non farlo più. A distogliermi da questa specie di voto furono due compagni di terza media, in gita. Nella camera d’albergo si fecero vedere nudi e mi invitarono a un ménage a tre. Io partecipai e poi loro mi ricattarono. Nella cultura mediterranea, con un retaggio anche un po’ saraceno, è considerata biasimevole l’omosessualità passiva e non quella attiva».

Come lo spieghi?
«Misoginia, machismo. L’uomo passivo ha il ruolo minore, quello femminile. Uno dei termini con i quali mi dileggiavano era proprio mezza-femmina».

A Foggia non deve essere stato facile.
«A Foggia eravamo dei clandestini, dei massoni. Ognuno col suo soprannome, la sfossata, la minorenne, tutti un po’ nascosti. La mia liberazione è stata a Milano. Scoprii che c'erano locali dove i gay si divertivano, ballavano tra di loro, la Nuova Idea, la balera con l’orchestrina, tipo Casadei, dove suonavano mazurke e cose del genere».

Ma alla fine andasti a Roma.
«Per l’università. La mia vita è stata tante cose. L’università, lo spettacolo, la militanza politica…».

… la prostituzione…
«Certo, la prostituzione».

L’hai rivendicata con orgoglio.
«Mi sono limitata a togliere a qualche giornalista la soddisfazione di fare scoop».

… la droga...
«Se qualcuno mi mettesse qui davanti una striscia di coca ci soffierei sopra».

Pentita?
«Io non mi pento mai di niente».

Quando hai smesso?
«L’ultima canna tre anni fa. L'ultima coca sei anni fa».

L’amore?
«E’ la mia nuova sfida. Mi sono stufata di andare a letto con uomini ai quali non so più che cosa dire, che non vedo l’ora che se ne vadano».

E’ stata l’Isola dei famosi?
«Dopo l’Isola dei famosi non ho più avuto stimoli sessuali, né voglia di andare a letto con nessuno. Le persone con cui prima avevo rapporti sessuali ogni tanto mi telefonano ma io dico di no. Quando per strada vedo un ragazzo bellissimo non mi viene voglia di fare sesso. Voglio provare l’esperienza della convivenza, del rapporto lungo. Sono pronta per il grande amore. Non l’ho mai provato».

Ma Enrico Lo Verso, l’attore?
«Fu una infatuazione. Recitammo insieme in “Come mi vuoi”, con la Bellucci e Cassel. Ho rispettato il fatto che lui avesse una compagna. Ho rinunciato all’amore ed è nata una profonda amicizia».

Sei anche diventata buddista.
«C’è del buono in ogni religione. Ma Dio ha avuto dei pessimi rappresentanti sulla Terra».

Facevi il chierichetto…
«Ho anche insegnato catechismo. Quando ho preso coscienza del mio essere transgender ne ho parlato con il parroco. Mi sono sentita dire che ero nel peccato, che era una cosa sporca, che non potevo continuare a fare il chierichetto, tantomeno insegnare catechismo. Con i cattolici è così. Se vivi la tua omosessualità di nascosto non ci sono problemi. Ma se parli…».

Come lo spieghi?
«La Chiesa sguazza nel senso di colpa. Ci ha costruito un impero sopra».

Hai mai avuto storie con preti?
«Non riesco ad andare con un prete. Non mi eccita».

Quando hai cominciato a fare politica?
«A Foggia, a una festa dell'Unità».

Perché a sinistra?
«Perché ascoltavano senza morbosità o sguardi di disgusto. Se uno ha fame e freddo, va dove trova cibo e caldo».

Non che la sinistra abbia la coscienza a posto per quanto riguarda la questione omosessuale…
«Se mi parli di Stalin o di Fidel Castro è chiaro che riscontriamo una forte omofobia. Però Lenin ha depenalizzato l’omosessualità mentre nella liberal Inghilterra era ancora reato penale».

In Italia il comunista Marco Rizzo è stato uno dei più violenti contro la tua candidatura.
«Marco Rizzo disse che i comunisti avevano bisogno di candidare operaie e non trans. E quando la sinistra ha perso ha detto che la colpa era di chi s’era occupato più di froci che di zingari».

Con i fascisti non hai cattivi rapporti…
«Non posso avere un buon rapporto con chi inneggia al duce. Ma non rifiuto il dialogo».

Fini diceva che un maestro non può essere gay…
«Mi aspetto ancora la smentita che non ha mai dato. Però non posso chiamare “fascisti” Fini, Gasparri o La Russa. Fascista è chi si comporta da fascista. Mi sembra più fascista chi dice, in tanti cortei della sinistra, “morte agli ebrei” per reagire alla strage dei palestinesi».

Una volta avevi un amante che ascoltava i discorsi di Mussolini.
«Era un cliente. Alla fine di ogni rapporto metteva la cassetta con i discorsi di Mussolini. Io gli dissi: “Guarda che Mussolini a quelli come noi li mandava al confino”».

Mario Giordano, direttore del «Giornale», ti ha definito «un relitto da reality».
«Paradossalmente l’Isola mi ha dato ancora più credibilità politica».

Liberazione ti ha appoggiato.
«Sansonetti ha riconosciuto l’importanza del fatto che quando la famiglia sta a tavola e accende la televisione e vede l’Isola dei famosi, si pone il problema di che cosa voglia dire “trans- gender”. Ma apriti cielo. Questa cosa è servita a Ferrero come pretesto per cacciare un direttore che non sarebbe mai stato il servo del padrone».

Alessandra Mussolini: ogni tanto ci litighi. Ma una volta la consideravi la sinistra della destra.
«In un'intervista aveva dichiarato che era favorevole alle unioni civili e anche alle adozioni da parte dei gay. Quando le ricordai questa cosa in una puntata di Porta a Porta si innervosì molto».
E disse: «Meglio fascisti che froci».
«Ma io sono sicura che recitasse per fini politici. Lei non è omofoba. Alla prima occasione pubblica sono sicura che ci chiariremo e mi chiederà scusa».

Perché hai litigato con Helena Velena? E' transgender come te…
«Quando mi sono candidata mi ha definito la Lecciso della sinistra. Non perde occasione per insultare me, Sansonetti, Bertinotti, tutti quanti. Un atteggiamento violento che mette in secondo piano la sua intelligenza».

Anche con Platinette…
«Ragazzi, non è che perché siamo trans abbiamo tutti la stessa mente. Con Eva Robin’s vado molto d'accordo, con Marcella Di Folco, presidente del movimento di identità transessuale, anche. Con Platinette no. Tu vai d’accordo con tutti gli eterosessuali?».

Una volta scrivevi sull'Unità. Poi arrivò Furio Colombo…
«Diciamo che quando Furio Colombo diventò direttore dell'Unità contemporaneamente non mi è stata data più la possibilità di scrivere».

Hai dei sospetti?
«Ho delle certezze».

Francesco Rutelli veniva alla Muccassassina…
«A farsi pubblicità, a prendere voti…».

Poi ha tolto il patrocinio al Gay Pride…
«E ha messo il bastone tra le ruote ai Dico. Meglio avere un nemico chiaro che un amico ambiguo. Rutelli mi ha molto delusa».

La Gardini fu più violenta… Quando ti incontrò nel bagno delle donne della Camera disse che se volevi entrare dovevi tagliartelo…
«Non lo disse. Lo urlò. Ci teneva molto che questa frase cretina la sentissero tutti i giornalisti del Transatlantico».

Per te è indifferente andare nel bagno degli uomini o in quello delle donne?
«Se trovo il bagno delle donne occupato vado in quello degli uomini. Ma quando posso scegliere preferisco andare in quello delle donne. Passo più inosservata. Faccio più scandalo se vado in quello degli uomini».

C'è qualcuno che ti piace a destra?
«Fini è interessante. Casini anche. Ha sempre voluto un rapporto diretto con me. Su certe questioni che non aveva capito bene, scendeva dai banchi dell’Udc, attraversava l’aula e veniva a farmi domande. Ho parlato sicuramente di più con il segretario dell’Udc che non con Fassino».

Altri?
«Mi piaceva Daniela Santanchè. Ma adesso sta sempre a parlare di Dio, patria, famiglia… recita malissimo un ruolo che non le compete. Poi vive nel lusso e spara contro il lusso…».

Criticava come ti vestivi.
«All’inizio tutti pensavano che sarei andata alla Camera conciata in maniera un po’ provocatoria. Ma il teatro mi ha insegnato che si ha un bell’effetto quando deludi le aspettative. E quindi mi vestivo in maniera sobria. Lei disse che vestivo da suora».

La Santanchè «porta il tacco altezzoso», hai detto.
«Porta i tacchi altissimi ed è altezzosa… E poi ha fatto un corso di accavallamento delle gambe».

In Parlamento chi è stato il più galante?
«Il ministro Filippo Mancuso. Me lo presentò Franco Grillini, il presidente dell'Arcigay. Mancuso mi scambiò per una donna. Mi baciò la mano facendomi tanti complimenti. Disse: "Che piacere conoscere questa bella signora. Come si chiama?"».

E tu?
«Che dovevo fare? Gli dissi: “Mi chiamo Vladimir Luxuria”. Lui si girò verso Grillini e disse: “Ma è straniera la signora?”. E Grillini: “Non è straniera. E’ trans”. Mancuso salutò, si girò e scappò via».

Non sono stati tutti così imbranati, spero.
«La Russa mi regalò un’orchidea».

La regalò a tutte le donne...
«Appunto. Il gesto ha contribuito a scongelarmi».

Qualcuno ti ha fatto il filo?
«Inviti a cena ci sono stati. Qualcuno mi ha anche fatto capire che sarebbe venuto volentieri a letto con me».

Anche Cossiga è stato cortese.
«Nel vano sotto lo scranno ho trovato una fotografia grande di Cossiga autografata. La dedica diceva: “Sei una delle persone più degne di stare qui dentro”».

Alla fine l'esperienza di Montecitorio è stata positiva?
«Mi ha insegnato che i politici sono molto più ambigui di me».

L'esperienza più negativa?
«Una volta fui definita da una leghista di Padova “scherzo della natura”».

Parliamo di Rifondazione.
«E’ un sito archeologico dove qualcuno vuole regnare su un mucchio di macerie. Siamo ad un’ulteriore scissione».

Tu da che parte stai?
«Ho già detto addio a Rifondazione. Ho ringraziato Liberazione, ma non mi riconosco in questo nuovo corso omofobo. Gente come Fagioli che dice che l'unica unione possibile è quella tra un uomo e una donna. Invece io dico che l'unica unione possibile è quella tra bocca e cervello. Che a Fagioli manca».

La crisi della sinistra…
«Ci sarà un grosso terremoto quando verrà fuori il fallimento totale di Walter Veltroni e arriveranno le sue dimissioni, spero prima possibile».

Ma il Pd…
«Una creatura transgenica».

Tu sei favorevole al matrimonio gay?
«Io sono per la libera scelta. Approvare una legge che permette il matrimonio omosessuale non vuol dire obbligare i gay a sposarsi. Io non mi sposerei mai. Però combatto perché altri possano farlo».

All'Isola dei famosi tuo padre ti ha salutato: «Ciao bello!».
«Se avesse detto "ciao brutta!" sarebbe stato peggio».

L'Isola dei famosi è una trasmissione sadica?
«Meglio il sadismo guardando l'Isola o il masochismo guardando Emilio Fede?».

Da giovane hai avuto anche una storia con una donna.
«Mi sono voluta mettere in gioco. Per provare. Per capire se era un mio blocco. Provai con Sara. Ma quando le toccavo il seno…».

Che cosa succedeva quando le toccavi il seno?
«Pensavo: "Che bello, voglio averlo anche io"».

E adesso ce l'hai. Te lo sei fatto. Ex novo.
«Tutte le trans si fanno delle operazioni di riadattamento di genere. Io mi riconosco nel genere femminile, voglio sentirmi più donna».

Costo?
«Seno e naso, 10 mila euro. Soldi miei, non della Camera come qualcuno ha detto».

Ti hanno mai chiesto di recitare nuda? Di fare calendari sexy?
«Qualche fotografo mi ha chiesto di far vedere il seno ma ho sempre rifiutato. Nessuna nudità, anche prima di fare la parlamentare».

Gioco della torre. Binetti o Buttiglione?
«La Binetti sta nel Pd, ci crea troppi problemi. Ha detto che l'omosessualità è una devianza».

Bisognerebbe cacciarla?
«Bisognerebbe raccomandarla a Casini. Che se la prenda nell'Udc».

Mara Carfagna o…
«La Carfagna non è una persona alla quale interessano molto le nostre vite. Per lei Pari Opportunità vuol dire l'opportunità sua di diventare ministro».

Veltroni o Berlusconi?
«Butto Veltroni. Ha distrutto Rifondazione e tutta la sinistra. Si è preso l'Italia dei Valori con cui sono praticamente separati in casa. Ha costruito questo Pd assurdo e l'ha fatto naufragare. Ha perso anche il sindaco a Roma. Che vuoi di più?».

Veltroni dice che lui ha vinto.
«Qualcuno vada a svegliarlo».

E invece D'Alema…
«Lo stimo molto. Mi piace quello che dice. Mi piace il suo coraggio. Aspetto solo che Veltroni si tolga di mezzo».

Berlusconi ti piace?
«Come presidente del Milan mi piace moltissimo, come presidente di Mediaset molto. Come presidente del Consiglio per niente».

Come uomo?
«Meno che meno».

Casini o Mastella?
«Mastella è inaffidabile. Troppo trans».

da lastampa.it