Titolo: MARIA GIULIA MINETTI Buon compleanno Viagra Inserito da: Admin - Dicembre 23, 2008, 11:40:00 am 23/12/2008 - LA STORIA
Buon compleanno Viagra MARIA GIULIA MINETTI Tra le controindicazioni del Viagra, che in questi giorni celebra il decimo anniversario, la peggiore è senza dubbio la definizione scientifica. «Farmaco contro la disfunzione erettile» s’ostinano a definirlo i medici di base (e vada, è gente abituata a dire pane al pane, nonostante il linguaggio cifrato), ma anche i sessuologi, per esempio il professor Emmanuele A. Jannini dell’Università dell’Aquila, che pure vuole essere incoraggiante, non evita la trappola. «Il numero delle scatole di Viagra vendute non è certo un indicatore della maggiore o minore frequenza della disfunzione erettile, condizione che non conosce limiti geografici quanto dell’atteggiamento positivo nei confronti del sesso». Questo di recente ha dichiarato a un giornale, commentando il terzo posto italiano e il primo posto laziale nella classifica dei maggiori consumatori di Viagra. Traduzione: non è vero che in Italia e nel Lazio c’è un sacco di gente che non riesce ad avere un’erezione (non è un modo più simpatico di dirlo? La disfunzione erettile non vi fa venire in mente l’aspide di Cleopatra, e la conseguente paura del medesimo, qualora tiri su la testa?), dicevamo: non è vero, secondo il professor Jannini, che qui da noi i maschi sono più in difficoltà che altrove, è che qui non si rassegnano. È positivo, non rassegnarsi? Nel caso dei vecchietti, o vecchiotti, o anziani, per usare la parola politically correct, più impuniti il dibattito è apertissimo. S’applica al percorso chirurgia plastica, impianto di denti, trapianto di capelli, beauty farm, peeling così tenacemente battuto dal nostro presidente del Consiglio e tanto sarcasticamente combattuto dai suoi critici. Traguardo del percorso - anzi, premio di tappa - il Viagra, naturalmente. Ora, ci si domanda, quale sarà l’entusiasmo delle ragazze trofeo, le compagne della funzionalità erettile - scusate l’espressione - ritrovata? Il dibattito ricomincia da qui, e non è un dibattito da poco (sì, direte, ma perché pensar male? E alle vecchie coppie, ai coniugi usurati e tristi che d’improvviso vedono riaccendersi la fiamma, drizzarsi il desiderio, ergersi il piacere, ci avete pensato? No, santo cielo, non ci vogliamo pensare. Che Dio benedica la loro privacy!). Quanto al resto del Viagra, mi vengono in mente pensieri sparsi: che magari il protagonista di «Erostrato», quel racconto di Sartre dove un tale si porta in camera una prostituta, la guarda e riguarda nuda ma non riesce a eccitarsi, e allora va giù in strada e spara forsennatamente sulla folla, magari quel tizio, col Viagra, non avrebbe fatto una strage. Avrebbe recuperato un «atteggiamento positivo» nei confronti del sesso, chissà. E magari Alfred Jarry non si sarebbe messo in testa che l’Indiano di Teofrasto - uno che, secondo Rabelais, «lo faceva in un giorno settanta volte e più» - andasse ad alcol (provò a dimostrarlo, ci lasciò le penne. Il Viagra l’avrebbe salvato). Infine: il Viagra non ci ha ancora dato un testo letterario degno delle sue possibilità. Finché non accadrà, resterà soltanto una novità farmacologica un po’ invecchiata, tenuta in scacco dai sonniferi e dagli ansiolitici. da lastampa.it |