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Forum Pubblico => ITALIA VALORI e DISVALORI => Discussione aperta da: Admin - Dicembre 04, 2008, 09:47:02 am



Titolo: La Procura: per i politici nessuna immunità.
Inserito da: Admin - Dicembre 04, 2008, 09:47:02 am
La manutenzione delle strade di Napoli non fu assegnata per mancanza di fondi

La Procura: per i politici nessuna immunità.

Verifiche sui rapporti fra Romeo e 3 deputati

I pm indagano su un accordo per l'appalto da 400 milioni

di DARIO DEL PORTO


NAPOLI - Un appalto da 400 milioni in 9 anni congegnato in modo da poter essere attribuito a un solo imprenditore: per affidare in "global service" al gruppo guidato da Alfredo Romeo la manutenzione delle strade di Napoli, ipotizza la Procura di Napoli, era stato raggiunto un accordo fra esponenti di schieramenti politici contrapposti. La strada amministrativa dell'operazione passava per il Provveditorato alle opere pubbliche di Campania e Molise, all'epoca dei fatti guidato da Mario Mautone.

Ecco dunque il cuore dell'inchiesta che allarmava l'ex assessore Giorgio Nugnes, morto suicida sabato scorso, e che potrebbe scatenare un terremoto nei palazzi del potere napoletano. Nelle intercettazioni o nelle pagine dell'indagine compaiono a vario titolo i nomi di almeno tre parlamentari, assessori o ex assessori della giunta Iervolino, uomini delle forze dell'ordine e della magistratura. Posizioni che gli inquirenti hanno vagliato e vagliano con l'obiettivo di separare le condotte potenzialmente illecite da riferimenti indiretti o non sanzionabili penalmente.

Romeo era intercettato nell'ambito del fascicolo-madre dell'indagine, aperto a Santa Maria Capua Vetere e poi trasmesso a Napoli. Verifiche sono state disposte su interessi imprenditoriali comuni fra l'imprenditore e il deputato di An Italo Bocchino, che ha manifestato agli inquirenti massima disponibilità a chiarire questo ed eventuali altri aspetti, e sui rapporti tra Nugnes e l'esponente del Pd Renzo Lusetti, legato all'ex assessore da una lunga amicizia. Nella qualità di provveditore, Mautone aveva intrecciato diverse relazioni istituzionali, anche con il senatore dipietrista Nello Formisano, fino a quando proprio l'allora ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, appena avuto sentore di possibili attività poco trasparenti, lo trasferì chiedendo anche al figlio Cristiano, consigliere provinciale del Molise, di interrompere qualsiasi contatto.

Nella giunta Iervolino hanno lavorato negli anni alla delibera sul "global service", rimasta poi al palo per mancanza di fondi, anche gli assessori Ferdinando Di Mezza e Felice Laudadio ed entrambi, in questi giorni, hanno definito doverosa l'attenzione dei pm. L'ex assessore alla Legalità Giuseppe Gambale ha respinto annunciando querele le voci di stampa su un suo presunto coinvolgimento nell'inchiesta mentre Enrico Cardillo, dimessosi da responsabile del Bilancio il giorno prima del suicidio di Nugnes, ha sempre smentito un collegamento fra la scelta e le indagini.

Ieri intanto il procuratore Giandomenico Lepore ha difeso il lavoro dei sostituti (indagano i pm Vincenzo D'Onofrio, Pierpaolo Filippelli e Raffaello Falcone, coordinati dal procuratore aggiunto Franco Roberti) mettendo in guardia sui veleni di questi giorni: "Siamo noi magistrati i primi ad essere danneggiati dalle fughe di notizie. I corvi? Intorno alla Procura ne volano in tanti". Quindi ha aggiunto: "Sui politici non può esserci alcuna immunità. Se commettono un reato, vanno perseguiti".

(4 dicembre 2008)
da repubblica.it


Titolo: Fondiaria-Sai, Domenici: non mi sono incatenato per protesta contro il Pd
Inserito da: Admin - Dicembre 08, 2008, 10:07:49 am
Fondiaria-Sai, Domenici: non mi sono incatenato per protesta contro il Pd
 
 

FIRENZE (7 dicembre) - Non l'ha fatto per protestare contro il Pd, né contro tutti i giornalisti di Repubblica e dell'Espresso. Il sindaco di Firenze Leonardo Domenici spiega che ieri si è incatenato davanti alla sede del quotidiano La Repubblica in segno di protesta per come è stata trattata la vicenda politica innestata dall'inchiesta giudiziaria Fondiaria-Sai.  Domenici, infine, conferma di aver pensato alla protesta con uno «slancio emotivo dentro una valutazione e un calcolo razionale» e di averlo fatto «anche contro il mio carattere», ma continua a difendere la correttezza della sua Amministrazione.

Il sindaco spera di aver sollevato il problema di «un corto circuito politico-mediatico-giudiziario». Poi a Berlusconi che ieri aveva detto "io mi sarei dovuto incatenare tutti i giorni", Domenici risponde che «al presidente del Consiglio piace fare le battute ma questa è sbagliata: io non ho protestato contro la magistratura, altrimenti mi sarei incatenato davanti al Csm. Anzi dopo ho ringraziato il procuratore che mi ha ascoltato».

Intanto l'esecutivo del Pd fiorentino e il gruppo del consiglio comunale è in riunione a Palazzo Vecchio per cercare di dare una soluzione sulle primarie di partito e per cercare di tenere insieme, fino alla scadenza naturale, la maggioranza che governa la città. Il Pd sembra andare sempre di più verso una soluzione che azzeri i quattro candidati alle primarie: Graziano Cioni, Daniela Lastri, Lapo Pistelli e Matteo Renzi (rpt Matteo Renzi).
 

da ilmessaggero.it