Titolo: Berlusconi: Noi baluardo di libertà. 21/11/2008 (16:49) non cambia dal '94... Inserito da: Admin - Novembre 21, 2008, 10:52:40 pm 21/11/2008 (16:49) - IL CASO
Forza Italia addio, confluirà nel Pdl Berlusconi: "Noi baluardo di libertà" Via libera del consiglio nazionale. Il premier: non cambia nulla dal '94 An frena: parla da capo degli azzurri ROMA Parla lo stretto indispensabile, Silvio Berlusconi, ma quello che dice è inequivoco: anche di fronte alla nascita del Pdl, Forza Italia resta nel Paese «il baluardo di democrazia e libertà». E soprattutto: «Andremo avanti fino in fondo, ma non cambia nulla di quello che siamo stati negli ultimi 14 anni». Insomma, il Cavaliere traccia la rotta, parla al popolo azzurro, sottolinea l’assolutà continuità FI-Pdl e non nomina mai gli alleati aennini. Il Consiglio nazionale di Forza Italia, riunito all’Auditorium alla Conciliazione di Roma, ha approvato per acclamazione la mozione unica che sancisce l’ingresso del partito nel Popolo della libertà. Il documento conferisce al consiglio nazionale, fino al 31 dicembre 2009, il potere di definire ed indirizzare la politica di Forza Italia. Il consiglio nazionale con l’approvazione del documento dice sì al percorso politico «di cui Fi sarà protagonista» di costruzione del Pdl ed «affida a Berlusconi pieno mandato per le scelte e gli adempimenti in vista del congresso». Ignazio La Russa prende "sportivamente" le parole del premier e si limita a commentare: «Bene ha fatto Berlusconi in questa fase a parlare da capo di Forza Italia. Dobbiamo costruire un partito del 40% senza perdere neanche un briciolo delle nostre identità, di An come di Forza Italia». Berlusconi riceve un accoglienza calorosissima dai delegati azzurri. Sale sul palco e confessa tutta la propria commozione. Poi rispolvera il discorso della discesa in campo, datato gennaio 1994. lo legge per intero, come a rendere evidente la continuità dell’esperienza politica nata con la Seconda Repubblica e culminata con l’annuncio in piazza San Babila. «Oggi - dice appena sfuma l’ormai notissima "Meno male che Silvio c’è" - compiamo un passo avanti nella nostra battaglia di libertà». Ad ascoltarlo in platea non c’è La Russa, c’era stamane e per scusarsi dell’assenza chiama direttamente il premier. Berlusconi intanto continua il suo brevissimo intervento (meno di un quarto d’ora) sempre puntando dritto al cuore del popolo azzurro. «Credo - scandisce - che la battaglia per l’avventura di libertà che abbiamo iniziato 14 anni fa debba avere il coraggio di fare questo passo. Credo che i programmi che nel ’94 ci hanno portato fin qua dimostrano che quello che volevamo allora non abbia bisogno di alcun cambiamento. Non c’è da cambiare nessuna parola, quello che volevamo conseguire è stato conseguito. In 14 anni abbiamo dato al Paese qualcosa di indispensabile, Forza Italia è stata è e sarà il vero baluardo della libertà e della democrazia in questo paese». Lo conferma anche la mozione approvata dal Consiglio nazionale per acclamazione: «La storia di Forza Italia, i suoi obiettivi, le sue ragioni, la sua struttura organizzativa sul territorio si devono ritrovare nel nuovo progetto politico del Pdl, destinato a segnare per decenni la vita politica del paese, garantendo all’Italia benessere, libertà e riforme». Berlusconi ha il pieno mandato del partito per fare «le scelte e gli adempimenti» necessari in vista del congresso di marzo. La strada verso il nuovo soggetto insomma sembra segnata: nei due weekend prima di Natale, annuncia Denis Verdini, verranno allestiti in tutta Italia 10mila gazebo per l’elezione dei delegati al primo congresso del Pdl. «Dire che non ci sono problemi sarebbe da bugiardi», ammette il coordinatore di Fi, «ma bisogna andare avanti» perché la strada del Pdl «ci è stata ordinata dagli elettori e in politica non si può disattendere l’indicazione degli elettori: le nostalgie non servono, occorre determinazione». da lastampa.it Titolo: Bossi, io non avrei fatto il partito unico Inserito da: Admin - Novembre 21, 2008, 10:54:26 pm 2008-11-21 21:43
Bossi, io non avrei fatto il partito unico MONTICELLO BRIANZA (LECCO) - "Se fossi stato Berlusconi, io mi sarei tenuto il mio partito e non avrei cercato di riunire tutto. Perché se si mettono insieme due partiti in politica uno più uno non sempre fa due, e i voti rischiano di diminuire anziché crescere". Lo ha detto il leader della Lega Umberto Bossi, parlando dell'unificazione di Forza Italia ed An nel Pdl. L'occasione per parlare dell'argomento gliel'ha data, a margine di un comizio, Roberto Castelli che ha riferito delle preoccupazioni di alcuni esponenti di Forza Italia sul fatto che la Lega guadagni voti. Bossi lo ha subito interrotto: "Non parliamo di queste cose, non ho voglia di litigare con Berlusconi. Però se fossi stato Berlusconi mi sarei tenuto il mio partito. Comunque non ci sono problemi perché, se dall'unione di Forza Italia e An ci fosse una fuoriuscita di voti, ci siamo noi della Lega che recuperiamo quei voti lì, così non vanno alla sinistra". da ansa.it Titolo: Quirinale, Silvio Berlusconi offre una rosa (di nomi) rossa (del Pd) a Bersani.. Inserito da: Admin - Aprile 14, 2013, 07:41:16 pm Quirinale, Silvio Berlusconi offre una rosa (di nomi) rossa (del Pd) a Bersani pur di evitare Romano Prodi
Pubblicato: 12/04/2013 21:35 CEST | Aggiornato: 12/04/2013 21:40 CEST “C’è bisogno di un governo subito, solido e duraturo. Questa crisi recessiva sta diventando troppo grande”. Per Silvio Berlusconi il nesso tra la grande trattativa sul Quirinale e la formazione del nuovo governo è inscindibile. Almeno per ora. Per questo, appena entra all’Hotel Palace di Bari, consegna ai cronisti una dichiarazione asciutta, ma ferma sul punto: la crisi morde, i “licenziamenti” aumentano, serve un governo. Politico. Altrimenti, si vota. La posizione non è nuova. Anzi, è dalla sera delle elezioni che il Cavaliere la ripete come un mantra. La novità è che l’ex premier la mantiene ferma anche rispetto alle pressioni del suo partito, dove avanza il fronte del “governo di scopo”. Già, perché a questo punto, è il ragionamento delle colombe, a partire da Alfano, è che per facilitare la trattativa sul Quirinale, va sminata dalla questione governo. Va cioè portata avanti in due tempi, prima il Colle, poi l’esecutivo: “E’ chiaro poi – dice un azzurro di rango – che la maggioranza sul Quirinale possa essere l’embrione di un nuovo governo”. La mediazione, per l’ala ipertrattativista del Pdl, è quel governo di scopo che rappresenta lo strappo possibile per la parte non bersaniana del Pd, a partire da Massimo D’Alema. Troppo presto per aprire, dice il Cavaliere. Che nei panni del falco dei falchi sta seguendo uno schema diverso: manda segnali, sonda il terreno, fa trapelare dei nomi per valutare l’effetto che fa, usa i moderati per mandare messaggi ai moderati, i falchi, gli amici, i pontieri, la piazza, il palazzo, per tirare le somme solo al momento giusto: “Ogni cosa a suo tempo”, ripetono nell’inner circle. Perché la verità è che Berlusconi non si fida né di Bersani né degli ambasciatori del Pd. E non ha intenzione di mollare sul governo: “Pensa – dice un ex ministro - che Bersani abbia proposto un nome condiviso, ma in verità non ha rinunciato a Romano Prodi e all’idea di farsi dare un incarico”. Ed è in quest’ottica che il Cavaliere ha offerto a Repubblica la sua rosa (di nomi) rossa (ovvero del Pd), nel senso che ha sdoganato l’idea di un ex comunista Quirinale, col suo consenso. Trapelano i nomi di Massimo D'Alema, Luciano Violante, Anna Finocchiaro. Perché se Parigi val bene una messa, le larghe intese valgono un “comunista” al Colle: “Un’ipotesi di questo tipo - dice un azzurro di rango - fa cadere quella di Bersani a palazzo Chigi”. Tattiche, in cui è sul tavolo ancora ogni scenario possibile. E che si misurano sul silenziatore messo al risultato dell’iniziativa dei saggi. Quel che pensa Berlusconi si capisce dalle parole dei falchi alla Brunetta. Che verga un fiume di comunicati per dire che i documenti non solo valgono come carta straccia per il Pdl che continuerà, eccome, a portare avanti i suoi programmi. Ma pure il contenuto è assai opinabile. Anzi, da non condividerne una virgola: morbido sull’Europa, assente la questione delle tasse, timido sulla giustizia, ovvio sulle riforme istituzionali. Giusto per non fare una scortesia a Giorgio Napolitano, grande artefice dell’iniziativa, i big del Pdl non mettono nero su bianco quello che pensano per davvero. Alla fine, più del merito, prevale il messaggio politico con il mite Alfano che scrive una lunghissima nota per dimostrare come il lavoro dei saggi dimostra che la collaborazione è possibile. E che quindi per le larghe intese basta la volontà, non serve un miracolo. Chissà. Raccontano che Silvio Berlusconi pensi invece che la collaborazione sia difficile, e che, ancora una volta, userà la piazza per un discorso dal sapore elettorale: “O governo o voto”. Perché, se proprio le due cose si devono separare – governo e Quirinale – è ovvio che il Pdl cercherà il male minore per il Colle, e non per costruire un governo di scopo il minuto dopo, ma per chiedere, subito, il ritorno al voto. DA - http://www.huffingtonpost.it/2013/04/12/quirinale-silvio-berlusconi_n_3071587.html?utm_hp_ref=italy Titolo: Berlusconi: "Mezzo milione di migranti in Italia per delinquere. Inserito da: Arlecchino - Gennaio 17, 2018, 12:20:25 pm Berlusconi: "Mezzo milione di migranti in Italia per delinquere.
Recupereremo 40 miliardi dall'evasione “ L'ex Cavaliere ha attaccato i Cinque Stelle: "Più pericolosi dei comunisti del '94, con loro andrebbe al potere la magistratura militante. Andate a votare, non consegniamo l'Italia a chi odia i ricchi" 14 gennaio 2018 ROMA - "I Cinque Stelle sono più pericolosi dei comunisti del '94". Silvio Berlusconi, senza mezzi termini. Descrive quella che, secondo lui, è l'urgenza della sua nuova discesa in campo per le elezioni politiche di marzo: "Più di vent'anni fa mi opposi alla vittoria del partito comunista. Grazie alla creazione di Forza Italia riuscimmo ad evitare questo gravissimo pericolo. Oggi in campo c'è una formazione ancor più pericolosa, che somiglia più a una 'setta' che a un partito". Ospite del programma televisivo di Canale 5, "Domenica live", condotto da Barbara D'Urso, l'ex presidente del Consiglio ha attaccato il Movimento di Beppe Grillo, ritenuto il principale avversario per la sfida elettorale: "Se vincessero i Cinque Stelle, potrebbero portare al governo gli esponenti peggiori della magistratura militante". E, tra i vari annunci, ha rinnovato l'invito di recarsi alle urne il 4 marzo: "In questa situazione non andare a votare è come suicidarsi. Una vittoria del M5S consegnerebbe l'Italia non solo a chi non è preparato, ma anche a chi porta invidia e odio verso chi è ricco". Da Ivrea il leader del Movimento, Luigi Di Maio, respinge le accuse di incompetenza della classe dirigente grillina arrivate da Berlusconi e da Renzi: "Stanno arrivando professori universitari, ricercatori, tante persone che vogliono metterci la faccia. L'Italia va a picco per causa loro e questi qua vengono a dire che noi siamo incompetenti?", ha scritto su Facebook, respingendo anche le accuse contro le amministrazioni 5 Stelle di Torino e Roma. "Triplicheremo il numero dei nostri parlamentari", ha affermato. Durante la trasmissione l'ex Cavaliere ha presentato i punti principali di quello che sarà il programma elettorale di Forza Italia. Ai primi posti, la sicurezza e l'immigrazione: "Ogni venti secondi si verifica un reato, ogni 4 minuti un furto in un negozio e ogni due giorni si verificano tre rapine in banca. Questo perchè alla criminalità italiana si è aggiunta la criminalità di 466mila immigrati in Italia che per mangiare devono delinquere". Di conseguenza, l'attacco all'Europa e alla gestione dei flussi migratori: "I carabinieri dicono che la prima cosa che viene svaligiata in un appartamento è il frigorifero, dobbiamo intervenire con l'Europa per stipulare trattati con i Paesi costieri e procedere a portare questi migranti indietro. Oggi i Paesi limitrofi hanno chiuso le loro frontiere. Li abbiamo tutti noi. Bisogna ritornare - ha poi aggiunto - a una presenza capillare di polizia e carabinieri nelle città. La presenza di una divisa, da sola, allontana coloro che sono male intenzionati". Non si è fatta attendere la risposta, tramite Facebook, del segretario del Pd Matteo Renzi: "Berlusconi ha detto che l'emergenza dei migranti è tutta colpa di Renzi e della sinistra che hanno firmato il trattato di Dublino. Quel trattato - sbagliatissimo e che noi stiamo chiedendo di cambiare - non l'ha firmato il mio Governo. Era il 2003. Quel trattato sbagliato che ha messo in difficoltà l'Italia lo ha firmato il Governo della Repubblica guidato da Silvio Berlusconi". Per ridare spinta all'economia, la ricetta scelta è la lotta all'evasione: "Il primo anno ci saranno entrate per circa 30 miliardi di euro, ma andremo a prendere questi soldi, almeno 40 miliardi, dalla non elusione e dalla mancata evasione. Sarà un toccasana per l'erario, le imprese e l'economia". Soldi con cui l'ex presidente del Consiglio intende innalzare le pensioni minime a mille euro che sarà valida anche per le mamme che non hanno mai versato i contributi. Una delle soluzioni proposte per stimolare e facilitare i pagamenti è l'introduzione della flat tax, un'unica imposta annuale: "Oggi è difficilissimo compilare il 730. La flat tax è una tassa uguale per tutti, per famiglie e imprese. Dove è stata applicata ha dato risultati straordinari. C'è un'unica aliquota che sarà pari o inferiore all'aliquota più bassa di quella che c'è oggi, il 23 per cento. Ci sarà un modulo da una pagina e non più di sedici pagine". Infine una battuta sulla cessione del Milan: "Tutte le volte che ci sono campagne elettorali e che si profila una mia vittoria, ne inventano di tutti i colori. Questa volta si inventati una notizia prontamente smentita dalla procura: il fatto che mi sia approfittato della vendita del Milan per portare in Italia capitali che erano fuori dal Paese. Non solo non è vero - ha concluso - ma farlo sarebbe da persone senza intelligenza visto il clamore mediatico e la difficoltà dell'operazione". © Riproduzione riservata 14 gennaio 2018 Da - http://www.repubblica.it/politica/2018/01/14/news/berlusconi_cinque_stelle_piu_pericolosi_dei_comunisti-186492447/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S2.5-T1 Titolo: I cattivi italiani (minuscolo) ci stanno lavorando e ci sperano Inserito da: Arlecchino - Febbraio 08, 2018, 06:41:12 pm La campagna elettorale della "Cattiva Italia" ci dimostra a che punto di lordura siamo giunti dopo anni di paranoia della Sinistra e di flaccidità del Centro.
Se non fermiamo il degrado in molti settori della vita sociale arriverà anche il peggio. I cattivi italiani (minuscolo) ci stanno lavorando e ci sperano. Da Fb del 8 febbraio 2018 Titolo: LORENZO D'ALBERGO Compravendita senatori, la Corte dei Conti indaga: Berlusconi Inserito da: Arlecchino - Marzo 19, 2018, 10:59:19 am Compravendita senatori, la Corte dei Conti indaga: Berlusconi rischia di pagare di tasca propria
I magistrati contabili hanno aperto un fascicolo sui tre milioni di euro finiti nel conto del movimento di De Gregorio, tra i protagonisti della caduta del secondo governo Prodi. E l'ex premier potrebbe essere chiamato a risarcire il danno d'immagine subito dallo stato e gli effetti di quella manovra politica sullo spread Di LORENZO D'ALBERGO 13 marzo 2018 Se Silvio Berlusconi crede che il caso della presunta compravendita di Sergio De Gregorio, ex senatore dell'Italia dei valori, appartenga ormai al passato, si dovrà ricredere. La procura della Corte dei Conti del Lazio ha infatti aperto un fascicolo sui tre milioni di euro finiti nei conti del Movimento Italiani nel Mondo di De Gregorio, passato nel 2007 al centrodestra e tra gli artefici della caduta del secondo governo Prodi. Ora il Cavaliere rischia di pagare di tasca propria gli effetti finanziari di quel tracollo politico. I magistrati contabili sono infatti pronti a chiedergli un maxi-risarcimento per il danno d'immagine subito dallo Stato e per la progressiva crescita dello spread innescata dalla caduta dell'esecutivo di centrosinistra. L'indagine delle toghe di viale Mazzini è partita dopo la fine del processo penale a carico del leader di Forza Italia. In primo grado, l'8 luglio 2015, Berlusconi era stato condannato a tre anni di reclusione per corruzione dal tribunale di Napoli assieme all'ex direttore dell'Avanti, Valter Lavitola. Poi, in appello, il 20 aprile 2017 era arrivata la prescrizione. Con una pesante nota a margine: per i giudici di secondo grado, l'ex premier "ha pacificamente agito come privato corruttore e non certo come parlamentare nell'esercizio delle sue funzioni". "Le dazioni di denaro effettuate da Berlusconi, tramite Lavitola, a De Gregorio sono state effettuate - si legge ancora nelle motivazioni di quella sentenza - quale corrispettivo della messa a disposizione del senatore e, quindi, della sua rinuncia a determinarsi liberamente nelle attività parlamentari di sua competenza, e non certo come mero finanziamento al Movimento Italiani nel Mondo. Tant'è vero che il 24 gennaio 2008, votando la sfiducia alla maggioranza della quale solo quattro mesi prima faceva parte, De Gregorio contribuì a mettere la parola fine al secondo esecutivo guidato da Romano Prodi". A questo punto il dossier è finito alla Corte dei Conti, che ha delegato le indagini alla Finanza sugli effetti della caduta del governo sullo spread. Il 6 maggio 2008, ultimo giorno prima dell'addio del professore, la differenza tra il valore dei Btp italiani e dei Bund tedeschi era fermo a 43,3. Da lì in poi il valore è salito senza soluzione di continuità: alla fine del governo Berlusconi IV era arrivato a 522,8 punti. L'ipotesi dei pm contabili è che il boom possa essere contestato proprio ai protagonisti dell'inciucio. Ma non è finita qui. Capitolo danno all'immagine: la Corte dei Conti può chiedere fino al doppio del valore della tangente pagata o intascata da un pubblico ufficiale o da un dipendente della pubblica amministrazione. E, sebbene il reato sia caduto in prescrizione, i giudici di secondo grado sono stati molto chiari rispetto alla condotta tenuta da Berlusconi e da De Gregorio: "È del tutto pacifico che Berlusconi abbia agito, direttamente o attraverso Lavitola, con assoluta coscienza di corrompere un senatore, compensando la condotta del pubblico ufficiale contraria ai suoi doveri di parlamentare con l'ingente somma di tre milioni di euro". Che, raddoppiati, fanno salire l'ipotetico danno erariale a sei milioni di euro. © Riproduzione riservata 13 marzo 2018 DA - http://www.repubblica.it/politica/2018/03/13/news/corte_dei_conti_berlusconi_compravendita_senatori_caduta_governo_prodi-191133397/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S1.8-T1 Titolo: Crisi in Siria e governo, Berlusconi cerca un rilancio: "Nel 2002 facemmo ... Inserito da: Arlecchino - Aprile 15, 2018, 11:37:10 am Crisi in Siria e governo, Berlusconi cerca un rilancio: "Nel 2002 facemmo finire noi la guerra fredda" L'ex cavaliere vuole accreditarsi come leader internazionale. A Isernia: "Sono l'unico leader di questo centrodestra a poter fermare l'escalation" 15 aprile 2018 ROMA - Silvio Berlusconi, messo al margine della trattativa politica per la formazione del nuovo governo dopo il brutto risultato del voto del 4 marzo, cerca ora di ritrovare una perduta centralità giocando sull'esperienza internazionale di governo, approfittando dell'esplosione delle tensioni tra Usa e Russia in Siria. Un'offensiva a tutto campo per accreditarsi come il leader naturale, d'esperienza, per mediare tra i due ex protagonisti della guerra fredda. Un tweet di Forza Italia rivendica il ruolo dell'ex cavaliere nell'aver messo fine alla Guerra Fredda con l'accordo del 2002 di Pratica di Mare. A campeggiare nel tweet una foto di Berlusconi tra Putin e George W. Bush (tutti giovanissimi). Ma non solo tweet. In un intervento sul Corriere della Sera, Berlusconi spiega come l'Italia abbia bisogno "di un governo autorevole sul piano interno e internazionale, interlocutore riconosciuto e capace di farsi ascoltare delle maggiori potenze". E ribadisce: “Quindici anni fa - ricorda - il nostro governo mise intorno a un tavolo, a Pratica di Mare, Russia, Stati Uniti, Europa, in uno storico accordo che avrebbe potuto inaugurare una nuova epoca, di alleanza e non più di contrapposizione. Oggi un governo italiano autorevole potrebbe riprendere a lavorare proprio in quella direzione, perchè l'Italia proprio nel Mediterraneo ha grandi interessi in gioco ma ha anche un ruolo strategico imprescindibile". Oltre ad accreditarsi come 'stratega' internazionale, l'altro pilastro è scavare ulteriormente il solco tra Lega e M5s che sulla crisi siriana non hanno posizioni esattamente coincidenti. Matteo Salvini ha preso le distanze da Washington più di quanto abbia fatto il MoVimento 5 Stelle, che ha confermato la vicinanza agli alleati Nato. E dal Quirinale si continuano a registrare queste fibrillazioni e la preoccupazione sulla divaricazione in politica estera non è l'ultimo dei problemi in vista dell'incarico esplorativo che Mattarella dovrà dare nei prossimi giorni. Ieri sera ad Isernia - dove domenica 22 si vota per le regionali - diceva: "Il problema della Siria - ha detto Berlusconi - è molto grave. La sede che se ne deve occupare è quella delle Nazioni Unite. Noi non abbiamo oggi un governo che fa contare l'Italia né in Europa né nel mondo. Quindi, non possiamo fare niente. Nella nostra situazione, adesso, è meglio non dare giudizi. Questi li deve dare l'Organizzazione delle Nazioni Unite". © Riproduzione riservata 15 aprile 2018 Da - http://www.repubblica.it/politica/2018/04/15/news/berlusconi_internazionale_profilo_nato_russia_siria-193917567/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P2-S1.6-T1 |