Titolo: Almudena Grandes «Torniamo socialisti» Inserito da: Admin - Novembre 03, 2008, 10:55:56 am 3/11/2008 (7:29) - IL PERSONAGGIO
A sinistra di Zapatero? La scrittrice dell'eros La scrittrice spagnola Almudena Grandes Il nuovo partito della Grandes: «Torniamo socialisti» GIAN ANTONIO ORIGHI MADRID «Prima di tutto, abbiamo bisogno di un partito. Non di una coalizione, non di un’alleanza, non di una piattaforma elettorale, non di una dimostrazione della creatività mediterranea, neanche di una insalata gourmet colorata - verde, rossa, viola - e neppure di una sintesi immaginativa capace di superare differenze. Di queste ne abbiamo già avute abbastanza». Almudena Grandes, una delle grandi scrittrici spagnole contemporanee, da sempre icona della sinistra impegnata, scende in politica con «Al Rojo vivo. Un díalogo sobre la izquierda de hoy» (Rosso vivo, dialogo sulla sinistra contemporanea). Un libro-colloquio con Llamazares, l’ex leader del suo amato cartello elettorale Izquierda unida (Iu, sinistra unita). Il libro è stato presentato nel tempio massimo dell’intellettualità progressista di Madrid, il Circulo de Bellas Artes, stracolmo, presente addirittura una delle icone della sinistra comunista, Santiago Carrillo. La Grandes, 48 anni, madrilena doc, due volte sposata e madre di due figli, interviene a due settimane dall’assemblea di Iu, che dovrà decidere sulla «rifondazione comunista» del cartello elettorale nato nel 1986 sulla scia del referendum per la permanenza della Spagna nella Nato. Un frullato, dominato dal glorioso Pce antifranchista con formazioni minori, ormai quasi sparito dalle Cortes. Il declino di Iu è inarrestabile. Con un sistema elettorale che premia i partiti di maggioranza, Izquierda Unida, alle politiche del marzo scorso, benché terzo partito per numero di voti (962.834, il 3,8 per cento), ha ottenuto solo due deputati, il peggiore risultato dal ritorno della democrazia dopo la dittatura franchista. Una débâcle, dopo l’appoggio esterno ai socialisti del premier Zapatero. Ma il partito comunista, nel giudizio della Grandes, «non è stato capace di adeguarsi al tempi». Quanto a Iu, ha detto, «credo, con tutta l’onestà intellettuale di cui sono capace, che Iu, la conseguenza della transizione dal franchismo alla democrazia, non sia altro che un’anomalia che non ha più senso». In un Paese bipolare, dove i due grandi partiti - i socialisti e i popolari di centro-destra (rispettivamente il 43,6% e il 40,1%) - occupano quasi l’84 per cento dell’elettorato, la scrittrice propone un nuovo modello fondato, tra l’altro, su «garanzia universale dei diritti sociali, integrazione degli immigrati, approfondimento della laicità dello Stato, sviluppo sostenibile». Sottolinea: «I partiti nuovi non possono conservare le sigle dei vecchi. Non hanno un cent ma hanno ciò che quelli vecchi non hanno: forza, illusione, entusiasmo, ambizione. Si può fondare un partito nuovo in un Paese tanto vecchio come il nostro. Ci sono riusciti in Germania con la Linke. Certo non dobbiamo guardare l’Italia, che ci assomiglia molto di più, perché il suo esempio è pessimo». E Zapatero? «Si sposta sempre più a destra, vota a favore della vergognosa direttiva Ue sull’espulsione degli immigrati e di quella che aumenta l’orario di lavoro a 65 ore». La proposta della Grandes, però, è impregnata di vetusto centralismo democratico: «Abbiamo bisogno di un partito alla sinistra dei socialisti, un’organizzazione con una struttura semplice e gerarchica, i cui militanti siano rappresentati da un unico organismo dirigente». Riuscirà nell’intento? Chissà. L’anno scorso il filosofo Savater è stato tra gli ispiratori del centrista Unión Progreso y Democracia, un partito che è poi nato davvero (ma che ha ottenuto solo un seggio e l’1,2 per cento dei voti). da lastampa.it |