Titolo: Vicenda che spacca il sindacato (o lo fa riflettere su errori passati. - ndr). Inserito da: Admin - Settembre 19, 2008, 08:49:06 am 2008-09-18 21:03
Una vicenda che spacca il sindacato ROMA - La vicenda Alitalia avrà effetti pesanti sul sindacato italiano. Segna, infatti, uno spartiacque profondo come avvenne nell'ottanta per la Fiat. Un parallelo, questo, fatto oggi da alcuni protagonisti dell'attuale vertenza, mentre i protagonisti di allora non esitano a giudicare la 'rottura' ancora più grave. All'epoca, infatti, ci fu la vittoria di Cesare Romiti, con la marcia dei quarantamila, che non portò però ad una spaccatura nel sindacato, ma ad una sua sconfitta. Uno scenario, dunque, preoccupante - secondo analisi raccolte negli stessi ambienti sindacali - per il caso Alitalia in sé. Ma - ovviamente - non solo. C'é il negoziato per la riforma del modello contrattuale dove, con la proposta di Confindustria, si sono ulteriormente evidenziate le differenze tra le tre centrali sindacali. Ma il sindacato - si rileva - sarà messo a dura prova anche dalle conseguenze in Europa e quindi pure in Italia del crac Usa. E se sarà diviso, il quadro che si determinerà sarà allarmante. La storia di questi ultimi giorni della vertenza è stato un susseguirsi di nuove alleanze, scomposizione di vecchi riti e nuovi protagonisti con la promozione al tavolo a pieni voti del segretario generale dell'Ugl, Renata Polverini. Dunque, nuove e strane alleanze: quella tra la Cgil di Guglielmo Epifani (convinto della necessità del coinvolgimento e del consenso di tutti) e i piloti dell'Anpac, l'associazione vicina alla destra un tempo chiamata 'Aquila Selvaggia' per le modalità di lotta intraprese. Ma anche con l'ala dura del Sdl (personale di terra e di volo). Ad usare toni drammatici non appena giunta la notizia del ritiro dell'offerta da parte della Cai è stato il segretario generale dell'Uil, Luigi Angeletti, che ha parlato di catastrofe "sociale", ma anche "sindacale". "Mi ricorda - ha osservato - la vicenda Fiat di 30 anni fa". Ma è andato oltre: "l'azienda era morta e qualche mio collega - ha detto - si accinge a fare il becchino". Parole meno incisive, ma non meno pesanti da parte del segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, che da sempre ha salutato più che favorevolmente la discesa in campo della cordata capeggiata da Colaninno. "E' stata la follia di pochi e di alcune sigle sindacali che hanno portato alla chiusura delle trattative". Ma la Cgil, additata dal governo come colpevole del 'baratro' insieme ai piloti, non ci sta a fare il capro espiatorio. "Il governo e il presidente del Consiglio - ha replicato Epifani - si assumano le proprie responsabilità per come hanno gestito tutta la vicenda e la trattativa con le parti sociali. La Cgil si è assunta per intero le proprie responsabilità per evitare il fallimento della compagnia". E convinto che la Cgil abbia fatto solo il suo dovere è il segretario nazionale della Fiom Giorgio Cremaschi (Rete 28 Aprile) già sostenitore della rottura del negoziato con Confindustria. "Sulla crisi Alitalia la Cgil ha solo fatto il suo dovere verso i lavoratori e verso il Paese, mentre il governo e gli industriali hanno solo operato per rompere". A sperare che Cgil, Cisl e Uil riprendano a marciare unite è proprio uno degli 'sconfitti' alla Fiat nel 1980, insieme a Lama e Carniti. "Il sindacato - dice Giorgio Benvenuto - avrà delle prove terribili nei prossimi mesi da affrontare. Aprire un contrasto nell'attuale situazione può risultare estremamente pericoloso. Per questo il sindacato ha bisogno di ritrovare l'unità su valori che sono confederali". (ANSA). da ansa.it |