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Titolo: Il 28 agosto Maurizio festeggia, senza rimpianti
Inserito da: Admin - Agosto 21, 2008, 06:31:58 pm
Appuntamenti - Il 28 agosto Maurizio festeggia, senza rimpianti

Costanzo, 70 anni

«Tanto lavoro e quattro mogli ma niente marcature strette Il Viagra non l'ho mai usato Che cosa mi manca? Il fumo»



ROMA — Ci è arrivato anche lui. Maurizio Costanzo tocca il traguardo dei 70 anni. Li compie il 28 agosto, nella sua villa ad Ansedonia, tra lavoro e piscina, ma senza feste. Pensava di arrivarci? Riflette: «Ho un pessimismo temperamento. Neanche quando ho compiuto i 60, credevo di arrivarci, forse perché ho perso mio padre che ne aveva solo 63».

Ora il traguardo è stato raggiunto, può tirare un sospiro di sollievo: «Sono dimagrito 7 chili, faccio nuoto due ore al giorno: comincio a sentirmi vicino alla santità». Anche perché, quattro anni fa, se l'è vista brutta: «Il cardiologo del San Raffaele di Milano, dimettendomi dall'ospedale, mi raccomandò "non fumi, non mangi, non beva". Io osservai "diventerò un maniaco sessuale" e lui rispose "questo lo può fare"». Ma senza bisogno di Viagra: «Non l'ho mai preso — assicura — una certa cosa, se deve avvenire, deve essere nel modo giusto, non le pare?». Manca di più il fumo, il cibo o l'alcol? Ammette: «Il premio della sigaretta, molto».

Tant'è, ma 70 anni si compiono una volta sola e vale la pena fare un bilancio: «I traguardi sono utili per qualche riflessione. Penso di essere molto fortunato. Ho fatto ciò che sognavo di fare sin da ragazzino: giornalismo e teatro. Ho avuto genitori che me lo hanno permesso, malgrado mio padre fosse un impiegato e mia madre una casalinga. E a quei tempi si diceva che la notte, per strada, giravano solo ladri, puttane e giornalisti! Ho avuto la fortuna di fare il primo talk show in Italia, quando non si sapeva bene cosa fosse. La fortuna di interpretare la prima sit com, "Orazio", che Silvio Berlusconi, per pudore, chiamava "scenetta". Ho fatto anche il primo teatro-cabaret a Roma...». Bulimico di lavoro. Scrive per i giornali, firma commedie di prosa, musical di successo, scrive libri, insegna all'università. Fa incetta di teatri (oltre al Parioli, il Brancaccio e lo Stabile di Latina), ma lui precisa: «Il Parioli lo finanzio da vent'anni. Gli altri me li hanno offerti». Di festival: il 7 settembre inaugura la sua direzione a quello di Todi, con un grande spettacolo di Pupi Avati su San Francesco. E dal 30 settembre torna a condurre su Canale 5 due puntate settimanali del «Maurizio Costanzo Show», di cui contemporaneamente usciranno in libreria un libro e un dvd con «il meglio di». Interviene: «Aggiunga che il prossimo anno compirò i 50 anni da giornalista: all'Ordine mi dedicheranno una lapide».

Ma come fa a occuparsi di tante cose insieme? Risponde candido: «Con la passione, l'entusiasmo che non è mai venuto meno e perché mi diverto: l'hobby coincide col lavoro. Ripeto spesso ai miei studenti che, per fare questo mestiere, ci vogliono tanta umiltà e la fortuna di avere passione. Non ci si accorge del sacrificio». Bulimico di mogli. Ne ha avute quattro: «Più una convivenza» precisa. Tutte reclutate nell'ambiente di lavoro. Poca fantasia? Ribatte: «Beh, non essendo mondano, non frequentando i salotti, era difficile che potessi sposarmi una farmacista o una laureata in chimica. E poi è una questione di dialogo, affinità. Per esempio, Maria (De Filippi, ndr) non era dell'ambiente, quando l'ho conosciuta faceva l'avvocato, ma siamo entrati subito in sintonia». Con la De Filippi, tuttora moglie, il matrimonio regge da 13 anni. Un record: «Perché è una donna intelligente».

Le altre erano stupide? Ribatte: «Certo che no. Ma lei mi ha capito. Sono uno che non sopporta la marcatura stretta. Una di loro, e non dico chi, mi telefonava venti volte al giorno. Ossessiva». C'è chi dice, però, che con la De Filippi più che un matrimonio, sia una società per azioni, centro di potere. Si stizzisce: «Dicono pure che è lei, in casa, a portare i pantaloni. Sciocchezze. Pur nello stesso ambiente, ci occupiamo di cose diverse. Tra noi, tanta intesa: un'unione di testa, di solidarietà. C'è un momento, nella vita di un uomo, che si incontra una donna nella cui mano si gradisce morire». E i figli? Ne ha due naturali, Saverio e Camilla, e uno adottivo, Gabriele: «Con Saverio, non ho mai avuto problemi. Con Camilla, ammetto che in passato, come spesso accade tra figlie femmine e padri, qualche incomprensione c'è stata, un rapporto antipatizzante, alti e bassi. Ora, però, abbiamo recuperato. Con Gabriele, che vive con noi da sei anni, vivo una paternità più riflettuta, bella, tenera». Insomma, niente da rimproverarsi? Dice: «Forse qualche assenza, così come posso averla avuta con una donna, con un amico. Ma per il resto, mi sono sempre dato da fare sia per i figli, le donne, gli amici».

Eppure, c'è chi afferma che, dietro quell'aria bonaria del romano de Roma, si nasconda in realtà uno squalo: «Che dicano quello che vogliono! Non me ne frega niente. Hanno detto perfino che ero il fidanzato di Fiorello! Sono tranquillo». Settant'anni e un futuro dietro le spalle. Cosa migliorerebbe in tv? Afferma: «La tv ritiene di rinnovarsi con le tecnologie e invece vanno rinnovati i contenuti». E cosa vorrebbe fare ancora? Ribatte: «Niente. Non mi manca nulla. Forse, mi è mancato il fisico di Brad Pitt ma, quando negli anni Settanta facevo radio e le ascoltatrici mi chiedevano com'ero, rispondevo come Mal dei Primitives». Paura della morte? Conclude: «No. Sembrerà strano, ma ci penso meno rispetto al passato. L'unica cosa è che mi dispiacerebbe lasciare Maria».

Emilia Costantini
21 agosto 2008


da corriere.it