Titolo: Paul Polansky. Il pozzo Inserito da: Admin - Giugno 24, 2008, 04:40:02 pm Ricevo da ediz. del Foglio Clandestino
----------- Poesia come pane Il pozzo di Paul Polansky Mi presero al mercato dove la mia gente una volta vendeva abiti, dove gli albanesi ora fanno contrabbando. Quattro uomini mi gettarono nel sedile di dietro di una Lada blu, gridando "Ve lo abbiamo detto, niente più zingari a Pristina." Mentre mi spingevano sul pavimento, sentii la canna di una pistola nel mio orecchio sinistro. Era così fredda che sobbalzai proprio mentre qualcuno premeva il grilletto. Il sangue mi schizzò sulla faccia dalla ferita sulla spalla. Caddi giù, fingendo di essere morto. Pregai la mia amata e defunta madre, tutti gli spiriti, che quegli uomini non si accorgessero da dove fuoriusciva il sangue. Quando arrivammo, mi tirarono fuori per i piedi. La testa sbatté per terra rimbalzando su alcune pietre. Mi gettarono a testa in giù in un pozzo. Non toccai l'acqua. C'erano troppi corpi. Rimasi rannicchiato, quasi incosciente fino a che l'odore della calce umida mi fece riprendere i sensi. Trattenni il fiato finché sentii la macchina ripartire, poi mi sentii soffocare dal fetore che mi circondava. Con una sola mano, mi tirai su arrampicandomi su gambe rigide che mi fecero da scala. La mia faccia, le mani, il mio intero corpo bruciava per la calce. Usai dell'erba per pulire quello che potevo, poi camminai barcollando lungo una strada sporca verso una lunga fila di luci che si muovevano lentamente. Venti minuti più tardi ero sull'autostrada guardando i camion e le jeep color oliva, che mi passavano accanto come se fossi un palo del telefono. Alla fine crollai davanti a due fari. Non so dire se l'ultimo suono che sentii fu uno stridio o un grido. Il giorno dopo in un ospedale militare NATO fui interrogato per qualche minuto. L'interprete albanese fece ridere i soldati. A mezzogiorno stavo camminando attraverso i boschi seguendo un sentiero per carri che nessuno usava più, tranne gli zingari che fuggivano da un paese in cui avevano vissuto per quasi settecento anni. (Traduzione di Raffaella Marzano) Foto: Andrea Pecchioli Paul Polansky è nato a Mason City, Iowa, la sua decisione di frequentare il college alla Madrid University, diventò l'inizio di una lunga odissea attraverso l'Europa, che lo ha portato a diventare uno degli scrittori più impegnati nella lotta per i diritti umani nell'Europa dell'est. Poeta, fotografo, operatore culturale e sociale, è diventato negli anni un personaggio importantissimo per il suo impegno a favore delle popolazioni Rom. Le sue raccolte di poesie "Living Through It Twice", "The River Killed My Brother", e "Not a refugee" descrivono le atrocità commesse da cechi, slovacchi, albanesi ed altri contro quelle popolazioni. Ha anche svolto studi accurati sui campi di concentramento nazisti nei quali venivano trucidate, insieme a quelle ebraiche, intere comunità Rom. Ha pubblicato diversi libri, realizzato esposizioni fotografiche e film video. Attualmente dirige alcuni progetti di aiuto e salvaguardia di queste popolazioni nel Kosovo. È stato ospite di Casa della poesia a "Sidaja 2002", "Il cammino delle comete" nel 2003, agli Incontri internazionali di poesia di Sarajevo nel 2006. _____________________________________________________________________________________________________________ (c) Casa della poesia, Baronissi / Salerno "Poesia come pane" è un progetto di invio alla nostra mailing list di poesie di autori legati alla Casa della poesia. |