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Forum Pubblico => FAMIGLIA, SOCIETA', COSTUME e MALCOSTUME. => Discussione aperta da: Admin - Febbraio 04, 2008, 11:17:23 am



Titolo: Fassino. La lettera: Irresponsabile il boicottaggio di Israele
Inserito da: Admin - Febbraio 04, 2008, 11:17:23 am
La lettera

Irresponsabile il boicottaggio di Israele


Caro Direttore,

chiunque abbia una coscienza democratica e voglia rivendicarla non può avere dubbi.

Deve respingere nel modo più netto ed esplicito il boicottaggio nei confronti del Salone del Libro di Torino, «reo» di aver dedicato l’edizione 2008— nel 60˚ anniversario della nascita dello Stato ebraico—a Israele e alla sua letteratura.

Si deve dire no perché quel boicottaggio contesta lo strumento insostituibile e primario di qualsiasi convivenza civile: è attraverso i libri che il pensiero trasmette conoscenze, sapere, idee, cultura. I libri sono lo strumento con cui ogni civiltà e ogni popolo ha costruito la propria identità e ha conosciuto e riconosciuto le identità diverse da sé. Negare il libro significa negare ogni possibilità di dialogo, di socializzazione, di scambio, di relazione. È negare tutto ciò che è diverso da sé, proponendo così un mondo oppresso da integralismi, intolleranze, fanatismi e discriminazioni.

Non a caso ogni volta che si è voluto reprimere un popolo o una cultura o una religione, se ne sono bruciati i libri. E non a caso quell’odioso boicottaggio oggi è rivolto contro Israele, simbolo di un’identità che — proprio attraverso il Libro—è riuscita a sopravvivere a secolari discriminazioni, persecuzioni e pogrom e perfino all’immane tragedia dell’olocausto. Un boicottaggio che— inaccettabile in ogni caso contro chiunque, quale che sia la sua opinione e la sua identità —risulta ancora più stolido e assurdo rivolto contro scrittori come Amos Oz, David Grossman, Abraham Yehoshua, Meir Shalev e tanti altri i cui libri contribuiscono ogni giorno ad affermare nel mondo libertà, tolleranza, solidarietà, multiculturalità, apertura all’altro e al diverso.

Ed è proprio questa la dimostrazione che quel boicottaggio ha l’esplicito significato di negare l’identità di Israele e il suo diritto a esistere. Il che deve rendere il boicottaggio tanto più inaccettabile proprio per chi—a sinistra—si dichiara in favore di una pace per due popoli e si batte perché anche i diritti dei palestinesi siano riconosciuti. Non si può mai dimenticare che in Medio Oriente il conflitto non è tra un torto (la pretesa di Israele a esistere) e una ragione (l’aspirazione palestinese ad avere una patria), ma tra due ragioni. Sì, perché il conflitto in quella terra è tra due diritti: Israele ha diritto a vivere senza paura dei propri vicini, sicuro definitivamente del proprio futuro; e i palestinesi hanno diritto a vivere in un loro Stato indipendente. Sono due diritti ugualmente legittimi e soltanto riconoscendoli entrambi, entrambi potranno avere soddisfazione. Tant’è che ogni soluzione di pace ruota intorno al principio «due popoli, due Stati».

 Chi invece per affermare il diritto dell’uno nega il diritto dell’altro, non lavora per la pace ma per tenere irrisolto all’infinito un conflitto che ogni giorno è fonte di nuove sofferenze. Per queste ragioni al boicottaggio bisogna dire no. E quanto sarà più forte e corale, tanto più sarà possibile liberarsi di manicheismi culturalmente rozzi e politicamente irresponsabili.

Piero Fassino
04 febbraio 2008

da corriere.it


Titolo: Aldo Grasso LA fiera del libro di Torino/Il boicottaggio
Inserito da: Admin - Febbraio 05, 2008, 09:12:07 am
LA fiera del libro di Torino/Il boicottaggio

Cari Fazio e Dandini dite qualcosa sulla fatwa

Il silenzio della tv


Il Giorno della Memoria, una settimana fa, avete riempito i vostri programmi di toccanti testimonianze sulla Shoah e adesso niente, neanche una parola per condannare il boicottaggio contro gli scrittori ebrei o per prendere le distanze da Tariq Ramadan. Mi rivolgo a Lei, Fabio Fazio, al suo autore più prestigioso, Michele Serra, a Giovanna Zucconi, che ogni settimana consiglia ottimi libri, mi rivolgo a voi perché «Che tempo che fa», considerata a ragione una delle rare trasmissioni in cui si parla ancora di cultura, non lasci passare sotto silenzio l'appello lanciato da gruppi della sinistra antagonista contro la Fiera del Libro, «colpevole» di aver invitato a Torino gli scrittori di Israele come ospiti d'onore. Mi rivolgo a lei, Serena Dandini, che ogni domenica sera ospita nel suo salotto televisivo grandi scrittori e artisti famosi, chiedendole di pronunciarsi, dire parole chiare, senza tentennamenti, su questo clima di intolleranza suscitato da alcune minoranze bellicose che amano però riempirsi la bocca della parola «pace».

Mi rivolgo a voi, Piero Dorfles e Neri Marcorè, a voi e al vostro programma domenicale «Per un pugno di libri» perché interveniate a spiegare al vostro giovane pubblico che questi sciagurati boicottaggi non solo confondono in maniera subdola la responsabilità del singolo scrittore con le posizioni politiche di uno Stato ma, sotto sotto, mettono in discussione il diritto stesso all'esistenza di Israele. Mi rivolgo a lei, Corrado Augias, il cui impegno dichiarato, come dice lei, «è solo fare e indurre a fare qualche ragionamento», perché inviti nella sua trasmissione quotidiana i responsabili della Fiera di Torino Ernesto Ferrero e Rolando Picchioni a spiegare la loro scelta. Giorni fa ha chiamato Giulietto Chiesa a raccontare le sue deliranti convinzioni sul complotto dell'11 settembre. Bene. Spero trovi il modo di offrire ospitalità anche a chi ha civilmente deciso di offrire a Israele un proprio stand nazionale, come è successo negli anni passati con altri Paesi, in coincidenza con il 60˚ anniversario della fondazione di quello Stato. Raitre si distingue per essere una rete ancora attenta ai problemi della cultura ma anche alle Buone Cause, al politicamente corretto, al dialogo, al diritto d'espressione, alla supremazia dei Valori; proprio per questo si ritiene l'ultimo avamposto della tv intelligente e della sinistra progressista. Ecco, sarebbe bello se voi, i conduttori più prestigiosi, buttati al vento gli alibi semantici, senza tante ipocrisie, magari sfidando un po' di impopolarità, ci diceste se gli scrittori d'Israele sono o non sono degni di essere invitati in Italia a una manifestazione di libri.

Aldo Grasso
05 febbraio 2008

da corriere.it