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Titolo: Perché Israele ha colpito l’Iran in questo momento. Per colpire le centrali ...
Inserito da: Admin - Giugno 21, 2025, 06:22:02 pm
da Gianni Gavioli
Post della sezione Notizie

Oliviero Marchesi


Perché Israele ha colpito l’Iran in questo momento. Per colpire le centrali nucleari?
L’operazione in verità sembrerebbe avere molteplici obiettivi, di cui il programma nucleare iraniano è del tutto secondario rispetto, per esempio, alla decapitazione dei vertici militari.

Il sito nucleare di Natanz è uno dei due grandi siti di arricchimento dell’uranio da colpire. L'altro è Fordow.
Già mesi fa alcune fonti del Pentagono e altre indipendenti suggerivano proprio Natanz e Fordow gli obiettivi da colpire. Sono i siti tecnologicamente più avanzati. Ma sono moltissimi metri sottoterra (dai 500 ai 750 metri di profondità), blindati da tonnellate di cemento armato e ultraprotetti da montagne.
La prima questione è la seguente: solo gli Stati Uniti dispongono di giganteschi ordigni in grado di penetrare in profondità il sottosuolo a Natanz e a Fordow; solo gli Stati Uniti dispongono dei bombardieri B-2 in grado di trasportare simili ordigni (altri bombardieri andrebbero in stallo per eccesso di peso sottopancia). Quando era Premier, Ehud Barak aveva ripetutamente chiesto questi aerei a G.W. Bush per colpire i siti iraniani; ma Washington aveva nettamente e ripetutamente rifiutato. Piccato, Barak aveva risposto con un «faremo da soli».
La seconda questione è conseguente: Israele ha davvero fatto da solo? Ha davvero compromesso i siti nucleari facendoli saltare? Possibile fare questo solo con aerei da caccia? O invece (diamolo per assurdo) Trump ha fornito a Netanyahu i bombardieri e gli ordigni che Bush aveva negato a Barak, adatti a perforare armature di cemento e di acciaio poste a centinaia e centinaia di metri nel sottosuolo?
La terza questione è: un attacco di natura multipla, così variegato (attacchi a un centro di ricerca nucleare a Tabriz; ai quartieri civili di Fahrazad e Saddat Abad, e ai siti militari di Shakran Shahid Malahati, Shian, Parkin e Bid Kaneh, nella capitale; a Isfahan e a Kermanshah) sono catalogabili come la mossa decisiva che impedirà per sempre a Teheran di costruirsi un’atomica?
Semplicemente, la risposta è: no.
Dopo il 2008 gli israeliani svilupparono un complesso sistema informatico per attaccare il sito di Natanz. Denominato “Olympic Games”, questo attacco era la versione aggiornata del letale virus “Struxnet” che in passato aveva distrutto oltre mille centrifughe, riportando il programma nucleare iraniano indietro di anni. Di quanti anni? Sembra non più di due; dopo di che il programma iraniano è ripreso più forte e più intenso di prima.
Ora gli israeliani hanno condotto un attacco aereo in grande stile: hanno colpito Natanz, ma hanno risparmiato Fordow, che è la seconda aorta del cuore nucleare pulsante iraniano. Perché? Perché gli scopi erano multipli: attaccare i vertici religiosi, politici e militari iraniani, e danneggiare i siti nucleari. Tutto in una volta.
Ma facendo tutto in una volta si corre il rischio che alcuni degli obiettivi non vengano realizzati, dato che non basta un raid aereo per ottenerli, e inoltre si rischia un allargamento del fronte delle operazioni militari al di là delle “capabilities” di Israele. Che, non avendo i mezzi per farlo, non aveva le centrali nucleari come obiettivo principale di questo attacco.
Va aggiunto che Israele non avrebbe alcuna possibilità di essere aiutato dagli Stati Uniti a distruggere le centrali nucleari iraniane. Non era interesse di Bush assecondare un tale intento; e non è interesse di Trump (il quale a suo tempo è uscito dagli accordi sul nucleare siglati dagli Stati Uniti con l’Iran; e quindi, giuridicamente, non ha voce in capitolo). E comunque, ogni aiuto americano a Israele sarebbe dato a condizione che Israele si fermi su tutti i fronti che ha aperto e che sono sempre più ampi.
Intanto l’AIEA (l’Agenzia Internazionale Energia Atomica di Vienna) ha appena dichiarato che non vi sono incrementi di radiazioni a Natanz. Dunque, a quel che sembra, quasi nessun danno a quella centrale. Mentre Israele sta ricevendo la condanna dei Paesi dell’area che pure avevano dimostrato disponibilità a mantenere aperto il promettente dialogo avviato con gli accordi di Abramo. Tra questi Paesi c’è l’Oman, ossia il Paese dove il negoziato sul nucleare era stato avviato, proprio perché l’Oman era in ottime relazioni con tutte le parti in causa (Iran, Israele, Stati Uniti, AIEA).
Da sempre i leader politici in bilico nei loro Paesi cercano di risolvere il decrescente consenso di cui godono con successi esterni. Questo raid israeliano contro l’Iran ne ha tutte le caratteristiche.
L’Iran risponderà? Certo, con i droni, ossia con un “attacco telefonato”, dato che non si tratta di missili iper o supersonici. I droni, infatti, sono lenti e intercettabili molto prima che arrivino in Israele. In questo momento sto vedendo una diretta da una terrazza di Tel Aviv, con una telecamera puntata sullo skyline in attesa dell’arrivo dei droni iraniani. L’ “ape” kosher è compreso nello spettacolo.
Fermare il nucleare iraniano non era il punto, perché tale scopo non si consegue con questo tipo di operazioni. Per Netanyahu il punto era fermare il dissenso interno israeliano: ossia coloro che vogliono fermare lui.

da FB del 13 giugno 2025