LA-U dell'OLIVO

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Titolo: USA, dove le cose per qualche strana legge fisica tendono a finire in un solo...
Inserito da: Admin - Aprile 21, 2025, 11:26:15 pm
La bolla di metano, che ha risalito la colonna di 5600 metri veloce come un proiettile, sfondando sigilli e barriere di sicurezza, è arrivata in superficie, dove finalmente può espandersi.
In condizioni normali un gas in espansione tende a raffreddarsi e a diminuire la pressione (come suggerisce la legge dei gas perfetti pV = nRT), ma questo vale se non ci sono reazioni chimiche. Purtroppo in questo caso il gas è altamente infiammabile e sulla piattaforma ci sono fornelli, generatori diesel, svariate parti in metallo che possono fare scintille e la sigaretta dell’ingegner McNamara.
Inoltre siamo negli USA, dove le cose per qualche strana legge fisica tendono a finire in un solo modo…

KABOOOOOOOOM!

La rapida espansione e l’ignizione del gas provocano un’esplosione devastante, molto probabilmente causata dal fatto che i generatori diesel immettono aria satura di metano nella camera di combustione. Dieci lavoratori muoiono uccisi dall’esplosione, un undicesimo morirà tra le fiamme del conseguente incendio.
Le altre 115 persone a bordo riescono a evacuare sulle scialuppe e si allontanano guardando la piattaforma trasformarsi in una gigantesca torcia sull’oceano.
Accorrono le navi antincendio e iniziano la battaglia con le fiamme, che viene vinta in parte: l’incendio viene domato dopo 36 lunghissime ore, ma non c’è modo di salvare la piattaforma. Deepwater Horizon affonda nel Golfo del Messico il 22 aprile 2010.
Da qualche parte in un ufficio a New York.
“I nostri operai sono morti difendendo i valori più sacri di questo paese” dice il direttore marketing e diffamazione alla stagista appena assunta.
“La libertà e la democrazia?” chiede lei.
“Il petrolio. E per questo andranno ricordati con la più alta onorificenza mai concessa”
“La medaglia d’oro al valor civile?”
“Un film con attori americani che muovono molto le possenti spalle”. (cit.)
Un altro ufficio, qualche piano sopra.
Il direttore del dipartimento finanze di BP sta snocciolando numeri: “solo per rimborsare la piattaforma dovremo pagare 560 milioni di dollari, presumibilmente le famiglie dei defunti ci faranno causa e saranno portate in trionfo dai giornalisti tipo Erin Brockovich, per cui consideriamo qualche miliardo per un accordo extragiudiziale, il pozzo esplorativo andrà rifatto da un’altra parte e poi bisognerà considerare le perdite in borsa”.
Il vice-presidente esecutivo delle operazioni ufficiali e ufficiose nonché direttore del dipartimento borsa, banca e cazzeggio: “il livello di radiazioni è nella norma?”
“Signore, non usiamo materiali radioattivi”.
“Bene, quello è l’importante. Ora cerchiamo di far passare la tempesta e di metterci questa storia alle spalle. Il peggio è passato”.
Ma il peggio NON è passato: nel pomeriggio del 22 aprile una nave della guardia costiera avvisa che dal pozzo sta fuoriuscendo petrolio. Il 23 aprile una nuova ispezione della guardia costiera non trova nulla e solo il 24 aprile viene ufficializzato il fatto che è in corso un “very serious oil spill” (“fuoriuscita di petrolio molto seria”), la cui portata viene stimata da BP in 160 metri cubi al giorno [7].
È l’eufemismo del secolo: la stima ufficiale viene rivista il 29 aprile a 790 metri cubi al giorno, poi il 27 maggio si correggono: sono tra 1900 e 3000 metri cubi al giorno.
Il 10 giugno Ops, scusate, volevamo dire tra 4000 e 4800 metri cubi al giorno. Il 17 giugno esce il report della task force creata in fretta e furia dal governo americano per studiare l’incidente e la stima è ancora peggiore: stanno fuoriuscendo tra i 5600 e i 9500 metri cubi di petrolio al giorno.
Anche loro sbagliano per difetto, di poco: la perdita è di 9857 metri cubi al giorno… per 87 giorni.
Già, perché chiudere una perdita su un fondale a 1600 metri di profondità non è proprio semplice: bisogna operare da remoto, sott’acqua, con la visibilità limitata dal petrolio stesso e vincendo l’enorme pressione del giacimento. Inizia subito lo scavo di pozzi di relief per raggiungere il pozzo principale e iniettare fanghi e cemento per chiudere la perdita, ma è un lavoro lungo. Intanto si cerca di sigillare il buco con ogni mezzo: tappi di calcestruzzo, schiume cementizie, colonne di risalita che dirigano il petrolio verso un punto di collezione, ma la pressione è troppo alta e l’elevata presenza di metano causa reazioni chimiche che rendono inefficaci alcune soluzioni. Qualcuno propone di usare Giuliano Ferrara, ma viene prontamente licenziato per grassofobia.
Il 7 maggio il CEO dichiara pubblicamente che “la quantità di petrolio dispersa è tutto sommato piccola se comparata A TUTTO L’OCEANO” [8]. In fondo è appena l'equivalente di 5-6 petroliere di grossa stazza che si ribaltano contemporaneamente, dai.
L’11 maggio BP, Halliburton e Transocean testimoniano davanti al congresso degli USA dandosi la colpa a vicenda. Il 17 maggio il direttore del Minerals Management Service annuncia il suo pensionamento anticipato. Intanto il popolo americano inizia a farsi domande intelligenti, del tipo: “e se risolvessimo il problema con le bombe?” oppure “e se risolvessimo il problema con una bomba atomica?”, per cui BP è costretta a spiegare al New York Times che non sarebbe una buona idea [9] - tenete presente che negli USA le soluzioni ai problemi richiedono necessariamente psicofarmaci, avvocati o armi da fuoco, tanto che qualche anno dopo gli sceriffi dovranno diffondere comunicati stampa per chiedere alle persone di non sparare all’uragano Irma [10]. Per una curiosa coincidenza, l’articolo del NYT esce a firma di William J. Broad, meglio noto in Italia come “William J. A-M-P-I-O” grazie alle possenti abilità linguistiche del vermilinguo della LUISS.
La fuoriuscita di petrolio viene fermata temporaneamente solo il 15 luglio, mentre la soluzione definitiva verrà implementata solo il 19 settembre, giorno in cui il pozzo verrà dichiarato “completamente morto”. Il 24 luglio BP afferma che, a seguito di una rigorosissima indagine interna, hanno verificato che sono tutti innocenti [11].
Alla fine, l’ammontare di petrolio greggio complessivamente fuoriuscito in mare è di 780.000 metri cubi, sufficienti a configurare uno dei peggiori disastri ambientali della storia dell’umanità.
Nel tentativo di arginare l’impatto mediatico, BP affida il report sulle conseguenze ambientali del disastro al cugino Yankee dell’Ingegner Cane, che prontamente stima che il numero di animali morti coincida col numero di carcasse recuperate (più di 6800, di cui oltre 6000 uccelli marini, 600 tartarughe e 100 cetacei), ma i primi studi scientifici fanno stime 50 volte più alte [12]. Le chiazze di petrolio, lunghe svariati km, raggiungono il delta del Mississippi, dove svernano diverse specie di uccelli migratori, col risultato che nel 2012 residui chimici di petrolio e solventi vari vengono ritrovati all’interno della catena alimentare IN MINNESOTA, cioè a 3000 km (circa la distanza tra Roma e Mosca) [13].
Il presidente di BP fissa pensieroso lo schermo con gli indici di borsa: ci vorrà Felix Baumgartner due anni dopo per replicare un tuffo come quello che stanno facendo le azioni della compagnia in quel trimestre. Chiama il responsabile del responsabile del dipartimento insabbiamenti:
“sono già arrivate le stime sui danni ambientali?”
“sì capo, niente di grave: abbiamo danneggiato 8 riserve naturali [14], minacciato l’esistenza di 400 specie animali e vegetali [15], dalle alghe agli squali balena, abbiamo rischiato di estinguere 54 specie in un colpo solo, 14 delle quali protette dalla legislazione federale [16], abbiamo contaminato circa 2000 km di spiagge (immaginate tutto il litorale italiano da Sanremo a Sapri, nda) e in alcuni punti abbiamo cambiato completamente la morfologia della costa, uccidendo le piante che contrastano l’erosione marina [17]”
“i livelli di radiazione almeno sono normali?”
“signorsì, tutto nella norma”
“bene”
Tre anni dopo il disastro un servizio dell’NBC mostra che l’area attorno al pozzo in un raggio di 50-80 km è completamente priva di vita animale [18] - si tratta all’incirca di una superficie pari a quella dell’Abruzzo, 5-6 volte maggiore rispetto alla zona di esclusione di Chernobyl (che comunque oggi è tra le aree a più alta biodiversità d’Europa).
“Ok, però non ci sono radiazioni vero?”
“No, capo”
“Tutto bene allora”.
Non è solo il petrolio a causare danni alla fauna: anche i solventi sono altamente tossici. Ma necessari, per evitare che la marea nera si espanda in un’area troppo grande. Vengono utilizzate in totale 7000 tonnellate di Corexit, un solvente per oli pesanti altamente tossico e cancerogeno. Oltre a questo si mettono in mare vascelli che cercano di recuperare o bruciare in maniera controllata il petrolio superficiale e si utilizzano batteri in grado di consumare il metano. In totale nei giorni di lavoro più intensi vengono impiegate nelle operazioni di pulizia 48mila persone, 6000 vascelli, 82 elicotteri e 20 aerei.
Nonostante questo, si riesce a recuperare solo il 25-40% (le stime variano) del petrolio fuoriuscito.
Per proteggere le coste vengono installati 1300 km di barriere marine (come dire da Latina a Reggio Calabria), ma si rivelano inefficaci. Uno studio del 2012 mostra che il tasso di tumori e di malformazioni nei pesci è passato dallo 0,1% al 20-50% a seconda della specie (un aumento di un fattore 500) [19], ma almeno quello per BP non ha conseguenze mediatiche: le foto dei pesci malati vengono infatti usate dagli ambientalisti per diffondere fake news sull’incidente di Fukushima [20].
Nel dicembre del 2010 la guardia costiera dichiara che negli ultimi mesi solo l’1% dei campioni ha livelli di contaminazione superiori alle normative, ma due anni dopo, nel settembre 2012, l’uragano Isaac deposita sulle spiagge ancora centinaia di tonnellate di detriti oleosi, trasformando intere spiagge in distese di catrame. Si stima che almeno 160.000 metri cubi di frazioni pesanti del petrolio siano ancora sul fondale del golfo del Messico, dove impiegheranno decenni a degradarsi. Gli impatti sulla catena alimentare sono imprevedibili, perché a tutti i livelli vengono favorite dal punto di vista evolutivo le specie che consumano idrocarburi o resistono meglio ad essi; inoltre il metano ha un’elevata capacità di consumare l’ossigeno sottomarino, creando delle vere e proprie “zone morte”, e poi ci sono tutti gli idrocarburi policiclici aromatici e un sacco di altra roba il cui impatto è difficile da stimare [21].
“...e il conto finale è di 68,5 miliardi di dollari tra multe, compensazioni e rimborsi”, conclude il vice-vice-mega-direttore dell’ufficio per la gestione delle pratiche costose [22]
“che dice l’assicurazione?” chiede il CEO
“pagherà 3,5 miliardi”
“...”
“però da ora in avanti il premio assicurativo per tutte le piattaforme petrolifere offshore sul pianeta è aumentato di 15.000 dollari AL GIORNO” [23]
“Capisco…”
“inoltre il settore turistico della zona ha perso 23 miliardi di dollari di introiti su 32 di media annua, il valore delle azioni si è dimezzato in tre mesi facendoci perdere la bellezza di 105 miliardi di dollari e le agenzie di rating hanno declassato le nostre obbligazioni [24]. Con la stessa produzione di sei mesi fa siamo passati dall’essere la seconda compagnia petrolifera privata al mondo ad essere la quarta”
Il CEO aggrotta la fronte e poi fa spallucce: “e le radiazioni?”
“Nessuna radiazione signore…”
“Bene così, puoi andare”.
“Scusi capo…”
“...”
“Perché continuate tutti a chiedere continuamente delle radiazioni?"
Il CEO sorride e guarda il suo dipendente ingenuo.
“Perché se non ci sono radiazioni, tra 15 anni di tutta questa storia non fregherà più un cazzo a nessuno”.
-Luca
[1] https://web.archive.org/.../ALeqM5iVLeScIs1hliTdPPSAWxykK...
[2] https://www.washingtonpost.com/.../04/AR2010050404118.html
[3]
https://www.reuters.com/article/idUSN0621334420100506/...
[4] https://www.nytimes.com/2010/07/22/us/22transocean.html
[5] https://edition.cnn.com/.../oil.rig.warning.signs/index.html
[6] https://web.archive.org/.../Gulf.../Article/201007415669165?
[7] https://en.wikipedia.org/.../Timeline_of_the_Deepwater...
[8] https://www.theguardian.com/.../bp-boss-admits-mistakes...
[9] https://www.nytimes.com/2010/06/03/us/03nuke.html
[10] https://www.washingtonpost.com/.../please-dont-shoot-at.../
[11] https://www.theguardian.com/.../25/bp-oil-spill-sole-blame
[12] https://www.reefrelieffounders.com/.../conservation.../
[13] https://web.archive.org/.../migratory-birds-carry...
[14] https://web.archive.org/.../http://www.npca.org/oilspill/
[15] https://www.cbsnews.com/news/gulf-oil-spill-by-the-numbers/
[16] https://www.sciencedaily.com/rel.../2011/05/110511134221.htm
[17] https://zenodo.org/records/1229064
[18] https://www.nbcnews.com/.../mystery-oil-sheen-grows-near...
[19] https://www.aljazeera.com/.../gulf-seafood-deformities...
[20] https://www.facebook.com/AvvocatoAtomico/posts/252342979765233
[21] https://web.archive.org/.../gulf-oil-spill-killed.../2113157
[22] https://www.theguardian.com/.../bps-deepwater-horizon...
[23] https://www.theguardian.com/.../oil-rig-insurance-costs-soar
[24] https://www.theguardian.com/.../bp-credit-rating-downgraded
[Nota: qualche lettore potrebbe aver correttamente notato che vi sono citazioni prese dalle opere di Nicolò “Nebo” Zuliani, al cui stile è vagamente ispirato tutto il racconto. La cosa è totalmente intenzionale e va intesa come omaggio, ed è stata preventivamente sottoposta all'attenzione dell'autore]
[Nota2: sì, è presente una battuta politicamente scorretta su Giuliano Ferrara, il quale è famoso per accettare questo tipo di ironia di buon grado (basta vedere il suo @ su Twitter). Risparmiatemi l'indignazione a buon mercato per conto terzi]

Da FB del 21 aprile 2025