Titolo: 2025. Figli di serie A e figli di serie B. Nel nome del vincolo sacro. Inserito da: Admin - Aprile 17, 2025, 07:00:25 pm Post della sezione Notizie
Davide Dellarole Sprnodeost0eIg6l6li2hr00l2tlt0010a7m:1c321 fmiaaafi70281hle · 2025. Figli di serie A e figli di serie B. Nel nome del vincolo sacro. Nel 2025, nella Repubblica Italiana – uno Stato che, almeno sulla carta, dovrebbe essere laico – ci troviamo di fronte a un caso di palese discriminazione istituzionale, sancita nero su bianco da una norma di legge approvata da questo Parlamento. Si tratta della legge che regola i risarcimenti alle famiglie delle vittime del crollo del ponte Morandi, tragedia che ha segnato una delle pagine più dolorose della storia recente del nostro Paese. Eppure, alla sofferenza si aggiunge oggi l’ingiustizia. Perché quella norma, frutto di un compromesso bipartisan, stabilisce che i figli nati all’interno del matrimonio hanno diritto a un risarcimento pieno. Gli altri – figli nati da coppie non sposate, figli non consacrati dal “sacro vincolo del matrimonio” – valgono meno. Ricevono meno. Come se l’amore, la perdita, il lutto e la dignità potessero essere misurati con un metro ecclesiastico in un’aula legislativa. È inaccettabile. Lo è ancora di più se si considera l’ipocrisia feroce e perversa di chi ha votato questa legge: parlamentari che spesso si dichiarano paladini della tradizione, della famiglia “naturale”, dell’ordine morale – e che nella loro vita privata collezionano divorzi, convivenze extraconiugali, figli nati fuori dal matrimonio, e storie finite sulle pagine di cronaca rosa o giudiziaria. Un doppio standard vergognoso, che umilia non solo le vittime e i loro familiari, ma la stessa dignità dello Stato. Nel 2025, ci troviamo ancora a fare i conti con una visione medievale della società, che introduce caste non dichiarate anche nell’elaborazione del dolore. Una legge che non rispetta la Costituzione, che afferma l’eguaglianza davanti alla legge senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali. Viene da chiedersi se, dopo secoli di storia travagliata, il Vaticano non possa finalmente fare ritorno ad Avignone – simbolicamente o realmente. Ma soprattutto: non sarebbe il caso che ci andassero, insieme a quella visione retriva e discriminatoria, anche tutti quei parlamentari che hanno tradito la fiducia dei cittadini per obbedire a un dogma che nulla ha a che vedere con il diritto? Perché di questo si tratta: non di religione, ma di diritto. Di giustizia. Di civiltà. E di fronte a questo ennesimo sopruso, non resta che una parola: vergogna. E anche oggi #buongiornouncazzo |