Titolo: Enrico Borghi - LA MATERIA DEI NOSTRI INCUBI Inserito da: Admin - Febbraio 23, 2025, 05:15:43 pm Enrico Borghi
LA MATERIA DEI NOSTRI INCUBI Il signore nella fotografia non è un passante, né un opinionista di quelli che affollano i nostri talk show per tranciare giudizi basati su pregiudizi, quando non su palese intento disinformativo. No. La persona in questione è sir Alex Younger, ed è stato il capo dell’MI6 (il servizio segreto inglese) dal 2014 al 2020. È una autorità in materia, insomma. E intervenendo dagli schermi di una tv inglese, ha tratteggiato il quadro della attuale situazione geopolitica (“siamo al ritorno alle sfere di influenza”) ha avanzato il rischio che l’Occidente compia in Ucraina lo stesso errore fatto in Afghanistan (deciso da Trump, gestito da Biden), ha capito che mentre per Trump si parla di territorio e-business per Putin la base dell’accordo è la sovranità e quindi lo zar “non si fermerà finché l’Ucraina non sarà più un paese”. E poi ha lanciato un monito per tutti noi: “L’Ucraina è per noi Europei un enorme campanello d’allarme. I russi aumenteranno la loro capacità militare. Abbiamo assolutamente la capacità di costruire le forze militari per resistere, ma se non lo facciamo questa è assolutamente una materia per i nostri incubi”. Ci sono paesi, in Europa, che hanno preso dannatamente sul serio le parole di sir Younger. In Danimarca, dove vedono scorrazzare davanti a Copenaghen i sommergibili nucleari russi, il governo -con il consenso e addirittura la richiesta dei sindacati che hanno proposto l’introduzione di una specifica tassa- ha portato la spesa per la difesa al 4% del PIL. La Lituania teme che il prossimo colpo di Putin sia il “valico di Suwalki”, moderna riedizione del corridoio di Danzica, che attraversa il suo territorio fino all’enclave russa di Kaliningrad (da dove partono i sommergibili di cui sopra). E quindi punta a raggiungere il 6% del PIL, sulla scorta degli allarmi lanciati dalla sua intelligence interna. La Polonia ha portato al 4,7% il proprio bilancio militare, e dopo la Conferenza di Monaco della scorsa settimana il ministro degli esteri polacco Radoslaw Sikorski è stato lapidario: “abbiamo così tanta paura”. Dell’orso russo, sottinteso. Dentro questo quadro, giocare a fare gli amiconi di questo o quello o riempirsi la bocca di facili demagogie sperando che resteremo indenni da ciò che accadendo semplicemente attuando la politica dello struzzo, è irresponsabile. Ed è per questo, perché serve realismo e capacità di azione politica al posto degli ammiccamenti e delle furbizie, abbiamo proposto come gruppo di ITALIA VIVA al Senato il disegno di legge per la ratifica del trattato di istituzione della Comunità Europea di Difesa. Perché è arrivato il momento di fare sul serio con l’integrazione della difesa europea di fronte al bivio -per molti versi drammatico- in cui l’Europa si trova. L’aggressione della Russia in Ucraina, la crescente instabilità del Medio Oriente con il dramma del 7 ottobre dapprima e quello di Gaza poi, il ribollire del Nord Africa e l’impatto della seconda presidenza Trump hanno cambiato tutto lo scenario. E quello che sarà dopo non sarà più uguale a prima. Noi Europei non abbiamo scelta: dobbiamo diventare meno dipendenti dalla garanzia di sicurezza degli Stati Uniti (che non significa uscire dalla NATO, ma rafforzare il pilastro europeo del Trattato Atlantico) e dobbiamo assumere una maggiore responsabilità condivisa per la nostra difesa. Se vogliamo avere sicurezza, autonomia strategica e soggettività nel futuro, non abbiamo altre strade. Se vogliamo evitare di fare la fine degli staterelli della penisola italiana del Rinascimento, impegnati a farsi i dispetti tra loro per andare alla ricerca della protezione interessata dei grandi imperi, non abbiamo altre strade. Se vogliamo continuare ad essere indipendenti, sovrani e liberi, non abbiamo altre strade. E allora discutiamone. In Parlamento e nel Paese da FB del 23 febbraio 2025 |