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Titolo: «Buenos dias patriotas!», è il saluto di Meloni agli undicimila di "Europa Viva"
Inserito da: Admin - Maggio 23, 2024, 07:42:52 pm
Convention di Vox, Mani libere sulle alleanze: Meloni punta a essere il «ponte» tra moderati e destre Ue

di Monica Guerzoni
Toni pacati, lontani dal comizio del 2022. Il dialogo con Le Pen allarma FI

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Il palco è ancora quello dell’ultradestra spagnola di Vox. Ma al posto della leader di opposizione che nel luglio del 2022 arringava i «patrioti» in un crescendo di no e di decibel, da far tremare le casse e le cancellerie europee, c’era ieri una premier prudente, determinata a contare nel futuro governo di Bruxelles e nel Parlamento europeo.
«Buenos dias patriotas!», è il saluto di Meloni agli undicimila di «Europa Viva 2024», organizzata dai populisti e nazionalisti di Vox. La premier-candidata appare in video ed è accolta come quella che ce l’ha fatta, prima donna di destra a guidare una nazione fondatrice della Ue. E pazienza se nel gran tripudio di bandiere e ovazioni il nome dell’ospite d’onore appare sul display storpiato in «Georgia», come il Paese filorusso in fiamme.

Meloni parla in spagnolo, non arringa la folla e sta attenta a non mischiare il piano di leader di partito con quello di capo del governo. Si rivolge al «caro Santiago, amico mio», lo stesso Santiago Abascal che nel settembre 2022 si appuntava come «medaglie al petto» le accuse ai suoi patrioti di essere «machisti, franchisti, razzisti e fasci». La premier descrive come «molto simili» i percorsi politici dei due partiti, Vox e FdI. Ricorda quando la sinistra europea, «principale responsabile del declino» del Continente, accusava i conservatori di voler «distruggere l’Europa». E sprona gli alleati ad alzare la posta: «Nessun cambiamento in Europa è possibile senza i conservatori».
Le opposizioni prevedono che l’Italia finirà isolata per le sue «amicizie indigeribili» dell’inquilina di Palazzo Chigi, nazionalisti del calibro di Abascal, Milei, Le Pen e Orbán. Lei invece non lo teme e si candida a fare «da cerniera» tra i vertici della Ue e i leader meno governisti. Per dirla con Carlo Fidanza, capodelegazione di FdI, «puntiamo a costruire una maggioranza alternativa di centrodestra anche in Europa, senza venir meno ai principi cardine dei Conservatori Ue».
La legislatura che si chiude, attacca Meloni, «è stata caratterizzata da priorità e strategie errate». E di certo all’amica «Ursula», che punta al bis e che la premier non nomina mai, fischiano forte le orecchie. Il 4 gennaio Meloni si disse pronta a votare von der Leyen. E adesso che la stella della presidente uscente brilla assai meno, si tiene le mani libere. «Aspettiamo il voto dei cittadini» spiega tanta freddezza l’onorevole di FdI Antonio Giordano, segretario generale di Ecr. E alla domanda delle domande, su come si muoverà Meloni quando si tratterà di votare per le cariche apicali dell’Unione, prende tempo: «Come si fa a giocare se ancora non si hanno in mano le carte?».
Non sarà dunque Meloni, da leader di Ecr, a tirare la volata a «Ursula». Prima che la premier possa spendersi per lei, bisognerà che arrivi con le sue gambe ad essere la candidata del Ppe per il bis a Bruxelles. Cosa su cui i meloniani hanno maturato forti dubbi, visto anche il distacco mostrato da Antonio Tajani quando von der Leyen è venuta a Roma.
C’è un’altra donna negli orizzonti europei della fondatrice di FdI: Marine Le Pen. Le due com’è noto non si amano, ma sotto al palco di Madrid la presidente del Rassemblement National ha detto che con Meloni «ci sono punti in comune». Dalla rivalità all’idillio? Tra Roma e Bruxelles c’è chi ragiona sull’ipotesi di un nuovo gruppo Ue che nascerebbe dalla fusione tra meloniani e lepeniani, ma i «fratelli» assicurano che all’orizzonte non c’è niente del genere e spiegano che «Marine doveva mettere una toppa all’attacco a tradimento fatto contro Giorgia alle kermesse di febbraio di Salvini».
Per conquistare l’Eliseo, Le Pen ha bisogno di smarcarsi definitivamente da precedenti prese di posizione filorusse e così apre a Meloni per aprire al fronte occidentale. La premier è pronta a dialogare con Le Pen, perché non vuole nemici a destra e perché guarda al Parlamento Ue, in cui FdI e Rassemblement avranno gruppi numerosi e su battaglie comuni potranno unire le forze contro i socialisti. Sempre che Le Pen spazzi via le ambiguità sull’Ucraina. Forza Italia è già in allarme e Maurizio Gasparri lo fa capire: «Le Pen è ostile alla Ue, come potremmo governare insieme?».
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Da - https://roma.corriere.it/notizie/politica/24_maggio_19/meloni-ponte-moderati-destre-ue-9d2d9cf4-e76d-4833-b115-94f0b600bxlk.shtml