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Forum Pubblico => LA SALUTE, LA CULTURA, IL LAVORO, I GIOVANI, L'AMBIENTE, LA COMUNICAZIONE ETICA E LA SOCIETA'. => Discussione aperta da: Arlecchino - Dicembre 03, 2018, 03:50:45 pm



Titolo: ... dal mondo spirituale indù e dal cristianesimo.
Inserito da: Arlecchino - Dicembre 03, 2018, 03:50:45 pm
In primo piano, questa settimana sulla Domenica del Sole 24 Ore, le ricerche del grande intellettuale cingalese Ananda K. Coomaraswani sui valori comuni espressi, in teologia e in arte, dal mondo spirituale indù e dal cristianesimo.

Giuliano Boccali, docente di letteratura e cultura orientali, ci aiuta a trovare le coordinate che ci permettono di identificare i punti di contatto tra le due correnti spirituali. Tutto parte dall'opera “La tenebra divina. Saggi di metafisica”, ristampato quest'anno da Adelphi. Il libro è un omaggio dell'Autore alla cultura prodigiosa della terra di suo padre, l'India in senso lato, e al tempo stesso alla grande tradizione dell'antichità e del medioevo cristiani, di cui Coomaraswamy era conoscitore minuzioso e profondo. Entrambe alimentate, secondo lui, da un'unica sorgente spirituale.
Nato nel 1877 a Colombo (Ceylon) da padre singalese e madre inglese, Coomaraswamy pare, fin dall'origine familiare, vocato a mettere a contatto e confronto le due tradizioni culturali ereditate dai genitori. Lo strumento principe della sua opera di reciproca conoscenza fra Occidente e Asia sono gli scritti – ne lascerà oltre mille – di storia dell'arte, iconografia, storia delle religioni, mistica, mitologia e simbolica, ma anche teoria politica e soprattutto filosofia o meglio metafisica. “La sua scoperta della Philosophia Perennis – scrive Boccali - che lo folgora con la lettura delle opere di René Guénon negli anni '20 del secolo scorso, costituisce il centro della sua concezione filosofica e interiore; questa si nutre poi della visione hindu del vedanta, di scolastica e mistica cattolica, ma anche del pensiero di Platone e Plotino che, insieme con islam e buddhismo, rappresentano i dialetti di un unico linguaggio spirituale”.
L'altra grande dimensione dell'opera di Coomaraswani è quella dedicata all'arte del Subcontinente indiano. Le manifestazioni dell'arte e dell'artigianato non sono espressioni umane con finalità estetica, non sono “arte per l'arte”, ma l'espressione condensata della profonda religiosità ed etica, della stratificazione tradizionale collettiva delle civiltà cui appartengono. Così l'effigie di una divinità hindu è soprattutto supporto alla “visione” (darshana in sanscrito) dell'essenza del Dio attraverso la sua forma (murti) manifesta.

Nel menu della Domenica molti altri argomenti.

Ecco una selezione per i lettori del Sole 24 Ore