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Titolo: SALVO PALAZZOLO - Migranti, Osama il boss degli scafisti. "Da Sabratha decide...
Inserito da: Arlecchino - Maggio 30, 2016, 06:17:48 pm
Migranti, Osama il boss degli scafisti. "Da Sabratha decide tutto lui"
Le indagini. In Libia il quartier generale della nuova tratta. I racconti dei superstiti: "Quell'uomo dirige ogni cosa, dai centri di detenzione ai gommoni"

Di SALVO PALAZZOLO
29 maggio 2016
   
PALERMO - Sulla spiaggia di Sabratha, domenica notte, gli scafisti sussurravano il suo nome. "Osama vuole che si faccia così, Osama l'ha ordinato, Osama non ammette errori". Osama. Quel nome continuano a ripeterlo i migranti sopravvissuti all'ultima traversata, che da giovedì sono a Palermo.

"Impossibile dimenticare le parole che si scambiavano gli scafisti - dice un giovane del Mali - la persona che citavano con insistenza è già diventata un incubo. Osama, come Bin Laden". È lui il nuovo signore della tratta. Dietro il suo nome, ancora pochi indizi: nazionalità, libica; età, fra i 30 e i 35 anni. Ma una certezza si fa spazio fra i racconti fatti dai migranti ai poliziotti della Squadra mobile di Palermo e ai finanzieri del Gico: Osama è il trafficante che ha organizzato l'ondata di sbarchi di questi ultimi giorni, segnata da centinaia di morti nel Canale di Sicilia.

Il QUARTIER GENERALE
"Adesso, si parte anche con 400 euro dalla Libia", ha messo a verbale un migrante che arriva dal Niger. Prezzi ribassati del 50 per cento rispetto ai mesi scorsi, il misterioso Osama ha avviato una nuova politica delle tariffe per incentivare l'esodo. "Ma prima di salpare è un inferno - ha spiegato un altro testimone - io sono rimasto sequestrato per sei mesi nel sotterraneo di un edificio disabitato di Sabratha, è la base dei trafficanti. Ho visto tante esecuzioni sommarie in quel luogo, chi provava a fuggire veniva ucciso dai guardiani, tutti di nazionalità libica". Ci sono ancora 1.500 persone nelle viscere del quartier generale di Osama, il racconto dei migranti è l'ultima fotografia del dramma che si sta consumando in Libia. "In 1.500 sono in attesa di partire - dicono i testimoni - le guardie fanno mangiare una sola volta al giorno, un po' di pane. Resistere è durissimo".

Racconta un altro migrante, partito mesi fa, del Mali: "Nel sotterraneo, io e i miei compagni siamo stati picchiati e maltrattati, ci hanno anche rubato i soldi che avevamo in tasca". Chi non viene rinchiuso nel sotterraneo, viene portato in un campo poco distante da Tripoli: "Si trova a Suk Al Sabet", spiega un testimone.

LA RETE
Osama, ras senza scrupoli. Ma, soprattutto, manager della tratta. Con una rete di fidati corrispondenti in Niger, Benin ed Egitto. Sono quelli che hanno il compito di reclutare i migranti. "Si paga un'ulteriore somma per il viaggio verso Tripoli - dice un uomo partito dal Sudan - io ho attraversato il deserto a bordo di una colonna di pick-up arrivata fino a Sabratha, da dove poi siamo saliti in 500 su sei gommoni". I testimoni hanno indicato 17 scafisti, gli uomini di Osama provavano a mimetizzarsi fra i migranti al momento dello sbarco a Palermo, ora sono tutti nel carcere di Pagliarelli. "Quella squadra aveva anche il compito di tenere l'ordine con la forza sulle imbarcazioni", ha spiegato una donna. "Un viaggio terribile, siamo rimasti dodici ore in mare prima di essere salvati".

LA FUGA
Nei racconti dei migranti fanno capolino anche altri nomi. Per il procuratore Francesco Lo Voi, l'aggiunto Maurizio Scalia e il sostituto Geri Ferrara, tasselli importanti per comporre un mosaico complicato. Fino a qualche mese fa, la spiaggia di Sabratha sembrava essere sotto il controllo di un altro signore della tratta, l'etiope Ermias Ghermay. Gli investigatori della squadra mobile erano anche riusciti a intercettarlo al telefono. Diceva: "Noi facciamo un lavoro illegale, mica siamo il governo che può aiutare tutti". Ermias è accusato di aver organizzato il viaggio che nell'ottobre del 2013 si trasformò nel naufragio di 366 migranti, al largo di Lampedusa. Da qualche tempo, non c'è più traccia
di lui in Libia. Il trafficante etiope si sarebbe rifugiato a Dubai, anche per mettere al sicuro il tesoro accumulato con il traffico di uomini. Questo dicono alcune fonti ritenute attendibili dalla procura di Palermo. Un altro indizio, ma i signori della tratta continuano ad essere imprendibili.

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29 maggio 2016

Da - http://www.repubblica.it/cronaca/2016/05/29/news/migranti_osama_boss_scafisti-140836717/?ref=HREA-1