LA-U dell'OLIVO

Forum Pubblico => ITALIA VALORI e DISVALORI => Discussione aperta da: Admin - Febbraio 18, 2015, 08:09:39 am



Titolo: Felice Cavallaro Nicole aveva del liquido nei polmoni Non c’erano le cannule...
Inserito da: Admin - Febbraio 18, 2015, 08:09:39 am
Il racconto del padre
«Nicole aveva del liquido nei polmoni Non c’erano le cannule per aspirarlo»
Il racconto del padre: ci avevano detto che è il posto migliore della città, ma erano impreparati «Ho tagliato il cordone ombelicale. Un attimo dopo, il dramma»


Di Felice Cavallaro

CATANIA - C’era pure il papà della piccola Nicole su quell’ambulanza. Andrea Di Pietro, trent’anni, barista a Gravina di Catania, ha visto spegnersi la sua bambina nata quattro ore prima «con un parto naturale fantastico». Gioiva alle quattro del mattino questo giovane papà accompagnando la sua Tania in sala parto, incoraggiandola, tenendole stretta una mano, sorridendo.

«Indossavo anch’io un camice. Come un infermiere. Eravamo entusiasti io e mia moglie mentre i medici eseguivano le manovre, controllavano i monitor, le pressavano il ventre, fino a quando è venuta fuori Nicole e io con le mie mani ho tagliato il cordone ombelicale. Tutto perfetto. Mia moglie sorrideva, dopo i dolori. Io, felice. Pensavo fosse finita. Che cominciasse la gioia, pronti per tornarcene in camera con la nostra creatura, dopo le ovvie ansie che avevamo avuto durante la gravidanza, quando si andava per i controlli, per le ecografie. E invece il dramma è cominciato a materializzarsi un attimo dopo il parto, subito, perché la bambina, dopo il primo vagito, non rispondeva, affannata, come non respirasse».

La crisi respiratoria
Ecco il racconto angosciante di questo padre che diventa testimone diretto del disastro maturato in sala parto: «Che ci fosse una crisi respiratoria si è capito subito. I medici dicevano che forse la bimba aveva ingoiato liquido amniotico. E io a scongiurarli di toglierglielo dai polmoni. Ci vuole una cannula, diceva uno. E l’altro la cercava senza trovarla. Ma quanto costa una cannula, una cannuccia per succhiare un po’ di liquido a una creatura appena nata? Dov’è?, chiedevo. Trovatela questa c.... di cannula».

È la rabbia che a sera riecheggia mille volte in un bar di fronte alla clinica con le vetrate sulla circonvallazione, mentre la suocera resta in camera con Tania. E lui punta lo sguardo su questo complesso che passa per un fiore all’occhiello della sanità privata, orgoglio di una famiglia molto nota.

Ma non gliene importa niente ad Andrea Di Pietro della storia politica di questo inferno dove lui e sua moglie sono finiti «perché l’ha voluto Tania». Una scelta determinata dal fatto che proprio uno dei proprietari, Vincenzo, da ragazzo conosceva mamma Tania, come racconta il barista col cuore a pezzi: «Intanto, la clinica è molto rinomata a Catania, diciamo che è la clinica “in” della città. Ma non siamo arrivati qui per questo. Piuttosto, perché sia Vincenzo Gibiino che il fratello Daniele, anestesista, da ragazzi, frequentavano, andavano a ballare con Tania. Insomma, compagnie di comitiva. Non vere amicizie. Ma quando s’è capito che aspettava la bimba, è capitato di incontrarsi. E Vincenzo l’ha rassicurata consigliandole di partorire nella sua clinica.

«Hanno permesso che per una cannuccia morisse mia figlia»
«Non c’è di meglio a Catania», assicuravano tutti. E noi a crederlo. Ma dopo stanotte, la notte peggiore della mia vita, capisco che le cose sono diverse da come ce le prospettarono. Non mi pare che siano preparati a quello che promettono, se manca perfino una cannula per liberare i polmoni di una bimba appena nata».

Si ferma un attimo, scruta le vetrate della clinica dove sua moglie si dispera e chiede giustizia per la piccola che non potrà mai più abbracciare: «Lassù hanno permesso che per una cannuccia morisse mia figlia. Che cos’è? Negligenza, malasanità, strafottenza? Date una risposta. Che diano una risposta assessori e magistrati. E che la diano anche su questi tre ospedali di Catania dove non si trova posto per un’emergenza, per salvare una vita. Ma a cosa serve tutto il sistema con migliaia di medici, infermieri, impiegati se poi chiami il 118 e ti dicono che l’ospedale più vicino sta a cento chilometri, ad un’ora e mezza di strada?».

13 febbraio 2015 | 08:16
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Da - http://www.corriere.it/cronache/15_febbraio_13/nicole-aveva-liquido-polmoni-non-c-erano-cannule-aspirarlo-d59e0f0e-b34d-11e4-8ea5-42a1b52c991f.shtml