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Titolo: MARCO LETIZIA. L’ex Nar Carminati spiega ai suoi complici la sua idea di ...
Inserito da: Admin - Dicembre 07, 2014, 05:28:24 pm
Quel «mondo di mezzo» della destra, eco sbiadita della narrativa di Tolkien
L’ex Nar Carminati spiega ai suoi complici la sua idea di Terra di mezzo, che sembra trovare confuse radici nei libri del grande autore inglese

Di MARCO LETIZIA

«È la teoria del mondo di mezzo compa’. …ci stanno... come si dice... i vivi sopra e i morti sotto e noi stiamo nel mezzo. E allora… e allora vuol dire che ci sta un mondo... un mondo in mezzo in cui tutti si incontrano ...». Queste parole di Massimo Carminati ex estremista di destra, ora protagonista dell’inchiesta sulla «mafia» romana, rivolte in un’intercettazione a Riccardo Brugia e Cristiano Guarnera due degli indagati, usate per descrivere il funzionamento dell’associazione guidata da Carminati e il suo ruolo di cerniera tra il mondo dell’illegalità e quello della legalità (spesso apparente), sembrano a prima vista incomprensibili. Tuttavia assumono immediatamente un significato se le ricolleghiamo al retroterra culturale di certa destra giovanile degli anni ‘70. Quella che trovava ispirazione nel grande scrittore inglese J.R.R. Tolkien creatore proprio di quella «Terra di mezzo» che è il luogo mitico in cui si svolgono le vicende dei suoi due libri più famosi, «Il signore degli anelli» e «Lo Hobbit».

Il contesto
Chiariamo subito. Tolkien non era uno scrittore di destra e non può assolutamente essere accusato di simpatie verso il fascismo. Tuttavia la destra giovanile italiana negli anni ‘70 ritrovava nei libri di Tolkien alcuni valori significativi per il proprio comune sentire. Tanto da organizzare attraverso il Fronte della Gioventù dal 1977 al 1981 delle manifestazioni culturali chiamate appunto Campi Hobbit.

Basti pensare all’amore per la patria «la buona terra» avrebbe detto Tolkien, all’importanza dell’identità nazionale, vale a dire l’appartenenza ad un luogo in cui ci si riconosce, come «La Contea» in cui vivono gli Hobbit, l’aspetto ecologico (allora un tema caro alla destra) sottostante alla narrativa tolkeniana (i campi simbolo dell’agricoltura che rivestono sempre un ruolo positivo, contrapposto a quello negativo della macchina, simbolo dell’industria).

Ma torniamo sul concetto di Terra di mezzo come appare in Tolkien (e che Carminati applica a modo suo alla Roma di oggi). La Terra di mezzo è tale per due ragioni fondamentali. Il primo, più semplice, è che il luogo di incontri tra razze diverse che lì vi coesistono: elfi, nani, uomini, Hobbit, orchi. Il secondo è che è di mezzo in quanto luogo di passaggio storico e metafisico. Storico, perché la «terza era» in cui si svolgono gli avvenimenti dei suoi due libri più celebri eredita gli effetti di quanto è avvenuto prima (e anche qui ognuno può trovare le analogie che vuole con l’attualità), la creazione degli anelli del potere, la lotta contro Sauron, l’ultima alleanza tra due razze diverse, gli elfi e gli uomini. Ma anche metafisico perché è il luogo che sta in mezzo tra l’inconoscibile luogo di prima della nascita e Valinor , il mondo delle Terre imperiture dove la morte non regna. E la morte è per Tolkien, la caratteristica più propria degli esseri umani. Siamo uomini in quanto siamo mortali e consapevoli di esserlo. Destinati a vagare in un terra di mezzo da cui non possiamo più sfuggire perché nella quarta era, quella degli uomini, i porti creati per farci approdare alle Terre imperiture sono scomparsi.

3 dicembre 2014 | 17:39
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Da - http//www.corriere.it/cronache/14_dicembre_03/quel-mondo-mezzo-destra-eco-sbiadito-narrativa-tolkien-b300274e-7adf-11e4-825c-8af4d2bb568e.shtml-