Titolo: L’ADDIO a FALETTI. Antonio D’Orrico “ma chi è Faletti veramente?”... Inserito da: Admin - Luglio 07, 2014, 12:05:04 am L’ADDIO
E quando gli chiesi “ma chi è Faletti veramente?”, ecco cosa mi rispose Il vero Giorgio, plurale e singolare, nel ricordo del critico del Corriere di Antonio D’Orrico Quando muore a tradimento una persona con cui hai diviso un pezzo non piccolo della tua vita ti vengono in mente un sacco di cose strane e alla rinfusa. Vorresti pensarne altre e invece sei invaso da queste scene come quando scorri velocemente delle immagini per trovare quella che cerchi. Vedo Giorgio Faletti seduto nel suo giardino a Capoliveri, sull’isola d’Elba, che era diventata una sua seconda patria dopo l’amatissima Asti. Abbiamo parlato tutto il giorno per una intervista e lui ora mi guarda e mi dice: «E adesso ti prego quando scriverai il pezzo di non farmi fare la figura dello scrittore che guarda il mare, guarda talmente il mare che poi scrive stronzate». Quest’immagine se ne va e, nel mio confuso montaggio mentale, ne metto a fuoco un’altra. Siamo in un ristorante a Milano ed è tardissimo. I camerieri stanno sparecchiando e non vedono l’ora che ci leviamo di torno per andarsene a dormire. Allora mi dico che è il momento e gli chiedo: «Giorgio, ma tu chi sei veramente?». È la domanda, come si dice in questi casi. Chi è Faletti? Il comico di Drive In? Lo scrittore più venduto? Il cantante che sfonda a Sanremo con un rap antimafia e pro-polizia? Faletti mi guarda con un sorrisino che dovrebbe essere mefistofelico. Ma poi decide che non vuole più scherzare, si fa serio, lo sguardo perso lontano: «Io sono due fotografie che non possiedo più. Le ho cercate tanto, ho chiesto a mia madre, ho frugato dovunque ma non sono mai saltate fuori. Ma me le ricordo bene, ce l’ho incise nella mente. Nella prima, avevo una decina d’anni, era il giorno di Natale e ballavo, sull’aia della fattoria dei miei zii, un valzer con mia nonna. Avevo un’aria persa, ispirata. E poi c’è la seconda foto. In questa devo avere tre, massimo quattro anni, sono seduto con le gambe accavallate e ho una sigaretta in mano. Una foto impubblicabile oggi. Ho l’aria malandrina, un ghigno da teppista. Adesso tocca a te scegliere chi è Giorgio Faletti? È il romantico ballerino del valzer con sua nonna? È lo scugnizzo impunito e già tabagista?». Era entrambe le cose, Giorgio Faletti. E lo dimostrano i suoi romanzi. «Io uccido» è il romanzo dello scugnizzo, del monello diventato grande. Il ballerino di valzer romantico è un altro suo romanzo, «Tre atti e due tempi». E, spesso, una immagine stinge sull’altra e, in una specie di Photoshop della memoria, le due foto danno vita a un’altra foto. La foto del vero Giorgio Faletti, plurale e singolare. 4 luglio 2014 | 15:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA Da - http://www.corriere.it/cultura/14_luglio_04/quando-chiesi-ma-chi-faletti-veramente-ecco-cosa-mi-rispose-fb774f80-037e-11e4-a610-3e4fd1a573b7.shtml |